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Autore: JackiLoveCatoniss4ever    29/04/2015    3 recensioni
Tutti noi conosciamo Max, il ragazzino del Distretto 4, soprattutto per la scena in cui si vede la sua morte. Non sappiamo nulla di lui o della sua vita, né di come si è sentito quando è stato estratto. Chi avrà lasciato a casa? Da quali persone a lui care si è dovuto separare per sempre? E soprattutto, cosa c'è tra lui ed il tributo femminile del suo stesso distretto, Marina? Amicizia? Affetto? Amore? E, se è così, come si sentirà sapendo che solo uno di loro potrà fare ritorno al 4? Questa è la sua storia, prima e dopo la mietitura degli Hunger Games.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Finnick Odair, Mags, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Die'
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Non riesco a dormire. La paura per quello che accadrà fra meno di una settimana minaccia di soffocarmi. Morirò. Non so ancora per quanto tempo riuscirò a sopravvivere in quel luogo di morte, ma la durata media degli Hunger Games è di circa due settimane, ed io potrò ritenermi fortunato se riuscirò a sopravvivere al bagno di sangue. Mi dò una scrollata. Per me è diverso: io devo farcela. Almeno fino agli ultimi otto. È il massimo che possa fare per aiutare la mia adorata Marina. Lei sopravvivrà, anche a costo della mia vita. Cerco di convincermi che non le sarò utile come alleato se cadrò dal sonno nell’arena, e ci riesco. Le mie palpebre si fanno pesanti, molto più pesanti. Chiudo gli occhi, ripromettendomi di trovare un modo per chiederle di allearsi con me, nonostante ci siano molti altri tributi degni di nota e che, molto probabilmente, faranno carte false per unirsi a lei, una volta che avranno visto cosa è capace di fare con la garrota. Mi lascio cullare dal ritmo del treno, e l’oblio sostituisce i miei pensieri. Un insistente “toc, toc” alla porta mi sveglia pochi secondi dopo. O almeno credo che siano passati pochi secondi. Scosto le tende, e la luce del sole cancella tutte le mie certezze, confermandomi che sono passate diverse ore da quando ho chiuso gli occhi a quando gli ho riaperti. – Su, su, su! Sarà una grande, grande, grande giornata! – esclama Cate, fuori dalla porta. Sento i suoi passi mentre si allontana. È mai possibile che quella donna porti il tacco 12 di prima mattina? Sono sicuro che indossi le zeppe così alte persino quando dorme. Mi sono addormentato coi vestiti addosso. Non sono molto stropicciati, quindi decido semplicemente di lisciarmeli e di andarci a fare colazione. Esco dalla camera e raggiungo la mia équipe nella stessa sala in cui abbiamo fatto cena. Nessuno parla fino al mio arrivo. – Bene, ci siamo tutti – dice Finnick. – Allora, Max e Marina. Quante e quali armi sapete usare? – Rispondiamo all’unisono. – Solo la garrota – risponde lei. – Nessuna – lo informo io. La tavolata rimane un attimo in silenzio per assimilare queste informazioni. Poi Marina interrompe questo momento: – Ma io ti ho visto lanciare un coltello e colpire il bersaglio perfettamente al centro. – Liquido le sue parole con un gesto. – È stata solo fortuna. – Aggrotta le sopracciglia. – Come? – Sembra smarrita. E come non esserlo, del resto? Ho addirittura intrapreso un corpo a corpo di fronte a lei, è logico che, prima della mia smentita, pensava fossi un combattente. Mi rendo conto troppo tardi che questo mi abbassa di molti gradini nella scala degli alleati desiderabili. Già mi penalizzava il fatto di essere un brutto dodicenne, aggiungendoci anche che non voglio saperne del Team dei Favoriti, oramai è praticamente certo che io sarò la sua ultima scelta, quella estrema, nel caso nessun altro sia disposto a fare gruppo con lei, e, dato che ce ne saranno a bizzeffe, è chiaro che non c’è posto per me nella sua cerchia. – Be’, poco importa, ti voglio come alleato. – Per poco non mi strozzo con la mia colazione. Mi volto a guardarla per capire se si prende gioco di me o se fa sul serio. Ed il suo viso serio mi dice che la seconda è l’opzione più plausibile. – Sei sicura, Marina? Potrei penalizzarti, nell’arena. – Mi interrompe. – Non importa. Personalmente, disprezzo chiunque non si allei col proprio compagno di distretto già dall’inizio dei Giochi. In effetti, questa è l’unica caratteristica dei Favoriti che apprezzo, nonostante la mia appartenenza al 4 mi faccia diventare quasi automaticamente una di loro. – Scuoto la testa. – Non  mi alleerò mai con quei macellai: sarebbero capaci di tradirsi a vicenda già pochi secondi dopo il suono del gong. – Valuta per un attimo ciò che la mia bocca ha appena sentenziato. – Okay, se è questo che vuoi… – Un boato proveniente da fuori i finestrini del treno interrompe la nostra conversazione. Siamo finalmente giunti a Capitol City, la capitale di Panem. I capitolini hanno appena notato che un treno di tributi, il nostro, è entrato in città, e si stanno spintonando e sbracciando per osservarci e salutare. Sono felici che un nuovo carico di tributi sia appena arrivato a morire per il loro spasso. Ogni persona presente nella stanza abbassa gli occhi. Non vogliamo guardare i volti di persone che desiderano vederci morti, neanche se si tratta di sponsor. Ci alziamo contemporaneamente dalle nostre sedie ed usciamo dallo scompartimento. Persino Cate, che qui è di casa, non riesce ad alzare il viso verso quegli schiamazzi che le sono di sicuro tanto familiari. Forse lei ci rispetta almeno un po’. In fondo, qualcuno di Capitol City avrà pur capito che siamo persone anche noi, e non bestie senz’anima e prive di sentimenti.
Angolo dell’autrice: Un applauso per il capitolo sette (in cui non succede praticamente niente)! Nel prossimo, però, ci sarà la Cerimonia di Apertura. Non perdetevela, mi raccomando! Ci sarà anche, come promesso, l’accenno alla C… Ops! Devo resistere all’impulso di spifferarvi tutto quel che succede nei capitoli successivi nei miei angoli autrice (e, credetemi, la voglia è tanta). Be’, almeno qui riesco a distrarmi dal pensiero fisso degli esami, anche perché sono le vacanze di Pasqua e posso rilassarmi. I capitoli vengono scritti molto prima di essere pubblicati, quindi tutto ciò che scrivo qui è già avvenuto. Buon sabato! JackiLoveCatoniss4ever.
   
 
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