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Autore: _piccolascrittrice_    26/04/2015    14 recensioni
Questa fan fiction è il sequel di "Il risveglio".
Ambientata tra la seconda serie -More blood- e la terza -Dark fate-,
i capitoli allacciano la mia fantasia con alcuni passi della trama originale.
Cosa, o meglio, chi dovranno affrontare Yui e i fratelli Sakamaki?
Davvero la morte del Capostipite non avrà ripercussioni su di loro?
Sarà necessario fare una scelta, che segnerà profondamente ogni vampiro.
Una scelta che deciderà le sorti delle famiglie Sakamaki, Mukami e anche gli Tsukinami.
Lasciando svelare la vera essenza di Yui Komori.
Dunque, vi invito a seguirmi in questi nuovi capitoli,
che illustreranno risposte e porranno altri temi, culminando con la fine della storia.
Ma secondo voi...sarà un lieto fine?
...O finirà tutto in un bagno di sangue?
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 25 Le raffiche di vento le sferzano il viso. Malgrado siano cariche di umidità, però, le labbra di Yui stanno tremando visibilmente, accese di un violaceo innaturale.
Ha anche incominciato a piovere. Le nubi nere accumulate nel cielo notturno sopra di lei scaricano grosse gocce d'acqua gelida e sporca, con un intervallo irrealmente ampio tra l'una e l'altra: cade una goccia, si ha l'impressione che rimanga isolata, poi, quando meno se lo si aspetta, l'ennesimo rivolo ghiacciato si infiltra tra le ciocche di capelli, o riga una guancia. Nel caso della giovane vampira, invece, s'insinua nello scollo della blusa, percorrendole la schiena indisturbato. A quell'algido contatto, la fanciulla si stringe ancor di più nelle spalle, esalando un pesante sospiro che viene prontamente sovrastato dall'eco di un tuono. Nonostante ciò, ad Ayato-kun non sfugge il suo sussulto improvviso, tant'è che si sfila il giubbino di pelle nera -il cui odore pungente le infonde un poco di sicurezza- per adagiarlo sulle sue spalle esili, vuoi per evitare che il nuovo capo regalatole da lui e gli altri vampiri si inzuppi,
o semplicemente perché crede che lei stia rabbrividendo davvero per il freddo. Oppure, forse, preferisce fingere che sia così e approfittarne per tenerla stretta a lui. Piuttosto che mentirle rassicurandola sul fatto che riusciranno a venirne fuori incolumi da quel castello, stagliato in tutta la sua imponenza proprio dinnanzi a loro.

A causa di una folata particolarmente forte, i biondi capelli di Yui si inerpicano nell'aria tutt'intorno le sue gote pallide, mentre la notte si illumina nuovamente di un bianco quasi accecante, e le nubi temporalesce vengono trasportate dal vento in direzione delle torri in pietra del castellaccio, quasi a voler ammonire del pericolo insito aldilà del ponte elevatoio di legno massiccio.
Insieme a lei, anche gli altri fratelli rimangono ammutoliti in attesa del fragore del secondo tuono, il segnale inequivocabile che è arrivato il momento di affrontare gli Tsukinami nella loro dimora.

***
Di colpo, tutto è precipitato. Yui e gli altri fratelli lo hanno intuito da come i battenti dell'entrata si richiudevano, rimbombando in modo violento, ed hanno avuto la certezza che qualcosa non andava udendo lo scalpitio affrettato degli anfibi di Subaru sulle scale principali, e l'eco dei suoi respiri incontrollati, benché privi di beneficio per i suoi polmoni atrofizzati da decenni.
Ma non hanno espresso se non un misto di sorpresa e incredulità vedendo l'albino affacciarsi sul salone con la faccia stravolta.
Hanno solo soffermato lo sguardo sulla sua mano sinistra, che stringeva la lettera, con tale forza da apparire cianotica.
-E' arrivata questa-. Ha esordito il vampiro in tono lugubre, sollevando impercettibilmente la missiva nera in direzione dei commensali, senza trovare le parole per aggiungere altro.
A quel punto nessuno ha osato fiatare né scomporsi, come se farlo avrebbe irrimediabilmente spezzato il fragilissimo fil d'equilibrio e tranquillità che avviluppava ancora l'atmosfera nella sala da pranzo, dimodoché sono stati gli occhi di Shu, d'un tratto persi nel vuoto,
a spingere Reiji a domandare, a sua volta sconvolto: -Cosa c'è scritto?-.
Senza farselo ripetere due volte, forse per poter esternare il peso di quella consapevolezza, Subaru ha predicato -in un ringhio soffocato- il messaggio senza esitare, né storpiare le poche, concise parole, poiché esse erano ormai incise indelebilmente nella sua memoria.
Metabolizzandolo, Shu ha subito chinato il capo, le spalle appesantite dall'angoscia, e il fratello Reiji gliele ha cinte, probabilmente perché bisognoso a sua volta di un sostegno. Poi, mentre Ayato e Raito sgomberavano il tavolo dai giochi come due automi, Kanato fissava assente il suo pupazzo, e Yui tratteneva a stento le lacrime. Di rassegnazione, rabbia, disperazione, dolore, afflizione: chi l'ha osservata non avrebbe saputo affermarlo con certezza.
Fatto sta che Subaru, ravviandosi con ferocia i capelli, ha chiesto a denti stretti: -Qualsiasi decisione prendiamo, come facciamo ora a comunicarli una risposta?-. A quel punto è stato Raito, appoggiato a uno spigolo del tavolo, a proferire: -Non ho voglia che si sparga altro sangue in questa casa, perciò troviamo l'antica dimora di nostro padre ed uccidiamo i fratelli che gli sono rimasti in vita.-.

Il cinismo dei suoi pensieri, la crudezza dei suoi commenti, l'intrinseca crudeltà delle sue azioni in quella nefasta notte di luna piena avrebbero impressionato gli altri più che in qualunque altra occasione. Perché sarebbe stato l'unico a non farsi schiacciare dal peso del tormento, il terrore che tutto sarebbe finito, , con la loro morte.
Così, mentre negli altri germina lentamente quel pensiero, sul tavolo -proprio vicino la mano destra di Raito, che ne sta accarezzando la superficie- si adagia un biglietto. Sempre di carta di canapa, vergato in nero, ma stavolta con i bordi frastagliati. Come se il mittente lo abbia strappato dall'angolo di un foglio più grande, in fretta.
 La grafia che vi appunta quell'indirizzo, difatti, non ha più uno stile elegante, bensì appare arcuata, in un certo senso graffiante.
Ma i vampiri sanno che appartiene alla stessa mano di prima. Egli ha solo dovuto sbrigarsi per non essere visto mentre schiudeva un poco i vetri della porta finestra nella sala, facendo svolazzare il messaggio all'interno. Per poi ritornare dal fratello, appollaiato sul tetto della villa. Era ragionevole che i Sakamaki si sentissero osservati.
-...Vi conviene presentarvi al nostro cospetto entro quando inizierà il temporale.-.
La frase conclusiva del biglietto li ha spinti a mobilitarsi d'impellenza. Subaru si è rimboccato le maniche della maglietta rosso cremisi, Kanato ha fatto dondolare per qualche secondo il cavalluccio di legno nella sua camera, Yui ha indossato il nuovo completo di vestiti, Reiji ha lucidato i suoi occhiali, Ayato ha colpito con il palmo delle mani i battenti dell'entrata, Shu si è sciacquato il viso, Raito ha tracannato un cicchetto alcolico.
Infine hanno preso la limousine.

***
Il ponte elevatoio viene abbassato con lentezza allucinante, come a voler incitarli ad andarsene, finché sono ancora in tempo.
 I fratelli di Heinz non aspettano altro che poterli massacrare alle spalle. Perciò
i Sakamaki attendono flemmaticamente, mentre il vento infuria e il temporale imperversa. Devono restare congiunti.
Soprattutto, difendere l'anello debole quanto prezioso di quella catena di vampiri indrappellati, in fondo alla loro psiche, l'uno contro l'altro.
Ma questo Yui l'ha inteso appieno. Quando il ponte ricade con un tonfo ai suoi piedi, ella si sente avvivata dalla volontà di compiere il suo destino. Affinché i discendenti cambino il mondo.
Ora più che mai, non può concedersi il lusso di perire e abbandonare a sé stessi i suoi diabolici amanti. Poiché, in verità, hanno bisogno di lei. La sua figura placherà nell'eternità i loro spiriti tormentati e turbati e addolorati dall'infanzia, qualsiasi sia il loro approccio. Che lei ama, nel bene e nel male, in modo irragionevole e masochistico, perché è Eva.
In quella nefasta notte di luna piena, sceglierà -inconsciamente, d'istinto, liberalmente; chi può dirlo?- il suo Adamo.
Può già percepire su di sé gli sguardi velatamente famelici di tutti i fratelli, compresi i Mukami. Altresì loro pazientano di poter presentarsi al cospetto degli Tsukinami, lo sa.

Finalmente, le grate in ferro si sollevano e aprono il passaggio: i presenti si avviano sul ponte in fila indiana, stando attenti a non farsi bagnare dallo sciabordio impetuoso dell'acqua nel canale che circonda il castellaccio. Focalizzando l'attenzione al riflesso della luna sulla superficie dell'acqua torbida, si figurano nuotare tante piccole creature: come intuisce Subaru incontrando più volte un paio di occhietti fluorescenti e sinistri, il canale è infestato da pesci piranha. C'era da aspettarselo.
Passati al di sotto degli spunzoni acuminati delle grate, i vampiri vengono inghiottiti dal buio. A rischiarare l'aria opprimente e stantia è un'unica torcia fissata al muro in prossimità di un portone di legno, crivellato dalle tarme. La luce danza sulle spoglie pareti di pietra scabra, dando l'impressione di essere entrati in una vera e propria catacomba. L'unico suono percepibile è quello del maltempo sferzante e dei loro passi sul ristretto pavimento cosparso di brecciolino. -Non vedo già l'ora di uscire da questo posto-. Grugnisce Subaru, al che si ode d'improvviso il rumore di come qualcosa che si riavvolga, sicché l'attimo dopo le grate ricadono drasticamente alle loro spalle, sbarrando la via d'uscita, mentre il ponte elevatoio inizia a staccarsi da terra.
-Ah, allora vuol dire che ci sentono. Forse dovresti imparare a stare zitto-. Borbotta Ayato, accostandosi con veemenza al portone in fondo alla stanza e spalancandolo senza tante cerimonie.

Trovarsi proiettati direttamente nella sala del trono li destabilizza.
Di fronte a loro si apre una stanza immensa, con pareti in pietra dall'aspetto anch'esso ruvido che si allungano su entrambi i lati, illuminate da numerose torce di ferro in alcuni punti divelto. Ai quattro angoli si ergono le sculture di bronzo, perlopiù arrugginito,
di antiche armature, poste vicino a delle porte identiche a quella da cui sono entrati.
In corrispondenza del piedistallo sopraelevato in fondo alla sala, il pavimento in granito è rivestito da un logoro tappeto rosso esalante un odore pungente, metallico, stuzzicante, che i vampiri non possono non riconoscere. L'odore del sangue, che nutre, uccide, appaga, li pervade, mentre i loro occhi concitati guizzano al piedistallo, affiancato da due altissime vetrate, ove è collocato il trono.
Lo schienale di velluto azzurro ormai stinto e sporco, i braccioli in legno scuro sbeccato, le rifiniture d'oro di cui è rimasto solo qualche granello, da dove un tempo lontano e dimenticato presidiava Karl Heinz.
Quella notte, nel bagliore di un lampo che attraversa le vetrate, i Sakamaki discernono le figure di Carla e Shin, appoggiati ai lati del trono, un'espressione strafottente dipinta in viso, le braccia conserte e un piede contro un sostegno del seggio.

Sapevano di dover agire subito. Non potevano rischiare che i due nemici sfoderassero le loro arti oscure in alcun modo.
Per questo motivo, Yui e gli altri sei fratelli erano avanzati, pronti ad attaccare. Nella speranza di mettere rapidamente fine alla loro ignobile vita.
Ma non avevano messo in conto tutti i possibili pericoli, ed imprevisti.
Mosso il primo, effimero passo in avanti, una piccola botola si aprì sotto ognuno dei sei fratelli: senza avere neanche il tempo di formulare un qualsivoglia pensiero, i Sakamaki precipitarono nelle prigioni sotterranee.

***
Subaru è davvero incazzato. Non basta che è sottostato all'implicazioni della minaccia degli Tsukinami per poterli fare il culo una volta per tutta, ora si scopre pure che quel malato di suo padre ha messo a punto delle trappole nella sua stessa dimora, e lui ne va di mezzo con la sua cara maglia, che ora è imbrattata di sterco di topo e piscio. Ed hanno anche osato dividerlo da Yui.
-Oh sì, ora che torno in superficie gliela faccio vedere io.-. Ringhia, senza curarsi di tenere bassa la voce, intanto che ingoia la bile di paura che tenta di risalirgli la gola.
Sta percorrendo un corridoio -talmente angusto che le pareti gli sfiorano le spalle e la testa- buio e maleodorante, tant'è che prosegue quasi a tentoni, prendendo come punto di riferimento un fioco guizzo di luce distinguibile in lontananza. Lo circonda un silenzio di tomba, spezzato di tanto in tanto da uno squittio, scalpiccio o scricchiolio a cui cerca di non badare. Dopotutto, anche se l'iracondia brucia nelle vene, ha la pelle accapponata.
Man mano che si dirige verso la fonte di luce, inizia a scorgere i contorni di quella che dovrebbe essere una scala a chiocciola.
-Ah! Pensavate di fermarmi così?-. Borbotta, stavolta a mezza voce, ma alza il passo, rincuorato.
Ma anche questa volta ha parlato troppo presto: il guizzo luminoso si spegne di colpo, gettandolo nelle tenebre.
Subaru rimane paralizzato, le tempie che pulsano furiosamente.
Ad un certo punto, qualcosa gli alita sull'orecchio destro.
Lui rabbrividisce dalla testa ai piedi, poi inizia a correre.

Non avrebbe mai riuscito a capire cosa lo avesse aggredito nell'oscurità del cunicolo, ma a giudicare dai graffi, morsi, tagli e bruciature rinvenuti sul torace, la schiena e la nuca quando riuscì finalmente a prendere le scale a chiocciola, tra gridi di dolore e di terrore, non poté che trattarsi di un mostro creato dagli Tsukinami.

***
-Andrà tutto bene, Teddy.-. Sussurra Kanato, condiscendente, al suo peluche, stritolandolo al petto nonostante il tanfo che emani sia vomitevole. Durante la caduta gli è scivolato di mano, per cui quando l'ha recuperato -attanagliato dal panico-, l'ha trovato immerso in una pozza di feci ed acqua sporca, ma non ha potuto far niente per la puzza se non strizzare per bene il suo corpicino.
-Andrà tutto bene ho detto, tranquillizzati.-. Ripete il vampiro, ora però scoccandogli un'occhiata irritata, perché lo vede tremare violentemente fra le sue mani. -Sì, sì, verranno a prenderci presto.-. Gli risponde, guardandosi furtivamente intorno: è buio pesto e,
a meno che non vengano individuati in altro modo, non possono essere visti da nessuno, ma non vuole che Teddy si spaventi più di quanto già non sia, perciò rimane in silenzio e gli carezza la testa umida.
Contento della sua richiesta, Kanato inizia a canticchiare sommessamente, rassicurato dal pensiero che tutto si risolverà, e Yui riuscirà per una buona volta ad aiutare lui e gli altri fratelli. Ridacchia.

Non può sapere che in realtà la fiamma di una torcia ha illuminato la sua prigione, ma è stata subito smorzata.
Le infide, viscide, brutali creature degli Tsukinami si avvicinano indisturbate all'ignaro vampiro, cercando di soffocare gli sghignazzi.
Quando si sono stufate di sentirlo canticchiare, le Ombre si gettano su di lui, trapassandolo da parte a parte, ripetutamente, con i loro artigli.
Questa volta, Teddy cade in una pozza di sangue.

***
Raito, Shu, Ayato, Reiji, cercano tutti la via d'uscita dal loro corridoio cavernoso, ognuno dei quali percorre parallelamente agli altri il sotterraneo del castello, dieci metri al di sotto della sala del trono. Affrontano i mostri deleteri da loro sguinzagliati, cercando di raggiungere la luce, le scale, la salvezza. La ottengono, chi con i vestiti ridotti a brandelli, altri trascinandosi dietro una scia di sangue. Ma non possono intuire, sormontati come sono dalla Paura, che i fratelli di Heinz abbiano usato tutto come diversivo.
A loro interessa relativamente che tutti i Sakamaki trovino la morte nelle prigioni. Hanno preso molto tempo in ogni caso, e l'unica cosa degna d'importanza, eccitazione, odio, è che Yui sia rimasta lì con loro, in quella sala.
In fondo, è sua la colpa se si trovano costretti a dover massacrare i loro amati nipotini, è sua la colpa se rimpiangono un fratello che non c'è mai stato per loro, ed è sempre sua la colpa se assomiglia così maledettamente tanto a loro madre.
Legata al trono, l'avrebbero frustata in viso fino a renderla irriconoscibile, umiliata per la sua inanità e l'astio che serbano contro di lei da quand'è nata, poi, afferatala Shin dai capelli, Karla le avrebbe reciso la carotide con agognata lentezza, servendosi dello stesso stiletto da cui è stato forgiato quello un tempo affidato a Christa.

Da ultimo, gli Tsukinami avrebbero ottenuto la loro vendetta.
Se non fossero arrivati i Mukami.
Come i Sakamaki non avevano previsto la presenza di trappole nella loro roccaforte, Karla e Shin non si sarebbero aspettati che Ruki avesse l'ardire di presentarsi al loro cospetto con al seguito gli altri tre poveri orfanelli.
Avevano giusto imbavagliato Yui
-non la smetteva di strepitare- ficcandole in bocca un fazzoletto di seta appallottolato, quando alle loro spalle era risuonato il latrato furioso: -VOI! SLEGATELA IMMEDIATAMENTE!-, che non poteva che appartenere a Yuma.
Shin aveva malignamente sorriso alla fanciulla in lacrime, come a dire: -Rimandiamo il divertimento a dopo-, e si era voltato, rassegnandosi ad incontrare il manrovescio del vampiro massiccio, che gli costò l'assetto della mandibola.
Perlomeno, mentre lui si sorreggeva a un bracciolo del trono e cercava con la mancina di rimediare alla dolorosa frattura -Yui gli strattonò con violenza la manica della camicia con le punte delle dita-, Kou, che lo stava per aggredire alle spalle, venne tolto di mezzo da Karla, il quale gli trapassò il torace con il pugnale, rigirando la lama nella piaga per udire più distintamente i suoi ultimi singulti.
Poi Shin rimise al suo posto la mandibola con uno schiocco atroce; il corpo esanime di Kou cadde pesantemente a terra; Karla ritrasse l'arma, leccandone con gusto la superficie della lama per tutta la sua lunghezza; Yui si dibatté sul seggio con tale impeto da farlo spostare in avanti di qualche centimetro, gridando così forte da essere sul punto di inghiottire il bavaglio; Azusa fece scivolare nel palmo della mano destra il suo coltellino, fissando ardentemente l'occhio buono di Shin; Yuma percepì la vista annebbiarsi, sormontato da una collera indomabile; Ruki sentì le gambe mancare, e si accasciò accanto al volto di Kou, che era distorto in una smorfia di dolore, pressocché eterna; Reiji, Ayato, Shu, Subaru e Raito si precipitarono nella sala, spalancando l'uscio posto nell'angolo di parete alla destra del piedistallo, una volta che si erano ritrovati assieme in un'anticamera sotterranea.

I Sakamaki non riescono a credere ai loro occhi. Ma cos'è che li sgomenta maggiormente?
La cruda realtà che Kanato non ce l'abbia fatta?
La vista del cadavere di Kou?
La presenza dei Mukami stessi?
La figura di Karla intento a leccare via ogni traccia di sangue dal suo stiletto?
L'udire i gridi soffocati di Yui, letteralmente inchiodata al trono?
Loro non hanno la mente abbastanza lucida per chiederselo.
Perfino, semplicemente, sono traumatizzati da tutte le circostanze, nel medesimo momento, allo stesso modo.
Una cosa sola è certa.
-Shin, Karla, preparatevi a morire.-. Pronunzia duramente Raito, incidendo in direzione del piedistallo, i capelli unti e scarmigliati,
un rivolo di sangue che gli cola da un taglio sulla fronte, il cappello stretto nella mancina, la manica destra della camicia ridotta a poco più di uno straccio, uno squarcio all'altezza del ginocchio sinistro.
-Nessuna arte oscura potrà ausiliarvi.-. Aggiunge poi, pragmatico, mentre agli Tsukinami pare che la sala inizi a vorticare intorno a loro, circondati dai membri di quelle due famiglie, finalmente unite da un obiettivo comune.
-
Sì, ora pagherete per quello che avete fatto.-. Commenta Ruki, con un sibilo raggelante, e si alza in piedi, dardeggiando con lo sguardo i due nemici. In tramite di un secondo, le due famiglie, fameliche e assetate, hanno messo piede sull'orlo del tappeto rosso.
Shin e Karla si guardano reciprocamente, poi scoccano un'occhiata a Yui: il suo sguardo, pulsante, denso d'odio, eccitato, li turba profondamente.
Solo in quel momento, brilla qualcosa di oscuro, nei suoi occhi, che li priva della vita ancor prima che ci pensino gli altri vampiri.


Angolo autrice:
Buonasera, se siete giunti  leggere fino a qui, vi ringrazio immensamente.
Pubblico esattamente due settimane dopo l'ultimo capitolo, e spero di tutto cuore che mi perdoniate per l'ennesima, lunghissima attesa. I motivi, ahimé, sono sempre gli stessi, però altrettante sono le buone ragioni per cui mi ritrovo qui a scrivervi, desiderosa di condividere la mia passione per la scrittura e per questa storia meravigliosa, parlare con le mie amiche...!
E perché no, anche per sapere se mi sono impegnata abbastanza, e se ne è valsa la pena.
Quindi, vi pongo la fatidica domanda: come vi è sembrato il capitolo? Vi ha emozionato? Vi immaginavate altri avvenimenti?
Sappiate che io farò tesoro di tutto quello che mi dite, se avrete voglia di farlo ^-^, che sia un complimento o una critica!
Non lasciatevi illudere dalla lunghezza del capitolo ;') perché non sarà l'ultimo che pubblicherò.
Dobbiamo scoprire insieme i finali alternativi!
Le prossime pubblicazioni saranno più volte a descrivere emozioni intense di piacere, amore, determinazione; anche se il filo della mia storia ha voluto che ben due vampiri ci lasciassero, non mi va di lasciare che la tristezza continui insistentemente il suo corso.
Più di 200 recensioni. Tantissime amiche gentili, dolci e simpatiche. Un sacco di lettori. La soddisfazione di portare a termine questo seguito.
Sorridendo di pura felicità, la vostra piccola_scrittrice vi lascia ad un buon proseguimento di serata.
GRAZIE E A PRESTO (ho scoperto di amare l'arancione xD <3)













 






















 

 



 
   
 
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