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Autore: Triz    01/05/2015    1 recensioni
La convivenza con un fantasma non è sempre facile, parola di Nick Smith e di Theodore Robinson, che vivono sotto lo stesso tetto.
Ripubblico la raccolta che ho postato tempo fa, stavolta aggiungendo i capitoli scritti per i Drabble Eventi del gruppo Facebook We are out for prompt. Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Theo è depresso, ama cambiare look ma non riesce a specchiarsi e vedere il risultato.

In nome di Harry Potter, Nick aveva dato il nome di "giornata alla Mirtilla Malcontenta" ai periodi particolarmente no di Theodore.
Come la ragazzina dei libri, la prima vittima della depressione di Theodore era il bagno, che con le tubature fuori uso diventava la sorgente dell'allagamento della casa e causava un evidente disappunto da parte dell'anziana signora Finnigan, la padrona di casa. L'unica differenza tra i due fantasmi era che Theodore preferiva trattenere dentro di sé perché soffrisse piuttosto che piagnucolare tutto il giorno.
E qualcosa doveva per forza averlo depresso, altrimenti Nick non avrebbe visto una pozza d'acqua allagarsi nel corridoio una volta rientrato a casa con la spesa: «Theo, è di nuovo una giornata alla Mirtilla Malcontenta?» domandò a voce alta appoggiando la spesa in cucina, ma il fantasma non rispose.
«Theo?» lo chiamò Nick preoccupato e andò nella propria camera. Trovò Theodore seduto sulla sponda del letto con il viso inespressivo tra le mani e Nick rimase a bocca aperta alla sua vista: al posto degli abiti vittoriani con cui era abituato a vederlo, Theodore indossava dei jeans e una T-shirt. Aveva persino provato a fare qualcosa ai capelli, ora un po' più arruffati, e a Nick sembrava uno di quegli uomini sui quarant'anni che ogni tanto si vedevano in giro e che mantenevano il loro fascino.
«Theo, cosa è successo?».
«Niente».
«Hai allagato casa, non può essere che non sia successo niente».
«È una sciocchezza, Nick, sul serio».
«Theo, puoi dirmelo, se vuoi».
«No, lascia stare» rispose Theodore sbuffando e Nick fece una smorfia.
«Però, Theo, bel cambiamento» disse Nick, cambiando discorso e tentando di buttarla sul leggero, ma Theo non si mosse: «Te lo dico sul serio, stai benissimo».
«Almeno tu puoi vedermi».
«Cosa intendi?».
«Hai presente lo specchio nel tuo armadio?».
Nick corrugò la fronte e andò allo specchio: vide il proprio riflesso e, non appena si scorse per vedere anche Theodore, si rese conto che cosa poteva aver rattristato il suo coinquilino.
Per lo specchio, non c'era nessuno sul letto.
«Per potermi vedere allo specchio, dovrei essere... come dire? Vivo» mormorò Theo con un'amara ironia.
«Cristo santo».
«Non mi sembra il caso di tirare in ballo il Signore».
«Scusa, Theo, è solo che...» Nick sospirò e chiese: «C'è qualcosa che posso fare o dire per...».
«Voglio che tu te ne vada».
«Come?».
«Esci, vai dove ti pare, ma non voglio averti intorno» disse Theodore gelido: «In questo momento, non mi fa bene vedere una persona che può respirare, se capisci quello che intendo».
«D'accordo» disse Nick annuendo: «Se hai bisogno, mi trovi in biblioteca».
«Va bene».
«E passerò dalla signora Finnigan per le tubature».
«D'accordo».
Nick avrebbe volentieri dato una pacca sulla spalla di Theodore per confortarlo, ma sapeva che così non avrebbe potuto che peggiorare la situazione e uscì dalla camera.

 
(469 parole)
  
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