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Autore: Nerys    01/05/2015    3 recensioni
Quante volte ad ognuno di noi è successo di sognare in modo talmente vivido da sembrare reale? Almeno una volta nella vita, giusto? Beh, se è questo il vostro caso dovreste ritenervi fortunati, perché io ormai sono settimane che sogno senza sognare. Avete capito bene, non è un errore di battitura… I miei sogni non sono invenzioni del mio subconscio, sono avvenimenti successi realmente in un altro tempo…
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà!!! Eccomi tornata :)

Scusate sono un po’ di corsa >.<, quindi non mi resta che augurarvi buona lettura. Se avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e di come trovate la storia fino a questo punto! XP

Un grazie enorme a chi ha recensito e a chi, nonostante i miei ritardi, continua a seguire la mia storia!!!

Kiss,

Nerys <3

 

L’Amicizia…

 

Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d’acciaio.

William Shakespeare

 

 

«Bene. Che ne dici di ricominciare dall’inizio, ma senza saltare alcun dettaglio?» mi domandò la mia amica sdraiandosi sul morbido tappeto nella mia stanza, mentre io mi appollaiavo sulla sedia girevole vicino alla mia scrivania e giocherellavo con la collana che portavo al collo cercando di trovare le parole per spiegarle tutto.

Non era facile.

Un conto era raccontarle di incubi che mi tenevano sveglia la notte…

Un altro era dirle che avevo visto una creatura terrificante abbarbicata alla mia finestra e poi la stessa donna bionda che infestava i miei sogni davanti alla porta del bar…

Stavolta mi avrebbe presa per certo per pazza o psicotica, quindi che male c’era nel cercare di temporeggiare un po’? Forse dopo oggi non mi avrebbe più rivolto la parola, non era normale cercare di evitare di perdere un’amica a cui tenevo veramente?

«Quando hai voglia di incominciare a spiegare…» mi esortò Cassie tamburellando con le dita sul palchetto.

Durante tutto il tragitto dal bar a casa mia non aveva spiccicato parola, limitandosi a fare strada e rispondere a qualche messaggio di tanto in tanto. Solo in un’occasione aveva aperto bocca, vale a dire quando aveva chiamato sua madre per dirle che sarebbe rientrata tardi e di non aspettarla per cena. Dopo di che si era chiusa in un ostinato silenzio lanciandomi qualche occhiata ogni tanto.

«Come ti avevo già detto sono settimane ormai che non dormo più a causa degli incubi...» iniziai a raccontare, mentre giocherellavo con una matita per cercare di scaricare l’agitazione e la preoccupazione perciò che sarebbe successo una volta che avessi terminato di spiegarle. «All’inizio avevo pensato che fosse tutta colpa dello stress dell’università, ma… Gli esami sono finiti da più di due settimane ed i miei sogni sono continuati.» affermai battendo ritmicamente la matita sulla scrivania ed evitando accuratamente il volto di Cassie.

«Ogni notte diventano sempre più dettagliati e vividi, tanto da non sembrare nemmeno più sogni. Nemmeno Lei… - Ti ricordi la ragazza bionda di cui ti avevo parlato? - Più la sogno, più l’idea che sia frutto della mia mente, mi sembra impossibile. Non so spiegartelo, ma è come se lei fosse una persona reale, non una mia creazione, ma un essere umano come te e me.» tentai di spiegarle. «Il suo comportamento è troppo umano e le sue reazioni e azioni troppo incoerenti. Non riuscirei mai ad immaginarla così perfettamente durante il sonno.» Conclusi voltandomi nella sua direzione per vedere come stava prendendo quel piccolo frammento di verità, che mi aveva obbligata a spiattellare.

Cassie era ancora sdraiata sul tappeto con gli occhi fissi su di me e un’espressione indecifrabile in volto, gli occhiali li aveva alzati sul capo, tenendo indietro i boccoli neri e mettendo in mostra gli occhi scuri che mi scrutavano affamati di mistero. «Il peggio è successo ieri sera…» dissi lasciando cadere la matita sul tavolo e girandomi con la sedia di fronte alla mia amica. «Non mi crederai, ma lasciami raccontare fino alla fine, dopo di che potrai dirmi tranquillamente quanto sembro pazza.» le promisi, lei fece un semplice cenno del capo, intenzionata a non aprir bocca per evitare di cambiar discorso.

«Come al solito ieri sera stavo faticando a prendere sonno, quando finalmente ero a metà fra il dormiveglia ed il sonno profondo, ho sentito dei strani rumori vicino alla finestra. Subito pensavo che stessi già sognando, ma quando mi sono resa conto che ero ancora sveglia, ho deciso di alzarmi per andare a controllare e…» deglutii e mi passai una mano sugli occhi. «… c’era una creatura dalla pelle bianca, due fosse scure al posto degli occhi, denti piccoli ed affilati ed indossava uno smoking rosso con camicia nera. Stava appollaiato sul davanzale e graffiava il vetro della finestra con degli artigli lunghi e taglienti, chiamandomi senza sosta Denise e dicendo che la sua padrona ci stava aspettando…»

Gli occhi di Cassie si allargarono ascoltando il mio racconto, ma non mi interruppe.

«Pensavo davvero che da un momento all’altro sarebbe riuscito ad entrare in casa e non ho voluto immaginare nemmeno per un secondo cosa mi avrebbe potuto fare. Per fortuna non ne ha avuto il tempo. Una donna è arrivata e lui è scomparso immediatamente. Non l’ho vista in volto, mi dava la schiena, ma aveva una lunga treccia bionda ed è sparita subito dopo.»

Conclusi in questo modo il mio monologo e poi rimasi in silenzio in attesa.

«E oggi? Per quale motivo sei scappata da L’Eclissi?» domandò semplicemente mantenendo un tono di voce atono e senza tradire alcuna emozione. Distolsi lo sguardo dal suo e presi a aprire/chiudere il cinghietto dell’orologio in un gesto nervoso.

«C’era una ragazza…» mi bloccai un momento incerta su come continuare. Avrei potuto mentire per salvaguardare tutto ciò che restava della nostra amicizia e non farla scappare a gambe levate, ma così avrei tradito la sua fiducia e sarebbe stato anche peggio…

Quando avevamo cominciato a conoscerci c’eravamo soltanto promesse una cosa: assoluta sincerità; tutto il resto era facoltativo e passava in secondo piano. Entrambe, in passato, non avevamo avuto fortuna per quanto riguardava le amicizie…

Lei era stata buttata fuori dal suo gruppo dopo che l’ultima arrivata l’aveva messa in mezzo nella sua relazione con il fidanzato di una vita, accusandola di aver fatto la cascamorta con lui…

Io avevo iniziato ad allontanarmi di mia iniziativa dal mio gruppetto, quando le avevo scoperte a sparlare su di me. Solo in quel momento mi ero resa conto quanto per loro fosse superficiale la nostra amicizia...

Da ciò si può intuire a che livelli storici fosse la nostra fiducia nel prossimo… Poco da stupirsi che uno dei valori fondamentali su cui si basava il nostro rapporto fosse proprio la sincerità. Avevamo sempre pensato che sarebbe stato meglio dirci sempre cosa ci passava per la testa e scontrarci di tanto in tanto, piuttosto che costruire un legame falso e superficiale! Quindi ora non mi restava che una sola scelta…

«Ho visto la ragazza del mio sogno fuori dal porta del bar. Sbirciava dentro dalla porta e mi ha sorriso…» sussurrai con tono incredulo, pure io faticavo ancora a crederci, quindi non l’avrei biasimata se mi avesse ritenuta una bugiarda.

Sbirciai con la coda dell’occhio nella sua direzione in attesa di una sua sfuriata, dove mi avrebbe accusata di mentire e di quanto non fossi troppo diversa dal suo vecchio gruppo, ma non successe niente.

Era rimasta immobile per diversi minuti con gli occhi persi nel vuoto, stava metabolizzando tutte le informazioni che le avevo dato. Poi con assoluta calma si sedette sul tappeto e abbassò gli occhiali aggiustandoseli, mentre io trattenevo il fiato aspettando che scoppiasse a ridere e mi dicesse che ero diventata matta da legare.

Le mie preoccupazioni furono del tutto inutili, dato che la sua reazione fu del tutto imprevedibile e scioccante. La mia amica incrociò le gambe davanti a sé e mi sorrise. «Ce l’hai ancora la brandina?» mi chiese allegra. «Abbiamo una lunga notte davanti e, se succede qualcosa, non me lo voglio perdere!» affermò decisa.

Ok.

Era solo una mia impressione o avevo un’amica davvero anomala?

No, perché io le avevo appena raccontato di soffrire di incubi inspiegabili e, probabilmente, di allucinazioni terrificanti e lei mi guardava eccitata davanti alla prospettiva di esserne partecipe, mentre una persona normale mi avrebbe dato della pazza e mi avrebbe consigliato delle visite da un bravo psicologo!

Forse non mi sarei dovuta preoccupare troppo di quella creatura con un gusto per la moda alquanto discutibile, ma piuttosto della ragazza che parlava entusiasta davanti a me…

   
 
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