Il viaggio fu molto intenso per Annabeth, infatti si addormentò quasi subito.

Il suo sogno fu molto cupo. Lei insieme ai 12 membri dell'Allenza dei 12 e a Lucy e Will, si trovavano in una foresta buia.

<<La foresta proibita.>> disse Ginny.

Leo accese una fiamma dalle sue mani e la situazione dievnne più chiara.

Un ragazzo sui vent'anni era lì, con il volto incappucciato.

In una mano stringeva una lunga bacchetta di legno, che stringeva con forza. Nell'altra mano invece impugnava un'enorme spada di bronzo celeste.

Si tolse il cappuccio: il ragazzo aveva gli occhi e i capelli neri scuro, e uno sguardo che ti uccideva solo guardandolo.

<<Siete arrivati.>> disse il ragazzo.

Nessuno rispose. Tutti lo guardavano terrorizzati, ad Annabeth veniva voglia di scappare.

<<Il mio nome è Adry Brown.>>

Silenzio.

<<Allora? Volete forse sfidarmi? Volete forse che vi mostri cosa so fare? Semidei... maghi... perdenti. Solo i semidei maghi valgono qualcosa. Siamo i più potenti. Le uniche persone degne di governare. E tu...>> indicò Will <<Non sei altro che un traditore.>>

<<Anche Lucy è una semidea maga!>> ribatté Will.

Adry sorrise.

Poi guardò Annabeth.

<<AVADA KEDAVRA!>> urlò.

Un lampo di luce verde gli invase lo sguardo.

Annabeth si svegliò sul secondo sedile della biga magica, accanto a Percy.

<<Ti senti bene?>> le chiese preoccupato.

<<Sì... solo un sogno.>>

Tutti la fissavano. Probabilmente quando si era svegliata aveva urlato.

Nico guardò il cielo. <<C'è una tempesta in arrivo... dobbiamo atterrare>>

<<Sì e dove?>> chiese Draco.

Leo, alla guida, si guardò in torno in cerca di un'idea, che non arrivò.

<<Siamo vicino a Los Angeles... secondo Lucy, Kreep Island si trova ad ovest, nell'Oceano Atlantico... siamo parecchi lontani e si sta facendo tardi. Se avete un po' di soldi mortali, possiamo passare la notte in un albergo.>>

Il ragionamento del figlio di Efesto sembrava il più fattibile.

Volarono ancora per qualche ora e, arrivati a Los Angeles si fermarono in un piccolo hotel.

Prenotarono alcune camere e passarono la notte lì. L' hotel era deserto, l'unica forma di vita era il signor Leboufe dietro al bancone e gli insetti nelle camere.

Passarono una notte tranquilla e la mattina dopo pagarono.

<<Grazie mille signor Leboufe! Arrivederci.>> ringraziò Luna.

Annabeth notò che Leboufe aveva un'aria diversa dalla sera prima. Il suo grande neo sulla guancia sinistra la inquietava un po'.

<<Non così in fretta, ragazzi.>>

<<Bè veramente dovremmo...>> cercò di dire Jason.

Leboufe non fece terminare la frase al figlio di Giove.

Davanti agli occhi di tutti si trasformò. Annabeth la sera precedente non aveva mai visto le sue mani, perchè sempre nascoste sietro al bancone. In quel momento invece le tirò fuori: non erano mani, ma chele.

I sui occhi diventarono gialli e la sua testa si allargò. La sua pelle divenne arancione, e le sue gambe delle zampe giganti. Il signor Leboufe era diventato un granchio gigante.

Annabeth conosceva quel mostro della mitologia greca: <<Carcino!>> esclamò.

Carcino si preparò ad attaccare.