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Autore: radfrankiero    27/04/2015    2 recensioni
"Mi alzai del tutto, e spostai le tende dalla finestra.
Guardai fuori, non c’era nessuno. Alzai lo sguardo e proprio davanti a me un piccolo Frank mi salutava con la mano.
Sorrisi, presi una sedia e rimasi lì a fissarlo, anche lui fece lo stesso. Non parlammo.
Non serviva. Lo vidi da dietro il vetro fare una smorfia con la faccia.
Mi fece ridere. Così ingenuamente cominciai anch’io a fare buffe espressioni. Lo feci ridere. Ed era la cosa più bella che avessi mai visto.
Rimanemmo lì per non so quanto tempo a ridere come due stupidi e lo ringrazia mentalmente perché se non fosse stato per lui, ora ero ancora su quel letto a pensare a tutte le cose brutte che il mondo mi ha riservato.
[...]
Lui era la l’unica cosa bella della mia vita."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gerard Way, Mikey Way, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Take my fuckin' hand
and never be afraid again.


Uscimmo da scuola per ultimi, quel giorno.
Sapevo che Mikey sarebbe stato con il suo nuovo amico, e quindi non sostammo molto nel cortile della scuola ma anzi ci affrettammo ad allontanarci.
Non parlammo molto io e Frank, il silenzio che alleggiava tra di noi era quasi confortevole.
Era bello sapere che non c’era bisogno di parole inutili per stare bene insieme.
Perché sì io stavo bene con Frank.
Non posso dire di non esserne attratto perché insomma, come si fa a non essere attratti da Frank?
Ma proprio questo mi preoccupava.
Non avevo certezze con lui, sapevo che si stancava facilmente delle cose che aveva, lo sapevo perché era stato lui stesso a dirmelo.
Avevo paura di essere usato e poi buttato via.
Non mi piaceva, ma dio avrei rischiato tutto per lui.
Era affianco a me e lo notai guardare il cielo.
Era bello il modo in cui i raggi del sole sfioravano la sua pelle candida, mi venne quasi voglia di accarezzarla ma non ci fu il tempo dato che eravamo arrivati davanti il cancello di casa sua.
Mi ero totalmente immerso nei miei pensieri che non mi accorsi neanche che Frank fece scattare la serratura del cancello per farmi entrare.
Mi ripresi e subito dopo venni catapultato nella sua casa.
Mi presi il mio tempo per osservarla, era molto più grande della nostra, c’erano due piani.
Non ebbi neanche il tempo di realizzare dove ci trovavamo che Frank mi prese la mano e mi portò al piano superiore.
Entrammo nella sua camera, aveva le pareti bianche come la mia, notai che alla fine di un angolo in alto sul soffitto, c’erano raffigurati dei pipistrelli che tentavano di volare.
La parete vicino al suo letto era tappezzata di poster di bands che io conoscevo e ammiravo.
Il suo letto era al centro della stanza, aveva un piumone blu. C’era una scrivania accanto alla finestra che dava proprio sulla mia camera da letto.
“Accomodati pure.” mi disse facendomi segno di sedermi affianco a lui sul letto.
Mi sedetti cercando di nascondere il mio nervosismo.
“Non c’è nessuno in casa?” dissi un po’ incerto.
“Gee, non sono un maniaco, giuro che non ti stuprerò okay?” disse nascondendo un sorriso.
“C-certo che no..” dissi sbuffando.
“Comunque mia madre è fuori per lavoro e mio padre in qualche bar con gli amici..” fece spallucce.
Concentrai la mia attenzione sulla chitarra che teneva in un angolo, vicino al letto.
Frank notò che non lo stavo seguendo così cercò di seguire il mio sguardo.
Sorrise quando si accorse ciò che stavo guardando.
Non disse nulla,  si alzò e la prese in mano.
Sorrisi di rimando.
“Tu suoni?” chiese.
“No..” dissi abbassando il capo “.. potresti suonarmi qualcosa, però..?”
“Certo.” disse sicuro.
Poggiò delicatamente le dita sulle corde, quasi come ad accarezzarle e sentì un tuffo al cuore quando cominciai a sentire il suono delicato che esse producevano.
Frank era totalmente preso dalle note che stava riproducendo.
Mi piacevano da impazzire, ancor di più quando a quelle note si aggiunse la sua voce.
Non era delicata, era roca e graffiante, e dio quanto la amavo.
I’m the world’s worst,
I am my own worst enemy,
And I hate me.. most days,
I can’t believe I’m still here.*
Le sue parole echeggiavano nella mia testa. Era così che mi sentivo.
E lui in poche parole e note, aveva capito tutto di me.
Sorrisi e lui alzò lo sguardo su di me.
Ricambiò il sorriso e lo vidi quasi arrossire.
Cambiò subito note e questa volta le sue parole non esitarono ad arrivare e colpire una piccola parte dentro di me.
.. but you’re on my mind
And the things that you say hurt me most of the time.
.. All we wanted was what we were
And what we were was young and naïve.
I found my place in this world,
It’s in your wake.
I need you, I need you to know that I’m alright.**
Questa volta non lo feci finire.
Non so cosa mi prese, alzai la mano e la poggiai sulla sua che ancora si muoveva sulle corde della chitarra.
Toccai la sua mano e potei sentire il suo respiro mozzarsi.
Tenne gli occhi fissi sulla mia mano sulla sua e qualcosa scattò.
Lo vidi posare la chitarra a terra tenendo stretta la mia mano e se la portò sulle sue labbra baciandola delicatamente.
Lo fece per un tempo indefinito.
“Non voglio sbagliare con te, Gerard.” disse sottovoce quasi fosse un nostro segreto.
“Non sbaglierai, lo so Frank.”
“Gerard, ho fatto tanti errori e continuo a farli e..” si bloccò.
“Continua..” dissi quasi in un sussurro disperato.
“E se avrai paura io non potrò esserci..”
Non sapevo a cosa si riferisse.
Perché dovevo avere paura di lui?
Perché mi stava dicendo quelle cose?
“Non ti seguo Frank.. cosa?”
“Gerard credo di provare qualcosa, ed io non sono per niente bravo con i sentimenti..” disse stringendo ancora di più la mia mano nella sua.
Poggiai delicatamente la mia fronte sulla sua, sedendomi a cavalcioni sulle gambe, proprio come questa mattina in classe.
“Potresti provarci con me?” dissi.
“E se ti farò del male?” chiese quasi in un sussurro roco.
“Non devi dirlo, tu non mi farai del male.” dissi con così tanta sicurezza, e spinsi la mia mano verso la sua bocca per ricevere ancora qualche bacio.
Lo sentii sorridere sulla mia pelle.
“Potremmo provarci in fondo..” disse “.. sentiti libero di urlarmi in faccia, picchiarmi e altro se ti farò soffrire, okay?” concluse facendo una risata amara.
“Lo farò, ma perché dovresti farmi soffrire, sentiamo..?”
“Perché non ho mai provato così tante emozioni con una persona, e ho quasi paura di sbagliare qualcosa e perderti.” disse.
Sorrisi, non doveva preoccuparsi davvero.
“Non sbaglierai nulla.” dissi accarezzandogli una guancia.
Sentivo, anzi ero più che sicuro, che Frank nascondesse qualcosa.
C’era qualcosa che non voleva dirmi, ma non gli diedi pressione.
“Allora..” soffiò sulla mia guancia depositandoci un bacio.
“Allora.” dissi in un sussurro nel suo orecchio.
Sentii le sue mani poggiarsi sui miei fianchi e spingermi delicatamente su di lui.
Strinsi le mie gambe intorno ai sui di fianchi mentre lui appoggiava la schiena alla testata del letto.
Lasciò l’ennesimo bacio sulla mia guancia e sentii le sue mani lasciare i miei fianchi e prendere posto sul mio collo, ci lasciò qualche cerchio immaginario fino a quando non appoggio le sue labbra sulle mie.
Le sfiorò, semplicemente.
I nostri nasi si sfioravano.
Cercava il mio consenso per approfondire il tutto.
Ed io glielo diedi.
Le sue labbra si socchiusero leggermente, lasciando uscire la lingua a leccarle.
Azzerai completamente la distanza posando le miei labbra sulle sue muovendole leggermente e sentendo Frank ricambiare.
Le sue labbra erano morbide, presentavano alcune screpolature ma in quel momento, sembravo essere la cosa più soffice del mondo.
Potevo percepire il coraggio crescere dentro di me minuto dopo minuto.
Stava finalmente accadendo.
Ci stavamo baciando, mossi le mani e le andai ad adagiare sulle sue guancie. Aprii leggermente la bocca per fargli capire che dio, ero pronto, lo volevo.
Le nostre labbra si univano e si aprivano all’unisono, apprezzai ogni minimo particolare di quella bocca tanto accogliente.
La nostra velocità cominciò ad aumentare e nella stanza echeggiavano gli schiocchi che le nostre labbra producevano. Poggiò le sue mani sui miei fianchi e ci fermammo lentamente.
Le nostre fronti unite e i nostri respiri affannati riempivano l’aria.
Era tutto perfetto.
Portai il mio bacino più in su cercando una posizione migliore, ma non appena mi mossi sentii un leggero rigonfiamento nei pantaloni di Frank.
Mi bloccai.
Non sapevo cosa fare..
“I-io..” cercai di dire ma non sapevo come continuare effettivamente.
“Non voglio affrettare le cose, Gee. Non avremmo fatto comunque niente.. va bene?” disse accennando un sorriso timido.
“Okay..” dissi.
Mi abbracciò e mi lasciò coricare sul letto accoccolato tra le sue braccia, rimanemmo così per così tanto.
Le sue mani che scivolavano delicate tra i miei capelli e le mie che stringevano la sua vita.
Parlammo del più e del meno, tra risate e baci.
Tra discorsi seri che poi finivamo con qualche battuta fuori luogo di Frank.
Scoprii tante cose su Frank, quel giorno.
 Ma c’era ancora quel piccolo particolare che non disse.
Lasciai perdere, mi fidavo.
E se lui non era ancora sicuro di confidarsi con me allora lo avrei rispettato perché andava bene così.
Mi importava stare accanto a lui, e che a lui importava di me.
____________
Spazio Autrice.
Okay è passato tanto, pardon-
Questo capitolo non è granché ma ho qualche problema con la trama, come ho detto nello scorso capitolo e quindi vbb.
Spero di non avervi annoiato e che la storia vi stia coinvolgendo in qualche modo, comunque Frank ha un segreto e Mikey ha un nuovo amico e so che mi odierete ma dovete aspettare il prossimo capitolo ((probabilmente la prossima settimana aggiornerò o in questi giorni idk)) per scoprire chi sia. Ringrazio le personcine che seguono la storia, che la recensiscono vi voglio bene, alimentate la mia felicità ahjhfodso.
Comunque la prima canzone che canta Frank* è Tragician che adoro aw, mentre la seconda** è She’s the prettiest girl at the party.. nome troppo lungo e mi annoia scriverlo AHAHAH.
Detto questo.. alla prossima bella ggiente.
  
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