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Autore: Sathys    27/04/2015    1 recensioni
Quante ribellioni ne contiene una sola?
Quante persone dovranno soffrire o morire pur di salvarne altre? Chi, invece, vivrà?
Quanto può essere forte l'amore, l'amicizia o la famiglia, difronte alla distruzione?
Se leggere della ribellione della Ragazza di Fuoco non vi ha stancato, dovreste voler sapere anche cosa accadeva dietro le quinte, sia nei distretti, sia in capitale, sia nel Tredici. Buona lettura.
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Kit - Capitol City
Rimani fermo, nello studio di Lawrence, a fissare il vuoto oltre la scrivania. Il tuo salvatore non ha più il coraggio di sedersi sopra la sua bella poltrona come quattro anni fa. Però tu, Hilien e Cherryn eravate nella stessa identica posizione di ora. E quello che temavate, è diventato realtà. 
La tua ragazza ti stringe la mano mentre tu stringi solo i pugni. Il tuo vecchio Distretto Dodici è stato spazzato via. Tutto. Non ne rimane più nulla. E tutto per quella cogliona di Katniss. Per quella freccia.
-Kit...- sussurra Hilien guardandoti ma tu non riesci a muoverti. Non dici nulla, almeno non prima che Cherryn esca dalla stanza. Nessuno la ferma, nemmeno il suo amato.
-E'... è accaduto tutto così in fretta.- sussura il fantastico signor Stainer. Colui che ti ha trascinato in questo inferno.
-Sono morti?- domandi guardando la mano di Hilien sulla tua -Sono morti?- ripeti sfilandola per passartela sul viso.
-Se ti riferisci alla tua famiglia, non ne ho idea.- lui ti risponde quasi sprezzante e quel punto non ti interessa più del ruolo che interpreta in questo momento nel suo bell'ufficio.
-Sei proprio un figlio di puttana Lawrence Stainer. Tu e quel tuo fratellino. Ci avete presi, allenati, cambiati. Ci avete costretto a fingere una morte per nascondere la nostra vera indentità a gente che neanche si ricorda più il mio vero nome. Avete lasciato morire le vostre sorelle tra le braccia dei ragazzi che amavano!- riprendi fiato mentre ti volti a guardarlo. Ha la testa poggiata contro il muro e non sembra intenzionato a reagire. 
Ti alzi sbattendo la sedia a terra e facendo sussultare la tua ragazza -Avete lasciato rinchiudere il nostro migliore amico. Forse il tuo unico vero amico. Hai lasciato che lo prendessero e lo portassero via dal tuo stesso cazzo di palazzo! Credi che non ci importi di lui? Credi che a Cherryn non importi?
Sospiri provando a zittirti perché lui si volta, e sembra volerti uccidere. Ti sta puntando una pistola addosso e viene pericolosamente verso di te. 
Hilien si alza in piedi scattando contro il muro per evitare la cosa. Bella ragazza che hai eh Kit?
-Adesso, uscirete da qui.- fa lui indicando la porta con la pistola -Indosserete la divisa, e andrete a combattere contro quel cazzo di Distretto Tredici. Chiaro?
Tu scrolli le spalle e gli sorridi prima di dire -Certo Signore. Per la Capitale.-

Indica Wellwood - Distretto 13
-Sai cosa? Questo distretto fa schifo. E' persino peggio della capitale. Però ci sono pasti gratis, e belle ragazze.-
"Inspira Indhys, Inspira" continua a ripetere la mia voce interiore mentre il più bel vincitore di tutti i giochi sta provando a fare il piacione con me. Ora gli pianto un pugno in testa.
-Almeno il cibo è...- non finisce a parlare.
-Senti Odair. Sei venuto fino a qui su una barella. Io ti ho svegliato dai sedativi che ti avevano ignettato. A te alla tua cazzo di amichetta che avrebbe dovuto avere un bambino ma io non ho visto nessun aborto spontaneo. Non farmene pentire, okay?- sbotto infilandogli l'ago della flebo nel braccio, non proprio delicatamente.
Lui assottiglia gli occhi in risposta e poi indica il mio cartellino -Tu sei una Wellwood. Vieni dal Sei, no?- domanda retoricamente.
-Sì e allora? Hai preso il nostro viagra per le tue donnine?- rispondo acida.
-No... non ho bisogno delle vostre pillole.- sentenzia lui sorridendo sghembo. Lo odio -Tuo fratello. Mikael...-
A quel nome il mio cuore perde un battito e deve accorgersene perché sospira divertito.
-Mi dispiace davvero per lui, era nella stessa arena di Annie.- continua. Mi sta guardando negli occhi e io non riesco a capire cosa voglia davvero -So cosa vuol dire avere una persona a cui vuoi bene o che ami là dentro. O averla nelle mani di Capitol City. Voglio solo fare amicizia.- deglutisce prima di guardarsi i piedi. Sembra nervoso ma a me inizia non fregarmene un cazzo.
-Mi sembra che la tua Annie sia tornata. Mio fratello no. E la mia ragazza nemmeno. Anzi al suo posto è tornata quella puttanella là.- sputo quasi indicando la stanza di Katniss -E adesso, la mia gemella è bloccata a Capitol City. Non credo tu possa sapere come mi senta. Quindi sta zitto.- concludo fissandolo prima che il mio cercapersone inizi a squillare.
-Devi andare?- domanda trattenendomi per il braccio. Sembra abbia davvero bisogno di qualcuno con cui parlare. Mi ci rivedo quindi decido di non essere così stronza.
-Sì.- sospiro voltandomi verso la porta. E' fatta di vetro e posso vedere dei ragazzi entrare e sedersi su alcune barelle accompagnati da altri infermieri -A dopo.- sorrido sperando che non sembri una smorfia e esco dalla stanza di Finnick.
-Indica! Prendi i nomi di tutti!- urla David correndo a prendere una siringa per ignettarla ad un ragazzo biondissimo davanti a me. E' sporco di sangue ma mi avvicino lo stesso mentre David gli ignetta il composto e se ne va nel retro.
-Nome?- domando prendendo una cartellina lì a fianco e la penna da una tasca.
-Mi chiamo Jack K-King.- ha difficoltà a pronunciarlo ma sembra che sia dovuto al suo cambio di colore di capelli dal biondo al castano scuro. Rimango a fissarlo per dieci secondi buoni. Io conosco un Jack King. Non direttamente, ma è uguale a questo nuovo ragazzo. Solo che dovrebbe essere morto. Nei giochi. 
-Prosegui con gli altri.- David nel frattempo è tornato e mi sta toccando una spalla -Indica!-
-Nabis...- sussurro quasi impercettibilmente ma lui scuote la testa, sembra che mi abbia sentito o letto il labiale. 
-E' morta davvero, mi dispiace...-
Stavolta scuoto io la testa facendo un passo verso la prossima barella. Nabis è morta. Jack è morto. Non è lui. Jack non è davanti a me. No.
-Nome?- domando senza alzare la testa dalla cartellina che stringo in mano.
-Bolt Roller.- risponde tastandosi la mano. 
Noto che ha una ferita -Dovresti curarla...- sussurro.
Bolt è morto. Jack è morto. Nabis è morta.
-Nome?- chiedo ancora deglutendo.
-Axel Sanders.-
Annoto anche questo nome senza nemmeno guardare in faccia il ragazzo. 
Axel è morto. Bolt è morto. Jack è morto. Nabis è morta.
-Nome?- ripeto per l'ultima volta. Sto quasi stracciando la carta sulla cartella per quanto la stringo forte. La mano che regge la penna sta tremando. Voglio svegliarmi.
Però quello che sento dire non è un nome, ma una frase -Agitata cuginetta?-
Alzo lo sguardo istintivamente per incrociare i suoi occhi glaciali. Non occorre che mi dica il nome perché sono io a pronunciare -Leon Fender.- prima di ripetere la lista nella mia testa. 
Nabis è morta. Jack è vivo. Bolt è vivo. Alex è vivo. Leon è vivo, e questo non è un sogno.  

Lucas Gorge - Ricordi
Li avevi visti e li avevi inseguiti. Vero? Lo avevi riconosciuto. 
Jack King. Il ragazzino di Mirum, quello che hai frustato fino ad aprirgli la schiena in due quando eri in servizio nel Distretto Sette. O forse per te era solo l'ex ragazzo di Kole Wheeler? La spia che ha scopato più volte con te? 
Eravate entrambi costretti a farlo comunque. Snow ti aveva messo a fare la puttana anche se eri un bravo pacificatore. Però eri bello. No, bellissimo. Questi lunghi capelli rossi sono stati la tua rovina, come i tuoi occhi, color dell'oro. 
Avevi dovuto accettare per forza. Snow avrebbe ucciso chiunque tu avessi amato. Ma tu non amavi nessuno
Eri più giovane e volevi diventare un pacificatore a tutti i costi. Credevi negli ideali della capitale ma essendo eterosessuale non avresti mai venduto il tuo culo a qualche pidocchio rifatto.
Snow disse che andava bene e ti lasciò uscire dall'ufficio.
Poi però, qualche giorno dopo, Mirum fu mandato da solo a combattere un gruppo di ribelli. Il tuo vecchio migliore amico aveva rischiato davvero grosso. Una coltellata al cuore, talmente forte che potevi sentirla arrivare direttamente nel tuo. Soprattuto quando avevi letto il bigliettino tra le rose bianche lasciate sul comodino del letto dell'ospedale. Sarebbe accaduto di peggio se non avresti accettato l'incarico di Snow. 
Così alla fine ti sei ritrovato a lavorare anche al fianco di tua sorella Ryen, la vincitrice
Più andava avanti, più la rabbia cresceva. Hai abbandonato i tuoi amici per paura che Snow potesse toccarli. Hai abbandonato la tua famiglia. Hai abbandonato Mirum. Lo hai odiato per essere stato il capro espiatorio di Snow e non appena ne hai avuto la possibilità ti sei vendicato sulla persona che lui amava.
Eri diventato un mostro e adesso avevi avuto l'occasione di dimostrarlo.
Avevi corso dietro quei ragazzi per sedici chilometri fino a che non hai colpito Hanna sulla gamba con la tua pistola, facendola cadere. Non sapevi chi fosse, ma stava con Jack, andava eliminata
Le lacrime rigavano il suo volto mentre si reggeva la gamba ferita ma continuava a guardarti negli occhi. Lei non aveva paura di te.
-Sono già morta.- aveva detto -Non mancherò a nessuno.-.
Furono le sue ultime parole prima di cadere a terra sotto il tuo colpo. Dritto in fronte, come ti avevano insegnato.
Ma poi non avevi rincorso Jack. No, eri rimasto lì a guardarla con un sorriso amaro sul volto. Avevi ucciso ancora, un'altra ragazzina e non ti sentivi ancora appagato. Ne volevi di più ma ormai Jack era scomparso e non potevi avere anche la sua anima. 
Peccato, perché dopo pochi minuti fu lui a tornare, colpendoti la scapola destra. Avevi urlato, ma le tue urla non riuscirono a sovrastare le sue parole -Questo è per Hanna.-
Il dolore ti impedì di muoverti, facendoti accasciare a terra immobile. Il bruciore ti pervarse la spalla e avevi capito che il coltello era avvelenato. Bastardo.
Arrivò un'altra coltellata, stavolta direttamente al centro della schiena. Urlasti ancora.
-Questa è per Mirum.- sentenziò il ragazzino la cui schiena avevi aperto.
Non potevi vederlo in faccia e lui non potè vedere la tua. Un sorriso ti si era stampato sul volto. Era finita.
L'ultima coltellata nemmeno l'hai sentita. Dritta al cuore.
-Questa è per me. Jack King. Ti ricordi?-
"" avevi pensato poco prima che i tuoi occhi smettessero di brillare.




Sì perdonate il ritardo e l'uso sconsiderato dei verbi.
  
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