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Autore: TheTooDarkLordTwo    25/04/2015    1 recensioni
una vecchia conoscenza di Xantia ritornerà per metterlo in ginocchio, ma Xantia si affiderà alla sua unica amica per resistere...Marylin
Sequel di "The death" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2995156&i=1
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Inferno, girone degli iracondi, anno corrente. 

All' interno del mio bozzolo trasparente sentivo le grida degli altri prigionieri, che venivano trattenuti fisicamente grazie alle catene sante create da Efesto, tutto ciò che è carico di Energia negativa viene facilmente trattenuto da un oggetto santificato con l’energia della fiamma Eterna.
Io sono l'eccezione.
Sono in grado di assorbire l'energia negativa, e quindi solo delle catene non mi fermerebbero.
Gli dei mi hanno chiuso in un bozzolo di vetro,
Appeso ad una decina di metri da terra.
Da qui guardo tutto da anni e anni...con l'energia negativa assorbita riesco a creare piccoli squarci...dalla quale assisto agli avvenimenti esterni.
Ho visto cosa è successo a Tronin qualche tempo fa...

Il suo esercito sconfitto, Reaf lo ha tradito, la sua rivolta non ha funzionato, i suoi poteri gli sono stati confiscati, e lui, è stato barbaramente ucciso da mio fratello, colui che adesso possiede il ruolo di morte.
Tronin adesso è resuscitato e vive alla casa  dei suoi fratelli qui in questo girone, gli dei hanno voluto concedergli una sorta di seconda Chance a quanto pare…

Ancora non mi capacito del fatto che mio fratello è diventato la morte...
Dopotutto ha messo fine alla mia vita anni fa.
Buttandomi in quel dannato vulcano...
Ma più di 25.000 anni sono tanto tempo...e io li ho usati per pensare.


Degli angeli arrivarono calando giù il bozzolo di vetro sacro dove Yertron era rinchiuso.
Ecco, schizzato, hai visite, conisci le regole, un passo falso e folgoriamo te e la tua visita.
Disse uno dei due angeli  a Yertron, che con una smorfia annoiata fece cenno di aver capito alle guardie.
Dopo, un essere rettiliano si avvicinò.

Era Garzett, il deome rettiliano con il brutto vizio di perdere e farsi uccidere da Teadh più e più volte.
Non sssssono d'accordo su quessssto affare, e non voglio farlo!

Disse il rettile a bassa voce per la paura di farsi ascoltare dagli angeli alle sue spalle.
Taci, Garzett, tu non c'entri.

Yertron scrutò Garzett da capo a piedi, cercando qualcosa.
Lo hai portato?

Garzett deglutì, poi guardandosi dietro per assicurarsi di non essere troppo sospetto, tirò fuori dai suoi pantaloni marroni e stracciati un oggetto luccicante.
É quessssto?
Garzett donò il suo fido medaglione a Yertron, che lo scrutò attentamente, non curante degli angeli vicini.
É proprio Questo.
Mentre Yertron esaminava il medaglione, Garzett impaziente si sentì in dovere di avvisarlo:
Ssssssenti...ho pressssso quel medaglione facilmente perché É FALSSSSSSO! Asssssomiglia ad una delle armi divine, ma non lo é!

Yertron sorrise divertito e lo guardò.
Falso, caro rettile.

Sai cosa sono le Le armi divine?

 sono state trovate su altri pianeti dagli Dei, Armi già fabbricate prima ancora che gli Dei cominciassero ad usare il loro potere per creare, non si sa da chi, non si sa dove, fatto sta che Gli Dei le hanno ritrovate tutte ma non tutte sono state attivate.
Questo medaglione ne è L'esempio.

Gli dei hanno provato ad attivarle con l’energia della fiamma dell’eternità, ma da sola non basta, serve anche energia dalla fiamma negativa.

Durante il tuo ultimo scontro con Teadh…c’era una ragazza con lui, vero?

Una umana dai capelli rossi.

S-SSSSi…mi hai chiesto di recuperare un suo capello, perché?
Lo hai preso?

Garzett tirò fuori dai suoi pantaloni una boccetta contenente un capello rosso e fece per consegnarlo a Yertron, ma una delle due guardie si insospettì e fece per avvicinarsi.
Yertron usò il capello per separare la sua mano dal medaglione, dopodiché fece passare un flusso di energia negativa dalla sua mano al medaglione, passando per il capello, poi aggiunse anche un flusso di energia negativa, e la gemma rossastra incastonata nel medaglione cominciò a risplendere di una luce cremisi, talmente immensa da allarmare ancor di più i due angeli che sguainarono le spade e fecero per colpire Yertron che sorrise puntando il medaglione verso di loro provocando un' esplosione che spazzò via entrambi.
Quando il fumo svanì, uscirono fuori Garzett estremamente feriti e Yertron, in piedi, senza un graffio che brandiva ancora il medaglione con la sua luce cremisi che lentamente si spense.

Avresssssti dovuto avvertirmi!

Si lamentò Garzett coprendosi le ferite come meglio poteva.
Avremmo insospettito le guardie.
Disse Yertron voltandogli le spalle e camminando via.

EHI, E IL NOSTRO ACCORDO!?

Credimi, non ti pentirai di avermi liberato!

Con queste parole Yertron abbandonò la prigione prima che potessero arrivare i rinforzi, abbandonando Garzett al suo destino.


Intanto nell' oblivion fuori dal Palazzo degli Dei Xantia si sedette sulle scale, per prendersi una pausa. 
Ifel lo raggiunse e si sedette con lui.
Qualcosa  non va, muso lungo? Chiese Ifel a Xantia
Sono la morte, cosa vuoi che vada per il verso giusto?
Oggi sono stato responsabile della morte di due donne, sono stato costretto a toglier loro la vita mentre davano alla luce i loro figli.

Io ho visto nascere 1273 bambini oggi...2 dei quali da donne che hai ucciso...
Sei qui per farmi stare male?
Pensavo fossi abituato...
Lo sono infatti...e che...
La rossa vero?
Non chiamare Marylin così...
Allora è per lei? Il fatto che il tuo medaglione divino non funzionasse con lei non vuol dire nulla…sono oggetti vecchi di Eoni, secondo me non aveva nulla di speciale, e poi, noi entità non possiamo stare accanto agli umani se loro sono consapevoli della nostra presenza.
lo so…ma se ci fosse di più? Aveva qualcosa di particolare...una sorta di aura che..
Devo chiamare Ovel?
Non scherzare, non sono innamorato, anche se avere finalmente trovato un essere consapevole della mia presenza, mi avrebbe migliorato le giornate.
E tu le avresti peggiorate a lei con la scia di morte che ti porti dietro.

Credimi, abbandonarla è stata la cosa più giusta da fare Xantia, e lo sai.
Ifel si alzò, lasciò il collega in contemplazione, nonostante le occasionali conversazion, nessuna delle entità conosceva davvero Xantia, non che fosse un gran chiacchierone o la persona più sociale di sempre, ma la verità è che tutti un po’ lo temevano, molti erano convinti che uccidere migliaia di persone ogni giorno inevitabilmente tende a ledere la psiche, ed è così che le entità si autoconvinsero che Xantia era un pazzo latente.

Alla fine però questa voce di corridoio andò pian piano a farsi sentire di meno, le altre entità furono capaci di vedere negli occhi rossi di Xantia un misto di tristezza e determinazione, pensavano che dopo millenni passati ad uccidere dopo un po’ si diventa insofferenti.

Ed invece Xantia era ovviamente emotivamente coinvolto, ogni giorno di lavoro che passava, tanto il primo quanto l’ultimo.

La verità è che le altre entità non saprebbero come prendere un essere come Xantia, e preferiscono interagirci quanto basta.

Mentre Ifel ripensava a questo, era intento ad avvicinarsi alla sede del giudizio Divino, nella quale fra pochi minuti gli Dei avrebbero tenuto un consiglio. Ma poi la sua attenzione fu attratta da un uomo, capelli corvini, corti, occhi rossi e barba incolta.

Ifel rimase per un attimo stranito, l’uomo davanti a lui sembrava proprio Xantia, eppure era convinto di averlo lasciato indietro di qualche chilometro, all’inizio della lunghissima scalinata.

Quando si ricordò del fatto che Xantia aveva un fratello, fu troppo tardi.
L'uomo scattò con immensa velocità davanti ad Ifel, e poggiò il suo medaglione sulla  sua bocca, così che questo potè assorbire gran parte della sua energia, lasciandolo per terra esanime.
Adesso mi sento VIVO.

Disse Yertron mentre l’energia assorbita ad Ifel si fece strada nel suo corpo, facendo spuntare un’ala bianca sulla sua schiena.

Ho bisogno anche di questa.

Yertron si chinò sul corpo di Ifel ancora in preda a spasmi, e afferrò la sua spada della vita.

Poi la innalzò, mentre un sorriso si faceva strada sulla sua faccia.

   
 
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