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Autore: Aman    26/04/2015    0 recensioni
Un potere antichissimo è stato a lungo tenuto celato dall'Ordine dei Dratys.
Un nemico è tornato a reclamarlo.
Tre ragazze dovranno dimostrare di esserne degne.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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PROLOGO

Nell'oscurità più recondita dell'Universo c'era un Regno,
Aeseihimir.
Questo Regno, più che essere stato dimenticato... diciamo
che non è mai stato visto da nessuno... si trova troppo
lontano dalla Terra per essere scorto perfino con i più
potenti telescopi inventati dall'uomo, figuriamoci ad occhio
nudo.
Aeseihimir di per sé non era proprio un Regno, anche se gli
Aesir (gli abitanti di Aeseihimir) si vantavano in tutto
l'Universo del loro “Regno delle Stelle”.
Per dirla tutta, Aeseihimir era una fortezza, un enorme
palazzo che si stagliava nell'oscurità siderale dello spazio,
illuminato dalle stelle.
Alla base della fortezza c'erano otto scalinate di marmo, le
quali conducevano ad otto entrate, con tanto di timpano
scolpito, le quali entrate si aprivano su otto corridoi
regolari, i quali corridoi conducevano ad otto altari, i quali
altari davano su un'unica, grande sala, l'Yggdrasi.

La sala era a pianta circolare, formata da centinaia di
edicole con statue di Re e Regine tutt'intorno ad una
meridiana di pietra.
Al centro della meridiana c'era un albero, un comunissimo
frassino, circondato da un raggio di due metri di fertile
terreno erboso, l'albero era chiamato Yggdrasill. (in lingua
Aesir “Colui che regge l'Universo”)
Gli Aesir che abitavano la Fortezza erano discendenti dei
primi coloni della Terra, i quali vennero sparsi fra le stelle
milioni di anni prima.
Gli Aesir dedicarono la propria vita a proteggere Yggdrasill
e tenere nascosti i segreti dei Dratys, un antico Ordine
monastico di potentissimi maghi, estinti da moltissimo
tempo.
Per molti secoli riuscirono nel loro intento senza problemi,
ma forze oscure stanno cospirando contro gli Aesir e i loro
segreti...

ASSEDIO ALLA FORTEZZA

La figura più importante di Aeseihimir era il Re, temuto e
rispettato da tutti gli Aesir.
Hadragast, ultimo Re di Aeseihimir era scomparso
prematuramente.
Alcuni mormoravano che fosse morto per una vecchia
ferita di guerra non curata, altri che fosse stato avvelenato
nel sonno.
Insomma, se n'era andato prima del tempo ed aveva
lasciato il trono vacante.
Suo figlio, Wotan, aveva solo undici anni, un'età
decisamente non adatta per diventare Re.
Per questa ragione il precettore del Principe Wotan, Lord
Orien, era stato chiamato a ricoprire la carica di Sire
Provvisorio di Aesehimir.
La meridiana di Yggdrasill segnava che il sole della Terra
era in procinto di compiere l'ennesima rotazione completa
attorno al proprio asse.

– Quello è il mondo da cui provengono i nostri
antenati. La Terra – Lord Orien indicò una piccola palla di
rame sul dettagliato planetario fluttuante.
– È un Regno così piccolo? – domandò Wotan.
Anche se era ormai grandicello, il futuro Re sapeva ancora
meravigliarsi in una maniera unica.
– No, Wotan. È molto più grande –
– Lord Orien! – una Guardia Aesir in piena uniforme
militare fece irruzione nell'Yggdrasi, ansimante.
– Che succede? – domandò Lord Orien, allarmato.
– Mio signore. Un vascello non identificato è
attraccato alla Quinta Scalinata! Il capitano del vascello
richiede di parlare con voi –
– Va bene – annuì Lord Orien, poi si rivolse a Wotan.
– Per oggi la lezione è finita. Torna pure nelle tue
stanze a ripassare i moti celesti –
Il ragazzino rimase attonito per un attimo, poi si destò e si
congedò senza fare domande.
Wotan varcò di corsa la soglia dell'Yggdrasi.
Con un saluto militare, anche la Guardia Aesir si allontanò.

L'oscurità dello spazio siderale scese su tutta la sala.
La luce delle stelle si convergeva nel lucernario posto sul
soffitto a volta, proiettando un'unica colonna di luce in
mezzo alla sala.
La luce assunse colorazioni nitide e definite.
Una figura umana si delineò in piedi davanti a Lord Orien.
Una voce dolce e controllata riecheggiò nell'Yggdrasi.
– Bene, bene – commentò la voce – Vedo che anche
voi Aesir avete sviluppato una tecnologia di comunicazione
a distanza. È curioso come riusciate ad utilizzare
direttamente la luce dei corpi celesti... –
– Grevius! – Lord Orien strinse i denti e si trattenne
dall'impulso di lanciarsi a spada tratta contro la figura
olografica.
– Esatto, Orien! Sono proprio io... o forse ora dovrei
chiamarvi... “Vostra Maestà”? –
– Non perdere tempo a vaneggiare, Grevius. Dimmi
perché sei tornato! –
– Dovresti saperlo già –
– Se è per il potere dei Dratys, ti informo ufficialmente
che stai perdendo tempo. Non te lo consegneremo mai! –
– So essere molto persuasivo... –

– Venendo qui hai dimostrato solo di essere folle! –
– Penso che i folli siate voi, a non esservi ancora messi
in salvo –
– Le tue minacce non mi spaventano! So che sei troppo
stupido e troppo orgoglioso per esserti portato dietro un
esercito! –
– Ed io so che non avete armi sufficientemente potenti
per abbattere il mio vascello. Dunque in questo momento
sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, visto che
ora sono attraccato a voi e non potete andarvene –
– Sei un vigliacco, oltre che scorretto! –
– Apri gli occhi, Orien! Una guerra non si vince con il
coraggio o con i buoni propositi, ma con l'astuzia e le
trovate geniali. Appresto, Orien! Ci risentiremo quando voi
Aesir avrete ritrovato la ragione, e comprenderete che è
molto più conveniente darmi il potere di Dratys ora,
piuttosto che temporeggiare inutilmente –
La figura di Grevius si fece sempre più vacua e tremolante,
finché non scomparve definitivamente.
In un impeto di rabbia, Lord Orien tirò un pugno contro
una colonna dell'Yggdrasi.
Grevius teneva gli Aesir in trappola come topi!

– Guardia! – chiamò Orien, a gran voce.
– Sì, mio signore? – annuì la Guardia, impettita.
– Richiama il Consiglio degli Ultimi Dratys! Dì loro
che è una questione di vita o di morte! –
La Guardia stava già per imboccare il sesto corridoio,
quando a Lord Orien venne in mente un'ultima cosa...
– Chiama Jabok. Avrò bisogno anche di lui –
 
  
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