Grazieee….stiamo giungendo alla fine,
per il trentuno tutto questo sarà
concluso,
circa XD
Buona lettura, e attenti al nuovo
personaggio!
In più,torna Tamos, il generale traditore dell'esercito di Amestris( quello di Sivade) ( è quello omosex che sta con Zero )! (nds)
Capitolo 23
« The Juda's
Kiss»
La madre di
Ren e Soo.
O
meglio, la donna che aveva partorito e spedito in convento Ren subito dopo la
nascita del fratello minore.
Cosa piuttosto contorta, o fotoromanzesca a seconda del giudizio che le si poteva dare.
Ascoltando il
dibattito tra Crystal e Haleck, il portavoce del
gruppo di ricerca, Sivade non era riuscita a farsi un'idea della donna da cui ora
stavano andando.
Ne
avevano parlato in
modo superficiale, come se nemmeno loro la conoscessero bene; nemmeno Ren
ch'era il figlio maggiore. Sembrava tutto avvolto nella consueta tela del
mistero.
La ragazza,
vestita con degli abiti smessi di Crystal, si guardava intorno attirando non
poco l'attenzione per il colore della sua pelle. In effetti, attorno a loro non
vedeva nessun dorato. Sembravano tutti figli della pallida
luna. Tutti bianchi e cinerei.
Tanto quanto
il cielo sopra le loro teste.
Tom, come al solito, stava in coda al gruppo, osservando il gemello
poco più avanti studiare ogni passante con aria superficiale, pronto a
riconoscere ogni minimo dettaglio che potesse ricondurlo alla donna a cui
stavano dando la “caccia”.
Sorrise
appena, scostando lo sguardo non appena s'accorse delle attenzioni che dava a
Sivade, pronto a concentrarsi sui più piccoli del gruppo:
Soo, allegro e
curioso come al suo solito, che si guardava attorno meravigliato, non avendo
mai visto il mondo che l'attendeva fuori dal tempio. San
stava al suo fianco, traboccante della medesima gioia di vedere
un nuovo villaggio, una nuova insegna, un nuovo passante. Ormai,quei due erano diventati inseparabili, e negli ultimi
giorni erano sempre rimasti insieme a giocare e a divertirsi.
Sembravano due
pulcini appena usciti dal nido, così teneri e così fragili.
Ren, invece,
era sempre e comunque rilassato e sorridente, come se
l'argomento non lo toccasse minimamente.
Procedeva
a dar consigli, più
inutili che altro, non sapendo bene come muoversi poiché fuori dal suo
territorio.
Questo l'aveva
compreso anche Tom, che si era ritrovato a sospirare affondando le sue mani
affusolate nelle enormi tasche dei suoi jeans blu chiaro:
«Perchè non provare nel vecchio ufficio anagrafe...?»
propose debolmente, scuotendo il capo con fare smorto, i dread-locks
che si muovevano ad ogni suo minimo gesto.
Sivade si
voltò di scatto a guardarlo: « Vero!» sorrise a Ren « Lì qualcosa ci sarà, tipo
censimenti o passaggi di proprietà. Magari anche qualche schedario o una fedina
penale.»
Haleck fece spallucce sospirando quasi
affranto:
«ma non ditemi che abbiamo di già terminato di cercare»
sbuffò senza trattenere una risata mentre
aumentava di poco l'andatura, lo spolverino bianco e argento che
lasciava una scia del suo passaggio.
Crystal si
passò una mano ai capelli, fissandolo poco rassicurante: «spererei di si» rispose allora, facendosi schioccare un osso del collo
con nervosismo.
«Andiamo
all'ufficio...» aggiunse poi affiancandosi al ragazzo,
evitando di guardarlo in volto.
Non erano mai
andati granchè d'accordo.
Questo Tom se
lo ricordava.
Ma non aveva
mai capito il motivo per cui Crystal insistesse nel
tenerlo in quella che, in fin dei conti, era casa sua.
Alzò un
sopracciglio.
“Affari suoi”
si ritrovò a pensare con amarezza, cercando di allontanare quel fastidioso
ronzio di sottofondo che altro non erano che i suoi
pensieri.
Che sembravano volerlo far impazzire.
La testa ne era piena.
E non sapeva più come controllarli:
«dopotutto...sono
un genio» rispose sottovoce, come a volersi prendere in giro. Tanto nessuno
l'avrebbe sentito.
«Lo zio Tom
borbotta, Sivade!» esclamò a quel punto San, indicandolo palesemente nel
constatare di aver attirato l'attenzione della ragazza davanti a lei.
Sivade si
voltò a guardare prima la bimba, poi Tom, poi di nuovo la bimba:
«indicare è
segno di maleducazione, sorellina...» disse facendole abbassare la mano con un mezzo sorriso.
La bimba
arrossì timidamente, portando le mani in grembo: « Sì...scusa, Tommy. Sono
stata importuna.» disse sgrammaticata, intendendo
“inopportuna”.
Il biondo fece
spallucce, mentre una mano andava ad abbassarsi il frontino del berretto nero
che indossava, in modo tale da nascondere l'espressione dei suoi occhi che
altro non facevano se non “tradirlo”.
Gliel'aveva
ripetuto spesso anche Crystal.
Sempre con
quel suo sorriso.
Respirò a
fondo:
«non
importa...»
San sorrise a
quella risposta, andando a prendere la mano libera di lui tra le sue mani: «
Grazie Tommy.» gli disse, per
poi procedergli accanto, aggrappata a quella mano gigantesca paragonata a
quella infantile di lei, la cui età apparente non avrebbe mai superato i sei
anni, tanto era minuta.
A malincuore,
Sivade sapeva di non poter rompere la sua illusione di essere una bimba come
tutte le altre. Mentre riprendeva a camminare di fianco a Ren, riflettè sull'importanza che San rivestiva per lei; metà
umana, metà emanazione, la bimba aveva in sé il dono del fuoco, tanto instabile
quanto distruttivo. L'unica energia in grado di alimentare il potere della nigredo sopito dentro
Sivade. Un altro piccolo segreto che aveva badato a non divulgare, più per non
avere intorno persone in perenne ansia che per puro
gusto di farlo. Sorridendo, Sivade guardò Crystal, intento a cercare la via che
conducesse alle memorie di quel villaggio dagli edifici ingialliti, come in una
vecchia cinta del Medioevo sopravvissuta al logorio del tempo.
Il suo sguardo
di ghiaccio sembrava soffermarsi su tutto e al contempo su nulla. Nessuno avrebbe potuto distrarlo, tanto era concentrato.
Scattò a
voltare la testa di lato, Haleck che lo imitava poco
dopo:
«L'ufficio è
quello» disse con voce bassa e profonda, poco appropriata a quel corpo dalle esili apparenze. Fece un breve cenno del capo per
indicare la piastrina d'oro appesa sulla porta d'entrata che distava una
trentina di metri come minimo.
Sivade sorrise
nuovamente, dando una lieve pacca sulla spalla a Ren: « Bubi
ha trovato l'osso...Ora sta a noi scoprire il resto.» disse
senza un minimo di esitazione nella voce, mentre entravano tutti con calma.
« Non sono il
tuo cane, bambola...» disse Crystal con voce
totalmente diversa da quella di prima, ora suadente e maliziosa.
Ren guardò
l'edificio: « speriamo di trovarvi qualcosa...» sussurrò, lanciando solo in quel momento un'occhiata
preoccupata al fratello che gli stava giusto dietro.
San guardò
quello scambio di sguardi tra i fratelli del tempio, senza ben capirne il
perchè. Volse lo sguardo dietro di sè, come sentendo
qualcosa di famigliare e fastidioso al contempo. Scosse il capo, dicendosi ch'era solamente una sua impressione, mentre un'inserviente
chiudeva il portone d'entrata dietro di loro.
Poi Sivade
parlò con fare pragmatico, voltandosi a guardare Soo:«
Che ne dici se tu e zio Crys andate ad un tavolo e
noi vi raggiungiamo con un bel po' di carte puzzolenti di muffa?» chiese
piegandosi al suo livello.
Soo scosse il
capo con fare infastidito, le braccia conserte davanti al petto, le labbra
piegate in una smorfia di disapprovazione «perchè non posso venire anch'io?»
chiese mettendo il broncio.
Ren
dietro di lui che chinava il capo nell'osservarlo pressochè
sorpreso. Mai suo
fratello aveva mostrato interesse nel svolgere un
qualsivoglia compito.
Si passò una
mano ai capelli corvini: «credo, invece, che tu debba assecondare la proposta
della signorina».
E con ciò si avviò nei meandri
dell'enorme ufficio.
San andò verso
un tavolo libero, il più vicino, sedendosi su una sedia dall'aspetto antico e
traballante al contempo: « anche io resto qui...» disse con aria tranquilla, dondolando le gambe che
sfioravano appena terra.
Sivade li
guardò con un moto di tenerezza, dirigendosi verso il ramo principale della
biblioteca, sulle labbra un incantesimo di ricerca di poco impatto: chiedeva solo
che i fascicoli a loro utili si facessero notare. Uscendo leggermente
dal loro posto, ad esempio.
Crystal, ora
seduto all'angolo dell'immenso tavolo di cui si era impossessato, altro non
fece se non attendere in compagnia del gemello biondo, l'arrivo di una pila di
libri che avrebbero dovuto poi consultare con la massima pignoleria di cui
erano capaci.
La cosa
sembrava quasi annoiarlo.
Lo
si capiva
dall'espressione spenta del viso rivolto totalmente al pavimento, intento a
fissare ogni imperfezione in quelle mattonelle di poco valore.
Solo ad uno
schiocco della lingua di Tom tornò ad alzare il capo pronto a fissare risme di
fogli perlopiù ingialliti dal tempo.
Si era spinta
fino al lato più remoto della biblioteca.
Aveva raccolto
i vari fascicoli su un carrello apposito, servendosi
di tanto in tanto delle scale per raggiungere gli scaffali più alti.
Eppure, da
quando era entrata in quell'edificio qualcosa le
diceva di stare all'erta. Si guardava intorno quando si ritrovava da sola lungo
i corridoi, nel perenne sentore di essere seguita.
Con un
sospiro, Sivade prese l'ultima cartella espostasi con l'incantesimo, tornando
dagli altri con aria persa.
Crystal la
osservò con un'occhiata rapida prima di terminare lo studio di un registro che
doveva avere più di cinquecento pagine.
Non aveva trovato nulla che potesse riguardare Ren o suo fratello Soo.
Spostò i suoi occhi turchese su Haleck,
posato allo stipite della porta d'entrata con l'intenzione di fare da guardia
nel caso avesse voluto entrare qualche scocciatore inutile. Non che la cosa non
gli riuscisse bene, se solo avesse voluto, ma era
evidente la sua distrazione.
Posò un
braccio al tavolo passando a studiare il gemello Tom affianco
al bonzo che quel giorno indossava una semplice tunica rossa, irrimediabilmente
imitato dal fratellino.
Sospirò.
« Pensi di
aver trovato qualcosa di utile, questa volta...?»
chiese all'improvviso, scocciato, rivolto alla ragazza dietro di lui.
Quella gli
rifilò dei fascicoli di venti pagine ciascuno, senza dir nulla. La vide stornare
lo sguardo verso la porta per un attimo, poi partire di corsa con San alle
calcagna che gridava: « MICETTO! ».
Il gatto in
questione, nero come la pece e dagli splendidi occhi verdi, guardò terrorizzato
la piccolina puntarlo con le braccia aperte e gli occhi luccicanti. In non meno
di due secondi era in braccio a Sivade, le unghie ancorate alla maglietta e lo
sguardo alla bimba: « Non sono un “micetto”,
maledetta marmocchia! » miagolò velenoso.
San, guardò i
due con le lacrime agli occhi, per poi tornare coscienziosamente al suo posto.
Alla fine, Heloim aveva un buon motivo se non voleva essere sottoposto alle
cure della bimba. Cure che comportavano trucchi e abiti
leggermente eccessivi per un semplice gatto.
Sivade lo
strinse a sè: « Che ci fai qui? » chiese, tradendo un
sorriso sollevato sulle labbra.
Heloim la
guardò per un attimo, poi prese a fissare Crystal: «...Bei capelli...» commentò annoiato « Beh, sapevo
ch'era successa quella cosa...Ed ero curioso di vederti. Il cappellone
con il gemello maniaco non c'entrano.»
Il vampiro in
questione rimase a fissare la scena in un silenzio contemplativo prima di
tornare a sfogliare alcuni dei volumetti che gli
erano stati portati “gentilmente” dalla signorina Sivade. Ne passò alcuni al
gemello e al bonzo, sospirando frustato:
«Questi sono
gli ultimi, signori miei» disse sorridendo sadico, passandosi una mano ai
capelli corvini quasi in procinto di arrendersi.
Si morse un
labbro riprendendo a studiare i fascicoli con estrema pignoleria.
Sivade gli si
sedette di fianco, accarezzando il gatto in silenzio. Guardava i movimenti di
Crystal senza fiatare, finche lui non aprì uno che già prima l'era balzato agli
occhi: « Qui ci sono delle foto...Forse uno di loro due potrebbe
riconoscerla...se c'è...» spiegò
accostandosi un po' di più, segnando alcuni fogli in particolare.
Il vampiro
chinò appena il capo osservando quelle foto con fare perplesso: «Ren, per
favore... guarda queste...» disse calmo passandogli
allora quel fascicolo iniziando al contempo a sfogliarne un'altro. Il bonzo che
afferrò quella breve raccolta di foto annuì con la sua
solita tranquillità, aprendolo sopra al tavolo con fare deciso.
Il fratello,
al suo fianco, aveva incrociato le braccia al petto, pronto a porre sotto esame
una qualsiasi foto che potesse ricordargli anche solo un minimo particolare che
potesse essere d'aiuto.
San li guardò
fare, un po' invidiosa nel vedere tutti concentrati a quel modo. Cercò lo
sguardo di Sivade, ma lei era già sparita, lasciando Heloim sulla seda dove prima si era seduta.
La ragazza era
tornata alla ricerca di una nuova, qualsiasi traccia. Ma
non della mamma di Ren.
Guardò
un'ultima volta indietro, poi scosse il capo, a testa bassa.
Crystal
sospirò lasciando andare la ragazza che notò allontanarsi, sensi e vista sempre
allerta nel caso qualcuno avesse voluto iniziare a
dare fastidi.
Fino a quando
Soo non sembrò sobbalzare.
Scattò subito
a guardarlo con la massima concentrazione di cui era capace:
«l'ho già vista questa bambina!» esclamò indicato la foto di
una trentenne, pallida, bionda e ben tenuta.
Ren che
osservava quella foto con uno strano cipiglio che non sembrava adattarsi a quel
viso fin troppo abituato ad espressioni di pacifica tranquillità.
«è lei...» disse solo, in un flebile sussurro.
Lui le arrivò dietro senza fare il minimo rumore, prendendola
per i polsi e sbattendola contro lo scaffale più vicino:
«
Comandante...La vostra bellezza è aumentata considerevolmente dall'ultima volta
che vi ho vista...» le
sussurrò all'orecchio, impedendole di ribellarsi.
Al suono di
quella voce, Sivade emise un gemito soffocato, il fiato che le
si mozzava in gola. Rabbia e dolore che si contendevano il primato nella
sua testa.
« Tamos...» lo riconobbe, cercando di voltare il capo senza agire
impulsivamente.
Lui le faceva
sempre uno strano effetto. Fin dal primo momento che l'aveva incontrato, Sivade
aveva sentito un miscuglio di attrazione e repulsione
per quel giovane, alto, slanciato, dagli splendidi occhi acquamarina, in
perenne contrasto con i suoi capelli castani. Il suo generale della terza
batteria. Il traditore dell'esercito, colui che aveva
permesso alle linee nemiche di far breccia e uccidere centinaia di uomini.
« Ma tu
guarda...Il comandante è proprio una donna come si mormora...»
rise sarcastico: « Che ne dice di fare ciò che da
tempo, presumo, le hanno sempre negato...?Noi due...una camera d'albergo...Sarà
divertente...» disse con un timbro di voce molto
basso, eloquente, provocante.
« Stai zitto.
» ringhiò lei, cercando di ribellarsi, tuttavia sentendo la mente confusa, come
avvolta da una sorta di torpore provocato dalle parole dell'ex generale. Sapeva
di che si trattava. Non era una semplice sensazione dettata dalla sua presenza.
Niente a che fare con i veri sentimenti.
Il potere di
Tamos era perfetto per il suo detentore: poteva indurre a fare ogni cosa la sua
vittima, provocando in lei un piacere smanioso per ogni gesto che avrebbe
compiuto sotto il volere del giovane.
Inclinò appena
il capo, guardandolo con odio: « Puoi solo bloccarmi...Con me non attacca...» gli ricordò, trattenendo a
stento i sentimenti contrastanti nella sua mente.
Quello rise
divertito, serrando la presa sui polsi di lei:
«...Sarà solo un po' più difficile...» chiuse lo
spazio tra i loro corpi, obbligandola ad aderire completamente, così da poter
esercitare il massimo delle sue capacità.
« Buonasera »
intervenne allora Crystal, braccia conserte al petto, posato ad uno scaffale
poco distante dai due.
Lo sguardo
fisso sul ragazzo, concentrato ad osservarlo con cipiglio a dir poco disgustato,
gli occhi di un turchese se possibile ancora più chiaro: « mi chiedevo quando
vi avrei rivisto, sir ».
Sivade emise
un grugnito per niente soddisfatto, la mandibola serrata mentre Tamos bloccava
i polsi di lei con una mano sola, rivolgendo al nuovo arrivato
un cenno con la mano libera: « Hei...il signorino
fricchettone...»
« A quanto
pare molti mi considerano in cotal maniera...» disse gelido spostando il suo
sguardo su Sivade, apatico « devo lasciarvi soli...?» chiese allora,
socchiudendo gli occhi.
Tamos anticipò
il tentativo di ribattere della ragazza, tappandole la bocca e aderendo con una
guancia a quella dorata di lei: « Sì...sai...devo
iniziare il mio Comandante alle vie del piacere...» si
giustificò, un ghigno compiaciuto sul volto.
Crystal alzò
un sopracciglio avvicinandosi ai due con alcuni rapidi passi misurati, finché
non poté afferrarlo per il collo con una sola mano: «prego...?» chiese nervoso,
sollevandolo di poco da terra, non prima di averlo allontanato da Sivade con
uno scatto.
Sivade si
portò una mano al polso che aveva subito la stretta più forte, posandosi con la
schiena alla libreria senza riuscire a dire nulla. Aveva il fiato corto, come
se fosse stata appena liberata da una stretta mortale.
Tamos non le togleva gli
occhi di dosso, mantenendo il suo attacco alle barriere che lei poneva nella
sua mente: « Siva...Siva...lascia
cadere quel muretto di magia...lasciami entrare nel
tuo intimo...dai...Dì a questo cagnolino che mi vuoi...» ridacchiò,
la voce leggermente soffocata per via della presa del vampiro. Tuttavia non sembrava soffrirne, troppo concentrato su lei.
Crystal si
sentì come percorso da un brivido di rabbia, rabbia pura.
Una forza che
si riflettè anche nel suo sguardo che brillò di una
luce rossastra mentre aumentava la stretta al collo di lui,
chiudendo la mandibola con energia a malapena soffocata: «taci» ringhiò, mentre
i canini si facevano spazio fra le sue labbra violacee.
Tamos gemette
di dolore, senza più riuscire a fingere. Guardò la ragazza davanti a le e rise nervosamente: « Aiuto...» la
supplicò, un lampo di terrore negli occhi. Sincero, non calcolato, per una
volta. Lei lo capì immediatamente.
Sivade si
avvicinò di un passo, posando le mani su quelle di Crystal, tremante: «
Lascialo perdere...ti prego...» disse
con voce stentorea, senza guardare nessuno dei due, ancora preda d'istinti che
non avrebbe desiderato.
Crystal la
guardò, uno sguardo feroce: « lasciarlo...?» ringhiò aumentando di più la
stretta, affilando lo sguardo su di lui.
Chinò appena
il capo nell'osservarlo quasi divertito.
Lei ricambiò
quell'occhiata senza più sapere che fare. Tamos era già accantonato. Ora non
serviva più opporsi : « Lui può solo indurre al
piacere...» disse accarezzando un braccio del vampiro
a pochi centimetri da loro.
Il giovane in
questione li guardò divertito: « No!» disse in un sibilo soffocato, ormai al limite «...lui...?» chiese isterico.
Crystal rise
sadico, fissandolo dritto negli occhi quel buono a nulla
che ancora teneva per il collo « bene...» disse allora
roco « vorrà dire che io lo indurrò alla morte » sussurrò all'orecchio di
Sivade prima di lasciarlo cadere a terra come un fazzoletto usato.
Lo fissò
facendo scricchiolare una mano con un semplice movimento di dita, prima di
allontanarsi senza riuscire a contenere quell'afflusso di potere demoniaco che
lo aveva invaso all'improvviso, senza controllo.
Gli occhi che
riflettevano ancora una pericolosa luce rossa, rimembrante il colore del sangue
di cui lui si nutriva.
I canini
affilati ancora bene in vista.
Tamos rimase lì,
accasciato a terra, fissando Sivade senza dire una parola.
Lei lo
guardava a sua volta, ben conscia della domanda che frullava in testa al suo ex
generale: “perché mi hai protetto?”.
Gli
sorrise
tristemente: « ...Resti pur sempre un mio sottoposto...» disse
andando a prendere una mano di Crystal con leggero timore.
Quello la
strinse appena senza allontanare lo sguardo dal gemello che lo guardava come se
niente fosse, abituato tanto a vederlo nelle sue vesti normali, tanto in tutta
la sua sinistra bellezza vampiresca:
«abbiamo
l'indirizzo» sussurrò soltanto.
Sivade annuì
appena, aggrappandosi al braccio di Crystal anche con l'altra mano. Lo scontro
con i poteri di Tamos l'aveva stordita, ma faticava a volerlo ammettere, specie
con quello ancora nei paraggi.
«Andiamo»
sibilò allora il moro, spostando il suo sguardo dapprima su Ren e Soo che lo
fissavano con pacato timore, poi su San ed infine su Haleck che sorrideva con fare soddisfatto.
Non guardò
Sivade.
Avrebbe potuto
reagire male.
Tamos passò
loro accanto facendo un cenno al gatto che ora San teneva tra le braccia. Poi
se ne andò rapidamente, per niente incline a finire di
nuovo sotto le grinfie di Crystal. Voltandosi per pura curiosità, trovò
divertente vedere quei due tenersi per mano e guardare l'uno dalla parte
opposta dell'altra.
Finchè il vampiro non mollò la presa di lei con un gesto quasi disgustato, mettendosi
davanti a tutti, pronto a condurre il gruppo.
Fine
ventitreesimo capitolo
Grazie dei
vostri puntuali commenti, speriamo sempre di darvi quello che volete!
Cara Nashan, come già riferito da Dark, ebbene sì, i due
fratelli sono ispirati da quei due… Io non riesco a farmi ispirare allo stesso
modo, infatti la cosiddetta “umanizzazione” è al 99%
affidata alla Dark (a parte Valar,ma non sapete chi è quindi…XD).
San…?
San è con Soo,
fanno comarò, sono la coppia più giovane di Shadows! ^^
Torna proprio
in questo capitolo…quindi non ha più fatto puff… XD
A domani con
il penultimo capitolo!