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Autore: roseinwonderland    01/05/2015    2 recensioni
“Vedo che non è mai venuta. E questo mi dice ogni cosa.”
“Allora perché è venuta proprio lei a chiamarmi? Poteva venire chiunque altro.”
[fanfiction Loki/Nuovo personaggio][Leggete solo se avete visto entrambi i film!]
--->ATTENZIONE! Questa ff non tiene ASSOLUTAMENTE conto degli avvenimenti di un futuro Thor3!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTA DI PRELETTURA
Quando un giocatore fa la sua mossa senza saper giocare, il migliore può arrabbiarsi, o chiudere i giochi. O entrambe le cose. | Copertina---> http://alicebloomsburypotter.tumblr.com/image/86007313604


Wrath and ice



“Non apprezzo questo piano asgardiano.”

“Non sono asgardiano, te l’ho già detto.”

“Non comprendo il motivo per cui sia necessaria una tale violenza.”

“Lo comprenderai quando usciremo di qui grazie a me. Ora sbrigati e fai il tuo dovere, fiaccola.”

“Brucerai vivo, il che mi hanno riferito essere non piacevole .”

“Non brucerò, demone.”
Traendo sospiri di dubbio, il vecchio lentamente iniziò a infiammarsi, fino a che il suo corpo non fu ricoperto di fiamme d’un rosso profondo. Quindi si avventò su Loki urlando di rabbia, che semplicemente aprì le braccia e si preparò all’impatto.
 

***
 

“E’ stato facile ragazzo! Idea brillante!” Il demone guardò soddisfatto la scena dinnanzi a sé, dove tre guardie giacevano sul pavimento, dopo che erano entrate affannate nella cella per fermare la lotta. E lì erano rimaste.
“Potevi evitare di incendiare anche le mie vesti. E se osi chiamarmi ancora ragazzo ti farò pentire di esserti liberato.” Il dio fumava, e gli abiti anneriti e strappati lasciavano intravedere la pelle bluastra sottostante, che lentamente sfumava al rosa pallido.

“Mi chiamo Zwingli.”

“Non mi sembra di avertelo domand-Aspetta Zwingli?” Alzò un sopracciglio e lo squadrò da capo a piedi. “Veramente?”

“Puoi prendere la mia tunica se ti serve, è nell’altra cella. E sì, mi chiamo Zwingli. Sarebbe carino se ora ti presentassi, o sarò costretto a chiamarti ripetutamente Pocotemibileasgardianonondiasgard.”
Loki roteò gli occhi al cielo.

“Loki, vecchio, Loki. E non mi metterò addosso la tua roba.”
Zwingli sorrise lievemente, e seguì il moro bruciacchiato.
 
***

 
Vagarono a lungo: tanto erano piccole e scure le sue stanze, tanto il palazzo in sé era enorme; le stanze occupavano chilometri su chilometri, senza mai raggiungere la superficie, sempre che ci fosse. Un labirinto sotterraneo, di roccia e fuoco. Non era piacevole il pensiero , e il figlio di Laufey  lo scacciò in fretta.
Un tramestio ruppe il silenzio. Loki afferrò Zwingli e lo trattenne.

“Guardie. Stai fermo.”
Il gruppo di soldati scivolò loro accanto, tra di loro una famigliare figura riccia.  Il moro attese che gli fossero passati davanti, quindi con maestria e delicatezza si avvicinò alle loro spalle, e, uno a uno, senza quasi sfiorarli, li abbatté velocemente. Strinse una mano sulle labbra sottili della donna, e la trascinò nell’ombra.
“Cosa stai facend-“
“Shhh..” Le indicò altre guardie, che a passo svelto si avvicinavano. Con uno svolazzo verde rese i corpi dormienti dei soldati invisibili e il secondo gruppo passò loro accanto senza vederli. Il vecchio demone tirò un sospiro di sollievo, e Meridia finalmente si accorse della sua presenza, che la portò a strabuzzare gli occhi e alzarsi in piedi in tutta fretta.

“PAPA’?”

“Fa piano tesoro, o ci sentiranno. E’ parecchio emozionante tutto questo.”

Meridia gettò a Loki uno sguardo interrogativo, al quale ricevette come risposta uno sguardo seccato. Finalmente gli ultimi soldati sparirono dalla vista. La guerriera si rilassò.
“Pensavo di dovervi tiare fuori da quel buco, ma a quanto pare ci siete già riusciti. Bene, ora dobbiam-“

No.”

Meridia rimase interdetta, e le parole rimaste sulle sue labbra scivolarono indietro, incastrate dalla rabbia furiosa che seguì quel secco no del giovane asgardiano.
 
 
***

 
Loki ricordava molto vagamente tutto ciò che era successo dopo che l’avevano ritrovata.

La lite, le frasi di veleno che le aveva sputato addosso per tutto ciò che era successo, e il suo sguardo vuoto in risposta.

Le sue gambe sottili come fili d’erba, che scivolavano nel buio vicino alle sue, mentre la seguiva verso il portale.

Quest’ultimo, chiuso,  e loro che lavoravano per riaprirlo, in una lotta contro il tempo che non possedevano.

Le sue mani delicate che agivano come quelle di un meccanico, immerse negli ingranaggi oleosi di quella struttura così vecchia e polverosa.

La luce bluastra, che vorticava, mentre lo scalpiccio delle guardie era in lontananza, aumentando di intensità ogni secondo che scorreva.

La sua voce concitata, mentre il vecchio andava per primo, e lui per secondo.

E poi più nulla.
Perché non ci fu più nulla.

 
Solo il pavimento chiaro, una leva, e una stanza familiare. Il padre di Meridia sembrava lei, le stesse dita veloci che lavoravano sui tasti, che il dio stesso aveva usato giorni prima per aprire il Bifrost. Loki non riusciva a muoversi, e sentiva il pavimento freddo dietro la schiena , come se vi fosse incollato. Il vecchio finì di lavorare, e le sue mani divennero fiamma, bruciando l’interfaccia su cui stava digitando, finché questa non si sciolse emettendo qualche scintilla elettrica e qualche ronzio.
Il dio dalla tunica verde era stanco. Appoggiò la testa sulla pietra marmorea dietro di lui. Stava per addormentarsi, un vago torpore stava risalendo le membra.

Prima di chiudere gli occhi, notò che lei non era lì.

 
***

 
“Hey asgardiano.”
“Ti ho già detto che non sono asgardiano.”

Zwingli sbucò dal muro: era riuscito a fare un’apertura, dopo tre settimane di prigione.
Erano stati naturalmente sbattuti nuovamente in cella.
Dopo che il padre di lei aveva distrutto ogni collegamento con l’altro  universo (perché era questo che stava facendo mentre Loki era  spiattellato sul pavimento), erano arrivate le guardie. E con loro suo fratello Thor.
Non aveva fatto domande: li aveva incatenati e portati via in silenzio, e lui non aveva nemmeno protestato.
Nessun contatto con nessuno. Nessuna notizia. Da tre settimane. Sapeva soltanto che lei non era ad Asgard: mai rientrata dal portale. E aveva compreso che non aveva mai avuto intenzione di farlo: lo aveva portato laggiù, gli aveva smollato il vecchio e aveva risbattuto entrambi a casa.
Non solo ingannato, ma anche scelto come  badante di un demone scellerato, che , oltre a svariati problemi psicofisici, aveva anche l’irritante difetto di essere irritante. E a Loki davano davvero fastidio le persone irritanti. Specie se parlavano non interpellate o fuori luogo.

“Loki potr-“
“No, vattene.”
Un sospiro fu seguito da un fruscio di carta nell’aria, poi il buco nel muro si richiuse. Una lettera chiara atterrò lentamente sul pavimento, dove una mano leggera, dalla pelle nivea, la raccolse.
 
***
 
Sala del consiglio, circa  tre settimane prima

“Signora, stiamo portando via gli ultimi.”

“Quanti sono?”

“Più di 80.”

Il silenzio cadde nella stanza. Meridia congedò il soldato, prese una penna e un foglio e iniziò a scrivere.
 

Sala del Consiglio
 
Questo messaggio ti arriverà quando io me ne sarò già andata. Prima di leggere, voglio che tu sappia che potrai pensare qualunque cosa di me,e avresti ragione: ho mentito, ingannato, ferito le persone a cui volevo bene. Ma non per te, non per me, non per Thor, non per noi: tutto ciò che ho compiuto è stato unicamente per la nostra gente. Ho ancora, e l’avrò finché avrò vita, il compito di vegliare su di loro.
Ci hanno appena attaccato, e ricorderai bene i morti. Stanno raccogliendo ora gli ultimi cadaveri. Nessuno conosce l’identità dei nostri aggressori, né il motivo per cui sono qui, né da dove vengono. Solamente io. E’ necessario che continuino a non sapere nulla, o cercherebbero di catturarmi, interrogarmi, studiarmi. E non abbiamo più tempo.

Loro vogliono me, Loki. Dopo anni, di ricerche, mi hanno trovato. E vogliono solamente me.

Non è un attacco, ma un messaggio, per me; una chiamata per la loro figlia prediletta.
Non posso rimanere, e non tornerò più ad Asgard.
E così nemmeno loro.

Mio padre avrà bloccato il portale quando leggerai queste parole, quindi ormai siete al sicuro. E ti starai chiedendo perché ti ho trascinato in un altro universo con me, senza che ci fosse una vera ragione visibile.
Dovevo allontanarti da noi, e l’unico modo era distruggere ogni collegamento che avevi con me. Volevo che mi odiassi. Volevo che vedessi ciò che sono, che ero e che sempre sarò.

Un mostro che brucia e divora tutto al suo passaggio.

Volevo che li vedessi e odiassi anche loro. Odiali, perché siamo tutti dei mostri senza nome. Siamo i vostri incubi, lascia che continuiamo ad esserlo.

Voglio che Asgard sia al sicuro, e quello che ci unisce è una frattura nella difesa del tuo mondo: uno di noi deve liberarsi di questo legame, per il bene dell’altro. Anche se legame non c’è in nessun altro posto se non nella mia testa, un’illusione che ho creato io.

Non è stata la prima minaccia che ho ricevuto. Tutto questo è iniziato molto tempo prima di oggi: quando sei ricomparso ad Asgard, dopo la guerra di Midgard, ero così felice Loki!
La sera stessa ricevetti un messaggio: carta bruciata. Sapevo che erano loro.


Avevo un idea, un piano in un certo senso. Il mio problema eri tu: il modo in cui mi guardavi, vuoto di quell’odio che ti riempiva così spesso, era qualcosa di cui non riuscivo a fare a meno. Dovevo lasciarti, e non volevo che tu pensassi a me per quello che non ero.
Volevo la tua indifferenza, volevo essere certa che ti dimenticassi di me, che potessi pensare a me e non ricordare nemmeno il mio volto. Per il tuo bene, mi sussurravo, quando lo stavo facendo solo per me stessa.


Per questo ti ho lasciato solo in cella, ti ho ingannato: ho recitato così bene, ma non è servito a nulla.
Perché ora ti sto scrivendo questa lettera, seduta tra i cadaveri che sono causa mia. Ho aspettato troppo, e anche nel momento in cui ti lascerò andare, avrò fallito. Questo foglio ne è la prova.


Posso riuscire a renderti indifferente, ma non basta. Posso farmi odiare da te, ma sono ancora troppo debole. Potrei ucciderti
Meridia sorrise amaramente e si fermò un attimo, l’attimo di un respiro soltanto. Quindi riprese a scrivere.
e toccherei l’apice della mia disfatta.

Non riceverai mai queste parole, ho deciso di accartocciarle. Vivrai, vivrete in pace. Un mondo di pace, o almeno simile a ciò. Dopo tutti i miei errori, è il minimo che posso darvi.  Ma ora, qui, nel silenzio, le mie labbra e l’ inchiostro diranno, un’unica volta, la verità.

Ho sempre creduto di essere troppo importante per te, mentre tu  non lo eri abbastanza per me. E per secoli mi sono convinta che tu mi desiderassi. La mia mente ha mascherato i miei sentimenti, ingannandomi, e chiamandoli tuoi. Lentamente, sono riuscita a cancellare l’inganno, portando alla luce la verità nascosta sotto il resto.

Ti amo, figlio di Laufey, come ho sempre fatto, e nello stesso momento in cui lo ammetto, ti lascio anche andare
.
 

La firma svolazzava piccola a fine foglio. Loki accartocciò la lettera, e ne fece ghiaccio puro, così come la stanza era diventata intorno a lui. La sua pelle rifulgeva di un profondo blu, e gli occhi rosso rubino brillavano sul suo volto. Le labba sottili si mossero lentamente, così come le sue parole:

“Mai partecipare a giochi in cui non si sa giocare. Qualcuno potrebbe arrabbiarsi, e, addirittura, superarti prima della fine. Oppure, far terminare ogni cosa.”
 
 
 
 
 *ANGOLO DELL'AUTRICE*

Sono ancora qui anche se non sembra. Faccio fatica anche solo a uscire coi miei amici in questo periodo, e il tempo si scrivere sta sparendo. Ma voglio finire questa storia. E' iniziata come una prova, un esercizio, e ora devo terminarlo. Grazie davvero tanto a chi continua a sopportare la mia lentezza, e grazie delle vostre recensioni: siete fantastici <3
Dai, finirò questa storia! *gesto di forza a pugno chiuso nell'aria*
#roseinwonderland

 
 
   
 
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