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Autore: Knuckster    30/04/2015    3 recensioni
Evento Argus. Il fenomeno che ha sradicato dal suolo di Mobius un'intera civilizzazione, che ha intrappolato il Clan di Nocturnus nei meandri di Twilight Cage, che ha sconvolto il mondo come lo si conosceva in maniera del tutto imprevista. Ma è davvero solo questo? Sonic the Hedgehog e i suoi compagni, per la prima volta, si ritrovano ad affrontare forze universali ed eterne molto più grandi di loro. Un gruppo di membri eletti di un pericoloso Cenacolo sta preparando il terreno per l'arrivo della misteriosa entità Argus... ed una cosa è sicura: dopo il suo avvento, nulla sarà più come prima.
Sonic e il suo gruppo hanno davvero quello che ci vuole per fermare questa nuova immortale minaccia?
01/03/2019 - STORIA COMPLETATA. A partire da adesso, ci sarà una revisione completa, capitolo per capitolo, con correzioni al contenuto e al layout, riassunte volta per volta in note a piè pagina. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa storia gigantesca per tutti questi cinque anni!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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SONIC THE HEDGEHOG: LEGACY OF ARGUS

Gocce di cielo (Prima parte)

    Il luogo in cui si trovava, ben noto a lui nonostante non ci trascorresse sufficiente tempo da considerarlo una vera e propria casa, era, come di consueto, immerso nella semi-oscurità, rischiarata solo dalle luci lampeggianti delle decine e decine di apparecchiature sofisticate che lo circondavano. A qualunque altra persona che fosse capitata lì, anche solo per sbaglio, di sicuro avrebbe fatto scorrere brividi di paura lungo la spina dorsale. Per lui, tuttavia, non era così: sia perché non trovava assolutamente nulla da temere in quell’ambiente freddo e sterile, sia perché, naturalmente, la sua spina dorsale non era fatta come quella della maggior parte degli altri mobiani. Il titanio indistruttibile di cui erano fatte le sue ossa non era soggetto a cose stupide come i brividi di paura.
    Gli unici suoni che c’erano attorno a lui, prima che si facesse strada lì dentro e producesse ad ogni suo passo un tintinnio sul suolo metallico, erano i bip ritmici e incessanti dei macchinari e il respiro grave e spezzato della persona che era andato a trovare. Si piazzò sull’attenti dietro di questa, come un diligente soldato a rapporto, e aspettò di ottenere il consueto permesso di parlare.
    - Quali novità? - domandò in tono cavernoso Necronomica, completamente immersa nel buio e, per di più, dando le spalle al suo interlocutore.
    Morrison prese un profondo respiro, con le mani dietro la schiena, ed espose per filo e per segno, in tono chiaro e preciso, tutte le informazioni che aveva raccolto fino a quel momento.
    - Le tue libellule spia hanno seguito i movimenti di tutti gli amici di Sonic durante le loro disavventure e hanno inviato le immagini all’archivio centrale. A quanto pare hanno avuto successo… e intendo tutti loro. Hanno avuto i loro contrattempi, ma hanno messo le mani sulle statuette perdute da tempo. Se questo fantomatico rituale sarà davvero qualcosa di concreto, e non un’altra ridicola leggenda, avremo quel riccio in piedi in quattro e quattr’otto -
    - Stupidaggini! - commentò Necronomica, seccata - Mi meraviglio di te, Morrison. Pensi sul serio che queste sciocche favolette antiche possano costituire un’ancora di salvezza per lui? Sono solo inutili speranze a cui si aggrappano i suoi amici per non accettare la sua fine -
    - Eppure il veleno contenuto nel guanto di Vanadia ha funzionato - la rimbeccò l’istrice, stando attento a farlo con educazione e rispetto - Non c’è motivo per dubitare che anche quegli idoli di pietra sappiano il fatto loro -
    - Una neurotossina contenuta in un reperto archeologico è un dato di fatto, non una sciocca superstizione. E, detto per inciso, dubito che avrebbe funzionato se le mie sperimentazioni che hai consegnato ad Eggman non avessero dato i risultati sperati -
    Morrison non replicò immediatamente, anche perché parzialmente convinto da quanto aveva ascoltato.
    - Sta di fatto che sono quasi tutti tornati alla base, credo sia questione di ore prima di scoprire se si tratta effettivamente di… sciocche superstizioni. Come suggerisci di procedere? -
    - Prima della sua partenza, Seth ci ha dato totale potere decisionale, come ben sai - continuò Necronomica, in tono pratico - Lui è convinto che questo Sonic the Hedgehog non sia tagliato per il suo Cenacolo, ma c’è anche da considerare che la pazienza non è mai stata una delle sue migliori qualità. Sono convinta che non sia del tutto da buttare via e il modo in cui ha resistito all’avanzata del veleno ne è una prova sufficiente. Tuttavia, la sperimentazione non è ancora conclusa. Ci sono ancora alcuni fattori da considerare, come ad esempio quanto è forte il suo desiderio di rimanere in vita. Il suo corpo potrà anche essere abbastanza robusto, ma il suo spirito deve ancora dare dimostrazione di sé stesso -
    - Quindi immagino che debba procedere con la fase due - completò Morrison - Dovrò avvertire il dottor Eggman di quanto abbiamo scoperto e dargli la giusta imbeccata -
    - Assolutamente sì - confermò Necronomica - Il caro dottore non ha mai combinato nulla di buono quando aveva a che fare con Sonic the Hedgehog, ma con le armi che gli fornirai potrà fallire solo in un caso: se la voglia di vivere di Sonic sarà più forte di ciò che gli verrà scagliato contro -
    - Molto bene, allora. Andrò subito a fargli visita. Conoscendolo non se ne starà con le mani in mano più di mezzo secondo, specie quando avrà compreso il valore del regalo che sto per portargli... di nuovo -
    Necronomica non diede cenno di risposta, il che significava che era il momento per Morrison di prendere congedo. Fece dietrofront e si diresse verso l’uscita, ma si bloccò sulla soglia per aggiungere qualcos’altro, lasciato volutamente alla fine.
    - Se hai visto le immagini delle libellule spia, ti sarai accorta che con loro c’è anche lui -
    Silenzio.
    - Lo so - disse laconicamente Necronomica - Ma questo non cambia niente! -
    - Era quello che speravo di sentire -

    Il campanello trillò allegramente e Amy Rose sobbalzò buffamente, lasciando quasi cadere la rivista che stava distrattamente sfogliando. Aveva cercato in tutti i modi di trovare un’occupazione, anche solo momentanea, che la distogliesse dal fastidioso nervosismo dell’attesa. Si era addirittura chiesta se Sonic, in qualche modo, non l’avesse contagiata con la sua tipica impazienza ma, soffermandosi a pensarci per bene, si era detta che chiunque, in quella situazione, avrebbe avuto i nervi a fior di pelle.
    Bé, in realtà, Geoffrey aveva trovato un efficace sistema per distrarsi armeggiando tra i fornelli, mentre Megan si era rintanata nei suoi ormai tanto amati videogames, ma lei non ci riusciva proprio a non pensare che, di lì a poco, Tails e gli altri sarebbero tornati vittoriosi dalla loro missione. E se durante il viaggio di ritorno fosse successo qualcosa? Se Eggman li avesse intercettati e costretti a consegnare le statuette tanto vitali per la ripresa di Sonic? Non ricordava di essere mai stata tanto in pensiero in vita sua, ma era semplicemente perché sentiva di essere ad un passo dalla salvezza definitiva del suo adorato Sonic e, considerando quanto se l’era vista brutta con i Tekkadron poco tempo prima, avvertiva che era difficile sentirsi davvero al sicuro.
    Forse avrebbe dovuto prendere esempio da Big e allontanarsi periodicamente per andare a dedicarsi ad attività rilassanti come la pesca, ma non aveva la minima intenzione di lasciare Sonic incustodito dopo quanto era successo. Senza contare che, comunque, non era del tutto sicura che Big avesse afferrato appieno quanto la situazione poteva essere preoccupante.
    Non fu poi così strano, quindi, che il suo cuore fece un tuffo, non appena sentì suonare alla porta, ripromettendosi che, se si fosse trattato di venditori porta a porta, li avrebbe fatti fuggire a gambe levate, agitando il suo martello, per punirli del crimine di averla illusa. Raggiunse la maniglia della porta d’ingresso, con mano tremante, e aprì. Fortunatamente per qualunque venditore che avesse osato raggiungere la soglia di quella casa, di fronte a lei si ritrovò il viso stanco, ma raggiante di felicità, di Tails.
    - Mi sembra così strano suonare il campanello di casa mia - commentò, prima che Amy gli si gettasse al collo, esprimendo la sua indescrivibile contentezza nel vederlo di ritorno.
    - Sapevo che ce l’avreste fatta! - esclamò, con voce acuta - Non ho dubitato neanche un secondo! -
    - Credimi, se fossi venuta insieme a noi, ne avresti avuto motivo - commentò Knuckles, dietro di lui, dopo essersi fatto avanti - Non è stata una passeggiata! -
    Dopo aver espresso la sua gioia abbracciando non solo lui, ma anche Blaze, appena sopraggiunta con sottobraccio una statuetta in pietra dall’aria pesante, si fece da parte per farli entrare e andò subito a chiamare Geoffrey e Megan.
    - Come si dice in questi casi? - disse la lince, stringendo la mano a Knuckles, mentre i due fratelli Prower si ricongiungevano in un abbraccio affettuoso - Tutto è bene quel che finisce bene? -
    - Odio passare per guastafeste - commentò Blaze, leggermente seria - Ma non abbiamo ancora finito. Dobbiamo vedere se queste statue funzionano davvero -
    - Dove sono gli altri? - domandò Amy, squittendo come una bambina appena entrata in un enorme luna park.
    - Mi sono messo in contatto con Shadow e Vector - spiegò Tails - Dovrebbero essere qui da un momento all’altro - poi, dandosi un’occhiata intorno, individuò il vetro del salotto rotto dalla pietra lanciata giorni prima dai Tekkadron - Ma cos’è successo qui? -
    - Diciamo che abbiamo dovuto difendere Sonic con le unghie e con i denti - replicò Geoffrey, sorridendo in maniera affabile - Quel riccio ha più nemici di quanti se ne possano contare sulle dita -
    - Sta bene, ad ogni modo - concluse Amy, intercettando lo sguardo preoccupato di Tails - Lo abbiamo tirato fuori dai guai appena in tempo e, fortunatamente, non credo che i Tekkadron ci daranno più noie -
    - Si tratta di loro, dunque? Credo che dovrò studiare un sistema di difesa efficace per questa casa. Attira i guai come il miele per le mosche -
    Subito dopo, alle loro spalle si sentì bussare piano sulla porta, rimasta aperta.
    - Ehm… è permesso? - domandò una voce palesemente imbarazzata sulla soglia.
    Silver the Hedgehog entrò in casa e salutò tutti con un leggero gesto della mano. Amy riuscì a fatica a nascondere la sua sorpresa, ma ciò nonostante accolse con gioia e allegria anche lui, dopo che Tails le spiegò del loro incontro a Monopole e di come aveva contribuito alla ricerca dell’idolo di pietra.
    Dopo le presentazioni di rito a Geoffrey e Megan, si sedettero tutti in salotto, allegri e su di giri come un gruppo di amici che non si rivedeva da anni. Anche se sapevano che non era ancora stata scritta la parola fine a quella storia e che Sonic era ancora in pericolo di vita, non riuscivano ad evitare di essere contagiati dall’ottimismo che il loro essersi riuniti, dopo aver portato a termine con successo la loro missione, lasciava trasparire.
    Non molto tempo dopo, arrivò a destinazione anche il Team Chaotix, con l’aggiunta di un leggermente imbarazzato Mighty. Vector oltrepassò la soglia di casa di Tails, sventolando in aria, trionfante, il gioiello che avevano recuperato dalla statuetta a Windmill Isle. Knuckles, nonostante la sua classica aria burbera, non riuscì a trattenere la contentezza del rivedere Mighty dopo quella che sembrava davvero un’eternità.    Gli strinse calorosamente la mano e gli diede una forte pacca sulla spalla, in segno di amicizia, quindi lo presentò rapidamente a chi tra di loro non lo conosceva.
    - Credevo che doveste portare indietro una statuetta - commentò Amy, leggermente infastidita - Invece vi siete messi a rapinare una gioielleria? -
    - E’ il cristallo di cui parlava la dottoressa Deer - spiegò Espio - Si trovava all’interno dell’idolo di pietra, ma è andato distrutto in seguito a… ad alcuni contrattempi -
    Il camaleonte guardò di sottecchi Mighty, il quale lo ricambiò con un sorriso di gratitudine per aver omesso la parte in cui rivelava che era stato proprio lui a distruggere la statua.
    - In fondo è quello che serve al vecchio blue boy, no? - precisò Vector, sfregandosi giovialmente le mani - Quindi abbiamo portato a termine l’incarico con successo. Tutto il resto è un dettaglio -
    - Speriamo che sia sufficiente così - concluse Amy, palesemente dubbiosa.
    Mentre attendevano il ritorno del Team Dark, si misero tutti a chiacchierare amabilmente tra di loro, assaggiando le due infornate di biscotti che Geoffrey aveva appena tirato fuori dalla cucina. A Tails ricordò molto il clima festoso e disteso che c’era alla festa a sorpresa per il ventesimo compleanno di Sonic, tempo prima, con la differenza che il suo migliore amico non era tra di loro… almeno non ancora.
    Non appena Big si unì a loro, appena tornato dalla sua fruttuosa battuta di pesca, si accorsero che lo spazio cominciava a scarseggiare e decisero di sistemarsi all’esterno, in giardino.
    - Non dirmi che dobbiamo mangiare pesce anche oggi - sussurrò Amy a Geoffrey, accennando alla mazzetta di trote che Big aveva portato con sé - Comincia a venirmi la nausea al solo pensiero -
    Dall’altro lato del giardino, Tails e Megan erano impegnati in una tranquilla conversazione, in cui si raccontavano cosa era successo a ciascuno di loro due in assenza dell’altro. Tra di loro c’era ancora un po’ di imbarazzo, ma sentivano comunque che andava diminuendo man mano che avevano modo di parlare e conoscersi meglio.
    - Quasi dimenticavo - disse Tails all’improvviso, prima di frugare nella sacca da viaggio che aveva portato con sé - Lo avevo messo al sicuro per paura di romperlo, ma adesso posso rimetterlo senza problemi -
Estrasse la metà del ciondolo con la M incisa e se la mise al collo, felice come non mai.
    - Io il mio non lo tolgo mai - rivelò Megan, mostrandolo a suo fratello - E adesso che ci siamo trovati ho un motivo in più per non farlo -
    Qualche minuto dopo, il vialetto fu attraversato da altri tre attesissimi ospiti che si unirono al resto del gruppo.
    - Avete cominciato una festa senza di noi? - disse Rouge, scherzosamente - Potremmo anche offenderci -
    - Permesso di festeggiare concesso - le fece eco Omega, immediatamente dietro di lei - Ricerca bersaglio da distruggere -
    Shadow, dal canto suo, non aprì bocca, ma si limitò a consegnare a Tails la statuetta di pietra che aveva portato con sé. Il sorriso del volpino all’idea che anche l’ultimo reperto era stato portato lì era così largo e raggiante da fare invidia a quello di un bambino il giorno del suo compleanno.
    - Grazie, Shadow - si limitò a dire - Sonic te ne sarà riconoscente -
    - Lascia perdere - replicò, fastidiosamente, ma con un lieve sorriso - Se penso che rivedrò quel rompiscatole in piena salute, potrei anche ripensarci -
    Il riccio nero attese che Tails riponesse l’idolo accanto all’altro suo gemello e al cristallo portato dai Chaotix, prima di prenderlo da parte con l’intenzione di parlargli.
    - C’è qualcos’altro che dovresti sapere - iniziò, ma Tails non gli prestò più ascolto non appena vide qualcun altro avvicinarsi a loro.
    Il volpino non fu l’unico a trasalire quando Drake attraversò il vialetto, come sempre avvolto nella sua armatura, fieramente a testa alta. Knuckles e Blaze si misero subito in guardia, mentre Amy non aspettò neanche un secondo prima di mettere mano al suo martello.
    - Cosa ci fa lui qui? - domandò Tails, spaventato.
    - State calmi! - esclamò Rouge, mettendo le mani avanti come per fermare eventuali attacchi - Non vi farà alcun male! -
    - Stai parlando della stessa persona che ha dato fuoco alla mia casa e ha cercato di uccidermi? - la rimbeccò Tails, sempre più agitato.
    - E’ grazie a lui se abbiamo recuperato la statuetta - spiegò Shadow, alzando la voce in tono perentorio - Se non fosse stato per lui non avremmo saputo neanche da dove cominciare -
    - Potrebbe benissimo trattarsi di una trappola! - esclamò Knuckles, facendosi avanti - Potrebbe avervi consegnato la statuetta come pretesto per infiltrarsi tra di noi! -
    - E’ il tipo di trucchetti che di solito funziona su di te, vero, Knucky? - lo provocò Rouge, con un ghigno divertito.
    - Sono pronto a dimostrare la mia buona fede! - intervenne Drake stesso - E’ vero che ho cercato di fare del male ad alcuni di voi, ma ho scelto di mia iniziativa di non contribuire al male di Sonic. Se ho aiutato i vostri amici è perché ritengo che sia ingiusto lasciarlo morire in questo modo. E’ nei desideri del Cenacolo di Argus, ma non nei miei -
    - Il Cenacolo? - ripeté Amy, impaurita - Ma è stato Eggman ad attaccare Sonic! -
    - Il dottor Eggman è solo una pedina. Chi ha orchestrato l’avvelenamento di Sonic è un membro del Cenacolo, di nome Necronomica. Seth ha incaricato lei di provvedere a Sonic e ha ordinato a me, Getara, Levine e Zephir di assisterla al meglio delle nostre possibilità. Se fossi ancora in combutta con loro, vi direi tutto questo? -
    Quelle improvvise rivelazioni furono accolte da un silenzio incerto. Molti di loro si ritrovarono a guardarsi, sperando di trovare sicurezza nello sguardo dell’altro, ma erano tutti ugualmente confusi e indecisi.
    - Non è comunque sufficiente a crederti - ribatté Tails, più battagliero e diffidente di quanto lo fosse mai stato.
    - Non mi interessa che mi crediate o meno - disse Drake, mantenendo comunque la calma - Sono pronto a fare la mia parte per salvare Sonic dal Cenacolo e questo include mettervi in guardia dalle loro intenzioni. Questo è quanto -
    - Vorrà dire che dovrai dirci tutto quello che sai su di loro - intervenne Shadow, determinato - In particolare quanti sono, cosa vogliono e come facciamo a fermarli -
    - Questo non è un problema - acconsentì Drake, annuendo con la testa - Farò quello che devo, ma solo con Sonic. Il mio rispetto è solo per lui, voialtri non avete ancora fatto nulla per guadagnarvelo -
    - Allora vorrà dire che bisognerà rimetterlo in piedi il prima possibile - disse una terza voce, alle loro spalle.
    Ambra Deer aveva appena fatto la sua apparizione. Tra le sue mani c’era un grosso diamante delle dimensioni di un uovo, che rifletteva i raggi solari in uno scintillio ipnotico.
    - E conviene anche fare in fretta. Non abbiamo tutto il tempo di questo mondo -

    Per quanto potessero essere sofisticati i sistemi difensivi della base segreta del famigerato dottor Eggman, per l’istrice corazzato che rispondeva al nome di Morrison non erano che semplici giocattoli per bambini, così come si trattava di una mera formalità superarli dal primo all’ultimo con dei pigri movimenti del braccio. Nel suo polso sinistro era installato un perfezionatissimo dispositivo di codifica istantanea, particolarmente utile quando si trattava di decifrare i codici di accesso dei cancelli esterni della base. Ogni volta che incontrava uno sbarramento o si imbatteva in un campanello d’allarme pronto a scattare, era sufficiente sollevare il braccio e attendere quei miseri due secondi necessari al dispositivo per infrangere il blocco di sicurezza e procedere tranquillamente.
    Anche quella mattina, come già aveva fatto due volte in precedenza negli ultimi giorni, era andato a fare visita al dottore, immaginandosi ancora una volta la sua faccia sbigottita di fronte all’evidenza che qualcuno era riuscito ad oltrepassare le sue barriere senza versare neanche una goccia di sudore. Con la stessa naturalezza con cui si entra in un supermercato, oltrepassò anche l’ultimo portellone scorrevole, quello che dava accesso alla sala di comando, e si annunciò ad Eggman con la solita cortesia che lo contraddistingueva.
    - Buongiorno, dottore - salutò, con tono volutamente mellifluo - Non avevo dubbi che l’avrei trovata in casa anche oggi -
    L’omaccione era, come prevedeva, seduto sulla sua enorme poltrona nera, di cui riusciva solo a vedere lo schienale voltato. Contrariamente a quanto si aspettava, non appena si voltò per affrontarlo, sotto i suoi folti baffoni non c’era una smorfia infastidita e imbronciata, ma un sorriso disgustosamente accogliente.
    - Fa come se fossi a casa tua! - esclamò, forzatamente gioviale - Tanto vale che ti consegni le chiavi, dato che stai prendendo la brutta abitudine di fare avanti e indietro -
    - Colgo una leggera ironia nella sua voce, dottore - lo rimbeccò Morrison, cominciando a gironzolare nell’ampio spazio sterile - E dire che sono venuto qui per darle una mano con il suo piccolo problema spinoso… ancora una volta -
    Eggman sollevò un sopracciglio.
    - Cosa intendi dire? Sei stato tu a dirmi che Sonic non aveva speranze di cavarsela. Sarà solo questione di ore prima che raggiunga il paradiso dei ricci -
    - E non intendo ritrattare, infatti. Tuttavia, i suoi seccanti amichetti si sono dati molto da fare per girare in lungo e in largo il globo alla ricerca di qualcosa che lo possa curare -
    - Sciocchezze! - sbraitò Eggman, innervosito - Non esiste una cura per il veleno del Guanto di Vanadia. E’ quello che c’è scritto sulle steli che ho trafugato da Spagonia -
    - Buffo come lei riponga così tante speranze su delle vecchie pietre polverose - ribatté l’istrice, scegliendo con cura le parole - Specie considerando che è la stessa cosa che stanno facendo gli amici di Sonic. Hanno recuperato alcuni idoli antichi che potrebbero nascondere la cura per il male che ha inflitto alla sua nemesi blu -
    - Cosa? - sbottò il dottore, oscillando pericolosamente sulla sua poltrona - Quei piccoli miserabili… scommetto che c’è lo zampino di Tails dietro a questa idea assurda! Avrei dovuto liberarmi anche di lui e di tutti gli altri marmocchi! -
    - Daranno inizio al rituale per la cura di Sonic da un momento all’altro - lo informò Morrison, vagamente divertito - Se fossi in lei, non me ne starei seduto a guardare i miei piani che vanno in fumo -
    - E sei tornato qui per divertirti alle mie spalle? -
    - Noto che non ha prestato attenzione, dottore. Ho detto che sono qui per darle una mano -
    Dopodiché, l’istrice estrasse un apparecchio metallico dalla forma rettangolare da una tasca interna del suo lungo cappotto nero. Lo lanciò in direzione di Eggman, il quale lo afferrò al volo e lo studiò minuziosamente, raddrizzandosi gli occhialini per vederci meglio.
    - Sonic è circondato da un bel numero di alleati, come potrà immaginare. Ce ne sono più di una decina pronti a difendere la sua vita con le unghie e con i denti. La cosa più sensata da fare è attaccarli in massa con tutti i robot di cui dispone prima che possano terminare il rituale. E quel mio piccolo regalo le sarà di aiuto -
    - E di cosa si tratta? - domandò Eggman, sospettosamente.
    - Se collegherà quel grazioso apparecchio al suo Egg Drive, sarà in grado di controllare in tempo reale tutti i movimenti dei suoi robot, anche se ce ne sono a dozzine. Potrà collegare il loro segnale al ripetitore centrale di quell’unità e manovrare con i comandi base del suo veicolo ogni loro spostamento. In questo modo, potrà prevenire ogni attacco che verrà rivolto a ciascuno di loro e contrattaccare altrettanto efficacemente -
    Eggman non rispose immediatamente, continuando ad osservare con apprensione il dispositivo che aveva tra le mani.
    - Non si preoccupi, non la farà saltare in aria - lo rassicurò Morrison - Ho già dato prova in precedenza di essere qui solo per aiutarla, no? -
    - Di certo non posso negarlo - confermò il dottore - Ciò che mi irrita, però, è non sapere che cosa ci guadagni tu, né tantomeno chi sei e da dove vieni -
    - Queste sono informazioni che dovranno aspettare un altro giorno, dottore. Si ricordi soltanto che questa è l’ultima volta in cui le vengo in soccorso. La sorte del suo nemico mortale, adesso, dipende interamente da lei. Faccia buon uso di quell’apparecchio e i risultati saranno garantiti -
    Detto questo, Morrison fece ancora una volta dietrofront e abbandonò la sala principale, con la seria intenzione di non metterci più piede. La sua missione e il coinvolgimento del dottor Eggman nella stessa erano ormai giunti al capolinea.
    Eggman attese un po’ di tempo prima di fare la mossa successiva, troppo intento ad arrovellarsi per districare la matassa di pensieri e sospetti che quell’istrice gli aveva provocato sin dalla sua prima visita. Fino a quel momento, tuttavia, aveva contribuito notevolmente a mettere Sonic alle strette come lui, da solo, non aveva mai fatto. E dato che era così vicino alla sconfitta definitiva del suo nemico di sempre, la giusta priorità doveva essere terminare ciò che aveva iniziato.
    - Orbot! Cubot! - chiamò, con tono autoritario, battendo un pugno sulla plancia di comando.
    I due robot assistenti si affrettarono a raggiungerlo per ricevere gli ordini.
    - Preparate tutti i Badnik e gli Egg-Robo che abbiamo a disposizione! E’ ora di scendere sul sentiero di guerra! -


Ci siamo! E' il momento decisivo che tutti stavano aspettando! Si gioca il tutto per tutto, questa volta, nella speranza che la cura per Sonic funzioni, con l'oscura minaccia del dottor Eggman in agguato per rovinare tutto. Non vorrete certo perdervi l'epica conclusione del secondo atto di...

Legacy of Argus: Gocce di cielo (Seconda e ultima parte)
07/05/2015

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11/05/2015
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