PREFAZIONE:
Sono tornata prima di capodanno, come
sono felice!
Questo capitolo non è molto lungo e
contiene solo una scena, tuttavia può forse essere considerata la scena madre
dell’intera fic poiché finalmente i nostri due eroi cominciano a non prendersi
più a pugni ad ogni occasione valida! Qualcosa cambia nel loro rapporto, anche
se ovviamente non sarà amore folle il risultato che troverete alla fine del
cappy.
Spero che l’aggiornamento vi piaccia,
inoltre annuncio che alla fine della fic non mancherà poi molto: infatti, come
forse avrete sospettato, finirà il giorno di Natale, quindi probabilmente in
cinque, sei capitoli dovremmo esserci. L’ideale sarebbe arrivare al decimo
capitolo, spero di fermarmi lì e di non andare oltre!
Bacioni e buona lettura, ci vediamo in
fondo come sempre!
Kiss
<< La mia
cervicale mi impedisce di muovermi nanetto! Passami la saliera! >>
Roy si lasciò
sfuggire un sorriso mentre, con la coda dell’occhio, osservava divertito la
buffa faccia di Edward.
<<
Vecchiaccia modera i termini, non accetto critiche sull’altezza da te! >>
Ribatté il biondino passando sgarbatamente l’oggetto alla signora.
<< Phf!
>>
<< Possibile
che voi due dobbiate sempre litigare? Oh accidenti, chissà Envy cosa starà
pensando… >> Esclamò Trisha voltandosi preoccupata verso il moro.
<< Va tutto
bene… >> Si limitò a rispondere quello con un mezzo sorriso.
Edward gli lanciò
un’occhiata interrogativa, chiedendosi come mai l’uomo fosse all’improvviso
diventato così recessivo e garbato, ma la cosa non gli dispiaque. Sorrise
appena e poi si voltò, incontrando lo sguardo gelido di Winry dall’altro capo
della tavola.
“Sto aspettando”
Sembravano dire gli occhi della ragazza.
Edo sbuffò
torturandosi le mani sotto il tavolo: come diavolo aveva fatto a cacciarsi in questa
situazione assurda? Proprio ora che le cose sembravano migliorare, lui cosa
faceva? Complicava tutto! Che razza d’idiota!
Continuarono a
mangiare e parlare tranquillamente: quella sera sembrava che l’attenzione di
tutti fosse completamente dirottata sul nuovo arrivato.
<< E dimmi
ragazzo mio, lo stato ha intenzione di continuare a governare con l’ausilio del
Parlamento oppure diventerà una monarchia assoluta? Girano voci su un possibile
colpo di stato… >> Domandò interessato Hohehaim mandando giù un boccone.
<< Solo voci
di corridoio: lo Stato non avrebbe alcun interesse a liberarsi del Parlamento,
soprattutto per quanto riguarda l’amministrazione degli affari economici,
mentre l’esercito si cura più del potere politico… >>
Roy sembrava perfettamente a suo agio nel parlare di queste cose, anche se con
sconosciuti: era chiaro che aveva ricevuto il dono della parola.
Edward guardava
confuso i due, senza capire una parola di quello che stessero dicendo: si
sentiva come un bambino piccolo che non riesce a capire i discorsi tra adulti e
la cosa lo irritò parecchio.
Continuarono a
mangiare allegramente, tutti apprezzando l’ottima cucina di Trisha e Alphonse,
specialmente Roy: il cibo che gli preparavano i domestici di casa sua non era
lontanamente paragonabile a questo!
<< Era tutto
squisito! >> Esclamò una volta ripulito da cima a fondo il piatto.
<< Sono
contenta che ti sia piaciuto tutto, QUALCUNO dovrebbe prendere esempio da te…
>> Esclamò la donna scoccando un’occhiata divertita al figlio maggiore.
Quello sbuffò
indispettito.
<< Era tutto
buono, non capisco perché ogni volta mi sgridi… >>
<< Perché lo dici per farmi contenta e non perché lo pensi davvero…
>>
<< A
proposito figliolo… >> Intervenne il padre con tono di voce serio e
sicuro.
Un brivido percorse
la schiena dell’altro.
Alzò la testa e
puntò gli occhi dorati in quelli l’uomo.
<< Sì… padre?
>>
Hohehain si pulì la
bocca sul tovagliolo.
<< Com’è
andato il colloquio di lavoro? Immagino bene con le tue capacità… >>
Roy drizzò le orecchie.
<< Ecco… a
dire il vero… >> Temporeggiò il biondino intrecciando le mani sotto il
tavolo: che diavolo andava ad inventarsi ora? Non poteva certo dire che il
colloquio era stato un completo disastro, che figura ci avrebbe fatto?
“Sono fregato…”
<< Allora?
>> Lo esortò il padre.
Improvvisamente,
l’atmosfera distesa di poco prima si era trasformata, diventando tesa e
pesante.
<< Mi scusi
Trisha, può darmi dell’altro pollo? Era davvero squisito! >> Esclamò di
punto in bianco il Colonnello attirando su di sé tutta l’attenzione dei
presenti.
<< Oh caro,
ma puoi darmi semplicemente del tu! Vedi Edward? Perché non impari un po’ di
buone maniere da lui? >>
Il biondino, ancora
teso per la piccola discussione avuta poco prima col padre, sorrise sollevato
lanciando un’occhiata colma di gratitudine al moro: che lo avesse fatto
apposta?
<< Quello non
è essere gentili, è essere lecchini oltremodo! >>
<< E allora
sii più lecchino! Ecco Envy, serviti pure… >> Disse la donna porgendo a
Roy la teglia contenente ciò che restava del pollo.
<< Grazie…
>>
<< Vedi
nanerottolo? Se tu mangiassi tanto come il tuo ragazzo, saresti più alto!
>> Esclamò Pinako osservando indispettita il soldato ingozzarsi, seppur
elegantemente.
<< Potrei
dire lo stesso di te vecchia! >> Ribatté il nipote prontamente.
<< Non è mica il mio ragazzo! >>
<< No, tu non
ce l’hai il marito perché sei una zitella! >>
<< E tu sei un tappo così basso da non essere visibile al microscopio!
>>
<< COS’HAI
DETTO? RIPETILO SE HAI IL CORAGGIO!!! >>
<< NANO!
>>
Improvvisamente
saliere, portatovaglioli, persino un piatto e due bicchieri, cominciarono a
volare da una parte all’altra della tavola, sotto lo sguardo incredulo di Roy.
Si guardò in giro e
scoprì, con ancora più sorpresa, di essere l’unico ad essere sorpreso: gli
altri osservavano la scena rassegnati, Alphonse persino continuando a mangiare
tranquillamente come se niente fosse, ignorando il baccano incredibile.
Che fosse finito in
un manicomio?
<< Ok, ok,
direi che per oggi può bastare così… >> Esclamò Trisha afferrando alcuni piatti
sporchi e cominciando a sparecchiare la tavola.
Edward tirò un
sospiro di sollievo lanciando un’occhiata rapida al padre, il quale ora stava
tranquillamente parlando con suo fratello: pericolo scampato!
<< Grazie…
>> Sussurrò sottovoce a Roy.
Il militare sgranò
gli occhi fingendosi sorpreso.
<< Per cosa
scusa? >>
<< E non fare
il finto tonto Colonnello di merda, mi… hai evitato una scena davvero
imbarazzante con mio padre. Grazie… >> Sussurrò imbarazzato scostandosi i
capelli dal volto.
Per qualche malsano
secondo, il moro ebbe l’insano impulso di aiutarlo a scacciare quei ciuffi
dorati che nascondevano ingiustamente i suoi begl’occhi: fortunatamente rinsavì
in tempo.
<< Non so di
cosa tu stia parlando… >>
Edo sbuffò paziente
sporgendosi verso di lui: era il momento perfetto, ora o mai più!
Sbirciò con la coda
dell’occhio che Winry li stesse guardando: sì, lo sguardo della biondina era
puntato su di loro, gelido e pietrificato.
Sorrise per non
piangere: da una parte era felice perché stava per umiliare Winry; dall’altra
era nel terrore perché stava per rovinare il miracoloso miglioramento tanto
faticato avuto da parte dell’altro.
Roy analizzò bene
la situazione, irrigidendosi man mano che vedeva il giovane venirgli sempre più
vicino.
“Ma che diavolo…?”
<< Roy,
scusami tanto per quello che sto per fare, promettimi che non ti agiterai,
d’accordo? >> Sussurrò implorante a pochi centimetri dal suo volto,
sempre fingendo un sorriso per rendere la cosa credibile agli occhi di Winry.
Sbattè più volte
gli occhi incredulo.
<< Cosa
dovrei perdonarti ragazzino? >>
Domandò a bassa voce, stando involontariamente al gioco del biondo,
qualunque esso fosse.
<< Ti spiego
tutto più tardi, ma ora ti prego non ti muovere… >>
<< Mi vuoi
spiegare cosa stai fac…!!! >>
Non riuscì a dire
altro: due labbra morbide e piene, ancora zuccherate per via del panettone, si
posarono sulle sue come petali di rosa, delicate ma allo stesso tempo
infuocate.
Incredulo sgranò
gli occhi, troppo sconvolto per muoversi o fare qualunque cosa, riflettendo su
quanto stava accadendo: allora, stava baciando UN UOMO, che conosceva da UN
GIORNO, davanti a un sacco di persone ESTRANEE… e, quel che era peggio, era che
la cosa NON GLI DISPIACEVA AFFATTO!
Rimase immobile
mentre il ragazzino leccava dalle sue labbra lo zucchero con il quale lo aveva
sporcato: ma che diavolo stava succedendo?!? Che fosse solo un brutto sogno?
Fortunatamente nessuno sembrava aver assistito alla scena…
Quando finalmente
si staccò da lui, per qualche istante si guardarono negli occhi, poi si sentì
afferrare la mano e trascinare via: che altro c’era ora?
<< Ecco, noi
saremmo stanchi, vorremmo andare a dormire se non vi dispiace…. >>
Esclamò il biondino passandosi una mano tra i capelli: un lieve rossore
dipingeva le sue gote diafane.
<< Certo,
buonanotte allora! >> Esclamarono Trisha e Alphonse in coro.
Salutarono
cordialmente tutti nella stanza, tranne zia Pinako che Edward apostrofò con una
frase del tipo “riposa vecchia nanerottola, che altrimenti domani non riesci ad
alzarti dal letto vista la tua età.”, e scapparono via, salendo le scale ed
entrando nella loro camera.
Il ragazzo si
chiuse la porta alle spalle e tirò un sospiro di sollievo, cercando di
ricomporsi.
Rimasero qualche
brevissimo istante in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, quando Roy
Mustang finalmente esplose.
<< TU COS’HAI
FATTO?!? >> Tuonò con voce dura, sgranando gli occhi che mandavano
scintille da tutte le parti.
<< Calmati:
lo so, ho sbagliato, ma non mi sembra che ti sia dispiaciuto, dopotutto non ti
sei spostato… >> Osò ribattere l’altro buttandosi sul letto a braccia
aperte.
La rabbia del
Colonnello aumentò a dismisura: che la cosa lo facesse infuriare così tanto,
era dovuta al fatto che era assurdamente vera!
<< Non me ne
hai dato il tempo! Spiegami perché hai fatto una cosa del genere!! >>
Edo sbadigliò
stiracchiando le gambe e guardando l’ora che la sveglia segnava sul suo
quadrante luminoso: le 22:34, non molto tardi, tuttavia era distrutto.
<< Ne
possiamo riparlare domani? Sono stanchissimo… >>
<< No, cazzo
no! Ne parliamo adesso ragazzino!! >>
<< E va bene, non scaldarti troppo però! >>
Si mise a sedere
accavallando le gambe e guardando l’altro dritto negli occhi.
<< Winry
aveva scoperto che tu non sei Envy, deve aver sentito qualche nostra discussione
e aver fatto due più due: se volevo convincerla che tu eri davvero Envy, dovevo
baciarti… >>
<< E lo hai
fatto senza dirmi niente? Così, di punto in bianco?! >> Domandò
incredulo.
L’altro fece
spallucce.
<< Se ti
avessi avvertito mi avresti dato il consenso? >>
Colpito e
affondato.
Roy si morse il
labbro inferiore maledicendo mentalmente quel dannato ragazzino: era possibile
essere così odiosi?
<< Visto?
>> Rincarò la dose il giovane togliendosi il maglione e rimanendo a petto
nudo.
Roy sussultò facendo
un balzo indietro mentre l’altro cominciava ad armeggiare anche coi pantaloni.
<< Che… che
stai facendo ora? >>
Il biondino lanciò
un’occhiata interrogativa al soldato.
<< Mi sto
svestendo per andare a dormire, non si vede? Dovrei andare a letto vestito?
>>
<< Abbi la
decenza di andare a cambiarti in bagno, non ho intenzione di assistere ai tuoi
spogliarelli! >>
<< E perché,
che c’è di male? E comunque guarda che io dormo con addosso solo i boxer…
>>
Mustang, sfinito e
amareggiato, decise di lasciar perdere e così si diresse verso l’armadio per
cercare un pigiama tra i vestiti del vero Envy ma, con suo grande disappunto,
non ne trovò neanche uno.
<< Il tuo
ragazzo ce l’aveva il pigiama? >>
Lo sguardo
compassionevole e canzonatorio del biondino bastarono come risposta.
Indignato, afferrò
un paio di pantaloni di una tuta e si tolse la camicia rimanendo a petto nudo:
Edward dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per distogliere lo
sguardo da quel corpo statuario.
<< Vado a
cambiarmi… >> Borbottò.
<< Guarda che
puoi farlo anche qui, non mangio mica sai? >>
<< A
differenza di te io so cos’è la decenza e mi ci attengo! >> Ribatté
nervosamente facendo per uscire, quando l’altro lo bloccò.
<< Se vuoi mi
giro, non ho alcun interesse nel vederti le gambe… >> E così dicendo, il
biondino affondò il volto nel suo soffice cuscino.
Roy sbuffò
titubante: non gli andava di cambiarsi in presenza di quel nanerottolo, andava
contro ogni suo principio morale… ma se fosse scappato in bagno avrebbe fatto
la figura del codardo… accidenti che dilemma!
<< Se scopro
che ti volti giuro che ti do fuoco! >> Lo minacciò cominciando a
togliersi i jeans strappati.
<< Come ti ho
già detto, non ho alcun interesse nel guardarti le gambe Colonnello di merda…
>>
<< Non mi
fido di te: guarda dove mi hai portato e in che situazione assurda mi sono
ritrovato! >>
<< Sempre a
lagnarti… finito? >>
<< Aspetta un
attimo… sì, finito… >>
Il giovane tornò a
voltarsi e scoprì l’uomo già sotto le coperte, all’estremo lato opposto di dove
si trovava lui, rigirato su sé stesso.
<< Sai che
non ti mangio? >>
<< Mi sto
trattenendo dal cacciarti fuori dal letto, quindi fai la cortesia di tapparti
quella boccaccia! >>
<< La gentilezza non è il tuo punto forte eh? >>
<< Senti chi
parla… >>
<< Va bene,
va bene… tregua! Ora sarà meglio che dormiamo, ci aspetta una giornataccia
domani! >>
<< Cosa ci
aspetterebbe di preciso? >> Domandò Mustang preoccupato.
<< Dopodomani
siamo alla vigilia di Natale no? Domani ci aspettano tutti i preparativi…
>>
<< “CI”?!?
>>
<< Sì,
proprio “CI”, quindi è meglio riposarsi, non ho voglia di essere uno straccio
domani! >>
Il moro non
rispose, si limitò ad avvicinarsi ancora di più al bordo del letto e spegnere
la luce del comodino.
Edward sbuffò
seccato.
<< Buonanotte
eh… >>
<< ‘Notte.
>> Rispose con tono di voce seccato l’altro.
Edo sospirò
decidendo di lasciar perdere: non era in vena di sprecare energie con lui ora!
Si mise sotto le
coperte coprendosi fino al naso con la caldissima trapunta: questo era uno dei
momenti più graditi della giornata. Ecco, poteva già sentire le braccia di
Morfeo accoglierlo nel mondo dei sogni, dolci e rassicuranti, paradisiaco
contatto…
<< Cos’è
successo prima con tuo padre? >>
… e tanti saluti a Morfeo e alla sua bella dormita!
Si voltò verso
l’uomo, scoprendolo ancora di spalle.
<< Come
scusa? >> Domandò con voce stanca.
<< Prima….
Quando tuo padre ti ha chiesto del colloquio di lavoro… >> Continuò il
Colonnello.
Edward sgranò gli
occhi sorpreso: e ora che diavolo tirava fuori? Erano discorsi da fare? Che
motivo aveva quell’uomo per chiedergli una cosa così personale?
Chinò la testa
poggiandosi su un fianco.
<< Io e mio
padre… non abbiamo un bel rapporto… >>
<< E perché?
>>
Finalmente il moro
si voltò di lato, ritrovandosi faccia a faccia con due occhi dorati, coperti da
un velo di tristezza.
Uno di fronte
all’altro, occhi negli occhi: nessuna bugia sarebbe scampata. Certo, lui
avrebbe potuto rifiutarsi di parlare dicendo che erano affari suoi, tuttavia,
per qualche incomprensibile ragione, decise di aprirsi col Colonnello.
<< Mio padre
vorrebbe che io facessi un lavoro importante, un po’ come quello che fai tu.
Un’occupazione che fornisse sia soldi che onore e rispetto. Non gli va giù che
io lavori nel bar dove ci siamo incontrati… >> Spiegò mogio, mogio.
<< E perché
non gli va giù? Hai provato a dirgli che a te va benissimo il lavoro che fai?
Perché a te piace vero? >>
Edo annuì
vigorosamente.
<< Certo che
mi piace, moltissimo! Però mio padre crede che riuscirei ad essere felice solo
svolgendo un lavoro dignitoso. Per un certo verso non posso volergli male: lui
lo fa nel mio interesse, vuole solo che io sia felice e conduca una vita agiata
e felice, non si accorge che già la conduco e che non potrei chiedere di
meglio! >>
<< Lavorando in un pub? >> Domandò scettico il militare alzando un
sopracciglio.
Anche se buio, il
giovane riuscì comunque a scorgere lo scetticismo negli occhi dell’altro.
Sorrise
teneramente, proprio come si faceva coi bambini: Mustang ringraziò che avessero
precedentemente chiuso la luce così da non poter mostrare il velo rossastro che
ora ricopriva le sue guance.
<< Forse non
sarò ricco, ma ti assicuro che sono più felice di te caro Colonnello! Ho tanti
amici che mi danno una mano e mi sostengono, non potrei chiedere niente di
meglio! Loro valgono molto più del denaro… >> Esclamò convinto di quanto
affermava.
Roy annuì con la
testa: lui aveva pochi buoni amici, quindi non poteva sapere e capire appieno
le parole dell’altro, tuttavia riuscì a comprendere quanto veritiere e profonde
esse fossero.
Quel ragazzino non
era affatto male come credeva!
<< Lo sai
Edward? In effetti sembra che nel tuo cervello ci sia molta più materia grigia
di quanto mi fossi aspettato… >> Lo stuzzicò divertito.
Un calcio poderoso
lo colpì alla gamba.
<< Bada a
come parli cagnaccio, altrimenti… >> Alzò i pungi verso l’uomo, ma quello
fu più svelto e gli afferrò i polsi avvicinando il volto al suo.
<< Altrimenti
cosa ragazzino? Cominci a mordere? >> Sussurrò con un ghigno dipinto sul
volto.
Edo arrossì inerme
tra le braccia dell’altro, specchiandosi nelle sue iridi d’onice: perché
diavolo, in quel momento, trovava quel bastardo… così dannatamente sexy?!?
<< Però non è
giusto, tu sai praticamente tutto della mia vita e io non so niente della tua!
Adesso tocca a te dirmi qualcosa! >>
Roy sgranò gli
occhi sorpreso.
<< E cosa
vorresti sapere della mia vita? >>
<< Ma che ne so, qualcosa! >> Sbottò imbarazzato: in che cavolo di
discorsi era entrato?
Il militare guardò
per qualche istante l’altro, incerto se parlare o considerare la cosa uno
scherzo, poi sospirò.
<< Dunque…
>> Cominciò facendosi pensieroso. << Lavoro all’esercito e sono
fidanzato col mio Tenente. Basta? >>
<< Che cavolo
di risposta, certo che non basta! A questo ci ero arrivato da solo, a parte il
fatto che non sapevo che la donna bionda fosse il tuo Tenente! >>
<< Ma allora cos’è che vuoi sapere? Non tutti abbiamo una vita
movimentata e avventurosa come la tua nanerottolo… >>
Secondo calcio,
addirittura più poderoso del precedente.
<< Scemo!
Comunque che ne so? Tipo i tuoi genitori, che tipi sono? >>
Mustang guardò
sorpreso il ragazzo.
<< I miei
genitori? Ti interessa davvero parlare dei miei genitori o non riesci a trovare
nessun’altra argomentazione valida per portare avanti questo discorso penoso?
>>
<< Tu rispondi e basta! >>
Mustang sospirò
passandosi una mano tra i capelli arruffati.
<< Che posso
dirti? Mia madre è morta quando avevo dieci anni: nel tempo in cui era in vita,
mi ha viziato all’inverosimile rendendomi forse il bambino più insopportabile
di questo pianeta, ma dopo la sua scomparsa le cose cambiarono: mio padre mi
spedì diritto all’accademia militare, visto che aveva deciso che da grande
avrei fatto il soldato. E’ stato proprio lui ad organizzare il mio fidanzamento
col Tenente Hawkeye, diceva che mi avrebbe aiutato a far carriera . Ora faccio
il Colonnello e aspiro a diventare Comandante Supremo dell’esercito… >>
<< Mi
dispiace per tua madre… >> Disse dispiaciuto il ragazzo chinando gli
occhi. << Io non saprei immaginarmi una vita senza la mia: non dev’essere
stato bello… >>
<< No, non lo
è stato, ma non devi preoccuparti: dopo un po’ le ferite, anche quelle più
gravi, si cicatrizzano e vengono dimenticate… >> Rispose il moro con voce
smorta.
Cadde per un
istante il silenzio, durante il quale i due evitarono accuratamente di
guardarsi negli occhi, poi Edward parlò nuovamente.
<< Ma tu
allora non sei fidanzato con quella donna perché la ami… >>
Roy sorrise divertito, malizioso.
<< Perché, ti
interessa per caso? >>
<< ASSOLUTAMENTE NO!! >> Urlò quasi il giovane diventando paonazzo.
<< E’ solo che non la trovo una bella cosa: ognuno dovrebbe essere libero
di stare con chi gli pare e piace, dovresti parlare con tuo padre… >>
Il moro si
trattenne dallo sbuffare: era ovvio che il ragazzo non conoscesse il suo
vecchio, altrimenti non gli avrebbe detto una cosa così stupida.
<< Ci…
proverò… >>
Edo sorrise
soddisfatto, per qualche strano motivo contento di aver dato un buon consiglio
all’altro. Che stesse completamente diventando pazzo?
<< Quindi
avevo ragione… >> Esclamò divertito voltandosi dall’altra parte e dando
nuovamente le spalle all’uomo.
Quello lo guardò
incerto, confuso, non capendo a cosa ora si stesse riferendo.
<< Su cosa?
>>
Ed sghignazzò.
<< Sei
proprio un figlio di papà! >>
[To be continued…]
ANGOLINO:
Vi è piaciuto? Spero
vivamente di sì, vista la fatica che ho fatto a scriverlo! Nonostante possa
sembrare semplice e banale, vi assicuro che mi ci è voluto un monte per
architettare il momento perfetto in cui Edward avrebbe potuto baciare Mustang e
la reazione di quest’ultimo. Alla fine il risultato non mi ha soddisfatto
pienamente, ma ultimamente la mia fantasia mi impedisce di trovare migliori
sbocchi, quindi…
Ringrazio tutti coloro che
hanno commentato il precedente capitolo, ovvero:
Steffa, Nux, FeEChAn,
shikadance, Betta90,
eLiSeTtA, Red
Robin, ladyflame, nemesi06, Liris,
Brisinger, Akatsuki,
antote e dragoon.
Grazie di cuore per i
vostri commenti, siete state davvero carinissime!
ATTENZIONE: Per il prossimo aggiornamento potreste dover
attendere un po’ più del normale (se prima avevate un aggiornamento ogni
settimana, questa volta potreste attendere anche due o, i alcuni e spero rari
casi, anche tre, visto che la mia mente malata ha avuto la malsana idea di
imbarcarsi anche nella stesura di una terza fiction! Lo so sono pazza, ma
l’ispirazione è arrivata come una manna dal cielo e non ho potuto non
scriverla! :3
AVVISO PER I
FAN DELLA SAGA DI “NARUTO”:
Ho cominciato a scrivere una fic, in
questo fandom, a più capitoli. Per chiunque fosse interessato, riporto qua
sotto il titolo: mi fareste davvero felicissima se la leggeste e mi lasciaste
un commentino anche là… ovviamente si tratta di una SasuNaru!
La storia si intitola:
“Gioco di Ruoli: Contro il Destino”
Chiunque
fosse interessato, clicchi il titolo qua sopra e potrà leggere il primo
capitolo della fiction: attenzione, è una V.M. 18,
rating rosso!
E
anche questa è fatta! Vi saluto augurandovi un buon anno nuovo e, se non
dovessi aggiornare prima, un buon rientro a scuola, per quanto questo possa
essere possibile.
Un
bacione.
Eril
Buon 2009!!