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Autore: IheartHatakeKakashi    28/12/2008    4 recensioni
[Cap.13]“HYUGA!” una voce tonante esplose da dietro di loro, sconvolgendo tutti.
“Papà!” esclamò Tenten, sorpresa.
“…” Neji osservava scioccato un Ryoku fumante che avanzava verso il gruppo.
Tenten si voltò verso lo Hyuga col terrore negli occhi, “Corri!”
Traduzione by celiane4ever
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Tenten
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dedicato ancora ai due consorti Furi-iki, ma non disperate, si tornerà prestissimo al NejiTen ^o^

 

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SAVED
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“Non sei obbligata a farlo.” Ryoku rimproverò Xiu-Juan, prendendo il cesto della biancheria dalle piccole mani della donna.

Dopo averle permesso di vivere con lui, da poco meno di tre settimane in realtà, lo shinobi non era più sorpreso di vederla alzata a quell’ora del mattino. Anche se la differenza di orario tra il suo villaggio e quello della Foglia era decisamente alta, Xiu-Juan si era abituata senza nessuno sforzo.

Pur essendo principessa di una terra straniera, non le dispiaceva contribuire con la sua giusta parte di lavoro. Non era che Ryoku la credesse un’incapace; infatti aveva visto che la donna sapeva cavarsela benissimo sia con lui a casa sia in missione. Ad ogni modo, il ninja sentiva che non era appropriato per una persona del suo stato lavorare così tanto; era una principessa, per amor di Dio! Eppure, eccola lì, molto prima dello spuntar del sole, già affaccendata.

“È il minimo che possa fare.” Replicò dolcemente lei, riprendendo il cestino del bucato pulito dalla presa di Ryoku, bilanciandone il peso contro i fianchi sottili.

“Non ti ho portata qui perché diventassi la mia domestica.” Ryoku riprese possesso della cesta.

“Oh?” l’interruppe un uomo muscoloso che osservava la coppietta dal divano. “E allora perché lo hai fatto?” domandò con un sorriso furbo sulle labbra.

“Ffh.” Grugnì l’altro, guardando male l’intruso e lasciando il bucato nelle mani della donna.

“Non mi dà fastidio.” Xiu-Juan sorrise allo shinobi.

Irrigidendosi, Ryoku rimproverò se stesso. Aveva quasi sorriso di rimando, prima di riuscire a trattenersi; semplicemente non era il tipo da sorrisi, e in particolare non quel giorno.

“Lascia che la ragazza si senta utile, Ryo-san.”

“Grazie Oushi-san.” Xiu-Juan si rivolse allegramente all’uomo sul divano.

“Quando vuoi, Xiu-san” Oushi sorrise alla giovane donna. “Comunque, se posso aggiungere, sembri ancora più carina del solito questa mattina.” Lei lo ringraziò, arrossendo timidamente.

“Oi.” Gridò Ryoku al suo mentore, con la rabbia appena udibile nella voce. “Sei venuto per una ragione, senpai?” domandò guardando di traverso lo shinobi più grande, “O sei venuto solo per flirtare?” mormorò a voce più bassa.

“Non posso fare entrambe le cose?” chiese innocentemente l’altro con un largo sorriso, prima di afferrare gentilmente la mano di Xiu-Juan e posarvi un bacio galante.

“Oushi-san…” la ragazza ridacchiò, riportando la mano sul cesto di vestiti prima che cadesse, e uscì dalla porta in vetro che  dava sul giardino posteriore, con la cesta precariamente bilanciata fra l’addome e la sua presa.

“Non pensi di essere un po’ troppo vecchio per lei senpai?” lo rimproverò stizzosamente Ryoku dall’altro lato della stanza, essendosi mosso verso il divano dopo aver visto l’ANBU andare verso Xiu-Juan.

“Ti da fastidio?” Oushi ghignò, avvicinandosi a dove sedeva il kohai.

“Hn.” Grugnì quest’ultimo, portando l’attenzione alla sua sinistra, dove poteva facilmente vedere la ragazza appendere la biancheria bagnata allo stenditoio.

“Ad ogni modo” continuò Oushi sedendosi di fronte all’altro uomo, “ho solo tre anni in più di te”

“che ti rende sette anni più vecchio di lei” ribattè Ryoku, anche se non minacciosamente come poco prima.

“…” Voltandosi per seguire lo sguardo dello shinobi, Oushi sorrise consapevole, mentre lo vedeva osservare la donna al lavoro.

“Non che mi importi.” Negò Ryoku, sentendosi gli occhi dell’altro addosso. “Ma non penso che dovresti infastidirla così tanto.” Aggiunse in tono imperioso, prima di voltarsi per guardarlo in faccia.

“Mi sembra…” Oushi sorrise, “Che tu sia l’unico ad esserne infastidito.” Ryoku s’irrigidì, riluttante a mostrare al superiore alcuna traccia d’emozione.

“Ai, ai” l’ANBU rise, muovendo una mano avanti e indietro, “Povera ragazza.” Cominciò in modo canzonatorio, “Sopravvivere a quello che è successo, solo per dover vivere incollata ad un antipatico come Ryo-san.” Scosse la testa scherzosamente.

“…” Ryoku ringhiò piano.

Anche dopo tutti gli anni da cui si conoscevano, Ryoku non riusciva a capire come quell’uomo potesse essere così diverso nella vita di tutti i giorni, da com’era durante le missioni. Sul campo, Oushi era riconosciuto come uno degli individui più seri del mondo degli shinobi. Era forte e meticoloso, non perdeva mai di vista il suo obiettivo, riuscendo comunque a proteggere le persone che gli stavano a fianco. Durante i combattimenti, la sua espressione era indecifrabile, come se ogni traccia di pensieri o emozioni fosse sparita dal suo animo, rendendolo niente più che un soldato creato per la guerra.

Ma poi c’era quest’altro lato di lui. Quando non era in missione, Oushi regrediva a quello stato che molti definivano uno ‘sciocco, tenero, bambino’. Non esisteva davvero un altro modo per definirlo. Rideva, scherzava e punzecchiava costantemente. Come la differenza fra notte e giorno: un momento prima era serio e micidiale, subito dopo sorridente e giocoso. Ryoku non sapeva ancora il perché; ma malgrado tutto, sapeva che quell’uomo meritava tutta la sua fiducia e ammirazione.

“Non posso ancora crederci,” Oushi si massaggiò il mento pensieroso, “Tu, di tutte le persone, rinunceresti ad una missione per salvare quella povera ragazzina.” Si voltò brevemente verso Xiu-Juan, mentre lei continuava ad appendere la biancheria. “Devi aver pensato che fosse davvero carina, ne?” riportò lo sguardo sul suo sbalordito kohai con un sorriso canzonatorio sul volto.

“Cosa?” esclamò Ryoku. “N-Non è così.” Negò, agitando le mani freneticamente, prima di realizzare quanto sembrasse strano, per poi tornare a comportarsi nel solito modo stoico.

“Oh?” Oushi ridacchiò. “Com’è allora?”

“Te l’ho già ditto.” L’altro espirò, rilassando i muscoli tesi nella poltrona. “Stava per essere uccisa e-”

“- e ti ha fatto pietà, e senza pensarci l’hai salvata.” Oushi recitò le parole che Ryoku gli aveva detto nella foresta, settimane prima. “E poi hai lasciato che ti seguisse fino a casa. Si lo so, questa versione l’ho già sentita.”

“Hmph,” grugnì Ryoku. “Lo dici come se fosse un cagnolino.” Affermò, ignorando l’ultima parte del discorso del suo mentore.

“No.” Oushi negò innocentemente. “Più come…” riflettè un attimo, “… un dolce piccolo gattino!” Ryoku guardò interrogative l’uomo. “Non sei d’accordo?”

“…” lo shinobi si voltò dall’altra parte, irritato dall’infantilità del suo senpai.

“Beh, indipendentemente dalla storia,” Oushi riprese il discorso, in tono più serio. “Lei è una tua responsabilità adesso.” Abbassò la voce, enfatizzando la serietà di quelle parole. “Siamo in un tempo di grande agitazione, e portare una straniera al villaggio…” si fermò. “Non è stata una delle mosse migliori, non è vero?” rise, essendo tornato alla parte meno seria di se stesso.

“Ne sono consapevole.” Replicò Ryoku.

“…” Oushi osservò l’amico, i lineamenti si fecero seri di nuovo per un momento. “Davvero?”

“…” Non accadeva così spesso che l’ANBU facesse avanti e indietro fra i suoi due estremi, ma questo non sorprese completamente Ryoku. Oushi era il tipo di persona che preferiva tenere le cose in equilibrio; questa era la ragione della sua dualità. Ryoku capì che in quel momento, il senpai sentiva il bisogno di parlare leggero, anche se l’argomento era più che serio. Era semplicemente il suo modo di fare.

“Beh, tu sei un mio amico.” Sospirò Oushi. “E mi fido del tuo giudizio.” Sorrise gentilmente allo shinobi più giovane.

“Grazie.” Replicò l’altro con sincerità.

“Oltretutto,”  l’ANBU sorrise malizioso “È bello avere una gattina carina attorno con cui poter giocare.”

“Smettila di dire queste cose!” gridò Ryoku.

“Ah,” Oushi lo additò, canzonatorio, “Quindi ti dà fastidio?” gli rinfacciò, ridendo alla sua reazione.

“Hn.” L’altro sbuffò, sprofondando indietro nella poltrona.

“Oushi-san” Xiu-Juan richiamò l’attenzione dello shinobi mentre rientrava nella stanza, chiudendosi la porta in vetro alle spalle. “Ti unirai a noi per colazione?”

“Huh?” Oushi rimase senza parole per un attimo, toccato dalla premurosità e gentilezza della ragazza. “Oh. No,no, grazie.” Sorrise “Sono passato solo per chiacchierare un po’ con Ryo-san.” Ricordandosi di qualcosa, tirò fuori da sotto la giacca una busta in carta di canapa. “Oh, giusto, ecco quello che ti avevo promesso.”  Disse sottovoce, prima di passare la busta a Ryoku. “Allora vi vedrò più tardi, ciao!” salutando con una mano, Oushi percorse il corridoio che portava all’uscita.

“Più tardi?” ripeté Xiu-Juan, voltandosi verso Ryoku. “C’è qualcosa più tardi?” domandò.

“No.” ringhiò severamente l’uomo, anche se Xiu-Juan sembrava non averlo notato, o essersi offesa. “Non è niente.” Ripetè più gentilmente, “solo il senpai essendo il senpai.”

“Ok.” Xiu-Juan annuì comprensiva. “Allora preparo la colazione per noi.” Si mosse verso la cucina.

“Ti aiuto.” Ryoku la seguì.

Huh’ Oushi si fermò un momento sulla porta, riflettendo su quello che aveva sentito dall’altra stanza. ‘Mi chiedo se…’ sentendo i due trafficare in  cucina, aprì la porta e uscì, lasciando che si godessero la loro mattinata.

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Era passato già un mese dal massacro del clan. Non vi era stato un funerale appropriato per via dei vari combattimenti in corso fra le diverse regioni; non c’erano a disposizione abbastanza uomini forti per poter prendere una pausa. In tempi come quelli, pochi shinobi erano onorati con un vero funerale, ma non importava un gran che: venivano ancora ricordati, e i loro nomi erano eventualmente incisi nella pietra commemorativa del villaggio.

La differenza era che di solito non era un intero clan ad essere sterminato. Mentre il villaggio riteneva che gli abitanti, shinobi o civili, fossero un’unica famiglia, c’erano alcuni clan che possedevano una considerazione più alta, la cui perdita non lasciava impassibile neanche un cittadino. Anche se vi erano diversi clan importanti e prestigiosi, ce n’erano sempre stati cinque, a parte il clan Senju della foresta, che erano considerati i più riguardevoli all’interno del villaggio (1).

Tra le cinque famiglie, la più potente era quella degli Uchiha, che aveva aiutato il clan Senju a fondare Konoha. I secondi più influenti, anche se primi per nobiltà e aristocrazia, erano gli Hyuga, da cui molti credevano discendessero gli Uchiha. Vi era anche il clan Nara, conosciuto per l’abilità in medicina e l’insuperabile intelligenza. Poi esisteva il misterioso clan Raiden, di cui era noto ben poco, dato che vivevano nell’angolo più estremo di Konoha, nella loro parte di bosco, al confine con la foresta dei Nara. Per ultimi, i Furi-iki, conosciuti fra le nazioni come i più grandi maestri d’armi di tutti i tempi e di furbizia; possedevano il miglior e più vasto arsenale di armi conosciuto al mondo degli shinobi .

Attraverso gli anni, i cinque clan nobili, avevano cominciato a diminuire di numero, ma il loro status all’interno del villaggio continuava a crescere. Perduravano, non solo per la loro posizione sociale, o per il contributo che davano al villaggio, ma anche come esempio per il resto degli abitanti. E anche se erano l’ELITE, facevano ancora parte della grande famiglia di Konoha, e vedere uno dei clan più potenti fatto fuori in un tragico attacco… sembrava sbagliato non onorarli con una funzione adeguata. Quindi era stato deciso, con o senza il permesso di Ryoku, che il villaggio avrebbe partecipato alla cerimonia funebre, per commemorare la scomparsa di uno dei clan nobili.

“… E quelli di noi che adesso sono qui, amici, vicini, compagni, studenti, mestri;” il Terzo Hokage rallentò il discorso. “Quelli di noi che hanno condiviso risate, gioia, dolore, tristezza; quelli di noi abbastanza fortunati da ricordare qualcuno di questo clan nobile; dobbiamo sempre ricordare, che non sono davvero scomparsi. Per quanto possa farci male dire addio alle persone a noi più care, non dobbiamo scordare che siamo tutti uniti come famiglia della Foglia; e attraverso di noi, attraverso i loro figli sopravvissuti, la memoria del clan Furi-iki, i grandi maestri d’armi del nostro villaggio, vivrà per sempre.”

Vi fu un momento di silenzio, un tributo del rispetto del villaggio, seguito poco dopo da una processione alla nuova pietra memoriale al centro del cimitero per i clan scomparsi. Uno per uno, tutti quelli che avevano partecipato alla celebrazione appoggiarono un’arma con l’emblema dei Furi-iki sulla lama, segno che erano state costruite da questi ultimi.

Lentamente, l’assemblea cominciò a sfoltirsi, esprimendo condoglianze e auguri a Ryoku. Dopo che quasi tutti se ne furono andati, Ryoku si ritrovò davanti alla tomba dei suoi genitori. Non aveva visitato quel luogo da dopo la sepoltura. Stando lì, tutte le emozioni che aveva imbottigliato dentro se stesso sembrava che volessero uscire all’improvviso. Ma lui non voleva perdere il controllo, non voleva piangere. Sapeva che se l’avesse fatto non sarebbe stato capace di salvarsi dal tormento, si sarebbe perso completamente. Se non fosse stato per la mano forte che gli aveva afferrato la spalla, Ryoku era certo che sarebbe successo.

Era grato al suo mentore per l’appoggio. Quell’uomo era davvero come un fratello maggiore per lui, Ryoku si sentiva a suo agio in sua presenza. Dopo pochi secondi, lo shinobi in lutto sentì il senpai stringergli la spalla per rassicurarlo, prima di allontanarsi inaspettatamente. Era stato tentato di voltarsi, non avendo previsto che Oushi se ne andasse così presto. Ma prima che Ryoku potesse voltarsi per capire la ragione della sua partenza, Xiu-Juan lo affiancò, inginocchiandosi davanti alla tomba dei suoi genitori.  Giungendo le piccole mani assieme e chiudendo gli occhi, cominciò a pregare.

Forse perché si era abituato ad averla sempre attorno, o forse perché istintivamente sapeva che non era un pericolo per lui,  per qualche ragione Ryoku non aveva notato la sua presenza. Era sorpreso nel vederla partecipare alla cerimonia, anche se dentro, una parte di lui gli diceva che non avrebbe dovuto esserlo. Un dubbio gli fece pensare che fosse stato Oushi a portala.

Ryoku non aveva voluto chiederglielo; aveva già sofferto così tanto. Completamente altruista, ecco il tipo di ragazza che era. Lui aveva temuto che il memoriale le avrebbe ricordato della perdita della sua famiglia. Per quel motivo non le aveva detto niente. Ma ora, vederla lì, a supportalo, gli aveva fatto capire che non avrebbe dovuto preoccuparsi.

A dispetto del suo fisico minuto, era estremamente forte, determinata e operosa. Era una ragazza affascinante, delicata e dolce, ma anche coraggiosa e con ottime capacità di ripresa.

Anche se, ammettendo di non essere sicuro del perché l’avesse presa con sé quella notte, quando l’aveva vista la prima volta dietro il separé, era stato preso da un’incontrollabile impulso di proteggerla, di portarla in salvo. Ora, osservando la sua figura silenziosa inginocchiata davanti alla tomba dei suoi genitori, in tranquilla preghiera, Ryoku realizzò che non era stato lui che l’aveva salvata: era lei che stava salvando lui.

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“Oushi-san.” L’uomo in abito bianco chiamò lo shinobi di fianco a sè.

“Hokage-sama?” Oushi staccò lo sguardo dalla coppia in lontananza per voltarsi verso il Sandaime.

“Chi è quella ragazzina?”

“Lei?” l’ANBU accennò alla coppia. “Xiu-san.” Sorrise, “La futura sposa di Ryo-san.” Affermò sicuro.

“Capisco…” l’Hokage sorrise compiaciuto. “Quindi il clan Furi-iki può essere salvato.”

“Hai.” Oushi annuì. “Salvato…

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TBC…
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(1)Per quelli che non lo sanno, il clan Senju della foresta è il clan del primo e del secondo Hokage nel manga. In poche parole, è anche il clan di Tsunade.

 

--- Celiane4ever’s space ---

Wooooooooooooo sono tornata!!! In occasione dell’avvicinamente della fatidica puntata della prigione acquatica ho deciso di aggiornare Wind and Dragon.

Sono anche felice di annunciare che il prossimo capitolo vedrà di nuovo protagonisti Neji e Tenten (era oraaaa) anche se ammetto che la storia dei due coniugi Furi-iki mi ha commossa un sacco ç.ç

Cosa posso aggiungere? Amate il NejiTen sopra ogni altro pairing ^o^

Grazie a tutte le anime buone che hanno recensito lo scorso capitolo: annasukasuperfan, itachina, Fullmetal Manga Lover, June_L, Amaranth93, hinata93, BrideOfTheWind, Hana Turner, Obito Uchiha.

Prossimo aggiornamento: One Shot NejiTen.

E probabilmente prima comincerò una nuova longfic che può interessare le Black Panthers, essendo una bellissima SasuSaku!

Alla prossima ^-^

Valentina

  
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