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Autore: SlytherinTommo    02/05/2015    0 recensioni
“Nick!”
“Mi hanno incastrato Harry. Hanno prove certe che sia io colui da cui tutti prendono la droga,che sia io il maggior colpevole. Io..”
Lacrime copiose gli rigavano il volto e il ragazzo vicino a me che era stato chiamato Harry gli si avvinghiò addosso,stringendolo in uno di quegli abbraccia che fanno mozzare il fiato a chi lo vede.
Come se non esistessero niente al mondo se non loro due. E mi sentii improvvisamente a disagio. Un momento dopo il richiamo del mio nome da parte del preside mi ridestò. Prima che mi chiudessi la porta alle spalle,per un attimo quegli occhi verdi si distaccarono da quell’incastro perfetto di capelli e parole e si puntarono sui miei.
Pairing: Larry
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa credevi di fare Tomlinson? Pensavi che non lo avremmo mai scoperto? Mi meraviglio solo di te. Non avevi mai dato modo di essere etichettato come un cattivo ragazzo,evidentemente mi sbagliavo.”    Louis si irrigidì sulla sedia.
Mai in quella scuola avevo commesso atti vandalici o avevo dato modo di pensare male di me. Certo non eccellevo in nessuna disciplina,non ero uno studente modello ma mai avevo pensato di trovarmi in una situazione del genere. Fin quando Josh non mi aveva chiesto quel favore. Il mio amico era solito partecipare allo spaccio per guadagnarsi qualcosa. Quel giorno aveva preso un impegno e aveva chiesto a me di recarmi al posto suo. Tre spacciatori mi stavano aspettando e diedi loro quanto serviva ricavandone dei soldi che avevo prontamente consegnato a Josh. Eppure il destino aveva voluto che proprio quel giorno qualcuno avesse visto quell’incontro e avesse spifferato tutto. Non ero riuscito a discolparmi,anche perché significava mettere in seri guai il mio amico.
Vedendo il silenzio da parte di Louis a quelle affermazioni,il preside continuò : “ Come probabilmente hai saputo abbiamo scoperto molte altre persone,in particolare colui da cui dipendeva questo giro. Nick,pensò. “Per lui abbiamo adottato severi provvedimenti,drastici. Per voi altri ho in mente qualcos’altro che vi comunicherò a tempo debito.”
Louis annuì. Si alzò con la consapevolezza che la discussione fosse finita. “ Ah,un’altra cosa Tomlison. Ti conosco da 5 anni e so che non è il tuo mondo questo che erroneamente stai frequentando. Tieniti lontano da questo e da loro che lo frequentano.” Neanche in questo caso Louis spifferò parola. Diede la mano in segno di saluto al preside ed abbandonò la stanza.
Due occhi si puntarono verso di lui. Occhi verdi,freddi negli occhi azzurri,spaventati di Louis. Le mani di Harry in quelle di Nick. Si allontanò frettolosamente senza salutare lo sconosciuto con il quale prima aveva parlato. Come aveva detto il preside,dovevo stare quanto più possibile lontano da questo mondo e da coloro che ne facevano parte.
Quel giorno non aveva voglia di frequentare le lezioni. Ne rimaneva solo una dal termine della giornata,ma decise comunque di abbandonare l’istituto. La testa gli doleva per i pensieri che si affaccendavano,cercando di prevalere l’uno sull’altro. Le parole del preside seguite dai suoi consigli. Nonostante tutto non aveva fatto niente per entrare in quel mondo,anzi forse non ne faceva neanche parte. Solo uno stupido favore e gli scherzi del destino avevano voluto che lui si trovasse lì. A volte è strano veder come la sorte intervenisse nello svolgersi degli avvenimenti e fosse causa e motivo di tanto disordine. Come un’unica azione potesse marchiare per sempre la figura ingenua del ragazzo assorto nei suoi pensieri. Non avevo paura di compromettere la carriera scolastica,né di deludere i suoi genitori. Avrei spiegato tutto e mi avrebbero capito. Era solo l’assurdità della situazione a farlo riflettere. A quanto gli equivoci possano risolvere le situazioni in una maniera del tutto diversa da quella programmata. Risè tra se e se,per smorzare la tensione che improvvisamente si era creata tra le sue osservazioni. Iniziò a giocare con i sassolini che accostavano la strada,rincorrendoli e calciandoli così come era solito fare da bambino.
Casa sua era vuota quando arrivò. Un silenzio pesante carico del nervosismo della litigata precedente aveva impregnato ogni angolo della casa,addirittura l’aria che respirava . Storse il viso. I problemi scolastici avevano involontariamente allontanato i miei pensieri dalle angosce familiari che detestavo di gran lunga. L’unico posto in cui non si avvertiva la cattiva aria regnante era la sua camera. Lì arrivo e si chiuse. Si stese sul letto volendo annullare per un po’ il martellante rumore degli ingranaggi dei suoi pensieri,che non volevano fermarsi. Non era l’ora di riposarsi. Prese di controvoglia il computer da sopra la scrivania e lo trascinò sul letto. Si sarebbe distratto in maniera diversa. Aprì in contemporanea i siti sui quali s’intratteneva: Facebook, Twitter. Cominciò a scorrere con aria annoiata le bacheche di entrambi. Solite facce,monotoni stati. Il dito scorreva pigramente sul mouse,senza che Louis facesse davvero attenzione a ciò che guardava. Sbuffò contrariato,non trovando tale passatempo utile per dimenticarsi ciò che era successo. L’unica cosa che in quel momento gli balenò nella mente fu cercare il nome del ragazzo incontrato poco prima. Di lui conosceva solo il nome Harry e il suo inguaribile spirito di curioso che da tempo lo metteva nei guai prevalse sul poco buon senso rimastogli. Poco prima si era detto di star lontano da lui e dagli altri mentre ora si trovava con sguardo assorto a spulciare tutti gli Harry presenti a Doncaster in cerca di una faccia conosciuta. Impresa a dir poco impossibile visto che il numero della ricerca ne segnava più di 500 ma beh,a dirla tutta neanche questo riuscì a scoraggiare il ragazzo,sempre più intento a voler dare un’identità più precisa al giovane (o almeno questa era la scusa che si era detto e ripetuto più volte in mente). Una foto tra le tante catturò la sua attenzione: era di un giovane di profilo dal fisico longilineo,alto a quanto sembrava,col capo però coperto da un beanie  blu dal quale fuoriuscivano dei ricci. Harry Styles lesse ad alta voce,con sempre più uno strano presentimento a farsi largo nei suoi pensieri. Aprì il profilo privato purtroppo dal quale si riusciva a trapelare solo le informazioni basilari: diciottenne frequentante la scuola St.James di Doncaster. A quelle informazioni non riuscì a non spalancare gli occhi dallo stupore, essendosi accorto che al 99% poteva essere lui l’Harry che aveva incontrato oggi, simile d’aspetto e studente della sua stessa scuola. Inutile dire che tutti i buoni propositi di Louis di tirarsi fuori sempre più dalla questione,di scontare la sua punizione e di allontanarsi da quel mondo,probabilmente si sciolsero come ghiaccio al sole grazie alla richiesta d’amicizia appena mandata involontariamente,si sarebbe ripetuto poi Louis con convinzione. Fatto sta che una volta spento il computer,essendosi diretto come un automa tra le stanze della sua casa in cerca di un qualcosa da mangiare, un groviglio allo stomaco non l’abbandonò per tutta la giornata. 
  
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