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Autore: Sam Hutcherson    26/04/2015    9 recensioni
Benvenuti nel fantastico mondo delle storie di Sam Hutcherson che vi presenta, in esclusiva e solo per voi il seguito della fanfiction....*rullo di tamburi* Ti amerò oltre l'immaginabile!...che non dovete leggere necessariamente, ansi forse è meglio se non la leggete proprio! Vi accompagnerò nel regno incantato dei drammi familiari dei Mellark! Naturalmente la storia è Evellark! Vade retro babbani! Storia dedicata a Peeta Mellark, che merita tutte le ff di questo mondo!
ATTENZIONE:Questa è una storia felice!Può causare diabete, carie e se vedete unicorni rosa, correte a leggervi un libro di John Green prima che cominciate a saltare spargendo fiori ovunque!
E ora...A ME GLI OCCHI PLEASE!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                            Profumo di Pane

                                                             Capitolo 5
                                                                        biscotti al cioccolato e anarchia


Tutto ciò che vorrei fare adesso è dormire, è tutto ciò di cui ho bisogno. Sono stanca, sono così stanca, eppure resto distesa nel letto a contemplare il mio candido soffitto, ascoltando distrattamente le conversazioni nella mia testa. Il dubbio che questa voce che fa solo soliloqui di estrema inutilità, resterà perennemente e comodamente spaparanzata sul mio cervello, mi sfiora l'orecchio e si allontana velocemente, dandomi appena il tempo di accorgermene. Almeno credo che fosse un dubbio, con l'attenzione che ho avrebbe potuto essere anche una zanzara, o un elicottero. Devo assolutamente riprendere il controllo della mia mente, qui si sfiora l'anarchia!
È stata decisamente una serata stressante, piena di lentezza, ogni secondo prima di cena di recente tende a durare tre giorni.
Il tempo non è dalla mia parte. La fame non è dalla mia parte.
Un altra cosa da ponderare è il mio corpo, non permetterò alla cellulina di rendermi un essere vorace e della stazza di un overcraft, devo mantenere il controllo.

Un pò troppe cose stanno sfuggendo di mano da quando cellulina si è comodamente sistemata nella mia pancia; come per esempio i miei cambi d'umore improvvisi, o la bellezza di Peeta che mi colpisce in qualsiasi momento facendomi venire voglia di averlo più vicino, molto più vicino.
Mi rigiro nel letto, tra le braccia di Peeta, scontrandomi contro il suo petto. Accolgo il suo calore rannicchiandomi contro di lui, che per tutta risposta sistema il mento sopra la mia spalla, stringendomi delicatamente. Custodendomi come fa una conchiglia con un granello di sabbia. La notte scura incombe su di noi e mi fissa dall'ampia vetrata con vista sul bosco, come una colpevole, come una vigliacca stupida pazza.
Ogni cosa mi giudica qui, non ho ancora avuto il coraggio di dirlo a Peeta dopo una settimana e mezzo, sono una sciocca.
Il dibattito nella mia testa diventa sempre più rumoroso, testimone della mia idiozia. Il contrasto tra il caos frenetico della mia mente e il silenzio tranquillo delle tre di notte sembra che mi squarci la testa; C'è un gran fracasso eppure la casa è immersa nel silenzio, un silenzio ovattato come se fossimo in una bolla d'aria a decine di chilometri sotto il pelo del mare.

È sempre stato così il distretto 12, persino il bosco si acquieta a quest'ora, tutti dormono; tranne me. Probabilmente anche quel gruppetto di molecole nella mia pancia dorme, ignorando bellamente il fatto che io stia perdendo importanti ore di sonno a causa sua...tutti uguali questi Mellark.
Un filo della felpa di Peeta mi distrae mentre comincio a giocarci ignorando le voci che mi insultano dentro la mia testa.
Emetto un sospiro pesante, è così bello, anche quando dorme, risplende di una luce che è solo sua, è l'unica luce che vedo e quando sono con tante persone, il suo volto è quello più luminoso di tutti, è una stella caduta dal cielo.

Il suo respiro mi solleva delicatamente i capelli che mi ricadono sulla fronte ad ogni alzarsi ed abbassarsi di polmoni, le labbra di Peeta sono vicine alla mia tempia, tanto che mi sposto di pochi centimetri solo per farmi sfiorare dalle sue labbra, che lasciano un bacio leggero e involontario sulla mia fronte. Le sue braccia mi stringono i più, come se temessero sempre di sentirmi andare via.
Con un profondo respiro mi accuccio sotto il cuore di Peeta, chiudendo gli occhi, nella speranza di una notte senza incubi.

 

 

I raggi solari ancora deboli del primo mattino sfiorano l'aria frizzante e danzano assieme a punti di polvere, atomi che si muovono nello spazio proprio davanti al mio naso.
Una placida calma domenicale ha invaso la casa, immersa in un silenzio ozioso interrotto solo dal cozzare delle padelle in cucina. Da dietro la finestra ancora aperta da questa notte, il bosco si muove al ritmo di un respiro profondo, ondeggia al rumore delle frasche attraversate dal vento. Vengo gentilmente informata dalla sveglia sul comodino di Peeta che sono le nove di mattina di Domenica.

Sorrido al pensiero della giornata che mi aspetta, è Domenica e io e Peeta possiamo stare isieme tutto il giorno. Mi infilo sopra la tuta che uso per dormire la felpa grigia di Peeta, tanto larga che mi fa da vestito, arrivandomi a mezza coscia e dopo essermi data una lavata in bagno ed essermi legata i capelli in una coda alta scendo al piano di sotto, trovando Peeta ancora impegnatissimo nel preparare la colazione della domenica.
Mi avvicino silenziosamente abbracciandogli i fianchi e facendolo sussultare sul posto, ma quando si gira mi sorride.-Hey dolcezza, dormito bene?-chiede circondandomi la vita con le braccia. Annuisco contro la sua maglietta, affondando nel suo profumo delizioso. Ho dormito poche ore, ma ho dormito bene.
La mani di Peeta mi carezzano la schiena delicatamente, salendo e scendendo lungo tutta la spina dorsale. Mi lascio cogliere dai brividi quando le sue labbra sfiorano delicatamente il mio collo, lasciandoci un bacio delicato.
E il mio cuore perde un battito quando le sue mani dalla mia schiena passano al mio sedere e mi portano seduta sul bancone della cucina, i suoi baci sono famelici ora, roventi di una passione mischiata a un disperato senso di adorazione che intensifica ogni sfioramento. Sono totalmente persa in un turbine di emozioni contrastanti quando il ''driiin'' del timer del forno mi fa sobbalzare, e stacca Peeta da me, lasciandomi con l'insana voglia di distruggere il forno a mazzate, fino ad interrompere quell'ignobile suono .
Il profumo di biscotti si espande a macchia d'olio per la cucina, biscotti semplici a giudicare dall'odore, alle goccie di cioccolato.
Il mio stomaco li riconosce subito e brontola, chiamando i suoi padroni.

Peeta spegne il forno e poggia i biscotti accanto a me. Ne afferra uno e ci soffia sopra per poi portarmelo alla bocca, in un gesto che mi ricorda molto la nostra tostatura.
Mi brucio leggermente la lingua ma non mi importa, perchè adesso che gli occhi di Peeta mi guardano così è tutto così buono e spontaneo e semplice che glielo dico e basta. -Mi piacciono molto questi biscotti, sono i miei preferiti.- mormoro prendendo un biscotto con la mano che mi trema leggermente e spezzandolo, lo porto alla bocca di Peeta.
Lui innarca le sopracciglia interrogativo e assaggia il biscotto dalle mie mani. È traditrice l'ignobile calma prima della tempesta che sta tendendo sempre di più il filo dei nervi di Peeta.
Sento il nervosismo di Peeta che si tende sempre di più ogni secondo che passa e stranamente il mio nervosismo cessa.
Peeta prende un bel respiro pronto per dire qalcosa alla velocità della luce, quando lo tiro per un passante dei jeans e lo porto più vicino a me sorridendogli per poi baciarlo delicatamente. La gravità della sua espressione mi incanta, quanto puoi essere bello?Peeta mi guarda, legge i miei pensieri alla faccia della privacy , mentre io continuo a sorridergli come un idiota.
-Sono incinta Peeta.-mormoro.
Ho colto di sasso Peeta Mellark, socchiude la bocca, strizza gli occhi, deglutisce e sorride.
Non parla Peeta Mellark...e non sembra nemmeno respirare, completamente immobile.
-Peeta?-chiedo incerta.
Lui scuote la testa e batte le palpebre frastornato.-Tu sei...-mormora lasciando cadere le parole nel vuoto.
-Si.-mormoro io, squadrando torva i muscoli della sua faccia.
-E io...-
Serro la bocca facendo dondolare le gambe leggermente oltre il ripiano della cucina -Stai per diventare padre, si.- forse dovrei essere meno brusca, forse.
Dopo cinque minuti che Peeta resta fermo e in silenzio (record assoluto per chi non lo sapesse) gli do un calcetto sul ginocchio. La sua reazione ha sguinzagliato tutte le mie ansie e preoccupazioni riguardo a questa gravidanza, che però tengo confinate nella mia mano sinistra impegnata a  stringere con forza il ripiano di marmo.
-Beh di qualcosa!-
La sua espressione cambia lentamente, fino a diventare l'espressione, il momento, più bello della mia intera esistenza, perchè Peeta adesso è solo luce.
Mi ritrovo circondata dalle sue braccia, attaccata al suo petto, con i piedi che non toccano terra.
-Ti amo.-

 

Oggi è un giorno solo nostro, è solo pieno di luce, una domenica piena di luce. Abbiamo fatto l'amore, sul divano, sul tappeto, su qualsiasi superfice disponibile mi sembra...eppure ne voglio ancora. Perchè Peeta è una droga per me, se non c'è lui io non esisto, e non è un esagerazione.
Questa sorta di dipendenza da qualcuno mi ha sempre spaventata, l'amore mi spaventa, perchè un sentimento così forte provoca dolore, tanto dolore. E in qualche strano modo amo mio figlio e mio marito ogni giorno che passa sempre di più, e questo mi spaventa perchè voglio dei limiti, una razionalità, ma non posso dare un limite a questo, non è razionale.
Accoccolata contro il petto di Peeta coperto dalla maglietta che si è rimesso per andare a cacciare Haymitch dal campanello di ingresso, gioco con un filo della sua maglia. Le sue dita corrono delicate tra le ciocche dei miei capelli, per poi sfiorare la mia schiena coperta dalla sua felpa grigia. Vengo periodicamente sfiorata da ondate di gioia, orgoglio, preoccupazione, ansia, e poi di nuovo gioia. Prova sentimenti contrastanti Peeta Mellark, un pò come me la prima settimana dopo che sono venuta a conoscenza del pargolo dentro di me: La gioia innegabile di avere un figlio, che mi sembrava aliena e senza senso dato che io non ho mai voluto figli, sembrava venire direttamente da lui, come se fosse già felice di essere al mondo. Forse è solo un inganno del mio cervello, la consapevolezza mi porta a vedere, sentire e amare le cose da un altra prospettiva, la sua prospettiva, perchè tutto ciò che di bello vedo io lo vedrà anche il mio bambino, e ne sarà felice. Di certo non mancano i momenti di ansia, di panico, nei quali mi chiedo come farò ad avere un bambino quando io e Peeta siamo ancora così chiaramente fragili. Mi domando se questo bambino nascerà davvero, o dovrà pagare per i miei peccati, ma c'è Haymitch per questo. Quando succede sembra che legga i miei pensieri, con la stessa velocità con cui si leggerebbero le instruzioni della carta igenica, ribadendo sempre che noi non siamo soli.
Il sorriso di Peeta scivola sulla mia tempia tracciando la strada per le mie labbra, le sue sono soffici, morbide, così dannatamente invitanti che potrei ricominciare qui, ora, per sempre. Maledetti ormoni del cazzo.
-Cosa vorresti tu, maschio o femmina?-sussurra contro la mia pelle.
Sorrido bonaria.-Non ci pensare neanche Mellark, tu non entrerai nel tuo classico "Stato di organizzazione folle"-
Già me lo vedo a scegliere colori per la stanza, nomi, vestiti...

-Oh andiamo Kat, non comincerò a dare di matto voglio solo saperlo.-
Cercando di non pensare alle altre tremila domande che seguiranno questa affermo.-Per me è uguale, mi piacerebbe avere un maschio  in giro per casa però, tu eri carinissimo da bambino.-
-Ero carinissimo?- sbuffa Peeta sollevando una ciocca di capeli dalla mia fronte.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo -Sei.-mormoro baciandogli la tempia.
Peeta sorride soddisfatto.-Così va meglio.-
Rido alzandomi a sedere a gambe incrociate e rimettendomi la biancheria, causando uno sguardo di disapprovazione da Peeta, ma visto che il tappeto pizzica lo ignoro.
-E tu cosa vorresti?- chiedo sicura che lui ci ha pensato almeno trecento volte nella vita.
-Per me è uguale.- ammette sognante guardando il soffitto che sarà presto pieno di macchie di pappine, chissà se nostro figlio sarà un buon lanciatore come la piccola Posy.
Credo di aver appena perso Peeta...che continua a fissare il soffitto sorridendogli come un idiota.
-Quando l'hai scoperto?- scatta all'improvviso facendomi sobbalzare. Ah okay non ha una paralisi, perfetto.
conto i giorni all'idietro e poi rispondo.-Una settimana e mezzo fa.-
Peeta sembra leggermente accigliato quando glielo dico, forse per il fatto che io non gliel'abbia detto subito, ma ero già molto in ansia di mio, non mi serviva proprio aumentare le mie preoccupazioni...dopo esser rimasto in silenzio per ben sette secondi, Peeta Mellark mi sorride, con sguardo fiero, fiero di me.-Grazie Katniss.-



 Buona domenica Tribx!!!!!! Sono stata via un saaaaacco di tempo, mi dispiace tantissimo! Meritate di meglio ragazze sul serio, ma almeno posso dire che non è stata completamente colpa mia: Il mio caspio di computer ha deciso di fare il folle e ho dovuto portarlo a riparare e quegli idioti ci hanno messo tantissimo! Ho dovuto resettare tutto! Vi rendete conto del dramma che ho vissuto!? Grazie a tutte voi per esservi preoccupate per me (più per Profumo di pane che per me) siete state carinissime e gentilissime, non vi meritiamo, nè me, nè il mio computer. Spero che voi possiate perdoarmi (PLEASE) e continuare a leggermi e a recensirmi!<3 non potete capire il dramma morale che ho vissuto nell'abbandonarvi per così tanto tempo:( Mi siete mancate!!! Spero, che questo capitolo vi sia piaciuto, volevo ricominciare con qualcosa di special...ditemi com'è please io vi aspetto:)
Ricordatevi di recensire e che vi lovvo e che John Green è un sadico<3
Tanto amore<3
-Sam

  
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