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Autore: catto    27/04/2015    2 recensioni
La storia narra le vicende di una ragazza di nome misaki ayuzawa, una ragazza dai capelli bianchi, fredda e totalmente disinteressata all'amore a causa di una maledizione. Ma l'incontro con un ragazzo cambierà tutto a partire dalle emozioni che lei aveva soffocato per non far del male a chi amava.
È la mia prima storia all'inizio può sembrare noiosa ma migliora ve lo garantisco. Accetto critiche e consigli.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per l'enorme ritardo, ma ho avuto parecchio da fare. Ecco il nuovo capitolo spero che vi piaccia. 


Erano le otto di sera e nel parco vicino alla scuola tre ragazze stavano aspettando una persona. -Certo che è parecchio in ritardo- disse l'amica di roxie:Teresa.
-Già ma chi è roxie? Io mi annoio ad aspettare, non possiamo mica stare ai comodi suoi. E poi non ci dovevamo vedere con quei ragazzi che avevamo conosciuto in discoteca?- disse scocciata la seconda amica, Rossella.
- Silenzio!- esordì irritata  roxie -eccola  che arriva, voi restate qui ci penso io!-
E si avviò verso la figura sconosciuta appoggiata vicino ad un albero.
-Grazie per essere venuta! Questi sono i soldi... Ora di fare quello per cui ci eravamo accordate- disse roxie con un sorriso smagliante,pieno di soddisfazione,/sulle labbra. La figura non disse nulla, annuì e se ne andò.
-abbiamo fatto- urlò roxie alle due amiche - ora possiamo andare a divertirci!-
Detto questo se ne andarono tutte e tre via salterellando,senza sapere che qualcuno, seduto su un albero,aveva visto tutto. 
-La cosa si fa interessante è? Ahahah voglio proprio vedere come te la caverai questa volta Misa~chan,evitando di far scoprire a tutti il tuo segreto. Ahahahahah-


Era la solita mattinata noiosa e misaki si stava avviando verso scuola, e mentre camminava pensava alla giornata precedente,in particolare a ciò che era accaduto tra lei e usui in infermeria.
Ciò che la riportò sulla terra fu l'urlo del suo nome,tuttavia  non fece in tempo a girarsi per vedere chi l'aveva pronunciato che Sakura le saltò addosso facendo cadere tutte e due. -Misaaa- iniziò piagnucolando  - che fine hai fatto? È da ieri mattina che non ti vedo. Non dovevamo tornare a casa insieme?- 
-scusami sakura! Me ne ero completamente dimenticata- disse la bianca dopo essersi tirata su. -Ma come ti sei dimenticata- squittì l'amica. -Sono dovuta tornare da sola ci sono rimasta abbastanza male. Dovrai fare qualcosa per farti perdonare.- la bianca annuì ignorandola. Era di pessimo umore e per il resto del tragitto verso scuola sakura le parlò  a macchinetta di quello che era successo nella sua classe il giorno prima. Misaki si limitava ad ascoltarla e ad annuire di tanto in tanto. 

Appena entrò in classe si fiondò nel suo banco, evitando il biondo seduto accanto a lei. Non si sentiva ancora pronta a parlargli e sperava che lui lo capisse è che la lasciasse stare. 
Ovviamente non fu così. Inizio a parlarle e quando vide che non lo degnava  di una risposta iniziò a tirarle palline di carta per attirare la sua attenzione. Venendo ignorato anche con le palline di carta decise di iniziarle a tirare palline di gomma, sperando che questa volta la bianca si girasse e gli rivolgesse la parola. 
"Ma che diamine ha" pensò usui.
"Sarà forse per quel bacio di ieri che  mi ignora?"  Mentre si tormentava,per cercare di capire cosa avesse la bianca  la campanella suonò  e non fece in tempo a ritornare nel mondo reale che la bianca se ne era già andata. Decise di lasciarla perdere almeno per quel giorno, anche se avrebbe continuato a tenerla d'occhio. 

Dopo esser uscita dall'aula ,sapendo che usui sarebbe andato in terrazza,Misaki  si andò a rifugiare nel giardino. Decise di mangiare il suo bento sul famoso muretto che aveva assistito, il giorno prima ,alla rissa con le tre oche. 
Ad un certo punto si sentì un rumore strano dal cespuglio dietro di lei.
Più si avvicinava più il rumore si faceva più forte. Si accovacciò davanti al cespuglio e iniziò ad avvicinare il braccio verso di esso. Il cespuglio continuava a muoversi e la bianca avvicinava sempre di più il braccio. Poco prima che la mano toccasse i rametti per spostarli un'altra,con una carnagione un po' più scura l'afferrò e dal cespuglio uscì un volto. "Misa~chat" esclamò il volto contento. Misaki se lo guardò stupita "shintani? Mi hai fatto prendere un colpo, idiota". Shintani era un ragazzo alto,di carnagione chiaro-scura. Aveva i capelli marroni così come gli occhi. Era un po' stupido e mangiava veramente tanto,forse troppo per essere un essere umano. Si conoscevano da quando erano piccoli,spesso andavano a giocare nel parco vicino alla casa della bianca. Lui era molto grasso,adorava mangiare dolci di qualsiasi tipo e colore,ma dopo la morte dei genitori era stato costretto ad abbandonare la città ed andare a vivere in campagna con i nonni,  lì non c'erano molte pasticcerie e per mangiare doveva lavorare e così è dimagrito. Chiacchierarono del più e del meno,sopratutto di come mai non si fosse presentato prima, ma inevitabilmente l'argomento ricadde su di lui. "È tornato" disse Shintani ritrovando la sua estroversa serietà. Misaki abbassò lo sguardo e prima di andarsene sussurrò un'unica parola: "Capisco".

Alla fine delle lezioni la bianca andò nella classe di Sakura per chiedergli se volesse tornare a casa con lei, ma non fece in tempo a terminare la frase che Sakura la mandò via dicendole che aveva tanto da fare con il suo club. Misaki iniziò ad avviarsi verso l'uscita della scuola, e mentre camminava decideva se fermarsi si o no alla libreria che era di strada per tornare a casa. Poteva vedere se era uscito un nuovo libro di stephen king. Era il suo autore preferito,si perdeva tra i suoi testi tra tutti quegli squartamenti r quegli omicidi si sentiva a casa,tuttavia a casa non ci sarebbe arrivata molto presto. Mentre la sua mente divagava tra dissezionamenti ed omicidi, si sentì un rumore assordante di vetri che vanno in frantumi. Non fece in tempo a tornare nella realtà ed a spostarsi che il banco, molto probabilmente spinto dal secondo piano, la prese in pieno e tutto si fece buio. 

Alle 20:30 di sera all'ospedale di tokyo, Misaki fece un sogno. Accanto al suo lettino di ospedale c'era una ragazza in piedi che la guardava con disprezzo e nel buio rideva, una risata malata. Dopo averla guardata, la vide spostarsi vicino al ragazzo seduto sulla poltrona, ma prima di poter vedere cosa stesse facendo ricadde nel buio per la seconda volta. Un buio in cui non c'erano sogni ma incubi. Un buio che sarebbe durato un bel po'.  


La bianca stava in ginocchio, in biancheria intima con le mani legate ad una catena abbastanza lunga che si andava conficcando nel muro. Seppur le catene le permettessero di muoversi non poteva spostarsi più di tanto ed era costretta a fissare il muro. Sapeva dove si trovava,come poter dimenticare un posto del genere. Quante volte era stata seduta lì a sputare sangue con lui dietro che se la rideva ma Nonostante la frusta, che continuava a baciarle la schiena facendole scendere lacrime di sangue, lei non urlava non gli voleva dare questa soddisfazione e lui iniziava a stancarsi; non era divertente se non urlava . 
"Quando inizierai a farmi divertire?" Chiese scocciato il ragazzo. "Non credi che ti abbia fatto già divertire abbastanza?" Rispose lei infognata rimpiangendo di potergli stare di fronte cosìcche il suo sputo potesse arrivargli in faccia. "Ahahah amore mio dovresti sapere che per me non è mai abbastanza" continuo avvicinandosi sempre di più con un oggetto metallico,abbastanza affilato, nella mano destra. Sapeva cosa stava per accadere, era successo così tante volte ed era pronta a strozzare le urla e a rialzarsi ancora nonostante il dolore. 
Di lì in poi iniziarono le grida ghiacciate all'interno. 

"Misaki, svegliati, stai bene? Misaki guardami. No non chiudere gli occhi! Ti prego!......"
   
 
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