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Autore: annie_chase    28/04/2015    2 recensioni
Piccolo brano riguardante un dolcioso momento Percabeth visto da Percy. Buona lettura :)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Percy si era appena svegliato, nel suo letto della Cabina 3, mentre la luce del caldo sole estivo si irradiava nella stanza. Stropicciandosi gli occhi, si rese conto che quel giorno non aveva niente da fare: nessuna Caccia alla Bandiera, nessuna impresa da strapazzo, niente di niente. Era libero, in quella giornata. Era una cosa che capitava una, o due volte al mese. Poteva trascorrere un’intera giornata con Annabeth! Quella sì che era un’ottima idea, pensò Testa d’Alghe. Annabeth, oltre ad essere un insopportabile sapientona e una diligente Figlia di Atena, era anche la sua ragazza. La sua splendida, fantastica, rompiscatole fidanzata. Si alzò di buon umore e si vestì velocemente, indossando un paio di jeans e una maglietta arancione del Campo Mezzosangue. Trovava che quel colore gli stesse benissimo, al contrario dei suoi capelli, sparati ovviamente come al solito in tutte le direzioni. Uscì dalla Cabina 3 e si diresse verso la Cabina 6, dove alloggiavano i figli di Atena. Nonostante il fatto che la loro relazione durasse da un po’ di tempo, Percy sentiva le farfalle nello stomaco come la prima volta. Annabeth lo faceva sentire sempre così. Agitato, emozionato. Innamorato. Quando bussò alla porta della Cabina, nessuno rispose. Quindi infilò timidamente la testa dentro l’ambiente, come sempre pieno di scartoffie, progetti, computer, matite, penne e gomme per cancellare. Insomma, in quell’ordinato casino, non c’era neanche l’ombra di un semidio. Evidentemente, erano tutti già usciti a fare colazione. Non sapeva che la progenie della dea della saggezza fosse così… mattutina. Per la progenie di Poseidone, il concetto era leggermente diverso. Percy si avviò verso il cuore del Campo Mezzosangue per fare colazione. Mangiò dei biscotti rigorosamente blu, cercando con lo sguardo la sua ragazza. Non trovandola, si avviò verso la spiaggia a fare due passi. L’acqua riusciva sempre a rilassarlo, magari poteva andare a fare un giretto sottacqua, avrebbe potuto fare incontri interessanti. Ma l’incontro interessante avvenne prima di scendere in acqua. Percy scorse, seduta sulla spiaggia, una ragazza bionda, con la maglietta del Campo Mezzosangue. Tra i capelli, brillava alla luce del sole una ciocca grigia. La stessa che il figlio di Poseidone portava dopo lo scontro con il Titano Atlante. La testa gli girò e una parola si formulò nella sua mente: Annabeth.
Cercò di avvicinarsi alla sua ragazza senza fare rumore, ma la bionda lo sentì immediatamente e si voltò di scatto.
-Ben svegliato, Testa d’Alghe. Dormito bene?
Sul viso di Annabeth brillava un sorriso ironico e astuto. Com’era bella. In tutta risposta, Percy si accomodò accanto a lei e le scoccò un bacio sulla guanci. A quel punto, lei girò la faccia e si trovarono così, bocca contro bocca, naso contro naso, mentre Percy affogava in quegli occhi così simili a due piccole tempeste. Era felice di affogarvi. Poco dopo sussurrò:
-Ti va un bagno?
Lei annuì e, senza aspettarlo, si buttò in acqua, con la maglietta e i pantaloncini ancora addosso. Il ragazzo la seguì, senza curarsi dei vestiti. In fin dei conti, essere figlio di Poseidone portava qualche vantaggio, tra cui non avere il pensiero di bagnarsi i vestiti. Una magra consolazione, rispetto a tutte le responsabilità che comportava l’avere come padre il dio del mare, nonché uno dei Tre Pezzi Grossi. Si accostò ad Annabeth e la prese per i fianchi, con naturalezza, e la baciò. Un bacio dolce, lungo, profondamente salato. Lei ricambiò, dapprima un po’ sorpresa e esitante, poi con più trasporto e convinzione. Percy Jackson, semidio continuamente incasinato, sempre protagonista di qualche irreparabile disastro, pensava di aver infine trovato la pace. La sua pace era lei, era sempre stata lei. Come aveva fatto a capirlo così tardi? Dopo così tanto tempo? Dopo tutte quelle imprese difficili che li avevano messi alla prova insieme, dopo che lei lo aveva salvato così tante volte da sé stesso? Era proprio vero quello che diceva Annabeth. Era proprio una Testa d’Alghe, da capo a piedi. Ma una cosa la sapeva: l’amava, non avrebbe mai smesso di amarla. Sarebbe caduto il cielo, la terra sarebbe crollata (cosa tutt’altro che fattibile nel caso in cui Gea o Urano si indisponessero), ma lui avrebbe continuato ad amarla. Lentamente, staccò le sue labbra da quelle di Annabeth. Tornarono sulla spiaggia, e la mattina passò così, tra baci e carezze, e Percy non  poteva esserne più felice. Nessun momento poteva superare quello in felicità. Dopo un po’ dovettero tornare indietro, o gli altri si sarebbero potuti preoccupare. Ma il ragazzo non si scordò mai più di quella mattinata: semplicemente non avrebbe potuto.  

Ecco una piccola ff Percabeth. Spero vi sia piaciuta e, se è così, mi farebbe piacere la sciate una recenzione con il vostro parere. A presto!
annie_chase

 
   
 
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