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Autore: KiarettaScrittrice92    29/04/2015    5 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Immagino che ora avrete capito tutti che Alice e Koriko sono due membri del Giardino, e dal colore delle loro divise penso che abbiate anche capito che sono Mughetto e Rosa Blu.
Che succederà ora? L'incrocio con la storia di Kaito e Kiaretta sta arrivando, tra poco torneremo alla trama principale, anzi in realtà ci siamo proprio dentro ormai.
Grazie ancora per tutti i bellissimi commenti che mi lasciate, anche a chi me li lascia ogni tot capitoli, ma li legge comunque tutti.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



La nascita della Rosa Rossa
 

La sala del teatro Shinshiba si era riempita in un batter d’occhi. Molta gente di Tokyo aveva sentito parlare di una recita stupenda che trattava di una storia moderna e avvincente.
Il sipario si aprì e un applauso avvolse tutta la platea. Un applauso che rese tutti gli attori, dietro le quinte, ancora più nervosi.
«Ok ragazzi, – sussurrò l’organizzatrice a tutti gli attori – è arrivato il momento. Vi siete impegnati tantissimo in questi tre mesi. Siete tutti bravissimi e so che stupirete tutti! Quindi andate e divertitevi!» la donna mise la mano al centro e tutti fecero altrettanto.
«Merda, merda, merda!» sussurrarono tutti in coro.
«Si va in scena!» aggiunse Shinichi.
Tutte le luci della sala si spensero e si accese un faro proprio al centro del palco, sopra un uomo sulla cinquantina. Era seduto su una sedia, aveva i capelli brizzolati e due occhi azzurro spento, quasi celesti, indossava un completo rosso acceso e scrutava il pubblico con le braccia appoggiate sulle gambe.
«La solitudine – disse mettendosi dritto – è davvero brutta. E non parlo di una solitudine normale. Eh sì... a volte ci si sente più soli quando si è con troppa gente, che non sei più sicuro di conoscere tanto bene. Oppure ti senti solo quando non hai la persona che vorresti al tuo fianco. La mia vita è sempre stata un vai e vieni di solitudine. Una vita ricca di sorprese in cui ho dovuto lottare anche contro il mio destino. Ve la voglio raccontare. Io sono Christian Vane, la Rosa Rossa, e questa è la mia storia...»
La luce si spense e il primo vero applauso della serata inondò la sala.
Quando la scena si illuminò di nuovo, mostrò una scenografia completamente diversa: rappresentava una città con varie case in rilievo tra cui quella alla destra del palco. Sotto la casa c’era un gruppetto di ragazze, tra cui Alice, con lo sguardo rivolto verso una finestra della casa.
«Ehi Kathryne ti vuoi sbrigare?» disse una delle ragazze coi capelli biondi.
«Arrivo!» rispose la voce di Ran e poco dopo uscì dalla porta della casa.
«Allora? Dove andiamo?» domandò Alice.
«Che domande sono? – chiese un’altra ragazza con i corti capelli rossi – Al centro commerciale!»
In quello stesso momento dal lato opposto del palco uscì un gruppo di ragazzi, tra cui c’era anche Shinichi. I due gruppi si scontrarono a metà del palco, facendo inciampare la ragazza dai capelli rossi.
«Ehi guarda dove metti i piedi, salame!» la prese in giro un ragazzo, ridendo.
«Salame lo dici a tua sorella, troglodita!» disse la ragazza bionda.
«E guarda caso sei proprio tu mia sorella Jane, quindi vedi di darti una calmata.»
«Allora ochette – intervenne un altro ragazzo – dove andate di bello? A fare shopping scommetto!»
«Anche se fosse non t’importa, brutto...»
«Ehi piano con gli insulti Jane, non ti arrabbiare troppo che fa male alla pelle, non vorrei ti sciupassi.»
«Oh ma ragazzi la piantate?» intervenne Shinichi scocciato.
«Ma Christian, ci insultano...»
«Non me ne frega niente! Se volete continuare fate pure, ma io me ne vado. Ci vediamo alla gelateria.» disse per poi uscire dal lato sinistro delle quinte.
«Ragazze mi sono appena ricordata che dovevo fare una commissione a mia madre.» intervenne Ran.
«Ok Kathryne, ci vediamo tra mezz’ora al centro commerciale.» le rispose con un sorriso Alice, che era l’unica che non stava discutendo con i ragazzi.
Il palco si svuotò con un applauso mentre Ran usciva correndo dal lato sinistro e il gruppo dall’altro lato continuando a battibeccare.
La scenografia rimase la stessa, scese solo una scritta al neon che recitava “Ice-Cream” e aveva raffigurato al fianco un enorme cono gelato. Shinichi entrò dalla quinta di destra, con passo tranquillo e le mani in tasca. Quando fu a metà del palco entrò anche Ran che gli corse in contro.
«Ciao Chri...»
Non ebbe il tempo di finire la frase perché, come da copione, lui si girò di scatto, la prese per le spalle e la sbatté alla parete della gelateria per poi baciarla.
Entrambi i due giovani attori avevano aspettato con grande trepidazione quel momento. Quel bacio l’avevano atteso da quando avevano letto la sceneggiatura del copione, ma non l’avevano mai voluto provare. Forse perché doveva essere un bacio di due persone che non si vedevano da tanto e quindi lo volevano fare il più spontaneo possibile. Stava di fatto che a entrambi sembrava il bacio più bello della loro vita. Ran seguiva con determinazione il movimento delle labbra di Shinichi. In un attimo entrambi sentirono una voglia sfrenata l’uno dell’altra. Shinichi strinse forte la presa sulle spalle di Ran, poi con uno sforzo immane si staccò da lei.
«È finito Kogoro, puoi aprire gli occhi adesso.» disse Eri all’ex marito, che era stato tutto il tempo del bacio con gli occhi chiusi e i pugni serrati.
«È durato un po’ troppo per i miei gusti.» disse con aria scocciata.
«Buongiorno bellissima...» disse Shinichi, sfiorando il viso della ragazza.
«Buongiorno. – rispose lei con un sorriso – Come va?»
«Insomma, – disse lui e la sua aria diventò un po’ triste – Thomas mi fa uscire sempre meno e mi manchi...»
«Ma perché devi farlo? Insomma Thomas è solo tuo fratello! Perché tutto quello che fai in quel palazzo deve rimanere segreto?»
«Non te lo posso dire Kathryne e lo sai! Aspetta ancora qualche mese, il tempo che aggiusto delle cose e ti prometto che potremmo stare assieme.»
«Quel giorno mi spiegherai tutto?» chiese Ran.
Lui rispose con un cenno di testa poi le prese i fianchi e la baciò di nuovo, questa volta molto più dolcemente.
Le luci si spensero su quel bacio e tutti applaudirono. Tutti tranne Kogoro che aveva di nuovo serrato i pugni: gliel’avrebbe fatta pagare a quell’insolente, in un modo o nell’altro gliel’avrebbe fatta pagare.
Le luci si accesero di nuovo e Shinichi entrò correndo, mentre si abbottonava la camicia rossa.
«Accidenti sono in ritardo, – disse entrando – speriamo che...»
«Christian, sei di nuovo in ritardo, – lo rimproverò Koriko dall’altro lato del palco – e oggi c’è pure l’iniziazione!»
«Scusami Thomas, non succederà più!» fece chiudendo l’ultimo bottone.
«Certo, hai detto la stessa cosa anche le altre volte e sai come la pensa il capo, già è tanto che ti lascia uscire. Dai sbrigati!» lo incitò tirandolo dal braccio e uscendo dalla scena che stava cambiando di nuovo.
La scenografia rappresentava una grande stanza e dal centro del sottopalco uscì un tavolo, mentre uomini e donne entravano ognuno con la loro sedia e si sedevano attorno ad esso.
«Anny, dov'è Thomas?» chiese un uomo rivolto ad Alice quando tutti furono seduti.
«Sarà nell’arrivare capo, sono sicura che...»
«Deve sbrigarsi, – la interruppe l’uomo – altrimenti...»
«Siamo qua capo! Scusi il ritardo!» disse Koriko entrando, con Shinichi alle spalle.
«Va bene, ma che sia l’ultima volta. Siediti!» si raccomandò, per poi  fare un cenno verso all’ultima sedia rimasta libera.
Thomas fece come richiesto mentre Christian rimase in piedi di fronte al tavolo. Ci fu un lungo minuto di pausa poi il capo parlò.
«Christian, – e il ragazzo si rizzò – oggi diventerai un membro del Giardino. Alza la manica della camicia e fatti segnare.»
Lui fece come chiesto e, in quello stesso istante, il capo fece segno ad Alice che si alzò dalla sedia e si avvicinò verso le quinte. Tornò da esse con un ferro e poi si avvicinò al ragazzo.
«Scusa Shinichi, – sussurrò la ragazza in modo che il pubblico non la sentisse – è stato deciso di farlo per davvero, per creare l’emozione.»
Il ragazzo ebbe solo il tempo di girarsi interrogativo verso di lei, quando sentì qualcosa di rovente premergli sul braccio e gemette dal dolore. Nessuno del pubblico però si accorse che si era fatto male davvero e tutti pensarono solo che era un bravo attore. Solo Yukiko Kudo guardava con attenzione il figlio, studiandone l’espressione fin troppo realista. Anche Ran da dietro le quinte ebbe un sussulto nel vedere quella reazione di Shinichi, ma non si mosse da dov’era.
Quando il ferro venne tolto dal braccio del ragazzo, lasciò il simbolo di una rosa rossa e intensa. Poco dopo Shinichi sentì sollievo quando Alice passò sopra la bruciatura un pezzo di ghiaccio, dopodiché vi spalmò sopra una crema e lo avvolse con della stoffa.
Shinichi ancora un po’ scosso, aprì gli occhi e si riabbassò la manica.
«Da oggi in poi – ricominciò il capo – tu sarai la Rosa Rossa, inginocchiati e porta giuramento al Giardino…»

  
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