Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Flami151    29/04/2015    1 recensioni
E se Draco Malfoy non avesse mai ricevuto il Marchio Nero? Cosa farebbe della sua vita una volta tornato a Hogwarts? Se "il ragazzo che non ha avuto scelta" potesse scegliere il suo futuro, cosa accadrebbe?
Senza Draco a scontare per le mancanze di Lucius Malfoy, sarà Narcissa a prendersi la responsabilità degli errori del marito, ingaggiando col Signore Oscuro un gioco sadico e senza scrupoli, che la porterà a conoscere i meandri più bui della mente umana e a rivelare la sua umanità, celata dietro le convenzioni sociali e un passato misterioso.
Come tutto ciò influenzerà una giovane e confusa Hermione, ormai rassegnata all'idea che il suo destino sia già scritto? E come ridisegnerà i ruoli dei personaggi durante la battaglia finale?
Una storia che svela i desideri inconsci dei nostri amati eroi, portandoli a galla.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Innocente bellezza
 
 
‹‹ Sei sicura di stare bene? ››
 
Mi riscuoto, credo di essermi appisolata senza volerlo.
 
‹‹ Si Ginny, te lo assicuro. ›› Replico io cercando di dissimulare la stanchezza, ma senza ottenere risultati soddisfacenti.
 
‹‹ Hai la faccia di una che non ha chiuso occhio tutta la notte, è per Ron e Lavanda vero? ›› Il suo tono è dolce e apprensivo, quasi materno.
 
Stringo forte il pugno, cercando di non mostrare alcuna emozione: niente deve trapelare dal mio viso, né la rabbia per Ron, né la gelosia verso Lavanda né tanto meno la vergogna per le mie fughe notturne.
 
Ginny però sa cosa provo per suo fratello e deve aver già intuito la mia profonda tristezza.
 
‹‹ Dovresti ripagare quel verme con la sua stessa moneta. ›› La guardo interrogativa. ‹‹ Non fissarmi in quel modo: credi forse di essere l’unica ad odiare il suo atteggiamento? Solo ieri mi teneva il muso per aver baciato Dean davanti ai suoi occhi e ora non fa altro che pomiciare con quella sciacquetta per tutta la scuola! ›› Le sue ultime parole mi feriscono come lame. ‹‹ Scusa… Mi sarei potuta risparmiare l’ultima frase. Comunque, credo che dovresti mostrarti superiore, fargli capire che sei perfettamente in grado di andare avanti anche senza di lui. ››
 
Il suo discorso inizia a farsi interessante.
 
‹‹ Come potrei riuscirci secondo te? ››
 
‹‹ Esattamente come al Ballo del Ceppo! Fatti bella e invita un ragazzo alla festa di Lumacorno, non farai di certo fatica a trovarne uno! ››
 
L’idea m’intriga, in fondo una volta tanto non sarebbe una cattiva idea mettersi in ghingheri e farsi notare.
 
Istintivamente penso a Malfoy: se lui mi facesse da accompagnatore, sarebbe un vero shock per tutta la scuola, a Ron probabilmente cadrebbe la mascella. Ovviamente questo non è neanche lontanamente possibile. La sola idea che qualcuno possa sapere la verità su me e il furetto mi fa venire la pelle d’oca.
 
‹‹ McLaggen sarebbe perfetto! ›› Esclama la piccola Weasley dandomi un vigoroso colpo sulla spalla: non è mai stata molto delicata.
 
‹‹ Mi odia. ›› Sbuffo io. ‹‹ Da quando ha tentato di baciarmi qui in Sala Comune. ››
 
Ginny alza gli occhi al cielo.
 
‹‹ Ti guarda di continuo, come fai a non rendertene conto? E’ chiaro come il sole che è cotto di te… E’ solo troppo orgoglioso per ammetterlo. ››
 
Io soppeso per un po’ le sue parole: potrei davvero riuscire a convincere McLaggen dopo averlo rifiutato in quel modo? E anche se fosse, non sarebbe una mossa scorretta? Devo rifletterci attentamente.
 
‹‹ Non saprei… Mi sembra così disonesto… ››
 
‹‹ Fa come vuoi, ma vedi di deciderti in fretta perché la festa è domani! Non vorrai mica finire coma quella disperata di Romilda Vane, vero? ›› Sputa queste ultime parole con disprezzo, mi chiedo cosa le abbia fatto Romilda.
 
‹‹ Perché dici questo? ››
 
‹‹ Lei e le sue amichette vogliono avvelenare Harry con dei filtri d’amore, credo che li abbiano presi dai gemelli. ›› Mi risponde lei con voce carica di disprezzo. E’ forse gelosa?
 
Come amica di Harry dovrei indagare di più, capire se c’è qualche speranza che il suo amore sia ricambiato, ma è tardi e devo assolutamente andarmene di qui.
 
‹‹ Grazie per i consigli Ginny, ma ora è meglio che vada. ›› Dico dirigendomi verso il buco dietro al ritratto. ‹‹ Il corso di Divinazione dovrebbe terminare a breve e preferirei non dover incrociare Ron e la gatta morta. ››
 
La saluto con un bacio sulla guancia e mi chiudo la tela alle spalle.
 
 
***
 
 
Mi trascino a fatica verso gli spogliatoi. Questo è stato senza ombra di dubbio il peggior allenamento della mia vita, e aver trascorso buona parte della notte in bianco di certo non ha contribuito a migliorare le mie prestazioni: non solo non ho mai catturato il boccino, ma non sono nemmeno riuscito ad individuarlo.
 
L’unica cosa in grado di mantenermi ancorato alla scopa, impedendomi di mollare tutto di punto in bianco, è stata la prospettiva di un’altra notte senza alcun pensiero.
 
E’ proprio questo che rende queste serate segrete degne di essere vissute: la possibilità di scollegarsi dal mondo reale, quello in cui nessuno approverebbe le mie azioni, e di dimenticare completamente qualsiasi problema.
 
E se l’unica persona con cui è possibile condividere un’esperienza del genere è la Granger, allora Granger sia.
 
Mi rivesto senza prima lavarmi: potrò farlo nel mio dormitorio, da solo. Riempio la mia sacca da Quidditch con gli indumenti sudati e le protezioni, pressando con forza per farci entrare tutto.
 
Rientro in Sala Comune con tutta calma, pensando a dove potermi far trovare stasera dalla Mezzosangue: non voglio rischiare di essere trascinato di nuovo nella Foresta.
 
Mi sembra di aver intravisto un fienile dietro la capanna del guardiacaccia qualche settimana fa, potrebbe essere il posto che fa per me: nascosto, isolato e al coperto, così da non patire troppo il freddo invernale.
 
Prima di abbandonarmi al calore della doccia decido di scrivere una lettera a mia madre, per sincerarmi della sua salute. So che questo è un periodo particolarmente faticoso per lei, con papà in carcere e i Mangiamorte in giro per casa, ma mi preoccupa non ricevere mai sue notizie.
 
Cara mamma,
ti scrivo per confermarti la mia partenza da Hogwarts, che avverrà dopodomani, per poterti raggiungere nel periodo natalizio così come avevamo concordato durante le vacanze.
Nonostante tutto, spero che riusciremo a trascorrere un po’ di tempo in solitudine.
Ci vediamo presto, con affetto,
Draco
 
 
***
 
 
Non mi sorprende che i Mezzosangue siano registrati con cura impeccabile. A ognuno di loro sono abbinati data, luogo di nascita e i legami di parentela da cui discende il sangue non magico. Fino a pochi decenni fa era credenza comune che il sangue sporco fosse una malattia genetica da cui tenersi alla larga, la paura degli untori aveva dato vita a una vera e propria isteria di massa.
 
Tra di loro però, ancora non ho trovato alcun Prince. Forse ho preso un abbaglio. Il Principe Mezzosangue potrebbe solo essere un megalomane, fiero della propria origine impura. O magari un vero nobile.
 
Però non ho intenzione di darmi per vinta. Anche perché non ho molte alternative: la biblioteca è l'unico luogo in cui non corro il rischio di incrociare Ron e la sanguisuga.
 
‹‹ Che fai? ›› è la voce di Harry.
 
‹‹ Ricerche. ›› Non ho voglia di dilungarmi in spiegazioni.
 
‹‹ Temi ancora che io possa essere mangiato dal manuale di pozioni? Herm, ti assicuro che era molto più pericoloso il libro mostro dei mostri! >> So che vuole mettermi di buon umore, ma con il suo tentativo sta ottenendo l'effetto opposto.
 
‹‹ La prudenza non è mai troppa. Ah, a proposito, fossi in te starei attenta a ciò che bevo. Alcune ragazze, compresa Romilda Vane, stanno progettando di rifilarti una pozione d'amore. Ne hanno comprata una buona quantità dai Tiri Vispi e temo funzionino... ››
 
‹‹ E tu che ne sai? ›› Non sembra preoccupato, anzi compiaciuto.
 
‹‹ Shh! ›› Madama Pince è apparsa da dietro l'angolo, silenziosa e furtiva. Il suo sguardo severo trasuda disapprovazione e ci intima si abbassare la voce.
 
Aspettiamo che se ne vada per ricominciare la conversazione.
 
‹‹ Me l’ha detto Ginny. ›› Sentendo il nome della piccola rossa, gli occhi di Harry si accendono, ma io fingo di non notarlo. ‹‹ Credo che sperino in un invito alla festa di Lumacorno, ti conviene invitare una ragazza al più presto, così la smetteranno di illudersi. >>
 
Lui sembra rifletterci su; chissà se sta pensando a Ginny.
 
‹‹ Non c'è nessuna che voglia invitare. ›› Dice semplicemente scrollando le spalle.
 
Mentre Harry medita in silenzio, il mio occhio cade su un ragazzo intento a sfogliare un vecchio tomo in pessime condizioni: è Cormac McLaggen! Questa potrebbe essere la mia occasione.
 
‹‹ Io devo andare, tu continua a pensare, troverai sicuramente qualcuna per te! ›› Faccio per andarmene, ma il mio amico mi ferma poggiandomi una mano sulla spalla.
 
‹‹ Stai bene? Ron... ››
 
‹‹ É libero di baciare chi vuole. ›› Sostengo con orgoglio. ‹‹ Non me ne importa un accidente. ››
 
E con queste ultime parole lo saluto e mi dirigo verso la mia preda.
 
 
***
 
 
Decido di trascorrere il tempo che mi separa da stasera in Sala Comune. Di studiare non se ne parla, intanto riuscirò a cavarmela come al solito.
 
Quest’idea mi avrebbe rallegrato un anno fa, reso fiero delle mie origini. Ora invece mi riempie solo di tanta malinconia. Credo che se anche mi applicassi seriamente non otterrei grandi risultati: ho delle mancanze incolmabili accumulate negli ultimi anni.
 
 Lo stronzetto miagola accanto a me, lo fa sempre quando mi vede giù di corda.
 
‹‹ Zitto tu. ››
 
Ma lui non sembra farsi convincere, così tento di mostrarmi più allegro, finché non mi ricordo di avere a che fare con uno stupido gatto, e mi riaccascio sulla poltrona verde smeraldo.
 
Il camino emana un caldo tepore che avvolge l'intera stanza, me compreso. Mi lascio cullare dal crepitio del fuoco senza mai però poggiarvi lo sguardo: dal giorno dell'incendio alla bottega Scrivenshaft la sola presenza di un fuoco nella stanza mi turba profondamente. Ora che ci penso, credo di non guardare direttamente una fiamma da giorni ormai, nonostante l'intera scuola sia illuminata da torce inestinguibili.
 
É strano come opera il nostro inconscio: conosce le nostre esigenze ancor prima che diventino tali e si adopera per soddisfarle. La mente è un meccanismo strano e complesso. Potremmo forse dire che tutte le risorse di cui abbiamo bisogno sono nella mente (*).
 
Sento il cigolio della porta d'ingresso: qualcuno sta entrando.
 
Mi affretto a ricompormi, dissimulando la mia goffaggine e cercando di adottare una postura degna di un Malfoy che si rispetti.
 
Alzo gli occhi distrattamente, così da poter vedere chi è entrato senza mostrarmi interessato. Nella Sala comune ha appena messo piede una ragazza mora, magra ma non troppo alta: Pansy Parkinson.
 
Sono quasi tentato di ignorarla, intanto non mi aspetto di ricevere alcuna risposta da lei. Ma non devo dimenticare la buona educazione Purosangue che mi é stata impartita dai miei genitori, in fondo si tratta sempre di una cara amica di famiglia.
 
‹‹ Ciao Pansy. ›› La saluto io senza eccessivo entusiasmo.
 
‹‹ Ciao Draco. ›› Ha ricambiato, non posso crederci! ‹‹ Come stai? ›› Potrebbe finalmente aver deciso di passare oltre questa stupida incomprensione.
 
‹‹ Bene, tu come stai? ›› Mi alzo per avvicinarmi, ma lei si ritrae. Forse non è del tutto acqua passata.
 
‹‹ Bene ti ringrazio. ›› Faccio finta di non accorgermi della sua bugia. ‹‹ Mi chiedevo se per caso avessi voglia di trascorrere un po’ di tempo insieme questo weekend, solo io e te. ››
 
Cosa? Ma se fino a un minuto fa neanche mi rivolgeva la parola! Deve essere impazzita, non c’è altra spiegazione.
 
‹‹ Pansy io… ›› Non so proprio che parole usare per non farla arrabbiare proprio ora che sembra aver deciso di ritornare sui suoi passi.
 
‹‹ Non fraintendermi, solo in amicizia, come ai vecchi tempi. ›› Non ricordo che la nostra sia mai stata una vera amicizia. ‹‹ Ho avuto tempo per rifletterci e credo che tu abbia ragione: sei sempre stato chiaro sul nostro rapporto e non mi hai mai chiesto nulla di più. ›› Mormora le ultime parole con aria assente, non sembra molto convinta di ciò che dice, ma poco mi importa: mi basta terminare in fretta questa conversazione che inizia a mettermi a disagio.
 
‹‹ Ehm… si certo, in amicizia non vedo perché no! ›› Meglio precisare, non vorrei che si facce strane idee, non ho bisogno di un’altra rogna al momento, ne ho già abbastanza.
 
Lei abbozza un sorriso, mi chiedo cosa le passi per la testa.
 
‹‹ Bene! Ci vediamo in giro, Draco. ›› E se ne va, senza aspettare una mia risposta.
 
 
***
 
 
‹‹ Ciao Cormac. ›› Lo saluto con un gran sorriso.
 
‹‹ Ciao Granger. ›› Risponde lui senza scomodarsi a guardarmi.
 
‹‹ Come stai? ›› Ci vado cauta, non mi sembra incline alla conversazione.
 
Ricevo un grugnito come risposta ma cerco di mantenere i nervi saldi: odio i maleducati.
 
‹‹ Vorrei scusarmi con te. ›› Finalmente alza la testa: sono riuscita a catturare la sua attenzione. ‹‹ Quella sera, nella Sala Comune, sono stata indelicata. Non avrei dovuto… ›› Vorrei dire respingerti, ma forse non è il termine più adatto per raggiungere il mio scopo. ‹‹ …tirarmi indietro in quel modo. Ma mi hai colta alla sprovvista e io non sono abituata a questo genere di situazioni. ››
 
Cerco di condire il mio discorso con una buona dose di sorrisi e occhiate ammiccanti. Lui sembra bersela perché distende la schiena, gonfiando il petto con orgoglio. A quanto pare a essere feriti non sono stati i suoi sentimenti, ma la sua virilità. Che idiota!
 
 
‹‹ Penso di poterti perdonare… ›› Ma chi si crede di essere?
 
‹‹ Era proprio quello che speravo! ›› Mi sento un’idiota anch’ io adesso per aver pronunciato queste parole. ‹‹ E visto che siamo in argomento… Mi chiedevo se domani vorresti accompagnarmi alla festa di Lumacorno. ››
 
A queste parole la bocca di Cormac si incrina in un leggero sorriso, per ritornare immediatamente seria.
 
‹‹ Non lo so, dovrei avere un impegno. ›› Sta cercando di fare il prezioso? ‹‹ Ma per te posso liberarmi. ›› Che cascamorto!
 
‹‹ Che bello! ›› Esclamo io cercando di sembrare convincente. ‹‹ Non vedo l’ora! ›› E mi allontano salutandolo con la mano.
 
Sinceramente non mi sento in colpa per aver fatto la civetta con quel pallone gonfiato. Voglio solo che Ron si renda conto che la mia felicità non dipende da lui.
 
 
***
 
 
Sento dei passi in lontananza: è arrivata finalmente!
 
‹‹ Malfoy? ›› La sento bisbigliare nell’ombra.
 
‹‹ Sono qua dietro! Datti una mossa! ›› Le dico io di rimando, sperando che riesca a individuare la mia posizione.
 
Poco dopo vedo la sua testa crespa sporgersi oltre le balle di fieno dietro cui sono nascosto. Lei mi fissa per qualche istante, poi si porta la mano alla bocca cercando di trattenere le risate.
 
‹‹ Che cazzo ci trovi di tanto divertente? ›› Non sono arrabbiato, ma voglio farglielo credere.
 
Lei però ride ancora più forte, fino a che delle lacrime d’ilarità non iniziano a scorrerle lungo le guance.
 
‹‹ Scusa, ma credevo che avrei incontrato il principe delle Serpi, non il re del granaio! >> E ride ancora, sedendosi di fronte a me.
 
‹‹ Non è divertente. ›› Non amo che si rida di me, sono quasi tentato di andarmene, giusto per dimostrare qualcosa.
 
‹‹ Non essere così permaloso! Ti rende antipatico. ›› Si è fatta improvvisamente seria.
 
‹‹ Non sono qui per esserti simpatico. ››
 
‹‹ E allora perché sei qui? ››
 
L’atmosfera sembra raggelarsi. La Mezzosangue mi guarda dritto negli occhi, quasi come se stesse cercando di leggere la mia anima. Io pondero a lungo sulla risposta, senza mai distogliere lo sguardo.
 
Perché sono qui? Perché non ho nessun altro da cui andare? Perché il mio mondo sembra essersi ridotto in cenere e ho bisogno di ricostruirlo dalle fondamenta?
 
No, sono qui perché ho bisogno di stare con qualcuno che non mi ponga domande del genere.
 
Sono davvero un illuso! Pensavo che la Granger fosse dotata di una sensibilità superiore, che potesse comprendere il mio stato d’animo e accettarlo senza troppe domande, proprio come abbiamo fatto finora. Che proprio lei, fra tutti, fosse la persona più adatta a condividere con me la frustrazione per questa vita così limitante e poco stimolante, senza chiedere nulla in cambio se non una silenziosa compagnia. Invece è curiosa e superficiale come chiunque altro. Anzi, magari sta pure indagando per conto di Potter!
 
Sto per andarmene, ma agli angoli delle sue labbra intravedo una leggera smorfia di scherno: non sta cercando di incastrarmi, di smascherare i segreti sepolti nella mia anima, vuole solo provocarmi.
 
Accetto la sfida, sorridendole beffardamente a mia volta.
 
‹‹ Mi chiedevo se i tuoi capelli fossero fatti di paglia e ho pensato che il modo migliore per scoprirlo fosse il confronto diretto. >> Scruto il suo volto, sperando di aver scalfito quel ghigno derisorio, ma senza successo.
 
‹‹ Davvero è il meglio che riesci a inventare? Stai perdendo colpi Malfoy! >> Replica lei incrociando le gambe per stare più comoda.
 
‹‹ Non spreco le mie battute migliori con chi non ne è degno. >> Stavo per usare il termine Mezzosangue, ma so che l’avrei offesa, e non è assolutamente mia intenzione.
 
‹‹ Ma davvero? E chi è così fortunato? I tuoi amici Serpeverde? ›› Lo dice con profondo sarcasmo, cercando di stuzzicare l’orgoglio per la mia casa.
 
‹‹ Fai pure la spiritosa se vuoi! Ma hanno sicuramente più senso dell’umorismo loro dei tuoi amici: lo Sfregiato e Lenticchia! ›› Sono già pronto a rincarare la dose di battute ironiche sui Grifondoro, ma la Granger non sembra più in vena di scherzare.
 
Contro ogni aspettativa, vederla intristirsi di fronte ai miei occhi non mi lascia indifferente. Mi chiedo cosa sia questo strano senso di angoscia che ha pervaso il mio petto: pietà? Pena?
Di qualunque cosa si tratti, mi sta mettendo a disagio. Preferisco mantenere il mio solito distacco ironico.
 
‹‹ Oh oh, problemi in paradiso? Non mi sorprende! ›› Sorrido, sperando capisca che sto solo scherzando.
 
‹‹ Non sono affari tuoi. ›› Mi risponde seccata lei chiudendo le ginocchia al petto. Poi aggrotta la fronte. ‹‹ Perché non ti sorprende? ›› Chiede imitando la mia voce.
 
‹‹ Se è seccante avere Potter come nemesi, figuriamoci averlo come fidanzato… ›› Replico io senza abbandonare il mio ghigno.
 
Lei spalanca gli occhi, poi scoppia in una fragorosa risata. ‹‹ Harry il mio fidanzato? ›› E continua a ridere. ‹‹ Ma come ti viene in mente? ››
 
Provo un inspiegabile senso di vergogna. Ho detto davvero una cosa così stupida? Ma in fondo cosa posso saperne io della vita privata dei Grifondoro? E’ già tanto se decido di uscire dal mio isolamento a ora di cena.
 
‹‹ Quindi è Weasley il problema. ››
 
Solo dopo aver pronunciato queste parole mi rendo conto che avrei fatto meglio a stare zitto. La risata della Mezzosangue si spegne lentamente, facendoci cadere nuovamente nel silenzio più totale.
 
‹‹ Non voglio andare alla festa di Natale, domani. ›› Dice lei cambiando discorso.
 
Deve essersi sentita vulnerabile. Mi chiedo cosa possa averle fatto quell’idiota. Però se lei preferisce archiviare la questione allora chi sono io per costringerla a tenerla aperta? Inoltre mi sembra già piuttosto turbata, anche se tenta di dissimularlo magistralmente: se non fossi il maestro dell’indifferenza, probabilmente, non me ne accorgerei.
 
‹‹ Strano, la gente non parla d’altro da settimane. Le ragazze della mia casa smaniano per essere invitate. ›› Lo dico con sarcasmo e anche un po’ di disprezzo, poi però mi accorgo che sicuramente il vecchio Draco avrebbe pagato oro per essere preso in considerazione da quel lumacone.
 
‹‹ E’ tutta una grande montatura per nascondere le vere intenzioni di Lumacorno: ingraziarsi studenti ignari sperando che un giorno gli possano tornare utili. ››
 
‹‹ Allora perché ci vai? ›› Suppongo di conoscere già la risposta.
 
‹‹ Sarebbe strano se non lo facessi. ›› Dice con rassegnazione.
 
Mi sento spaventosamente vicino alla Granger in questo momento, come se fosse l’unica persona in grado di comprendere cosa significhi essere tormentati dalla pressione sociale e dall’obbligo di soddisfare le aspettative di tutti, cosa si provi a mantenere l’immagine che ci si è costruiti in tanti anni e che adesso comincia ad essere troppo stretta.
 
‹‹ Non ti è andata poi così male però, in fondo è solo una cena. Puoi sempre fingere di sentirti poco bene e andare via prima. ›› Le dico ammiccando. ‹‹ Io passerò la serata a fare le valige. ››
 
L’idea di tornare a casa per Natale non mi entusiasma minimamente: essere circondato da Mangiamorte mi farà sicuramente sentire ancora più fallito di quanto non sia già. Sarò anche costretto a rivedere la brutta faccia dell’Oscuro, che non ha avuto nemmeno le palle di dirmi personalmente che non sarei stato ammesso tra i suoi seguaci.
 
‹‹ Io resterò ad Hogwarts per Natale. ››
 
‹‹ Perché? ››
 
‹‹ Fai molte domande stasera. ›› Dice lei facendomi ribollire il sangue per la vergogna. ‹‹ Comunque ho molto studio arretrato. ›› Mente senza cercare di nasconderlo.
 
Un brivido percorre il mio corpo.
 
‹‹ Non ti sembra che faccia più freddo? ›› Le chiedo strofinandomi le braccia per infondermi un po’ di calore.
 
‹‹ Si, forse è meglio rientrare. ›› Dice alzandosi.
 
Un po’ mi dispiace interrompere questo momento di pace, ma è notte inoltrata mai ed io inizio ad accusare il sonno. Mi alzo e le porgo una mano per aiutarla a fare lo stesso, lei però mi guarda, ridacchia, e si tira su con le sue forze: è una ragazza indipendente.
 
‹‹ Cosa c'è di così divertente nella galanteria? ›› Chiedo io, sentendomi nuovamente offeso dal suo atteggiamento strafottente.
 
Lei non risponde e si dirige verso l'ingresso del granaio.
 
‹‹ Malfoy! Vieni a vedere! ›› Esclama sporgendo la testa all'esterno.
 
‹‹ Smettila di gridare o sveglierai quello zotico di Hagrid. ››
 
‹‹ Risparmiami la tua arroganza razzista e vieni a goderti lo spettacolo. ››
 
Mentre mi chiedo come abbia fatto a trascorrere tutto questo tempo in compagnia di chi si riferisce all'arroganza e al razzismo come a dei difetti, mi avvicino alla Mezzosangue, per capire cosa l'avesse colpita tanto da farla gridare a quel modo.
 
Neve.
 
Morbidi e candidi fiocchi di neve hanno silenziosamente ricoperto il giardino di Hogwarts, tinteggiandolo completamente di bianco.
 
Usciamo lentamente da fienile per ammirare la distesa pura e immacolata mentre gli ultimi fiocchi si posano timidamente sul nostro capo, rendendoci protagonisti di questo candido dipinto.
 
Io e la Granger ci scambiamo un’occhiata di complicità, come se entrambi sapessimo esattamente cosa fare, e poi ci lanciamo in una corsa sfrenata, distruggendo il mistico equilibrio della natura, riversando all’esterno il nostro caos interiore.
 
Corriamo e ululiamo alla notte, come due bambini spensierati, piroettando su noi stessi in una danza frenetica e senza fine. E’ stupido, è irrazionale, è sbagliato e, per questo, è perfetto.
 
Non esiste alcun mago oscuro, alcuna guerra, alcune regole, alcun limite: sono completamente libero da ogni vincolo.
 
Mi fermo per riprendere fiato, sdraiandomi per terra.
 
‹‹ Dici che ci hanno sentito, Granger? ›› Chiedo io col respiro pesante.
 
‹‹ Hagrid sicuramente si! ››
 
Alzo lo sguardo verso la capanna del guardiacaccia: la luce si è appena accesa.
 
‹‹ Corri! ›› Le urlo alzandomi di scatto.
 
Lei mi ascolta e scappa agilmente verso il castello.
 
‹‹ Chi c’è la? ›› La voce del Mezzogigante riecheggia nel buio.
 
Noi continuiamo a fuggire, fino a raggiungere il portone d’ingresso.
 
Per la prima volta stasera, ho voglia di ridere anch’io, ma mi trattengo: qui potremmo attirare l’attenzione di un prefetto, o di Gazza. Mi metto una mano sulla bocca per attutire il rumore del mio respiro affannoso e vedo la Grifondoro fare lo stesso. E’ buffo vederla così: scompigliata e trafelata, in completo contrasto con l’idea che mi ero fatto di lei.
 
‹‹ E’ stato divertente, no? ›› Dico ricomponendomi. Sto per dirle a domani, ma mi accorgo che tra ventiquattro ore probabilmente io starò nel mio dormitorio a fare le valige e lei alla festa di Lumacorno. ‹‹ Buonanotte Granger, e buone feste! ››
 
 
***
 
 
‹‹ Volevi vedermi, Albus? ›› Chiese Piton con il suo solito tono mellifluo.
 
‹‹ Si Severus. ›› Gli disse il preside facendogli cenno di accomodarsi sulla sedia di fronte a lui. ‹‹ Se non ti dispiace salterò i convenevoli per andare dritto al sodo. ››
 
‹‹ Ma certo: chi ha tempo non perda tempo, giusto? ››
 
‹‹ Esattamente. Ho pensato a lungo all’incarico che Lord Voldemort ti ha affidato per dimostrare la tua fedeltà. Io ritengo che, per non vanificare tutto il duro lavoro di questi ultimi quindici anni, sia assolutamente necessario che tu faccia ciò che ti è stato ordinato. ››
 
Severus Piton rimase interdetto. Avrebbe davvero dovuto...?
 
‹‹ Albus ne sei sicuro? ›› La sua voce ebbe un tremito.
 
‹‹ Non mi resta comunque molto tempo. ›› Disse l’anziano mago sollevando la mano raggrinzita.
 
Severus si alzò, avviandosi verso la porta.
 
‹‹ Bene, se è necessario, lo farò. ››
 
‹‹ Aspetta ancora un istante Severus. ›› Disse Silente prima che l’alchimista uscisse dal suo ufficio. ‹‹ Ho bisogno che tu faccia un’ultima cosa per me. ›› Prese una leggera pausa, aspettando di riottenere la completa attenzione del suo interlocutore. ‹‹ C’è un’elfa nelle cucine che ha bisogno di un leggero calmante… Non potresti per caso preparargliene uno? ››
 
‹‹ Da quando mi occupo io delle malattie degli elfi? ›› Chiese lui con disappunto.
 
‹‹ Viene dal Malfoy Manor. ››
 
 
***
 
 
(*) Tutte le risorse di cui abbiamo bisogno sono nella mente. (?) (Dovete perdonarmi, ma tutte le citazioni che inserisco nei miei capitoli sono frasi che mi hanno particolarmente colpita e che amo condividere con voi, in questo caso però non ricordo proprio da dove provenga, potete aiutarmi? )
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Flami151