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Autore: Fuocqua    28/12/2008    0 recensioni
Ciao in questa FanFiction ho deciso di provare ad immaginare la giovinezza scapestrata del signor Giles. All'inizio la storia ha un ritmo lento, ma poi spero vi piacerà
Genere: Dark, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Rupert Giles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passò qualche giorno e i giovani ripresero a dedicarsi ai riti oscuri, a dir il vero non avevano in mente un piano ben preciso e curato, dei ragazzi di quell’età non erano in grado di meditare con cura un progetto tale per poter compiere ciò che desideravano fare, si limitavano a crear scompiglio in attesa che venisse loro una buona idea. Iniziarono a seminare il panico per le vie di Londra nello stesso modo in cui lo facevano ad Oxford, sguinzagliavano per le strade bande di demoni e vampiri, creando così soltanto confusione e senza raggiungere alcun obbiettivo. Una notte, i cinque giovani stregoni avevano deciso di mettersi ciascuno a capo di altrettante bande di creature infernali per dare ad esse man forte con la magia nera e vedere, il giorno seguente, chi tra loro avesse compiuto l’azione più malvagiamente eclatante. Rupert, verso l’una, aveva già lasciato il proprio segno in più zone della città, non s’era crucciato minimamente per il fatto che quel suo divertimento potesse causare seri problemi a persone completamente innocenti. Giles, comunque, verso quell’ora si trovava vicino al Big Ben, l’impresa che aveva in mente era quella di distruggerlo o, almeno, causargli seri danni, mentre i suoi demoni erano già all’opera, egli stava pensando a qualche sortilegio da utilizzare. D’un tratto iniziò a sentire delle grida di dolore, guardò verso il gruppo da lui comandato e si accorse che era stato attaccato da qualcuno, senza pensarci un attimo Rupert utilizzò un incantesimo per immobilizzare l’aggressore e poi ne pronunciò un altro per avvicinarlo a sé: si trattava di Dirce. “Che diamine ci fai tu qui?” domandò stupito lo stregone “Non avevi detto che t’occupavi di demoni solo se ti colpivano loro per primi? Non avevi detto che non volevi immischiarti in faccende che non ti riguardavano?” il suo tono che poteva sembrare irato, in realtà celava la paura. La ragazza rispose: “Bhe, invece mi riguardano, perché si tratta di proteggere la mia città… e poi in questi giorni ho letto i diari di mia madre e ho rivisto tutta la sua vita sotto una chiave diversa. Mi rendo conto che chi, come me e lei, conosce il mondo del sovrannaturale è in dovere di proteggere la gente dai pericoli che esso può avere in serbo per il mondo. Scommetto che il putiferio scatenato in questi giorni sia opera tua, bhe io ti fermerò, non ho intenzione di lasciarti agire in disturbato in questo modo.” “Non farlo, ti prego, o mi costringerai a farti del male.” “E allora, che differenza farebbe? Nuoci già a tanta gente, avere la sofferenza di una persona in più sulla coscienza non dovrebbe darti problemi, o sbaglio?” “Sì e no. In effetti non m’importa un granché uccidere e liberarmi degli ostacoli che trovo sulla mia strada, ma con te è diverso. Non voglio che tu muoia. I miei compagni mi hanno già spronato a toglierti di mezzo, ma io mi sono opposto.” “E perché mai? Io posso procurarvi più danni che l’intera popolazione di Londra messa assieme. Io posso crearvi non pochi problemi, perché, allora, non vuoi uccidermi?” Rupert le afferrò con forza le braccia, l’avvicinò violentemente a sé, poi le sussurrò, quasi con rabbia, all’orecchio: “Perché tu devi essere mia.” Un bacio. Giles stava, con un immensa passione, baciando la ragazza ed ella, senza essere costretta da magia alcuna, ricambiava con intensità. “Perché l’hai fatto? Solo per cercare di convincermi a non ostacolarti?” domandò Dirce con n tono che simulava la seccatura. “No, assolutamente. Tu sei la prima donna con un proprio carattere, ch’io abbia conosciuto, per cui non vorrei mai doverti fare del male, capisci?” “No, io so solo che un potente mago oscuro, capace di mettere a soqquadro la città, che non si fa un baffo di uccidere e/o torturare la gente, ha deciso di tenermi in vita. Dì la verità, tu e i tuoi complici state facendo tutto questo per spaventare il governo e poi ricattarlo, vero?” “Sai che non ci avevamo mai pensato? Caspio! Ma tu hai una mente geniale. Appena torno al covo lo propongo agli altri!” Dirce pensò: “Quando imparerò a tenere la bocca chiusa?” poi disse ad alta voce: “Qualunque azione malvagia tenterete, io vi fermerò, io vi metterò i bastoni fra le ruote, comprendi?” “Se vuoi metterti contro di noi, fa pure, da domani saremo nemici, se vorrai, ma stanotte no. Questa notte è per noi.” Rupert dissolse i demoni, poi prese per mano la giovane e la condusse sulle rive del Tamigi. Dirce sapeva che non avrebbe dovuto seguirlo, sapeva che quel ragazzo era un suo nemico, ma allo stesso tempo in quel momento decise di accantonare il fatto d’aver abbracciato la missione della madre e di lasciarsi andare con quel ragazzo che tanto l’incantava. I due giovani, dopo qualche parola e dolce effusione, fecero l’amore. La mattina seguente, dopo aver sprofondato Londra nel terrore, i cinque stregoni oscuri si ritrovarono nel proprio casale che, con la magia, avevano riccamente arredato. “Allora, Squartatore” domandò Ethan “Raccontaci qual è stata la tua grande impresa di questa notte?” “Nulla di particolare, quando ho iniziato a compierla è spuntata fuori la ragazzina dell’altra sera e me la sono fatta.” “Ma, ma ci deludi!” esclamò Randall “Noi confidavamo che fossi tu, tra noi, a compiere le maggiori efferatezze, invece…” “Bada che ho dato prova della mia ferocia e atrocità, solo che non ho lasciato l’indelebile segno che volevo tramandare ai posteri, sarà per un’altra volta. Comunque incontrare quella Dirce è stato utile, senza volerlo m’ha suggerito un’ottima idea, statemi ad ascoltare.” Udito il piano di Rupert, tutti lo approvarono, decisero, però, di provocare ancora maggiori danni prima d’inoltrare la propria richiesta. Il giorno successivo stesso, i ragazzi scesero in campo per dar nuova prova della potenza della loro magia nera. Erano nella grande piazza di fronte a Backingam Palace e avevano iniziato a sguinzagliare i demoni da loro invocati sulla folla e a scatenare un gran putiferio con la magia. Com’era, però, prevedibile saltò fuori, cercando di contrastarli, la giovane Dirce. Giles decise di occuparsi personalmente della ragazza ed entrambi si gettarono in una furiosa e ferina lotta corpo a corpo. Ambedue si battevano come belve selvagge, con la forza di mille leoni, combatterono, combatterono e combatterono ancora. Infine la povera Dirce fu fessa della battaglia e, in un attimo in cui aveva abbassato la guardia, venne afferrata alla gola da Giles, che, guardandola negli occhi con un misto di rabbia e di paura, le disse: “Ora basta intrometterti nelle nostre faccende. Arrenditi! Vieni dalla nostra parte. Se non lo farai dovrò rendere nuovamente conto della mia nomea di Squartatore.” “Fa quel che devi fare, a me non importa di vivere o morire. Se mi ucciderai, allora diventerò una martire del bene contro la malvagità.” “Per favore, desisti.” “Giammai.” Lo Squartatore, con il dolore che gli stringeva il cuore, estrasse il proprio coltello e trafisse più volte la giovane. Mentre ripuliva dal sangue la lama, giunse alle orecchie del ragazzo una voce famigliare che gridava: “Tu quoque, Rupet, filii mei?” il giovane Giles si voltò nella direzione da cui aveva udito provenire la frase e vide il proprio padre. “Cosa ci fai tu qui? T’hanno mandato quelli del Consiglio?” “Io sono qui in qualità di Osservatore della nuova cacciatrice, piuttosto tu, figliolo, che cosa ci fai qui, con questi stregoni oscuri?Non dirmi che…” “E invece sì, se non l’hai ancora capito, ti delucido: io mi sono dato alla magia nera, ho ripudiato tutti gli ideali che m’hai insegnato e ho abbracciato la via che tu definiresti delle tenebre, ma che io chiamo strada per il successo e, soprattutto, per il potere.” L’uomo era sconvolto, in volto, negli occhi si poteva leggere distintamente lo sgomento, accorgendosi dello smarrimento del padre, Rupert incalzò confessando apertamente, senza rimorsi, i crimini commessi e concluse dicendo: “Come hai potuto sentire della mia voce, io ho già ucciso una cacciatrice e non mi farò problemi a farne fuori un’altra.” Spuntata quasi dal nulla, comparve la nuova cacciatrice una giovane sì e no ventenne che gridò: “Questo è tutto da vedere!” con un incredibile balzò si slanciò contro lo Squartatore che, poiché non colto alla sprovvista, con rapidità pronunciò un antico e potente sortilegio e subito dopo la cacciatrice era scomparsa. “Dov’è? Parla, figlio degenere e snaturato, cosa le hai fatto?” “Tranquillo è ancora viva, imprigionata in una dimensione infernale, ma pur sempre in vita. Sai mi sono reso conto che per quante io ne possa ammazzare, verrà sempre una nuova cacciatrice a rompermi le scatole, per cui la cosa migliore da fare è renderne innocua una in modo che, siccome non muore, non ne possano seguire altre. Capisci?” “Tu sei un demone che ha preso possesso del corpo di mio figlio, Rupert non farebbe mai nulla di simile.” “Credi male, babbo, rassegnati all’idea che tuo figlio sia in realtà un malvagio.” “Se è vero quel che dici, allora ti dovrò uccidere.” “Provaci se ti ci riesce.”Il padre del ragazzo,irragionevolmente, si avventò verso il figlio, non poteva sopportare il fatto che il sangue del suo sangue ora rappresentasse tutto ciò che da sempre combatteva. Lo Squartatore esitò qualche attimo, poi alzò il pugnale e lo affondò nella carne del genitore per tre volte. Il corpo dell’Osservatore cadde a terra lastricando di sangue la piazza, fortunatamente poco dopo i cinque giovani si allontanarono andando in qualche altro luogo della città e alcune persone che avevano assistito alla scena chiamarono un’ambulanza che soccorse l’uomo, ridotto in fin di vita, e lo trasportò all’ospedale dove ricevette tutte le cure dovute.
  
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