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Autore: Neon5    01/05/2015    2 recensioni
La vita ad Annabel non aveva fatto altro che mostrarle prove insormontabili, che avevano inciso profondamente e danneggiato la sua psiche e la sua salute; tuttavia il suo passato non era nient'altro che l'inizio di una serie di sfortunati eventi.
E tuttavia si ricordava ancora di due fratelli, che aveva conosciuto in un remoto passato e che in qualche modo avevano influenzato la donna che era diventata oggi.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corazòn, Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Dovere



Prima tavola: una radiografia; seconda tavola: un'altra radiografia; terza tavola: decisamente un'altra radiografia; quarta tavola: radiografia; quinta tavola: ancora un'altra radiografia. Stavo per prendere la sesta tavola, ma poi me ne pentii, quel test di Rorschach mi aveva decisamente annoiata. Io ci vedevo solo radiografie, era davvero incredibile quante cose riuscissero a vederci gli altri, ma come diavolo facevano?
Mesi prima me lo aveva proposto lo strizzacervelli, ma io mi ero rifiutata di farlo, lo reputavo una cazzata ecco, forse non era stata una buona idea andare dallo psichiatra. Il dottor Konrad mi aveva detto che non presentavo segni di squilibrio mentale, non gravi almeno, oh beh, aveva fatto davvero una grande scoperta, però mi aveva diagnosticato una sorta di stress post traumatico o qualcosa di simile. Beh sì, sempre meglio che sentirsi dire “schizzata” o “maniaca assassina”.
Sebbene non fossi pazza stavo male ormai da tempo, le ragazze erano preoccupate, dicevano che mi vedevano stanca e volevano che io mi curassi, e così le avevo accontentate. Inutile dire che non avevo proseguito la terapia, perché sapevo già che non mi avrebbe curata, e lo sapevo perché conoscevo bene il motivo dei miei mali. Lui non era solo il motivo dei miei mali, lui era il male, ed era tornato indietro dall'inferno solo per me.
Dovevo esserne onorata forse, il diavolo in persona aveva bisogno di me per portare a termine i suoi piani, già, peccato che io a differenza sua avessi una coscienza, la quale non faceva altro che tormentarmi quotidianamente. Lui non aveva una coscienza, lui non aveva un cuore, perché lui non aveva neanche un'anima, lui era solo un maledetto bastardo che aveva ammazzato anche il proprio padre.
L'unica colpa che aveva avuto quel povero disgraziato di suo padre era stata aver generato un mostro simile, una creatura abominevole che con il corso degli anni non aveva fatto altro che disseminare distruzione, dolore e morte ovunque giungesse, un maledetto mostro che adesso voleva me al suo fianco. La cosa che mi sconvolgeva maggiormente era il fatto che lui e Rocinante fossero fratelli, cosa che la mia mente non riusciva ad accettare in alcun modo: come accidenti facevano due esseri così diversi ad avere lo stesso sangue?! Era più facile che io impazzissi piuttosto che accettassi le cose come stavano. Ma quella era la verità, l'unica e reale verità.
Forse stavo impazzendo davvero, e stare da sola non mi aiutava di certo.

Ero tornata ad esiliarmi nel mio laboratorio, inutile dire che quella maledetta telefonata mi aveva chiuso lo stomaco per l'ennesima volta, ormai mangiare era diventato un optional, potevo farlo come potevo non farlo, tanto quella che ne pagava le conseguenze alla fine ero solo io. Avevo scollegato tutti e quattro i lumacofoni della nostra nave, non volevo rischiare di sentire di nuovo la sua voce.

« Annabel, posso entrare?»
« Miriam... sì entra, la porta è aperta, ti ho fatta chiamare perché devo chiederti una cosa...»
« Di che cosa si tratta? » chiese Miriam timorosamente, facendo capolino dalla porta.
« Dai entra, non ti mangio mica... Nulla di grave comunque... Ah, aspetta un attimo, ti dispiacerebbe guardare questo? »
Afferrai la quarta tavola di Rorschach e gliela mostrai, ero davvero curiosa di sapere cosa riusciva a vederci. Avevo letto che quella fosse la tavola più difficile da interpretare, la “madre di tutte le macchie”, e in effetti quella macchia aveva come qualcosa di... abominevole ecco, mi turbava.
« A me sembra un orso, » rispose senza pensarci su troppo a lungo, « ma cos'è quella roba?! »
« Risposta scontata, » sospirai, appoggiando la tavola sulla scrivania, « ad ogni modo... Voglio che tu più tardi chiami la compagnia telefonica, dobbiamo cambiare numero al più presto... Non li chiamo io perché ho paura di perdere il controllo... Sai come sono io no, se m'incazzo mando tutto all'aria, le questioni burocratiche non fanno per me... » conclusi stringendo i pugni.
« A-Annabel, » replicò affannosamente, « oggi è sabato, e domani è domenica, potrebbero volerci anche settimane per cambiarlo... Ma perché vuoi cambiarlo proprio adesso? E perché hai staccato tutti i lumacofoni?! Potrebbe chiamare tua zia e se... »
« Quella maledetta strega può andare al diavolo! » urlai, stringendo con forza la matita che impugnavo in mano, « vi ho già detto cosa mi ha riferito quel Raoul sul suo conto... Non me ne frega più un accidenti di quello che pensa, né delle sue punizioni! »

« Sì che ce l'hai detto, e tu ci hai anche abboccato all'istante... »

Alzai gli occhi e proprio dietro la porta vidi Christa appoggiata allo stipite che mi fissava.
« Christa... quindi adesso ti metti a origliare dietro la porta, dai allora, di' la tua! » sbottai infuriata, spezzando la matita in due.
« Annabel, anche se questa cosa fosse vera... non capisci che quel tipo ti ha detto questo solo per farti del male!? Lui era nemico di tuo padre, ha cercato di uccidere tua madre e... »
« E adesso vuole ammazzare me, » dissi interrompendola bruscamente, « e voi siete solo delle stupide se continuate a restare al mio fianco. Ho Raoul che vuole ammazzarmi e quel bastardo di Doflamingo che chissà per quale motivo mi sta cercando, e voi volete davvero continuare a stare con me? Perché lo fate?! »
« Perché i tuoi problemi sono anche i nostri, » replicò Miriam con decisione, « è la stessa cosa che dici sempre quando tu ci tiri fuori dai guai Annabel! Tu pensi sempre agli altri, adesso lasciati aiutare! »
« Anche mia zia è un problema, » dissi tornando a sedermi, « sapete adesso cosa succederà se noi non la ricontattiamo entro una settimana? Io non ho più intenzione di tornare ad Amazon Lily, non dopo quello che sono venuta a sapere... Siete davvero consapevoli a cosa stiamo andando incontro? »
« Avremmo dovuto farlo prima, » replicò Christa, scostandosi dallo stipite della porta e avvicinandosi alla scrivania dov'ero io, « Annabel... avremmo dovuto farlo già molto tempo prima. Andare via da Amazon Lily, mandare al diavolo l'Imperatrice! Se non lo abbiamo ancora fatto è perché tu ce l'hai impedito fino ad oggi! »
« E sapete già perché ve l'ho impedito? » ribattei cercando di mantenere la calma, « Non voglio causarvi dei guai, questa è una battaglia tra me e lei, » mormorai digrignando i denti, « e questa battaglia va avanti da prima ancora che io nascessi. Lei ha sempre odiato mia madre come voi già sapete, anche dopo la sua morte, e adesso odia me così come ha odiato lei. Sono più che sicura che lei c'entri molto con il mio rapimento di tredici anni fa e anche con quello di cinque anni fa! »
« Sì, probabilmente, ma Annabel! Guarda il lato positivo della cosa... È stato solo grazie al “viaggio” che sei stata costretta a fare quando avevi sette anni che hai incontrato Rocinante... » disse Miriam sorridendo, « quei criminali ti hanno portata nel Mare Settentrionale dove hai conosciuto lui! »
« E non soltanto lui... » replicai, passandomi stancamente una mano sul volto, « ho conosciuto anche il mio incubo peggiore. E in quello stesso periodo, a mia insaputa, morivano i miei genitori... Non ho avuto proprio una vita felice, ma almeno ho voi, ma come già sapete non mi piace piangermi addosso... Ditemi voi cosa devo fare ».
« Annabel... qualunque decisione tu prenderai noi staremo sempre con te, dico giusto Miriam? » disse Christa cercando lo sguardo di Miriam.
« Certo che sì! » replicò Miriam sorridendo.
« Voi siete pazze... » sospirai, « va bene, come volete voi allora ».

« Certo che quel Doflamingo è un uomo davvero molto sexy... »

In quel preciso momento arrivò Ines, che stringendo fra le mani un manifesto con la taglia di Doflamingo continuava a dire assurdità circa la sua presunta “bellezza”. Ma come ho già più volte ripetuto la mia era una ciurma di pazzi, inutile cercare una spiegazione logica per tutto ciò che accadeva.
« È la stessa identica cosa che hai detto per gli ultimi venti pirati che hai visto in quest'ultimo mese... » sospirò Miriam scuotendo la testa.
« Hey Annabel, ma suo fratello è bello tanto quanto lui? » chiese Ines con aria sognante, « Certo che hai avuto davvero una fortuna sfacciata ad aver conosciuto due figoni come loro! Ah, sapessi quanto ti invidio! »
« Pretendi davvero che io ti dia una risposta?! » ribattei arrogantemente.
« Hey Ines, dai smettila ora! Ma ti sembra questo il momento adatto per sparare idiozie simili!? » sbraitò Miriam arrabbiata.
« Ah Miriam, lasciatelo dire ma i tuoi gusti in fatto di uomini lasciano molto a desiderare... » replicò Ines con arroganza, « come accidenti si chiamava quel tipo? Claude, non ricordo bene... Era davvero poco aggraziato, per non dire che era davvero brutto! »
« Eh no! A te invece piacciono sempre gli squilibrati! » ribatté Miriam con decisione.
« Basta, io mi dissocio... » mormorò Christa passandosi una mano sulla fronte.

« Hey ragazze! Venite su, presto! C'è una nave della Marina! »

All'urlo di Isabel ci precipitammo tutte sul ponte, e proprio come aveva annunciato lei c'era una nave della Marina a pochi chilometri da noi. Ma come diavolo avevano fatto a trovarci?!
Eravamo in guai seri e dovevo inventarmi qualcosa al più presto, avere davanti una gigantesca nave della Marina è sempre un guaio serio.
Stavo per dire alle ragazze di caricare i cannoni, quando all'improvviso vidi una sagoma sporgersi dal ponte della loro nave. Quel tipo stava dicendo qualcosa, ma che cosa?
Afferrai il binocolo e guardai meglio; quando lo vidi lo riconobbi all'istante, mi rassicurai e feci cenno alle ragazze di non attaccare. Che diavolo era venuto a fare lì quel rincitrullito?! E poi come faceva a sapere dove mi trovavo?

« Ragazze, abbassate i cannoni... è Garp! »
« Che cooosa?! » esclamarono le ragazze all'unisono.
« Beh sì, siete sorde o cosa? Quello è Garp, non attaccate! Sono scioccata tanto quanto voi, ma è davvero lui! » ribattei perplessa.

Da bambina mio padre mi parlava di questo suo strano amico, Monkey D. Garp, lo definiva come un uomo in gamba, un tipo abbastanza burbero e poco intelligente, ma con delle qualità fuori dal comune. Ricordo quando mi diceva che lui era l'unico amico del quale si fidava veramente, e che se io in futuro mi fossi mai trovata nei guai non avrei dovuto fare altro che rivolgermi a lui.
Ma con mia grande sorpresa quando ne ebbi bisogno non fui io a cercarlo, ma bensì fu lui a trovare me, in quella sperduta cittadina dell'arcipelago Kenzo; quello fu il nostro primo incontro, e quella volta mi trovavo in guai seri. All'epoca avevo soli diciassette anni ed ero abbastanza sprovveduta, la Marina aveva asserragliato tutte le vie d'uscita e se non fosse arrivato lui a sviare le ricerche mi avrebbero catturata.
Ero grata per quello che aveva fatto per me in tutti quegli anni, però aveva omesso di raccontarmi qualcosa, qualcosa che io avrei dovuto sapere già da anni, e che ero stata costretta a scoprire nel modo più brutale possibile.

L'enorme nave da guerra della Marina si avvicinò alla nostra, e appena fu abbastanza vicina Garp mi fece cenno di salire.
« Da sola?! » chiesi ad alta voce.
« Possono venire anche le tue compagne, basta che non picchino i miei uomini come la volta scorsa! » esclamò.
« Pff, il solito antipatico! » ribatté Miriam, « la volta scorsa un tuo cadetto ha cercato di toccarmi il sedere, ecco perché è iniziata quella lite, o forse l'hai già dimenticato!? »
« Sì, concordo con lei, » aggiunsi, « se osate allungare le vostre luride zampe sulle preziose chiappe anche di una sola di noi sapete già cosa vi aspetta, dico bene?! » esclamai con tono pungente, squadrando da destra a sinistra i marines che stavano sul ponte. Ammazza quant'erano silenziosi, era evidente che non avessero ancora dimenticato l'ultima lite che avevamo avuto in quel sperduto bar sull'isola di Guana! In quell'occasione erano volati per aria parecchi marines, insieme a sedie e pezzi d'arredamento d'ogni genere. Eh già, ci divertivamo da matti a picchiare i marines, soprattutto quelli ubriachi, era un'attività decisamente più divertente di stare a guardare le lugubri cerimonie contro gli “spiriti maligni” che si celebravano sulla nostra isola.
« Dai, basta con le chiacchiere! Annabel, sali da sola, così evitiamo casini! Dobbiamo parlare di cose serie! »
Cose serie... Beh sì, se lo diceva un decerebrato come Garp c'era di che fidarsi... o quasi. Senza pensarci su due volte con un salto salii a bordo della sua nave. I marines si scansavano impauriti al mio passaggio, andando ad ammucchiarsi tutti di lato. Che codardi.

Garp mi condusse nel suo ufficio, dove mi fece segno di accomodarmi su una poltrona nera. Cosa? Dovevo pure sedermi?! Qualunque cosa dovesse dirmi voleva che mi mettessi comoda, evidentemente era qualcosa di lungo, e a me quando le cose si fanno lunghe mi preoccupano.
« E allora? Posso avere l'onore di sapere cosa diavolo vuoi? » chiesi sgarbatamente, accavallando le gambe e poggiando i piedi sul tavolo.
« Intanto metti giù i piedi dalla mia scrivania! Sei sempre la solita selvaggia! »
« Selvaggia io? Da che pulpito viene la predica... Ah vero, mi scusi per la mia arroganza, Viceammiraglio... » mormorai sarcastica, tornando a mettere i piedi a terra, « Piuttosto... dimmi un po', come te la stai cavando nei panni del baby sitter con quel mocciosetto... come diavolo si chiamava... ah sì, Ace! Quel marmocchio ha preso tutto da suo padre, il Re dei Pirati! La volta scorsa ho provato a prenderlo in braccio e lui mi ha dato un calc... »
« Shhh, fa' silenzio, scellerata! Vuoi per caso che ci sentano i miei uomini!? » ribatté Garp con il volto rosso dalla rabbia, « ti ho già più volte ripetuto che nessuno sa della sua esistenza! Comunque se proprio vuoi saperlo è ancora con Dadan e il suo gruppo! »
« Dadan? Non ho mai capito se quell'essere sia un uomo parecchio brutto, un uomo che finge di essere una donna o un gorilla che finge di essere un uomo, ma comunque sia... Tu hai davvero lasciato un bambino di quattro anni insieme ai banditi della montagna?! Mio dio! »
« Non ho avuto altra scelta, » rispose, abbassando lo sguardo sulla scrivania, « ho promesso a suo padre che l'avrei salvato, e farlo vivere in incognito è l'unica alternativa possibile! Quel bambino diventerà un marine! »
« Che cosa? Tu vorresti che il figlio del Re dei Pirati diventi un marine? E per giunta lo fai anche educare da dei criminali?! Hey Garp, inizi a mostrare i sintomi della vecchiaia... » dissi, passandomi una mano in faccia in segno di disagio, « beh sì, forse dopotutto è sempre meglio che ricevere l'educazione direttamente da uno come te ».
« Eh? Dannata ragazzina, come osi criticare i miei metodi d'insegnamento?! Annabel, tu sai meglio di chiunque altro cosa si prova ad essere ricercati ingiustamente... » ribatté Garp cercando il mio sguardo, « Se quel bambino è figlio di Roger non è colpa sua, voglio solo dargli l'opportunità di avere una vita migliore! »
« Garp, non mettere in ballo anche me adesso, » mormorai distogliendo gli occhi da lui, « la mia situazione è diversa... »
« Annabel, se tuo padre fosse ancora vivo oggi sarebbe un Ammiraglio... era un eroe... »
« Sì, se solo lo fosse ancora... ma lui non c'è più, e sai perché? Per il semplice fatto che le brave persone hanno la tendenza a lasciare questo mondo troppo presto, cedendo il posto a degli esseri immondi... » mormorai digrignando i denti, « Garp... cambiamo discorso... Devi darmi un paio di delucidazioni riguardo a una questione... »
« Dai ragazzina, su con il morale! Vuoi una ciambella?! » esclamò, parandomi davanti al naso uno scatolo con delle ciambelle al miele.
« Hey Garp, guardami, » dissi, appoggiando entrambe le mani sul tavolo e mettendomi in piedi, « ti sembra che ho la faccia di una che ha voglia di scherzare? »
« Oh okay, se non ne vuoi fa niente... » disse, afferrando quattro ciambelle e ingurgitandosele in un attimo, « So che sei arrabbiata, ma se non mangi è peggio! Ti vedo un po' sciupata, dovresti mangiare di più! »

Se ero arrabbiata con lui?! No, non ero arrabbiata, ero decisamente fuori di senno, e adesso volevo proprio vedere come avrebbe cercato di giustificarsi riguardo alla questione che stavo per proporgli.

« Garp! Perché non mi hai mai parlato di Raoul il Boia!? » urlai con tutto il fiato che avevo in gola, « sono venuta a conoscenza di tutta la sua storia solo perché l'ho incontrato e ha cercato di ammazzarmi! »
« Che cosa?! H-hai incontrato Raoul il Boia! » esclamò Garp, sputando di getto ciò che aveva in bocca, « mio dio, Annabel! Lui sa che sei la figlia del Comandante Gordon! Quindi ti sei scontrata con lui?! M-ma almeno stai bene?! Accidenti, non doveva succedere! Non saresti mai dovuta andare sull'arcipelago Satō! »
« Non l'avrei mai fatto se tu mi avessi parlato di lui! » urlai, perdendo totalmente le staffe, « era ovvio che tu conoscevi già tutto! Sapevi che quel mostro era libero! »
« Quindi quel bastardo sa chi sei... Maledizione... Annabel, se non l'ho fatto è stato perché non volevo arrecarti altre preoccupazioni e riaprire vecchie ferite, ma forse avrei dovuto metterti in guardia... Quindi ti ha già raccontato tutto?! »
« Forse! » replicai arrogantemente, « ma comunque... sì, sono ancora viva... e sì, mi ha messo al corrente di ciò che successe con i miei genitori prima che io nascessi... »
« Lo sbatteremo in prigione presto e tu non avrai più nulla di cui preoccuparti, » disse, sbattendo entrambi i pugni sul tavolo, « ma tu fino ad allora dovrai fare in modo di non incontrarlo più! L'unica cosa che non riesco a capire è perché Rocinante nel suo rapporto non ha riferito dello scontro avvenuto tra te e Raoul... »
« Il Comandante Donquixote Rocinante? » chiesi, fissandolo con aria interrogativa, « dimmi un po' Garp, cosa sai sul conto di quel ragazzo?! »
« Sì, proprio il tipo che hai preso in ostaggio per scappare via, nel suo rapporto ti ha citato pochissime volte... Poveraccio, non mi sarei voluto trovare al suo posto, con una pistola puntata alle tempie e una pazza furiosa a dargli ordini... » disse scuotendo la testa, « Comunque... mi pare strano che tu t'interessi di un marine, cos'è che vorresti sapere sul suo conto? »
« Tutto quello che sai, » dissi fermamente, « tutto, dal primo giorno in cui l'hai incontrato fino all'ultima volta che l'hai visto ».
« C-cooosa?! » esclamò furibondo, « ma così ci metterò una vita! Annabel, non abbiamo tutto questo tempo! Se sono venuto qui è per dirti che devi andare via il più presto possibile! La Marina sta scandagliando le coste di tutte le isole vicine, devi muoverti! »
« Non m'interessa, devi dirmi tutto ciò che sai di lui! » ribattei con decisione, « e poi ci metteranno ancora del tempo per trovare quest'isola... Non tutti sono a conoscenza del fenomeno di rifrazione della luce che rende quest'isola praticamente invisibile agli occhi di chi passa! Tu sei qui solo perché già conoscevi le coordinate dell'isola! Ma dimmi... come diavolo facevi a sapere che io ero proprio qui?! »
« Perché è l'unico posto sicuro nel raggio di chilometri! Maledizione, ma credi che io sia un idiota totale?! » sbraitò infuriato, « Annabel, devi andartene! Non ci metteranno ancora molto a trovarti! »
« Lo farò, me ne andrò, ma tu prima devi parlarmi di lui! Dimmi, come l'hai conosciuto? Quando? Devi dirmi tutto! »
« Sei davvero testarda, e in questo tu e tuo padre eravate identici... Sai, anche quel ragazzo del quale vuoi sapere tutto quando si mette in testa qualcosa è davvero difficile fargli cambiare idea... Perché t'interessa così tanto? » chiese inarcando un sopracciglio, « non è che forse c'è qualcosa che dovresti dirmi al riguardo? »
« Te lo dirò se lo riterrò necessario, » ribattei, « ma adesso dimmi... quand'è che l'hai conosciuto?! »
« Vedo che è difficile farti parlare... Comunque, se proprio vuoi saperlo quel ragazzo lo ha trovato Sengoku circa tredici anni fa se non sbaglio, era rimasto da solo e così decise di prenderlo con sé... »

C-cosa? Sengoku lo aveva... adottato?! Non riuscivo a credere alle mie orecchie, a-allora ecco perché io quel giorno non ero più riuscita a trovarlo, lo aveva portato via lui!
« Bene, cos'altro sai? » chiesi freddamente, cercando di mascherare le mie reali emozioni, « ricordi qualcos'altro? »
« Qualcos'altro dici? Fammi pensare... Era un bambino molto silenzioso, non parlò per mesi, e ne aveva tutte le ragioni visto ciò che aveva passato... Usava dei foglietti di carta per comunicare, e quando poi finalmente parlò raccontò una cosa assurda... »
« Cosa?! » chiesi trepidante. In cuor mio sapevo già di cosa si trattava, ma volevo sentirlo da lui.
« Annabel... Hai sentito parlare di un pirata del Mare Settentrionale, Donquixote Doflamingo? »
« S-sì, » replicai deglutendo, « sì... »
« Ecco, come già avrai intuito loro due sono fratelli, ma non è tutto... » disse, cambiando tono di voce e reclinando le spalle sullo schienale della poltrona, « Doflamingo quando aveva dieci anni... uccise il padre, gli sparò proprio davanti agli occhi del piccolo Rocinante... »
« Sì, » ribattei stringendo i pugni, « Doflamingo è un vero mostro, ma questo lo so già... Dimmi qualcosa che non so... »
« Quel ragazzo non desidera altro che vederlo finalmente dietro le sbarre, e pur di realizzare il suo obiettivo è disposto a tutto... »
« Cosa intendi dire? » sussultai, « Cos'ha intenzione di fare? »
In quel momento ricordai lo strano discorso che Rocinante mi aveva fatto quand'eravamo nei tunnel sotterranei, quel suo discorso circa la sua nuova “missione”, il suo tentativo di fermare una persona a suo dire “diabolica”; di cosa si trattava? Non aveva mica in mente di... di...
« Vuole fermare suo fratello, ed è proprio per questo che a breve si infiltrerà nella sua organizzazione... »
« Cosa?! » replicai con un urlo, « No, non può farlo! Lo ammazzerà, lo ammazzerà! »
In quel momento il mondo mi crollò addosso, ed ero così talmente arrabbiata che avrei voluto spaccare tutto.
« Annabel, ma che diavolo ti prende adesso? » urlò Garp sbigottito, « Calmati! Lui ha già deciso così e nessuno può fargli cambiare idea! Abbiamo cercato di fargli cambiare idea mille volte, ma se quel ragazzo decide una cosa è impossibile farlo ragionare! Ma è un ottimo dissimulatore, io e gli altri siamo convinti che il suo piano abbia una buona possibilità di riusc... »
« Voi non sapete un cazzo, d'accordo? » urlai, alzandomi di scatto e dirigendomi verso la porta, « Non lo conoscete come lo conosco io! Questa missione è un suicidio! »
« Annabel! Dove stai andando?! » ribatté Garp venendomi dietro.
« Vado a cercare Rocinante! Voglio farlo ragionare! »
« Non puoi, lui è già andato via! Si trova al Quartier Generale adesso! »
« Andrò anche a Marijoa se ciò servirà a fargli cambiare idea! »
« Annabel! Vuoi davvero farti catturare in un modo così stupido e lasciare le tue compagne al loro destino?! » replicò Garp afferrandomi con un braccio, « Ragiona... Non otterrai nulla così! »
Mi fermai e tirai un profondo respiro. Forse dopotutto non aveva torto, dovevo calmarmi e farmi venire in mente qualcosa, anche se in quel momento era davvero difficile ragionare lucidamente.
« Garp... cosa mi proponi di fare? » chiesi dopo qualche minuto di silenzio, « I-io devo assolutamente vederlo, voglio parlargli... Devo togliergli quest'idea dalla testa, devo farlo, capisci?! Io devo! » urlai in lacrime, « Non voglio che gli succeda qualcosa... »
Garp mi fissò per qualche minuto dubbioso, era un tipo poco sveglio ed evidentemente non aveva ancora capito la necessità che avevo di rivedere Rocinante.
« Garp! Di' qualcosa! » urlai, « dimmi quando e dove posso vederlo, possibilmente non a Marijoa o in qualche altro posto infestato da voi della Marina! Credi di riuscirci? Mi terrai informata? »
« S-sì, posso farlo! » replicò senza pensarci su due volte, « ma dovresti accendere quel maledetto lumacofono! Perché l'hai staccato?! Non sai quante volte ho provato a chiamarti prima di venire qui a cercarti! »
« Sono questioni mie, non impicciarti, » replicai sgarbatamente, « stai sempre a ficcare il naso in cose che non ti riguardano ».

Cosa avrei dovuto dirgli? Qualcosa del tipo: “Sai, ho Doflamingo alle costole, ma non so esattamente dove diavolo si trova!”
La cosa più inquietante era proprio questa, io non sapevo da dove diavolo mi aveva chiamata, né se conosceva la mia posizione attuale. L'unica cosa che sapevo era che da quel momento in poi avrei dovuto aumentare la dose dei miei farmaci per riuscire a stare calma.

« Va bene Garp, io adesso vado via, posso fidarmi? Non dimenticherai di richiamarmi, dico bene?! »
« Che fai, scherzi?! Mantengo sempre la mia parola, o non sarei un eroe della Marina! » disse orgogliosamente, « ti ho già raccontato di quella volta in cui... »
« Sì sì, hai ragione tu, » dissi velocemente, « mi hai già raccontato delle vittorie che hai riportato in numerose occasioni, potrei scriverci sopra un libro... Ma ora non ho tempo per mettermi qui ad ascoltarti, scappo! »
« Eh, che cosa?! M-ma io avevo appena iniziato! Davvero non vuoi sapere di quella volta quando ho... »
« No! » replicai secco, « mi hai detto che stanno cercando i pirati reduci dalla battaglia, no? Devo muovermi a scappare, non voglio farmi arrestare! Probabilmente cambierò numero in questi giorni, ti farò sapere! » dissi, mentre mi avviavo di corsa fuori dalla stanza.
« D'accordo allora, stammi bene! »

Quel Garp quando si metteva a raccontare tutte le sue vittorie riportate contro i pirati perdeva decisamente la cognizione del tempo, e la faceva perdere anche agli altri. Tornai di corsa sulla mia nave e avvisai Christa di metterci subito in viaggio, ci mancava solo che la Marina ci trovasse.
Adesso avevo un obiettivo, dovevo ritrovare Rocinante; dovevo ritrovarlo e impedirgli di commettere una follia. Non avrei permesso per niente al mondo che quel bastardo di suo fratello gli facesse del male, anche se ciò avrebbe comportato la rivelazione della mia vera identità. Non potevo più scappare, non dovevo, non adesso che avevo finalmente ritrovato lui.




 

Salve salvino, come va? Yes, I'm still alive XD
Stavolta ho fatto tardi a pubblicare il capitolo perché... naaa, stavolta non c'entra lo studio, è il videogame che sto sviluppando (da sola), mi ha fatto perdere decisamente la cognizione spazio temporale, nonché la maggior parte dei neuroni ancora sani che vivevano tranquilli nel mio cervello... Va bene, okay, ora la smetto. Tornando al capitolo... Non so se avete mai sentito parlare de test di Rorschach, magari lo avrete visto in qualche film, sono praticamente quelle tavole con delle macchie simmetriche dove il dottore (lo psichiatra) chiede al paziente cos'è in grado di vederci, e in base alle risposte date il dottore determina lo stato mentale del paziente.
La quarta tavola è quella che viene definita la “Madre di tutte le macchie”(die Mutter aller Flecken), e sembra proprio che questa tavola sia in grado di descrivere la percezione del rapporto con gli individui maschili (e anche con il padre); quindi qual'è la risposta più corretta in questo caso? La risposta più comune è quella di vederci un comunissimo orso, mentre una risposta più psicotica sarebbe vederci qualcosa di diverso, di ostile, come un mostro. Annabel non vuole pronunciarsi più di tanto su questa tavola, perché secondo voi? Non sarà forse a causa del suo brutto passato e del suo matrimonio forzato? Eppure, nonostante Annabel non veda gli uomini di buon occhio, vuole “salvare” Rocinante, al punto tale che adesso non le importa più nulla di farsi scoprire, ed è decisa a cercarlo ovunque e a rischiare tutto; è il suo dovere, no? Ce la farà?
ps. Stavolta niente disegno perché... mi è deceduta la tavoletta grafica, o forse si sono solo scaricate le batterie, devo controllare meglio XD






 
  
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