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Autore: abhainnjees    01/05/2015    1 recensioni
Da qualche parte nella 2 stagione!
Dal IV capitolo:
"-Va bene, va bene ti accompagno.. sicuro che accetteranno un vangelo?
-E che sono scemo a proporglielo come tale? Andiamo in una casa editrice che vende Horror, e la serie è azzeccatissima!
Ore dopo.
-Ti rendi conto che ti pubblicherà solo perché quella tizia è una cagna in calore?
-E chi se ne frega!
-Hai chiamato un vangelo Supernatural!
-Che nome originale, non credi?
-No, lo detesto!
Gabriel sparisce prima ancora che i due escano dall’edificio dove si sono recati, poche ore prima. Ma Chuck non se ne accorge nemmeno, felice com’è.
"
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chuck Shurley, Gabriel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Not Natural'
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#7 LAUGH AT YOUR OWN JOKES.

Gabriel – che pensavate? Che mi ero dimenticata di lui?- non se ne era andato per niente. E no, mica funziona così. Il suo capo gli aveva ripetuto un miliardo di volte che non doveva abituarsi allo scrittore. E lui ci era cascato. Ormai non poteva fare più a meno di controllare che Chuck non morisse nei postumi di sbornia o che si lavasse con la frequenza di una persona normale. Ma ogni volta che si abbandonava al desiderio di passare a controllare il suo amico, si riprometteva che sarebbe stata l’ultima. Inflazione dopo inflazione arrivò poi un giorno in cui Gabriel mantenne la sua promessa e non cercò più Chuck. Si limitava a leggere i sui manoscritti, scendeva sulla terra per comprarli regolarmente e spammava con un account finto nella fanbase dello scrittore le frasi scritte meglio e quelle che gli facevano provare molta nostalgia del suo pupillo. In alcune particolari giornate, quando si sentiva disperatamente ordinario, rimpiangeva ancora di più le mille avventure vissute in salotto con Chuck alla ricerca della parola perfetta, del vocabolo migliore o del nome di quel personaggio secondario che doveva fare solo di contorno alla storia ma che per Chuck diventava un’ossessione; nonostante la sua brama di rivivere quelle stravaganti sensazione, Gabriel sapeva che doveva andare così, che le decisioni prese nei piani alti non potevano essere riconsiderate. Chuck nel frattempo aveva sviluppato una nuova ossessione per un nuovo personaggio secondario. Era così entusiasta del nuovo ciclo di romanzi che stava scrivendo con protagonisti gli angeli che aveva scoperto una nuova inesauribile fonte di energia capace persino di farlo sopravvivere senza bere per settimane. Aveva in testa sempre idee nuove sulle caste angeliche, le gerarchie angeliche, le tuniche angeliche, le possessioni angeliche e molto altro ancora. Mentre per gli angeli in se c’era un discorso più ampio da affrontare. per la trama che aveva creato, gli angeli dovevano essere tutti doppiogiochisti e crudeli soldati piumati e gli piaceva descriverli così, ma nonostante non fosse mai stato particolarmente religioso sentiva il bisogno di raccontare la vita angelica anche dal punto di vista dei buoni e così aveva creato dei personaggi molto complessi, nei suoi racconti comparivano anche degli angeli che si ribellavano, che si facevano domande, che desideravano di capire gli umani e di assomigliargli. Per adesso c’erano Castiel, Anna, Brooke e Amanda. Ma nell’ultimo periodo gli era venuto in mente un nuovo personaggio che, per come la vedeva lui, sarebbe stato un successone. Gabriel sarebbe stato il suo nome, un arcangelo con la passione per le torte alla vaniglia che si è da sempre ribellato con sarcasmo e intelligenza al regime angelico. Ma gabe lo faceva arrabbiare, ara come se quel personaggio si rifiutasse di comportarsi come lui desiderava e volesse vivere avventure indipendenti, e lui per ripicca non lo includeva così spesso come aveva inizialmente ideato nei suoi racconti. È come se quell’angelo dal mento sporgente godesse di vita propria e si impegnasse per scombussolargli i piani. Mai gli era capitato di odiare così tanto un personaggio, si lo trovava divertente e gli piaceva scrivere dal suo punto di vista, ma era imprevedibile sapere la direzione che avrebbe preso la storia se il nuovo angelo entrava in scena. Ormai aveva deciso che l’avrebbe ucciso, prima o poi avrebbe scritto della sua morte e si sarebbe tolto un peso. Non può essere che lui, lo scrittore dell’opera, debba litigare con un personaggio inventato. Una volta morto Gabriel non avrebbe dato più fastidio, e allora le cose sarebbero ritornate alla normalità.
  
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