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Autore: Draco394    26/04/2015    3 recensioni
Sesto e penultimo anno.
Cosa succederebbe se Harry decidesse di non rivelare ad Hermione il compito che Silente gli ha affidato?
{Dal II capitolo.
«Non una parola con nessuno.» voleva essere una minaccia, ma mi esce fuori più come un'implorazione.
{Dal VI capitolo.
Guardo il mio volto allo specchio e mi accorgo di quanto io mi odi. Odio me stesso con tutto me stesso. Odio l’uomo che sono diventato. Incapace di prendere decisioni se non per la paura di morire. Capace di fare del male a chiunque pur di salvarsi la pelle.Le lacrime scorrono dure, infedeli, come me.
{Dall'VIII capitolo.
E ridiamo, ridiamo come se lui non fosse Malfoy e io non fossi la Mezzosangue che si divertiva a punzecchiare.
Ridiamo perché è la cosa più naturale da fare.
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Questa notte i miei occhi non hanno intenzioni di chiudersi per portare al mio corpo un po’ di sollievo.
Continuo ad immaginare gli occhi di Malfoy, che iniettati di sangue mi fissano. Mi perseguitano.
Non riesco a pensare al motivo che possa aver spinto Harry a fare quello che ha fatto. Qualunque esso sia, non ha giustificazioni.
Abbiamo studiato il Sectusempra, tanto da sapere che può essere mortale.
Lacerare il corpo di quel ragazzo, per quanto odioso e altezzoso possa essere stato in passato, è inimmaginabile.

 
 
La notte era il momento della giornata che preferivo, prima che gli incubi su Voldemort mi rubassero anche quell’oscurità in cui mi sentivo protetto, perché lontano da tutto.
Ho raccontato della Granger a Blaise, che non mi è sembrato sorpreso dal suo gesto. Ma lui non può sapere perché Potter ha agito così, convinto delle sue azioni. Sa che sono stato io.
Ma Hermione non lo sa, e non lo capirà mai.
«Sei un assassino, se non ci fossi stata io sarebbe morto.»
Le sue parole rivolte a Potter mi rimbombano nella testa.
Devo la vita ad una Mezzosangue e, sebbene non dovrei, sebbene dovrei detestarla, le sono grata.

 
***
 
Sono nel mio abito nero, finalmente con il braccio libero da ogni fasciatura, ad una delle riunioni dell’ “esclusivo” LumaClub.
 Questa volta non sono accanto ad Harry, visto quello che era accaduto due settimane prima. Mi trovo tra Zabini e McLaggen che mi fissa in maniera rivoltante. Se ne accorge persino Blaise che mi si accosta e mi sussurra : «Granger, attenta. Qualcuno accanto a te deve avere ancora appetito, nonostante abbia gradito la cena. E non stiamo parlando di me.»
Rido di gusto, dando un colpetto sulla spalla del mio vicino.
Da quando ho salvato il suo migliore amico, Blaise sembra essersi trasformato con me. E’ sempre cordiale, sempre pronto a tirarmi su il morale.
Draco, invece, è rimasto più o meno lo stesso.
Non che mi aspettassi qualche “compenso” per quello che ho fatto.
Perlomeno, ha acquistato l’uso della parola, e qualche volta del sorriso.

Vedo Blaise ridere con lei, che nel suo abito nero di pizzo e i capelli raccolti in una mezza coda, sembra perfetta.
Non sono ancora riuscito davvero a rendermi conto di quello che ha fatto per me, forse perché nemmeno meritavo quel suo gesto.
Sono stato a zonzo per il castello il meno possibile, ma quando la incontravo, la mente rimandava ad immagini troppo forti, perfino per me.
È già abbastanza depressa con i suoi problemi, non c’è bisogno che io gliene dia altri. Ecco perché le sto alla larga.
E poi, anche io ho i miei pensieri per la testa.
“Draco perché ti dai così tante giustificazioni?” dico a me stesso, ripetendomi che non dovrebbe interessarmi.
Blaise mi fa notare il viso famelico di Cormac McLaggen, e il ribrezzo sul viso della Granger, diventa anche mio.

«Bene, bene ragazzi miei attenzione! Come tutti voi ben sapete, tra qualche settimana a Scuola si festeggerà il Natale. Voi avrete la fortuna di partecipare ad un ESCLUSIVISSIMO ballo, che terremo qui, nel cuore pulsante dei nostri incontri. Potrete, ovviamente, portare un amico o un partenr a vostra scelta.» ci dice il professore, una volta terminata la cena.
L’idea del ballo mi piace, quella di andarci da sola no.
Potrei portare con me Ron, ma Harry non avrà ragazze che lo accompagnino e chiederà a lui di fargli compagnia, ne sono certa. Tutti ci alziamo, qualcuno si intrattiene a chiacchierare mentre io mi congedo con il professore e mi avvio verso l’uscita.
D’un tratto una mano trattiene la mia e mi costringe a voltarmi.
Cormac McLaggen si staglia con il suo metro e ottanta davanti a me. Se il suo sguardo non fosse quantomeno  ributtante, potrebbe essere un bel ragazzo.
«Hey Granger, come te la passi?» mi dice, quando mi volto verso di lui.
Mi divincolo dalla stretta di mano e gli rispondo di stare bene.
«Ci vieni con me al ballo di LumaSvitato?»

Un ballo, ci mancava solo questo.
Io e Blaise decidiamo di tornare in camera quando, accanto alla porta, un Cormac sorridente tiene per mano la Mezzosangue e non smette un momento di guardarle ogni centimetro del corpo. Lei riesce a staccarsi dalla sua presa, e il viso le si colora di rosso.
«Amico, è in imbarazzo» mi dice Blaise, ma non lo sento, perché sono già vicino ai due ragazzi.
Sono tra i due e mi rivolgo a Cormac : «McLaggen, ascolta Zabini vuole parlarti.»
Non riesco ad inventare di meglio.
«Sono impegnato Malfoy, sei cieco? »mi risponde e io cerco di trattenere la rabbia. Chi diavolo sei  per parlarmi in questo modo?
«Oh Cormac, non fa nulla. Sei gentile,ma mi può accompagnare Draco al dormitorio.» esclama lei, aprendo la porta e indicandomi di uscire.

Siamo fuori, mi siedo su una panchina a pochi passi dallo studio, la stessa sulla quale Draco mi stese, quando svenni mesi prima.
Lui prende posto alla mia destra.
«Grazie.» dico, evitando di guardarlo negli occhi.
Non risponde.
«Non eri obbligato a fare nulla, lo sai?»
«Volevo. Mi hai salvato tante volte, e se io ti salvo qualche volta non lo faccio perché mi sento obbligato.»
Queste parole sono davvero uscite dalla bocca di Draco Malfoy?

Non so neanche perché l’ho detto, ma deve aver avuto un strano effetto sulla ragazza, che si volta verso di me.
I nostri occhi si incrociano, come quando due settimane fa, lei era così vicina a me che quasi riuscivo a contare le piccole pagliuzze dorate delle sue iridi.
Sta per dire qualcosa, poi ci ripensa e continua a fissarmi.
«E che cosa voleva Cormac?» dico, sorridendo per rompere il ghiaccio.
«Oh.. Mi ha chiesto di andare al ballo con lui.» dice ridendo.
«E tu, ci andrai?»

«Ho avuto bisogno dell’aiuto di Draco Malfoy per uscire dall’imbarazzante situazione, credi sia il caso che io ci vada?»
E ridiamo, ridiamo come se lui non fosse Malfoy e io non fossi la Mezzosangue che si divertiva a punzecchiare.
Ridiamo perché è la cosa più naturale da fare.
«Ok, mi sembra ragionevole.» dice ancora ridendo.
In un istante, qualcosa fa tornare serio Draco.
Sposto il mio sguardo nella direzione del suo e c’è Harry che torna verso il dormitorio, lanciando due occhiate fulminanti, una per ognuno di noi. Non l’ho mai visto così furioso.
Draco si congela, ritornando ad essere quello di sempre.

«Credo sia arrivato il momento di tornare.» è quello che dico, una volta che la magia che si stava formando, svanisce.
Mi alzo, mi volto verso di lei che è ancora sulla panchina.
«Non farlo. Non lasciarti influenzare dagli altri. Ho imparato a mie spese che le persone possono cambiare e il fatto che tu lo faccia in meglio non deve spaventarti.»
Quasi mi viene da sorridere.
Ha interpretato perfettamente il mio stato d’animo.
Hermione, se solo sapessi la verità, non staresti su quella panchina. Non parleresti con un futuro assassino.
«Non dovresti credere così tanto in me, dammi ascolto.»
Eppure non riesco a tornare nel mio dormitorio e lasciarla sola su quella panchina.

«Sei tu che dovresti crederci un po’ di più.» gli dico, lo raggiungo e insieme, silenziosamente, prendiamo la strada per il ritorno.
Non scende ai sotterranei, mi accompagna fino al mio dormitorio.
«Non sia mai che McLaggen sbuchi da qualche quadro.» dice per sdrammatizzare.
Mi fermo davanti la signora grassa, che per la prima volta non si intromette ma guarda incuriosita.
«Grazie Draco, buonanotte.» gli dico, sorridendogli.

«Grazie a te, Granger.»
Stanotte, forse, gli incubi faranno più fatica a farmi paura.
  
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