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Autore: tini fray    26/04/2015    3 recensioni
TRATTO DAL 18esimo CAPITOLO
"Alec sorrise in modo beffardo e lo stregone non riuscì a ribattere quando si avvicinò lentamente fronteggiandolo.
Il cervello di Magnus aveva staccato la spina ed era andato alle Hawaii con un volo diretto da Idris.
Alec non sembrava... Alec."
Ambientato alla fine di COLS.
E se nuove persone entrassero a fare parte della vita del cacciatore moro e Magnus, geloso più che mai, non fosse più così sicuro della sua decisione?
Malec/Clace/Sizzy
SPOILER DI TMI E DI TID
*FANFICTION IN REVISIONE DAL PRIMO CAPITOLO*
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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~~"Perciò tu sei scappato e sei diventato..."
"..Un latitante" disse Isabelle completando la frase di Jace.
"Si. Vagai fra i continenti cercando un posto in cui stare. La mia latitanza durò secoli e secoli" raccontò Vladimir, mentre gli altri ascoltavano rapiti.
"E poi cosa facesti?" Chiese Simon, colpito da quella storia.
Vladimir sorrise, perdendosi nei ricordi.
"Venni accolto dal Re di un regno confinante con l'attuale Vladivostok. Sua moglie era morta subito dopo aver dato alla luce il figlio: Gideon Blackraven. Il Re mi volle come consigliere reale, perciò presi il mio posto a palazzo." Disse Vladimir fissando un punto sulla scrivania  perdendosi, nostalgico, nei ricordi.
"Ma ci sono alcune cose che non mi sono chiare." Affermó Magnus ancora non convinto, Vladimir fece un cenno per farlo continuare. "Il Gideon del libro aveva delle rune da Shadowhunter, ma viene nominato nel libro dei più illustri stregoni, insieme a te."
"Questa è la parte più delicata della storia. Gideon era figlio di una Shadowhunter e di un mondano con la vista, perciò nacque come un figlio di Nephilim. Successivamente, a seguito di...alcuni...incidenti la sua, diciamo natura, mutò in parte" disse Vladimir soffermandosi in alcuni punti della narrazione con voce rotta.
"Durante la mia permanenza a palazzo diventai, diciamo, amico intimo del principe, perciò riuscii a impartirgli alcune lezioni su tutti i tipi esistenti di magia"
Isabelle percepì altre sfumature più profonde in quel semplice "amico intimo" pronunciato da Vladimir.
"Magia? Sei anche uno stregone perciò." Affermó Jace.
"Altrimenti come avrebbe fatto a farsi passare per David Dolohov se non mutando il suo aspetto con la magia?" Disse Isabelle, come se fosse ovvio.
"E come avrebbe fatto a raggirare Jia? Certo, avrebbe potuto usare anche l'incanto dei vampiri, ma in pochi sanno farlo" disse Magnus.
"Non l'ho raggirata!" Sbuffó offeso Vladimir.
"Vorresti dire che lei era al corrente di tutto questo?" Esclamò Isabelle guardando Jia, che annuì.
"E anche di molto altro" aggiunse Jia, alzandosi in piedi e appoggiandosi al tavolo.
Ci fu un attimo di silenzio.
"Beh, si, è una bella storia, ma cosa c'entra con Alec?" Chiese Jace dopo un po', seccato.
"Ci stiamo arrivando. Continua Vladimir" disse Jia, incrociando le braccia al petto.
"Il principe aveva un parabatai, Christopher Iceblood" detto questo, Vladimir fece comparire due immagini dei due parabatai sospese in aria.
Isabelle pensò che avessero qualcosa di molto familiare.
"Praticamente crebbero insieme. Chistopher passava gran parte del suo tempo al palazzo dei Blackraven piuttosto che al suo.
Peró c'è una cosa da precisare: il loro legame non era come un comune legame parabatai.
Legava i loro corpi, le loro anime, le loro menti e i loro sentimenti.
Era letteralmente impossibile per uno non capire cosa provasse l'altro."
"Ma è come una sottospecie di legame parabatai potenziato.. tutto qui?" Chiede Jace deluso.
"No" rispose Jonathan al posto di Vladimir, stupendo tutti "questo legame parabatai, dura anche dopo la morte di uno dei due".
Tutti si guardarono basiti.
"Si, ha ragione Jonathan" confermó Vladimir. "Questo legame permetteva alle anime dei due parabatai di non morire mai, avrebbero aleggiato in eterno e poi si sarebbero rincontrate, anche dopo la morte."
Jace pensó immediatamente a Clary, e a quel loro "ti ameró anche dopo la morte, se ci sarà una vita dopo di essa".
Isabelle parve sconcertata da quella rivelazione.
"Perciò tu vuoi dire che..." Incominció Magnus, ma bloccandosi non avendo forza per continuare.
"L'anima di uno dei due si è incastonata in quella di Alec" concluse Vladimir.
"Ma.. Com'è possibile? È come posseduto?" Chiese Simon, titubante e sconcertato.
"No, non è posseduto, le due anime vivono in simbiosi. Tutto è sotto controllo fino a quando una delle due non prenderà il controllo su di lui" disse Vladimir, rabbrividendo.
Tutti stavano riflettendo sconcertati, cercando di rendere concrete quelle notizie paurose.
Jonathan sentiva il petto scoppiare.
"Ma, non capisco una cosa..." Disse Simon, che a quanto pare era stato particolarmente preso da quella storia. "Se l'anima di uno dei due parabatai è in Alec, quella dell'altro dov'è?".
Vladimir sospirò, posando lo sguardo su Jonathan.
Isabelle emise un sospiro strozzato.
Magnus finalmente comprese gli strani atteggiamenti di entrambi l’uno verso l’altro, e si diede dello stupido a non aver creduto ad Alec.
Tutti i tasselli stavano andando al loro posto.
Jonathan alzó la testa timidamente e, vedendosi osservato, arrossì.
Non aveva ascoltato una sola parola, era troppo preso da quelle strane sensazioni che gli attanagliavano il petto.
Sensazioni non sue, e allora di chi?
"Perciò.. Beh, ancora ci sono alcune cose che non capisco" disse Jace, sconvolto da tutte quelle novità.
"Su quel cofanetto che Magnus aveva trovato, e che Alec era riuscito ad aprire c'erano incise due lettere... G.B.. A quanto pare stavano a significare Gideon Blackraven ma…"
L'espressione sconvolta di Vladimir fece bloccare Jace.
"Il cofanetto! Ovvio!" Esclamó il vampiro, tutti lo guardarono come se fosse impazzito, lui se ne accorse. "Quel cofanetto era stato costruito dallo stesso stregone che aveva creato il ciondolo che si trova al suo interno, e dallo stesso stregone che aveva anche ufficializzato il legame di Gideon e di Christopher."
Tutti lo guardarono aspettando di scoprire il nome dello stregone.
Jonathan sussurró qualcosa che nessuno riuscì a sentire, tranne i due vampiri, che a quanto pare avevano un udito fine come quello dei pipistrelli.
"Che ha detto?" Chiese Isabelle, capendo che Jonathan non avrebbe probabilmente ripetuto quelle parole, poiché era troppo preso a fissare il pavimento come se si stesse aprendo sotto i suoi piedi.
"Ha detto: Ragnor Fell, credo" disse Simon, guardando Vladimir che annuì.
"Cosa centra Ragnor ora?!" Esclamò Magnus stringendo le mani a pugni.
"Ragnor ha creato insieme a me quel legame, ha realizzato il cofanetto e il ciondolo e ha realizzato anche molte delle armi di Gideon.." Disse Vladimir.
"Ma quello non è compito delle sorelle di ferro?" Chiese Isabelle, confusa.
"Quella..era una situazione particolare" sospiró Vladimir, e Isabelle si chiese cos’altro ci fosse sotto.
Magnus ricadde pesantemente su una sedia, non riuscendo a capacitarsi di quello che aveva detto il vampiro.
Ora capì finalmente a cosa era servita quella cantina chiusa nei sotterranei..
"Dov'è?" Chiese Vladimir impaziente.
"Che cosa?" Chiese Isabelle.
"Il ciondolo" rispose autoritario Vladimir.
Jonathan avanzó fino al centro della stanza, mise una mano nella tasca dei pantaloni ed estrasse un oggetto.
Tutti lo guardarono sconvolti, Vladimir sembrava prossimo ad un infarto.
Quando Jonathan gli porse il ciondolo, Vladimir lo prese con mani tremanti, quasi credesse che potesse scomparire.
Vladimir afferrò il ciondolo dalla catenella e stese il braccio , creó delle scintille e un alone blu e lo avvolse in esso, sospendendolo per aria, al centro della stanza.
"Dentro quel ciondolo è racchiusa una potente magia quasi incontrollabile." Disse Vladimir, mentre nei suoi occhi risplendevano i colori delle fiammelle.
Era inquietante quanto affascinante, si ritrovò a pensare Isabelle.
"Ho visto Alec l'ultima volta che ci ho guardato dentro" riveló Jonathan "pensavo di essere impazzito".
Vladimir sorrise, sospirando nostalgico.
"Per questo l'ho raggiunto in biblioteca, dov'era con Magnus" disse Jonathan mentre Magnus, nonostante fosse ancora sconvolto, lo guardava con stizza.
"Non dirmi che adesso il ciondolo è un horcrux" esclamó Simon, sorridendo.
Tutti lo guardarono confusi e seccati.
"Un Horcrux. Harry Potter. Avete presente? Un oggetto in cui si riversa una parte della propria anima così quando si muore si rimane comunque in vita?" spiegó Simon stupito da tanta ‘ignoranza’.
A Isabelle parve di sentire qualcosa pronunciata da Simon che suonava come ‘pff, stupidi babbani’.
Vladimir rimase a fissare Simon per un tempo che a Isabelle parve durare secoli, che gli fosse venuta un'idea?
Jonathan distolse tutti dai propri pensieri.
Il ragazzo si stava premendo una mano sul petto, come cercando di sopprimere un dolore troppo forte.
Vladimir se ne accorse e lo guardó confuso.
"G-guarda nel ciondolo... G-guarda..." Sussurró Jonathan con poco fiato, probabilmente strappatogli in maggior parte dalle strane emozioni che stava provando.
Vladimir fece come richiesto e ingrandì la visione del ciondolo così che la potessero vedere tutti.

I bordi dell'immagine erano sfumati, ma si distingueva chiaramente la figura di un ragazzo, Alec, che stava camminando in un corridoio, con lampadari antichi ma meravigliosamente unici, che sembravano  prossimi a staccarsi e cadere a terra.
I lampadari erano spenti, e il corridoio era buio.
All'improvviso una luce rischiaró le tenebre.
I ragazzi videro da dove proveniva la luce: dalla mano di Alec.


Jonathan trattenne il respiro.
"Ci sono stato.. In quel corridoio.. Sembrava come.. Estrapolato da un'altra epoca".
Vladimir lo guardó comprendendolo all'istante.
"Ma dove si trova questo corridoio? È in un altra casa di Idris? Alec è uscito da palazzo?" Chiese Isabelle cercando di capire.
"È qui, in questo palazzo, al 4°piano" rispose Vladimir.
Gli altri lo guardarono come se avesse perso il senno, il 4°piano in quel palazzo non esisteva, escludendo il tetto.
"Non ha nessuna strega luce nella mano..." Disse con voce strozzata Isabelle.
Gli altri capirono cosa volesse sottointendere Isabelle, Alec aveva illuminato la stanza facendo fuoriuscire dal palmo della mano delle fiammelle che imitavano perfettamente il luminoso colore della strega luce.
"È uno stregone, no?" Disse Vladimir.
Isabelle strinse i denti.
"No. Lui è Alec" disse Jace con rabbia, incollerito da tutta quella storia che non aveva niente a che vedere con il suo parabatai, con l’Alec che conosceva.
"Lui è mio fratello" completó Isabelle con decisione.


Alec attraversò il corridoio, sfiorando ogni tanto le pareti con le dita, come se non vedesse quel corridoio da tanto tempo. Con una strane luce negli occhi: un misto fra stupore, meraviglia e nostalgia.

Isabelle guardò Vladimir cercando spiegazione nell'espressione del suo viso, tuttavia lui era impassibile.
Ma i suoi occhi lo tradivano, si poteva chiaramente leggere tutto il dolore che stava provando.
Ora Isabelle aveva finalmente capito quale delle due anime dei  principi si trovava dentro Alec, ora era tutto più chiaro e lampante.

 

Alec arrivó davanti all'unica porta del corridoio che sembrava essersi mantenuta alla perfezione, tranne per un'incisione presente al di sopra della maniglia.
Alec posó lo sguardo su quell'incisione e i suoi occhi all'improvviso diventarono neri, poggió la mano sulla maniglia e l'incisione si completó.
Alla parte bianca del simbolo dello yin e dello yang si aggiunse quella nera e, finalmente, la porta si aprì.

La visione si offuscó quando Alec entró nella stanza e poi scomparve del tutto quando Jonathan cadde a terra in ginocchio.
"Jonathan!" Esclamó Jia precipitandosi da lui.
Il ragazzo tremava e si stringeva la testa fra le mani.

 

ANGOLO DELLE CRAZY:
Wow, questo capitolo è stato un vero parto. Ci dispiace di farvi aspettare tanto ma è davvero complicato scrivere una storia con una trama così aggrovigliata.
Se avete bisogno di chiarimenti scriveteci pure nella recensione tutto ciò che non vi è chiaro.
Beh, ci vediamo alla prossima 
-Tini e Kiakkiera

  
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