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Autore: TheDarkLightInsideMe    26/04/2015    1 recensioni
Anno 2003.
Protagoniste: tre ragazzine incaute con uno spiccato senso di giustizia.
Egle Sasaki dice di aver girato il mondo insieme ai suoi fin quando non è nata Helen. Da allora la loro famiglia si è stabilita in Giappone.
Federica Capuano è italiana, ma vive nella Terra del Sol Levante da sei anni, ormai.
La loro storia è parecchio conosciuta nel mio mondo, c'è stato un passaparola generale che è arrivato perfino ai piani alti. E per questo voglio farla conoscere anche a voi.
Piacere, il mio nome è Yuryu, e sono uno Shinigami.
(Aggiornamento mesile!)
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“L”

 




 
<< L’Interpol? >> chiese a voce bassa il ragazzo dai capelli castani, sovrastando per un attimo la voce dell’annunciatore. Federica stava sudando freddo.
<< Mandiamo in onda l’annuncio. >> avvisò ancora l’uomo alla televisione, per dare poi la linea alla così importante notizia.
Sullo schermo comparve un uomo sulla trentina, con lunghi capelli neri e occhi chiari, dalle spalle larghe e abbastanza alto, nonostante fosse seduto.
Sulla scrivania davanti a lui c’era una targhetta bianca, su cui troneggiava larga la scritta “Lind. L. Tailor.”
Sotto lo sguardo stupito di Light e Shuyo, l’uomo incominciò il suo discorso:
<< Chi vi parla è l’unica persona in grado di mobilitare la polizia di tutto il mondo. Il mio nome è Lind. L. Tailor >> pausa ad effetto, che fece corrugare la fronte a Kira. << Conosciuto come L. >>
Se solo fosse stata più vicina, Federica avrebbe forse visto le pupille di Light restringersi. Non lo dimostrava, ma per un attimo la paura di era impossessata di lui, nonostante non avesse la benché minima idea di chi fosse L.
<< E questo chi diavolo è? >> mormorò infatti, senza staccare gli occhi dal suo volto, memorizzandone ogni singolo particolare. Poi passò a squadrare Federica, che tentava di essere il più sconvolta possibile. Non poteva lasciar intendere di sapere di L, se non lo conosceva neppure Light. Ma lui, per fortuna, non sembrò rendersi conto della farsa.
Dopo qualche istante di silenzio, Tailor riprese a parlare.
<< Ci troviamo di fronte ad una serie di omicidi di pregiudicati. Ciò rappresenta un crimine senza precedenti, che non sarà assolutamente tollerato. Pertanto, giuro che ne catturerò l’autore, colui che viene comunemente soprannominato “Kira”. >>
Light aveva occhi sgranati, sorpreso. Ma non più di tanto.
Poi si mise quasi a ridere, probabilmente dopo aver parlato con Ryuk. << Povero illuso. E come pensa di farlo? >> con un gesto che tradiva impazienza e forse anche un briciolo di follia, tirò fuori con un unico movimento dalla borsa marrone che aveva accanto il Death Note. << Finché non trova questo quaderno non avrà uno straccio di prova e quindi sarà assolutamente impossibile catturarmi! Non ce la farà mai! Avevo previsto una cosa del genere. >> esclamò, tentando di darsi un contegno, e quell’ultima frase, da sola, fece accapponare la pelle alla ragazza che gli stava accanto. << E avevo anche preventivato che l’intervento della polizia facesse parte del piano. >> In quel momento, Light Yagami sembrava un folle con disturbi di bipolarismo appena uscito da un manicomio. Faceva quasi ridere.
Ma bisogna avere più paura delle persone che ti fanno ridere, che delle altre.
Poi Tailor continuò a parlare, rivolgendosi all’assassino seriale:
<< Kira, a grandi linee posso immaginare cosa ti passi per la testa per agire in questo modo. Ma sappi che ciò che stai facendo… >> altra pausa ad effetto, e questa di enorme impatto. << …è malvagio. >>
Il cuore di Federica perse un battito. Per un attimo le parve di provare ciò che stava provando Light: rabbia, immensa e sconfinata, che gli strabordava dal cuore, e poi odio per quella persona che aveva osato chiamarlo “malvagio”, e ancora superbia, e voglia di ignorare ciò che stava succedendo e proseguire imperterrito con le esecuzioni.
Ma la rabbia ebbe il sopravvento.
Light Yagami rimase composto, cercando di contenersi. << Malvagio… >> mormorò, un leggero tremito alla mano sinistra. << Io sarei… malvagio? >>
<< Light…?! >>
Il ragazzo quasi non si rese conto di essere stato chiamato dalla persona che gli stava accanto. Scattò in piedi, lo sguardo arrabbiato come mai puntato sulla televisione. << Io sarò la giustizia! >> urlò, stringendo i pugni. << Io ho liberato i deboli dal terrore del male, sarò il signore del nuovo mondo che tutti sognano! E diabolico è chi si ribella a me! Sono loro i malvagi! >>
Federica rimase paralizzata al suo posto, mentre Light prendeva una penna dal tavolo e apriva il proprio Death Note ad una pagina bianca. Esitò un solo attimo, attimo sfruttato per sogghignare e non per pentirsi di ciò che avrebbe fatto da lì a poco.
<< Sei stato troppo ingenuo, L. >> affermò, alzando lentamente la testa verso la TV. << Un pizzico di furbizia in più, e forse sarebbe stato divertente affrontarti. >>
Dalle labbra gli sfuggì una risata, mentre scriveva quel nome, e Federica credette di star per vomitare. Non era umano uccidere delle persone così semplicemente, senza vergogna o sensi di colpa. Light Yagami non poteva essere umano.
<< E ora tutto il mondo vedrà che cosa succede a mettersi contro di me, mio caro L! >>
Quaranta secondi. Una lancetta ticchettava sull’orologio di Light, un’altra nella testa di Federica. Aveva imparato a contare i secondi con la precisione di un orologio, a furia di ascoltarne uno.
<< Ancora cinque secondi. Quattro. Tre… >>
Due… Uno… continuò Federica nella propria mente. Era impaziente di vedere la reazione di Light a ciò che sarebbe successo dopo; di conseguenza era impaziente che Tailor morisse. Ma non se ne sentì effettivamente in colpa.
Lind. L. Tailor stramazzò sulla scrivania dopo un arresto cardiaco e con il suo, anche il cuore della ragazza accanto a Light sembrò fermarsi.
Tuttavia quella non era una delle morti che potevano essere evitate.
Il ragazzo scoppiò a ridere di gusto, senza più preoccuparsi di trattenersi. Aveva appena ucciso un uomo e rideva. Doveva essere folle, non c’era un’altra possibilità.
<< Che ti succede? Non parli più, eh?! >> esclamò tra le risate, avvicinandosi al televisore. Improvvisamente, però, un suono proveniente dall’elettrodomestico lo zittì; con esso sullo schermo apparì una grossa “L” nera, in stile gotico.
Light si ritrasse, come un bambino che ne ha appena combinata una delle sue, gli occhi sgranati esterrefatti.
Federica quasi si commosse al sentire quella voce, anche se modificata.
<< Incredibile! Ho voluto provare proprio per sicurezza, ma… non avrei mai pensato ad una cosa simile. Kira, tu sei in grado di uccidere la gente a distanza. >> affermava, e stavolta la risata scappò dalle labbra di Federica. Ma Light era troppo preso da quella voce metallica per accorgersene. << Non ci avrei mai creduto, se non lo avessi visto con i miei occhi. >>
Light era immobile davanti alla TV, non fiatava, a stento respirava. Federica, poco più dietro, quasi piangeva.
<< Ascoltami bene. Se sei stato veramente tu ad uccidere Lindon L. Tailor, l’uomo che è apparso in Tv, sappi che era un condannato a morte la cui esecuzione era prevista per oggi. E non ero io. >>
<< Cosa?! >>
Gli occhi del moro, se possibile, si fecero ancora più grandi dallo stupore. L’aveva gabbato. Fregato. Sconfitto. Umiliato. E non ne conosceva né volto, né nome.
<< La polizia aveva tenuto la Tv e i giornali completamente all’oscuro della sua cattura. Da ciò che vedo, pare che nemmeno tu sapessi della sua esistenza. >>
<< Ti ha fregato! >> mormorarono contemporaneamente Federica e Ryuk, con una perfetta ed inquietante sincronia.
Shuyo e Light, invece, continuarono a fissare il televisore.
<< Ma io esisto davvero. Forza, prova ad uccidermi! Forza! Prova ad uccidermi! >>
<< Ma che… bastardo…! >> sussurrarono i due ragazzi, l’uno con la voce mozzata in gola, sudore freddo che gli colava dalla fronte, l’altra con un sorriso stampato sul volto e una risata che le premeva contro le labbra per uscire. L’uno era la rappresentazione della paura, l’altra quella della gioia.
Era vivo. Poteva salvarlo.
<< Che aspetti? Avanti, prova ad ammazzarmi! Ti vuoi muovere? Uccidimi! Fatti sotto, Kira! Che c’è? Non ce la fai? >>
Federica cercava in tutti i modi di trattenere risate e sorrisini, ma per la maggior parte delle volte era inutile. Shuyo (ma probabilmente anche Ryuk) la squadrava dall’alto in basso pensando forse di essere davanti alla pazzia fatta persona. Certo, l’avrebbe dovuto dire anche poco prima, davanti alla risata folle di Light, ma per una qualche ragione sconosciuta persino a lei, la Shinigami riteneva che l’unica folle lì dentro fosse Federica.
<< Si direbbe proprio che tu non riesca ad uccidermi. >> commentò la voce modificata. << Quindi ci sono persone che non puoi uccidere. Grazie per il prezioso indizio. In cambio, però, lascia che ti spieghi un’altra cosa: questo annuncio è stato presentato come una diretta internazionale, ma in realtà è stato trasmesso solo nel Kanto, in Giappone. Avevo in programma di mandarlo in onda in altre regioni, ma ora non è più necessario. So che ti trovi nel Kanto. >>
Yagami non ebbe il coraggio di ribattere.
<< E anche se la polizia non se n’è accorta, perché era un piccolo criminale, io so che la tua prima vittima è stata il sequestratore di Shinjuku. Con tutti i grandi criminali morti per arresto cardiaco, quella morte è sembrata una fatalità. Inoltre, aveva fatto notizia soltanto in Giappone, ed è grazie a questo che mi è stato facile arrivarci. Ho capito che tu sei in Giappone, e che quell’uomo, la tua prima vittima, è stato soltanto la tua cavia. >>
Shuyo tentò di incenerire il televisore con lo sguardo in un modo piuttosto infantile, presa dalla rabbia e dallo sconforto. Ma non capiva neppure perché si sentisse così.
L continuò:
<< Ho trasmesso nel Kanto perché è una regione altamente popolata, e ho fatto centro. Francamente non mi aspettavo che le mie previsioni fossero esatte ma, visti i risultati, il giorno della tua condanna a morte non è poi così lontano. Kira, sono proprio curioso di sapere come fai a commettere quegli omicidi. E non sarà facile, perché per farlo, dovrò prima catturarti.>> Federica era certa che L, nascosto nella sua buia stanzetta chissà dove, stesse sorridendo. << Ci vediamo… Kira.>>
La televisione si spense all’improvviso. Federica aveva ritenuto che la mente di Light non fosse in grado di reggere altro e che sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Ma ricordava –eccome se ricordava –cosa sarebbe accaduto in realtà, cosa Kira avrebbe detto.
<< Light, sarà solo un detective come gli altri; non devi preoccuparti di lui! >> il ragazzo non la degnò neppure di uno sguardo.
Vabbé, io c’ho provato.
Passarono un paio di minuti, prima che il salotto si riempisse di nuovo con il suono di una delle due voci umane. Ed era quella di Light, ovviamente.
<< Il giorno… della mia condanna a morte, hai detto… Interessante… perché no, accetto la sfida! >> esclamò, e Federica sussultò, non sapeva bene se per l’emozione di sentire la voce di quel ragazzo dire le esatte parole che pronunciava nell’anime che lei conosceva a memoria oppure per altro.
La frase successiva la fece convincere della prima ipotesi. Poteva quasi sentire la voce di L sovrapporsi a quella di Kira, come appunto nel cartone animato. Ma sentire tutto quello dal vivo… era diverso, era tutt’altra cosa…
<< L, stai pur certo che ti troverò e ti ucciderò! Io sono… >> la ragazza chiuse gli occhi, per godersi meglio quelle ultime parole. << …la Giustizia! >>
 



 
Light dovette sbattere le palpebre diverse volte, prima di calmarsi totalmente. L’avevano battuto, per la prima volta dopo giorni e giorni dacché il “caso Kira” era aperto. Questo “L” doveva essere un grande genio o avere una gran fortuna. O perché no, entrambi.
Federica picchettò con una mano sulla spalla del ragazzo, cercando di attirare la sua attenzione. Poi, per lo stesso fine, lo abbracciò.
Kira sussultò, frenando l’impulso di staccarsi violentemente da quel corpo che era fin troppo a stretto contatto col suo. Ma doveva aggrapparsi alla propria copertura, soprattutto perché di quella ragazza, a parte volto e nome, non sapeva assolutamente nulla. Una mossa falsa e lei avrebbe potuto ucciderlo. Era pur sempre una donna, e come tali strana e bipolare.
Strinse la presa sulla schiena della ragazza, e stavolta fu lei a sobbalzare. Che non se lo aspettasse? Probabile.
Comunque, dopo un po’ si dovettero lasciar andare a vicenda, ed entrambi tirarono segretamente un sospiro di sollievo.
Come deciso in precedenza, toccarono i rispettivi Death Note, e così Light vide Shuyo (e le sorrise quasi benevolmente) e Federica riuscì a capire come fosse nella realtà quel divora-mele. Ovvero identico alla sua versione manga. E sghignazzante. La sua risata, peraltro, le faceva accapponare la pelle. Quella di Shuyo era quasi umana, o comunque in qualche modo femminea; quella di Ryuk era terrificante. Egle invece avrebbe pagato migliaia di yen pur di vedere il suo dio della morte preferito ed ascoltarlo ridere. Vabbé, ognuno ha la sua opinione.
Dopo questo, i due si salutarono, e Federica si ritrovò in mano un foglio con una lista di persone da uccidere nei successivi sette giorni.
<< Solo ventuno persone >> aveva detto Light << ma solo per questa settimana. Quando ci avrai fatto l’abitudine, ne giustizierai molti di più. >>
Solo in un secondo momento le venne da chiedersi che avrebbe fatto quando lui le avrebbe detto “uccidi Beyond Birthday, il serial killer di Los Angeles”. Probabilmente si sarebbe inventata qualcosa… ma ci voleva ancora molto tempo. Ci avrebbe pensato poi. Non avrebbe mai ucciso quel ragazzo, lo stimava troppo, nonostante la sua salute mentale non fosse esattamente… beh, sana. Ma comunque, il problema principale rimanevano quei 21 criminali. Era stata così presa dal messaggio di L che non aveva mai neppure sfiorato l’idea di dover ammazzare della gente. Doveva essere o davvero distratta, o davvero un’idiota.
Per cercare di estraniarsi da quei pensieri, accese la televisione ed evitò ogni telegiornale che veniva trasmesso, in cerca magari di una soap opera o di un qualcosa di divertente. In più si sentiva incredibilmente sola, dato che Shuyo era taciturna. L’umana cominciò a credere che lei si fosse innamorata di Ryuk, cosa effettivamente non improbabile; andiamo: se ben due Shinigami si erano innamorati di una stupida come Misa Amane, allora poteva sul serio accadere di tutto! Per fortuna le cose con Amane stavano per cambiare. Grazie a lei.
Gongolò nel proprio autocompiacimento fino a che non arrivò al canale della Sakura Tv. Ebbe l’impressione di essersi dimenticata qualcosa, qualcosa di importante…
Ah già, la pizza nel forno a microonde.
Si sedette al tavolo e cominciò a mangiare, osservando senza interesse la pubblicità di una crema per il viso. Poi riiniziò, dopo una pausa di circa dieci minuti, una sorta di talk show tipico di quell’emittente televisiva. Solo che c’era qualcosa di diverso, una strana tensione nello studio. Il pubblico si guardava intorno spaesato, sul palco non c’era nessuno.
Fu Demegawa, da fuori campo, ad iniziare a parlare:
<< Siamo spiacenti di dover interrompere qui la trasmissione del programma, ma c’è un annuncio importante da fare: per cause maggiori, stasera andrà in onda a ripetizione un messaggio lasciatoci qui in studio. Siamo spiacenti, ma ci vediamo costretti a cedere alle minacce inviateci. Alle 20 precise ci sarà la prima trasmissione della registrazione. Buona visione dalla Sakura Tv, e ci scusiamo per eventuali disagi. >>
Federica fissò insistentemente il televisore, domandandosi se fosse tutta una farsa oppure se ci fosse, in quella faccenda, un briciolo di verità. Lo avrebbe saputo, se il suo orologio andava bene, dopo un paio di minuti. Sarebbe valsa la pena di aspettare? Una parte del suo cuore pregò di no.
















Angolino autrice.



E rieccomi, finalmente. Purtroppo ho avuto parecchio a cui pensare, ultimamente, a causa di un'operazione a cui mi sono dovuta sottoporre, e quindi devo riprendere i ritmi della scuola. Inoltre, quast'anno farò per la prima volta un cosplay e, dato che manca davvero poco tempo, sono mooolto occupata anche con quello. Ma ritornerò!

Quindi a presto, si spera, e grazie a tutti per aver letto. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! :D
Alla prossima,

DarkLight

P.S.: so che, tolte le citazioni, questo capitolo è molto corto, ma ho in programma di farmi perdonare pubblicando prima del previsto il prossimo :) Grazie ancora.
   
 
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