Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: AresEris    29/04/2015    0 recensioni
"Mi lascio cullare dal frusciare delle foglie degli alberi e dei cespugli, nessun pensiero in testa, distratto poi dal rumore dell'erba calpestata: socchiudo gli occhi annoiato, adocchiando la figura familiare di Nicole per la prima volta in tutta la giornata, soffermandomi sul solco tra i seni, compressi in una camicetta azzurro pallido, creato dalla tracolla. Resto a fissarle il petto anche una volta che mi si è parata di fronte a braccia conserte – l’ha fatto di proposito o pensa davvero che lo colleghi ad un gesto offeso? -, sorpreso e incuriosito da un capo che non le ho mai visto addosso.
«Guarda che i miei occhi sono più su.»
«Lo so, ma a me interessa quello che hai più giù.»"

Storia cancellata e ripubblicata perché l'autrice è stupida e non sapeva di volere una long.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
At last
 
Sei sere prima
Le grida di giubileo riempiono il locale quando i San Diego Charges segnano il touchdown che li porta definitivamente in vantaggio contro i Chicago Bears: mando giù un sorso della mia birra con dispiacere, contando le ore, se non i giorni, che mi ci vorranno per rimettere in ordine l’appartamento, dopo aver perso questa scommessa tra coinquilini – perché i Chicago Bears avrebbero perso, è ovvio.
Osservo il grosso barista che indugia sulla porta del locale con sguardo compiaciuto: in serate come queste, difficilmente riesce a stare chiusa per cinque minuti buoni e maggiori saranno le sue entrate. Seguo il suo sguardo, scrutando la strada che si estende fuori dalla vetrata e in lontananza adocchio la stradina nascosta che porta all’appartamento che condivido con Will, occhieggiandola come se potesse prendere fuoco. Il frastuono mi riporta alla realtà e torno a guardare il piccolo schermo dietro al bancone – un punto mancato per i San Diego – e mi rallegro un po’.
La porta tintinna di nuovo e delle concitate voci femminili richiamano la mia attenzione, facendomi voltare nuovamente verso l'entrata: un gruppo eterogeneo di giovani donne attraversa il locale tra la folla di tifosi, cercando di non scontrarsi contro i gorilla vestiti a tema. Vago con lo sguardo sui loro visi e sui loro corpi, pronto a lanciarmi per consolarmi dalla sconfitta, ma quando lo sguardo passa su una ragazza dalle pelle scura e gli occhi neri, un sorriso scintillante sulle labbra, mi fermo con una strana sensazione di familiarità. Sposto lo sguardo sulla ragazza che le sta di fianco, un po' più bassa, pallida e dai corti capelli scuri, un sorriso canzonatorio ad incorniciarle il viso, e quando ella solleva lo sguardo per incrociare il mio il cuore fa una capriola, riconoscendola.
Osservo la ragazza rallentare il passo, mentre si avvicinano al bancone per dirigersi ai tavoli, e tiene gli occhi fissi nei miei con espressione concentrata; l'attimo dopo le sue labbra si schiudono a formare una piccola 'o' e il suo viso si distende, esprimendo sorpresa. La ragazza dalla pelle scura al suo fianco – Rachel – si ferma con lei e segue il suo sguardo fino a me, osservandomi come l'amica aveva fatto poco prima ed imitandola in tutti i gesti; la mia attenzione è poi catturata dal sorriso sorpreso e deliziato di Nicole, che si avvicina a passo deciso verso di me, che sorrido contagiato, e in un attimo mi ritrovo il corpo della ragazza premuto contro il mio in un abbraccio stretto mentre il mio naso affonda tra i suoi capelli, ispirandone il dolce profumo, ricambiando immediatamente la stretta. Quando si allontana mi schiocca un bacio sulla guancia e ne resto spiazzato – mai l'aveva fatto -, osservandola poi vestire il suo solito sorriso malandrino. Rachel ci raggiunge e mi abbraccia delicatamente e velocemente, neanche il tempo di ricambiare che già affianca Nicole.
«Adam! Che bella sorpresa! Ti sei trasferito anche tu qui?» la voce squillante e decisa di Nicole mi porta indietro nel tempo, quando si passava le giornate a rimorchiare e i pomeriggi in giro per le strade invece che a studiare; al suo fianco, Rachel la punzecchia divertita: «Non iniziare ad asfissiarlo di domande, non gli hai nemmeno dato il tempo di metabolizzare chi sei!»
«Sa benissimo chi sono, non potrebbe mai dimenticarsi di me, il suo unico vero amore! Giusto?» mi strizza l'occhio in un segno di intesa, elettrizzata più di quanto ricordassi – ma sono passati anni, sarà cambiata nel frattempo.
Ricambio il sorriso, ancora troppo sorpreso da quell'incontro per riuscire a portare avanti un'intera conversazione «Come potrei dimenticare il mio ultimo bacio da liceale?» scherzo infine, osservandola scuotere la testa divertita; Rachel invece strabuzza gli occhi e quasi spalanca la bocca, spostando lo sguardo da me a Nicole come presa da un tic.
«Il tuo che? Cosa?!» gracida con voce leggermente stridula, attirando alcuni sguardi su di sé, tra cui quello scettico di Nicole.
«Guarda che le altre ti aspettano, non lasciarle sole.» la incita eloquente quest'ultima, indicando un tavolo poco lontano dove siede il gruppo di ragazze entrate con loro, che ci guardano incuriosite. Rachel sbuffa una risata e lancia a Nicole uno sguardo imbronciato prima di avviarsi dalle altre ragazze.
«Non glielo hai mai detto.» constato, per nulla sorpreso o offeso.
«Non ce n'era motivo.» replica con noncuranza, scrollando le spalle; si siede poi sullo sgabello al mio fianco, ordinando al barista un drink e mettendosi comoda, la giacca addosso e la borsa sulle gambe: la osservo curioso, soffermandomi sui lineamenti del viso più definiti e sulle curve ben delineate, faticando leggermente a sovrapporre l'immagine della ragazza adolescente che era stata un tempo a quella di questa giovane donna che è diventata. Noto però l'assenza di trucco e l'abbigliamento casual che l'hanno sempre caratterizzata, riconoscendo in lei la ragazza che mi aveva colpito e affascinato sin da giovane – più giovane.
«Non sei uscita con loro?» le chiedo confuso mentre le viene servito il drink, stranito che non avesse seguito Rachel. Si volta a guardarmi stralunata, come se avessi esposto un quesito ovvio.
«Non ci vediamo da anni, mi sembra il minimo passare del tempo insieme. Sempre se vuoi...»
«Certo che voglio!» mi affretto a dire, sperando poi di non essere sembrato patetico ma il sorriso divertito che mi rivolge distrugge le mie fantasie.
«Inoltre mi sentirei esclusa quando lo annuncerà, visto che a me l'ha detto stamattina e abbiamo subito festeggiato.» continua addolcendo il tono. Quando nota la mia fronte aggrottata mi fa cenno verso il tavolo delle ragazze: mi volto ad osservarle e l'occhio mi cade sulla mano sinistra di Rachel, dove sull'anulare spicca un anello di fidanzamento; anche le altre ragazze sembrano notarlo e d'improvviso le loro voci superano il tifo degli sportivi. Sorrido felice per lei, attirando la sua attenzione e sollevando la bottiglia nella sua direzione a mo' di brindisi, congratulandomi. E mentre le ragazze iniziano ad assillare Rachel di domande, torno con lo sguardo su Nicole, che osserva la scena con un sorriso sulle labbra.
«Non sei felice per lei?» le chiedo, alludendo al velo di malinconia che noto nel sorriso e nello sguardo; riporta la sua attenzione su di me, confusa.
«Certo che sono felice per lei! Se lo merita e Daniel è un bravo ragazzo, la ama e non le farebbe mai del male.» è sicura e decisa all’inizio, ma poi le si incrina la voce man mano che parla e, insicura, mira la sua concentrazione al bicchiere davanti a sé, giocherellando con l’ombrellino colorato. Corrugo la fronte, stranito e imbarazzato dalla visione di questa Nicole che, comunque, mi affascina sempre.
«Sicura che non le farebbe mai del male?» azzardo con voce bassa, muovendomi a disagio sullo sgabello. Nicole si volta a guardarmi, incerta, e apre la bocca più volte.
«Certo che lo sono.» e non c’è esitazione nella sua voce, solo una muta domanda che manda giù con un sorso del suo drink. La osservo giocherellare ancora con l’ombrellino, posando lo sguardo sulle gambe accavallate e sul piede che dondola. Mi volto infastidito quando un pensiero mi passa per la testa «Capisco…» mormoro non abbastanza piano e Nicole si volta, corrucciata.
«Capisci cosa?» mi chiede genuinamente curiosa, posando la guancia sulla mano.
«Questo Daniel ti piace ma lui ama Rachel e non le farebbe mai del male.» riassumo. Le lancio un’occhiata e la vedo osservami con occhi spalancati e un’espressione tra il disgusto e lo sconcerto in viso «Dio, no!» esclama con tono incredulo «E’ simpatico e tutto il resto, ma no, grazie! Non è il mio tipo!» continua indignata «Ma che ti salta in mente?!»
«Scusami!» balbetto incerto, dondolandomi sulla sedia «Sembravi triste per la notizia e credevo…»
«Sono stata mollata dopo quasi due anni di relazione, Adam. Posso permettermi di guardare male le coppie felici, ogni tanto, non significa certo che tradisco la mia migliore amica.» mi interrompe brusca, mandando giù un altro sorso.
Sposto lo sguardo da Nicole al suo drink più e più volte, la bocca socchiusa dalla sorpresa, e mi schiarisco la voce prima di prendere parola: «Se permetti, per me è un idiota.» affermo convinto «Sei bella, divertente e intelligente, non esiste alcuna giustificazione che possa scusare la sua idiozia.»
Sollevo lo sguardo in quello della ragazza al mio fianco, la tristezza ben visibile sul sorriso, stavolta «Puoi capirlo, sai? Neanche tu mi ami, avresti fatto lo stesso.» mormora con gli angoli della bocca sollevati in un sorriso amaro, prima di mandare giù un altro sorso che lascia il bicchiere a metà.
«Anch’io sono un idiota, però.» tento, strappandole una lieve risata.
«E io sono maledetta.» sospira, guardandomi divertita «Ad un certo punto, tutti i miei ex hanno realizzato di non provare altro che fraterno amore, per me. Il che rende quasi un incesto quello che abbiamo avuto, ma non sembrava pesargli durante il sesso.» ride amara.
Mando giù un altro sorso di birra, isolando le grida degli sportivi e soffermandomi sulle dita di Nicole che continuano a giocherellare con la decorazione, allontanando la sensazione di fastidio comparsa all’immagine della ragazza con altri uomini.
«Sono stato assunto in un laboratorio di analisi chimiche.» decido di cambiare discorso, così da distrarre Nicole dai suoi pensieri malinconici, guadagnandoci uno sguardo attento ed un sorriso felice «Voi che ci fate qui?»
«Il sogno di una vita!» esclama contenta e le sorrido contagiato «Io lavoro all’ufficio marketing di un’azienda e Rachel ne è uno degli avvocati.»
«Il sogno di una vita.» la riprendo canzonatorio «Vivete insieme?»
«Fino ad un anno fa sì, poi è andata a convivere con Daniel e ho dovuto cercare un’altra coinquilina.» manda giù un sorso prima di voltarsi velocemente verso di me «E’ in parte brasiliana: una stampellona tutta curve, ti piacerebbe!»
Rido del suo entusiasmo e mando giù un altro sorso «Non credo...» mi guarda confusa, le sopracciglia inarcate in una muta domanda.
«Non andavi pazzo per le curve?» chiede infatti.
Mi chino verso di lei, sorridendole sbilenco «Sono le tue curve che mi fanno impazzire.» le sussurro con voce bassa, ammiccando.
Ride divertita mentre mi allontano, la testa scattata all’indietro, richiamando l’attenzione di molti; quando si calma, sul viso spicca un sorriso nostalgico «Mi mancavano questi flirt amichevoli.» commenta dispiaciuta, inclinando la testa e perdendosi nei ricordi. Manda giù un altro sorso del suo drink, finendolo e ordinandone subito un altro, quando delle strilla femminili giungono fino a noi: ci voltiamo verso Rachel e le ragazze che la attorniano, i drink sul tavolino già a metà e le risa eccitate e brille mentre gesticolano all’impazzata.
«Vivi con Matt?» riporto la mia attenzione su Nicole, che gioca distrattamente con la cannuccia del suo bicchiere mentre osserva Rachel pensierosa.
«Con Will.» sorrido al suo cipiglio confuso «Matt è rimasto in Svezia con i suoi, ha trovato lavoro lì. A volte ci sentiamo tramite skype, ma una volta arrivato qui ho cercato una camera e ora abito con Will…» un boato interrompe la nostra chiacchierata e i tifosi intonano cori di vittoria: mi volto verso il televisore, accertandomi della disfatta dei Chicago ad opera dei San Diego e arriccio il labbro, sconfitto, prima di rivolgermi nuovamente a Nicole: «… col quale avevo scommesso contro i San Diego. Ora ho un intero appartamento da rimettere a nuovo.» le comunico sconsolato.
«Che animo patriottico!» mi schernisce, bevendo poi un altro sorso mentre prendo ad occhieggiare nuovamente la strada verso casa. Nicole segue il mio sguardo, confusa, e le sorrido quando riporta la sua attenzione su di me.
«Abiti da quella parte?» annuisco alle sue parole, finendo la mia birra e ordinandone un’altra.
«Il bar sotto casa era strapieno per via della partita.» spiego.
«Che coincidenza!» esclama stupita «Io abito dall’altra parte e siamo qui per lo stesso motivo.» e con un gesto svogliato indica una strada alle mie spalle, nascosta dal muro del locale.
«Era destino, dolcezza, altro che coincidenza.» le strizzo l’occhio, provocandole una lieve risata, e mi perdo nei suoi movimenti quando si passa una mano tra i capelli, spettinandoli.
Afferro la bottiglia servitami dal barista quando Rachel mi supera per avvicinarsi a Nicole, la felicità ben visibile sul suo viso e nei suoi movimenti e le altre ragazze ad aspettarla vicino la porta «Noi andiamo.» dice a Nicole, allegra, che inizia quindi a prepararsi «Oh, no! Tu resta con Adam, mi sentirei in colpa a separare due anime gemelle che si sono ritrovate.» si volta verso di me, un’espressione che vuole essere minacciosa mentre mi punta un dito contro «Assicurati che torni a casa senza nemmeno un capello fuori posto, okay?»
«Casa sua o casa mia?» scherzo dopo un sorso di birra.
«L’importante è che non abbia nemmeno un pelo fuori posto.» decreta Rachel «Quindi se ci date dentro poi devi pettinarla, Adam.» mi precede quando apro bocca, facendo scoppiare a ridere Nicole che quasi cade dallo sgabello, prima di allontanarsi con le altre e lasciandomi spaesato.
Quando la risata di Nicole si spegne, un pensiero inizia a farsi strada nella mia testa: «Sarai la damigella d’onore?» le chiedo incredulo; quando annuisce con espressione lugubre le scoppio a ridere in faccia mentre si butta sul suo drink, che dimezza in un solo sorso.
«Non è divertente.» mugugna con tono lamentoso, imbronciandosi; bevo un sorso di birra, le risa non del tutto represse, e tossisco quando una scossa più violenta manda di traverso il liquido giù per la gola, un ben ti sta proveniente da una Nicole ancora imbronciata.
«Scusa,» tossisco ancora «ma l’immagine di te in un vestito vaporoso e dal colore sgargiante è… è… wow
«Sarò fantastica comunque!» bercia aggressiva, colpendo il bancone con un pugno e lanciandomi uno sguardo minatorio, mentre il liquido del suo cocktail ondeggia nel bicchiere; trattengo altre risate mentre bevo ancora, indugiando per riprendermi completamente «Non ne dubito.» commento infine, il sorriso che non lascia le mie labbra «Faresti un figurone anche con un sacco della spazzatura addosso.»
Nicole sorride compiaciuta, annuendo alla mia affermazione e bevendo un altro sorso del suo drink.
«Quindi, secondo la tradizione, finirai con il testimone il giorno delle nozze.» azzardo scherzoso, ottenendo tutta la sua attenzione quando, con scatto fulmineo, volta la testa verso di me con espressione sconcertata.
«Ti prego, no!» guaisce disperata «E’ un completo idiota, e va bene che sono in astinenza e da sola non basta più, ma non sono così disperata!» finisce il suo secondo drink in un ultimo sorso e ordina subito una birra. Strabuzzo gli occhi alle sue parole, sbuffando una risata e accertandomi che nessuno l’avesse sentita, complice i festeggiamenti per la vittoria dei San Diego, voltandomi poi verso di lei, ammirato.
«Posso darti una mano io, se vuoi.» ammicco a voce bassa nella sua direzione, allargando le braccia in un invito; Nicole trattiene una risata, scuotendo piano la testa, divertita.
«Non è proprio una mano quello di cui ho bisogno, quanto il set completo.» sospira con finta espressione affranta, accettando di buon grado la bottiglia che le porge il barista.
«Posso darti anche quello, sono generoso.» scherzo dopo un sorso di birra e Nicole scoppia a ridere senza riuscire a trattenersi, la mano sulla bocca per non attirare troppo l’attenzione e coinvolgendo anche me nella sua risata, contagiato dall’alcol che ha iniziato a fare effetto.
«Allora, Adam,» inizia una volta calmatasi, con ancora qualche residuo di risa che le scrolla le spalle, mentre poggia la guancia contro la mano e mi guarda attenta, un sorriso sulle labbra «raccontami ciò che hai fatto in questi anni.»
 
Usciamo dal locale in preda alle risate, un leggero venticello che asciuga lentamente le lacrime agli occhi mentre tentiamo di contenerci.
«Ricordi quando il professor Hudson ci ha velatamente ordinato di separarci, al prom, durante il lento?» affanna Nicole con una mano sullo stomaco; una nuova scossa di risate mi scrolla violentemente le spalle, rendendomi difficile attraversare la strada con attenzione, mentre Nicole si aggrappa al mio braccio preda di un forte attacco di ilarità amplificato dall’alcol.
«Secondo me era geloso perché non era a casa accoccolato alla moglie come lo eravamo noi. » ammicco divertito, spintonandola piano.
«Un adulto costretto a tenere d’occhio un’orda di adolescenti durante il weekend, la moglie a casa… già, probabilmente non era molto felice.» annuisce alle sue stesse parole, una finta espressione comprensiva in viso prima di scoppiare nuovamente a ridere, la borsa che le sbatacchia contro il fianco.
«Fortuna che non era alla festa di Jasmine Coleman, allora, o avrebbe avuto molto da ridire sulle nostre prestazioni in pista.» sghignazzo, riportando alla mente le movenze di Nicole nella festa successiva al prom; la ragazza prende ad ondeggiare a ritmo di una musica immaginaria, afferrandomi le mani e incoraggiandomi a fare lo stesso, la risata non del tutto spenta ma ancora presente sulle sue labbra.
«Wow.» commento divertito «Hai bevuto due cocktail e quasi due birre, eppure sei solo brilla.»
«Il college aiuta a crescere.» afferma solenne senza smettere di sorridere, lasciandomi poi andare e continuando a muoversi a ritmo. Si volta poi di scatto, un’espressione speranzosa in viso: «Andiamo in discoteca?» propone con voce zuccherosa, sbattendo le ciglia e trattenendo un sorriso. Sbuffo una risata, allontanandola da un palo contro cui stava finendo.
«Discoteca? Perché mai?» le chiedo.
«Così ho una scusa per strusciarmi contro qualche bel fustacchione, magari ci scappa qualcosina.» mi strizza l’occhio, ridendo piano e io rido con lei.
«Sai,» inizio cercando di apparire indignato, ma l’allegria dell’alcol me lo impedisce «io sono qui e non costo venti dollari di entrata, drink esclusi, so ballare e non sono per niente un brutto ragazzo. Mi spezzi il cuore, donna.» scuoto la testa lanciandole un’occhiata risentita che le provoca solo un altro attacco di risa, che non si preoccupa di contenere.
«Oh, Adam…» cinguetta allegra «non ricordi? Non sei fatto per sopportarlo,» mi si para davanti e mi invita con le mani ad osservarla in un’imitazione del nostro primo vero incontro «non riusciresti a resistere.» conclude in una cantilena con uno schiocco di lingua, divertita.
Sollevo un angolo della bocca in un sorriso pigro, osservando la ragazza davanti a me che sembra lanciarmi uno sguardo di sfida nascosto sotto l’espressione divertita; muovo un passo verso di lei fino a fronteggiarla, chinandomi poco per trovarmi a faccia a faccia con lei mentre a sua volta solleva il viso, lo sguardo soddisfatto e un lieve sorriso ad incresparle le labbra, i respiri che si confondo.
«Mettimi alla prova.» sussurro a voce bassa sorridendo beffardo, l’aria allegra che ci aveva accompagnati sparita e un’atmosfera tesa a sostituirla. Nicole inclina la testa di lato, concentrata, e una ciocca di capelli le finisce davanti agli occhi, che prova a spostare con uno sbuffo infastidito.
L’attimo successivo avverto la sua bocca contro la mia, nessuna idea su chi si sia mosso per primo e nemmeno me ne interesso; muovo deciso le mie labbra sulle sue, la mente vuota da ogni pensiero e che riesce solo a registrarne solo la morbidezza. Le mani di Nicole mi sfiorano le spalle e la sento sollevarsi di poco, rafforzando la presa. A quel tocco porto le mie sui suoi fianchi e la tiro verso di me, pronto ad approfondire il bacio quando avverto la sua lingua bagnarmi il labbro: mi sorride contro la bocca quando ci provo, allontanandosi di poco e lasciandomi spaesato prima di tornare a baciarmi e il mio corpo risponde subito, la mente più lentamente. Gioca di nuovo con la lingua prima di separarsi definitivamente, senza lasciarmi il tempo di rispondere, e sorride divertita. Si volta, sfilando via dalla mia presa, e si allontana a passo lento per la strada.
«Dove… dove vai?» affanno con voce roca, ancora un po’ scosso.
Nicole non si ferma e continua a camminare «A casa tua.» risponde prima di voltarsi «Sono sicura riuscirai a sopportarmi, per stanotte.» ammicca con sguardo malizioso, continuando a camminare senza aspettare che la affianchi – un altro déjà-vu. Sbatto le palpebre più volte prima di realizzare l’accaduto: scoppio a ridere sinceramente felice, affrettandomi a raggiungere Nicole e passandole un braccio attorno le spalle, guidandola verso il mio appartamento; scuote la testa divertita, ridendo con me e spintonandomi amichevolmente.
Il resto è storia.



 
N/A (Ares)
Ecco la tanto attesa fine di questo strazio u.u Sono rammaricata di aver fatto aspettare voi lettori, ma davvero non riuscivo a mettere su word tutto questo, nonostante fosse nella mia testa. Probabilmente non volevo che finisse.
Che diabetica che sono.
Comunque, ecco qui. Il cerchio si chiude, no? Era iniziato con la mattina dopo e finisce con la sera prima. Nel mezzo... eh, nel mezzo c'era tanta bella roba, ma quella la lascio alla vostra immaginazione, così come gli avvenimenti del prom. Ooooh, ma come erano carini al prom, nella mia testa *-*
Ringrazio _Cam per aver recensito e i miei fidati seguiti/preferiti per aver letto silenziosamente, già che l'avete seguita/preferita significa che vi piaceva e stavo andando bene. (Giusto?)
Adam e Nicole mi mancheranno tanto, come ha detto _Cam: dove lo trovo uno che mi aspetta tutti i giorni a gratis senza avere la certezza di vedermi, eh?
Magari scriverò qualche altro aneddoto della loro storia - il ballo, quella notte -, ma non so se li pubblicherò mai. Non è completa così? Ma non si sa, queste cose bisogna chiedersele una volta scritto il tutto.
Mi sto rendendo conto che queste note sono più lunghe di certi capitoli che ho scritto e la cosa non va affatto bene, quindi passo e chiudo.
Peace&Love
Ares <3
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: AresEris