Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: ThreeRavensBlondie    02/05/2015    4 recensioni
Sequel della ff Emerald Coast: un'estate straordinaria.
Sono passati mesi ormai da quando Sonic e i suoi amici hanno concluso la loro straordinaria vacanza estiva a Casa della Quercia, la casa di Tails sulle rive dell’Emerald Coast. L’estate è stata un puro concentrato di mare, sole, divertimento, litigate, avventure, strategie e amori trionfanti (tra Sonic ed Amy e Knuckles e Rouge). Tuttavia, il male è giunto anche in un posto idilliaco come quello. Sconfitto Metal Sonic nella sua forma più mostruosa, Metal Obscuria, e morto il loro amico robot E-123 Omega, Sonic, Tails, Knuckles, Amy, Rouge, Shadow, Espio, Vector, Cream e Charmy si salutano e sperano con tutto il cuore di vedersi ancora nonostante le loro strade, per adesso, stiano divergendo. Le loro vie, però, sono destinate a incontrarsi ancora una volta, per una nuova esperienza.
Se mi lasciaste una piccola RECENSIONE ne sarei molto contenta!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Rose, Knuckles the Echidna, Rouge the Bat, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
AMY
 
 
 
 
 
 
Il pallido sole ha fatto capolino tra le tende della camera di Sonic da almeno un’ora, ma io ancora non mi sono decisa ad aprire gli occhi. Non sono sicura del motivo. Forse per l’ansia e la paura di ciò che potrei trovare sotto la mia vista.
Sono rimasta a dormire con Sonic, ignorando la richiesta supplicante della mia migliore amica di andarle a fare visita in un momento di bisogno. Beh, diciamo che non è una cosa propriamente da me non pensare agli altri, e ogni volta che mi capita di farlo mi sento la persona più egoista del mondo intero.
Decido di smetterla con le mie paranoie e apro lentamente gli occhi, strofinandoli. L’azzurro delle pareti della camera si riflette nello specchio. Mi tiro su, vedendo l’immagine di una riccia dai capelli rosa alquanto spettinati dal sonno, con gli occhi arrossati e socchiusi. Mi giro verso destra e.. come immaginavo, il letto è vuoto. Mi stiracchio leggermente e, sbadigliando, mi alzo.
Le scarpe di Sonic non sono nella scarpiera e questo può significare solo una cosa: è andato a correre. Ah, beh, avrò motivo per riflettere bene su ciò che è accaduto ieri sera.

Quando Sonic mi ha implorato di restare sapevo che la sua richiesta nascondesse una necessità ben più profonda della mia sola presenza accanto a lui. E quando io ho accettato, sapevo bene che sarei andata incontro a ciò che pensavo.

Ricordo Sonic che mi ha guardata e mi ha sorriso quando ho chiuso la porta. Non un sorriso malizioso o che lasciava intendere altro, ma un sorriso di gratitudine e che esprimeva tutto ciò che provava per me. Mi ha messo una mano sul fianco e mi ha attirata a lui, poi ha cominciato a baciarmi ancora, come solo lui sapeva fare (Non che io avessi mai baciato un gran numero di ragazzi, anzi. Se dovessi guadagnare un dollaro per ogni ragazzo che ho baciato in vita mia, direi che la mia quota ora sarebbe pari a un dollaro).
Ho incrociato le braccia alle sue spalle e mi sono lasciata trasportare. ‘Rouge mi starà maledicendo in tutte le lingue del mondo.’ Ho pensato  ‘Forse dovrei… no. No, Amy, non fuggire sempre. Sono mesi che stai con Sonic, lo ami da una vita. Sai bene che questo momento sarebbe arrivato, prima o poi.’
Ancora non ci eravamo separati che Sonic ha cominciato lentamente a tirare giù la zip della mia giacca, facendola cadere a terra. Io nel frattempo ho respirato lentamente e profondamente. Poi lui mi ha presa in braccio, incrociando le mie gambe attorno alla sua vita e mi ha portata in soggiorno. Ho visto la porta di ingresso da sopra la sua spalla allontanarsi dalla mia vista, e con essa la mia possibilità di fuga da ciò che stava per accadere.
Con delicatezza e calma, non molto consona a Sonic, re della velocità, mi ha deposto sul divano spazioso dove prima stavamo guardando la tv quando Rouge mi ha chiamato. Povera Rouge..
Sonic mi ha guardato con un’intensità sovrannaturale ed è sceso a baciarmi il collo. Non posso negarlo, quello che stava facendo mi piaceva e provocava sensazioni assurde, ma il battito del mio cuore ha preso ad aumentare all’impazzata. I palmi delle mie mani hanno iniziato a sudarmi copiosamente e ho dovuto asciugarmeli strofinandoli sui jeans.
“Ti amo, Amy” ha sussurrato con voce roca.
‘Ecco, perfetto.’ Mi sono detta ‘ora sì che non puoi fuggire.’
E mentre il mio ragazzo si è avventato di nuovo sulla mia bocca, ho sentito la sua mano toccare il l’orlo inferiore del mio maglione giallo e insinuarsi al di sotto di esso.
Panico. Cieco panico.
Due emozioni hanno preso il sopravvento in me. La forza di voler continuare, di voler dare a Sonic tutto l’amore che provavo per lui, e una forza risultante, un’assurda fobia che eguagliava la mia volontà. ‘Amy lo ami. Deve succedere prima o poi’ ha detto ancora la voce nella mia testa.
‘Già. Deve succedere.’  Mi sono risposta ‘Ma non adesso. Non ancora. Non stasera.’ E mentre la sua mano andava sempre più su, lasciando che il calore si impadronisse di me, io l’ho fermata con la mia. Il 50% di me era incazzata come una iena, ma l’altra metà era sollevata.
“Aspetta, aspetta. Non farlo” ho detto.
Lui, con il respiro veloce e l’espressione confusa mi ha guardato “Ho fatto qualcosa che non va?”
Io mi sono sollevata e ho cercato di mettermi seduta e lui, senza un attimo di esitazione, si è allontanato da sopra di me e mi si è messo seduto accanto. Ho temuto una sua possibile incazzatura in modo incredibile, quindi ho parlato tenendo gli occhi bassi.
“Sonic, lo so che sono passati mesi ormai, ma.. ti prego non essere furioso con me se ti dico che ancora non sono pronta per questo”
Lui non ha battuto ciglio alla mia spiegazione e ha continuato “Ha qualcosa a che fare con me? Ti stai ricredendo, Amy?”
“COSA? NO! Sonic, ma sei impazzito?” ho esclamato subito. Io lo amo fin da quando ero una bambina, come potrei anche solo ricredermi? E’ lui che voglio, l’ho sempre voluto e lo vorrò per sempre.
“Allora, onestamente, non capisco..” ha detto, guardandomi.
Io, sconfitta e umiliata da me stessa, ho abbassato la testa. Non riuscivo a sopportare il suo sguardo che mi trafiggeva. La sua mano mi ha sollevato il mento, spingendomi a guardarlo negli occhi. Ora in questi leggevo preoccupazione.
“Posso sapere cosa c’è, Amy? A me puoi dire tutto, lo sai” mi ha detto con voce calma e rassicurante.
Aveva ragione. Ha ragione. In un rapporto deve esserci fiducia, e per esserci fiducia, non deve mancare la sincerità. Ho inspirato profondamente e mi sono fatta coraggio.
“Ho paura, Sonic. Questa è una delle mie paure più profonde”
Lui ha spalancato gli occhi “Hai paura.. di me??”
“Non di te. Di andare oltre.. di fare quel passo. E’ qualcosa che sento di poter fare con te, ma ho questo blocco che ancora me lo impedisce, per questo credo non sia ancora il momento” ho confessato, vergognandomi.
“E perché non me l’hai detto prima?” ha fatto Sonic. Io l’ho guardato: ora sorrideva, e il suo sguardo era comprensivo.
“Avevo paura che dicendotelo ti saresti stancato di me e mi avresti lasciata.. E poi è una cosa che nessuno sa, neanche Rouge, che mi ha chiesto ottocentoventi volte come mai non avevamo ancora fatto niente” ho spiegato mentre lui ridacchiava.
“Beh, allora sono onorato di essere il primo a saperlo!” ha detto alzandosi e stampandomi un bacio sulla bocca.
“E ora?” ho detto, incerta, vedendolo andare verso la camera da letto.
“E ora vieni di qua, e dormiamo un po’, domani sarà una bella giornata. Aspetterò tutto il tempo che vorrai”  ha replicato lui, prendendomi per la mano e portandomi a letto.
Mi aveva capita. Mi aveva davvero capita. Per tutto questo tempo avevo avuto paura che lui fosse il solito ragazzo che è impaziente e che se non lo accontenti ti molla a te stessa. E invece no. Come avevo potuto dubitare? ‘Stupida Amy’
“Sonic?”
“Sì?”
“Grazie” ho detto, esprimendo tutta la mia gratitudine e il mio amore.
“Non devi ringraziarmi. Ti amo Amy, niente potrà cambiare questa cosa. Mi ha cambiato stare con te, e non vorrei perderti per nulla al mondo, sei il mio angelo” mentre diceva queste cose non aveva smesso per un secondo di disfare il letto. Come sempre, il mio Sonic che aveva imbarazzo nell’esprimere i sentimenti. E’ veramente cambiato, però. Un tempo non avrebbe mai avuto il coraggio di dire queste cose senza sotterrarsi per la vergogna. Il riccio blu più supersonico del mondo che stravede per una ragazza! Sarebbe su tutti i giornali.
Sbattendo velocemente gli occhi per ricacciare indietro lacrime di gioia ho detto
“Ti amo anche io. E non smetterò mai di ringraziarti, non solo per stasera, ma per avermi scelta, come fai ogni giorno”



----------------------------------
 
 
 
Dopo aver fatto colazione decido di voler preparare del pollo per Sonic per quando sarebbe tornato dalla sua corsa, proprio quello piccante che gli piace tanto. Ovviamente, con la mia solita fortuna, appena apro il frigo che cosa manca? Il pollo. Santo Eggman! Dovrò fare un salto al supermercato. Mi dirigo in bagno, mi lavo i denti e mi pettino i capelli scombussolati.
Oggi decido di osare un po’ di più: quando apro l’armadio, decido di mettermi un vestitino di maglia a righe blu e bianche e un paio di Converse. Prendo la giacca che Sonic (che gentile) aveva accuratamente appeso all’attaccapanni e mi spruzzo un velo di profumo.
Il profumo che Rouge mi ha regalato per il mio compleanno. Rouge…
Dio, che stronza sono stata ignorandola in quel modo. E se io mi fossi trovata al suo posto? Cosa avrei pensato di lei? Non le ho neppure mandato un messaggio per spiegarle il perché della mia buca. Sì, sono proprio una stronza, e i sensi di colpa mi stanno divorando.
Poi, proprio mentre la lampadina della camera va fuori uso, un’altra se ne accende nella mia testa. Perfetto: ecco un’altra cosa che dovrò comprare al supermercato. Ma non me ne curo. Ho un’idea geniale!
Le comprerò un mazzo di gigli (i suoi fiori preferiti) e glieli porterò a casa per farle una sorpresa. Certo, lo so che lei è una cacciatrice di tesori, ma non sono così benestante da poterle comprare un mazzo di zaffiri. Dovrà accontentarsi dei gigli. E si accontenterà.
Lascio un biglietto a Sonic nel caso fosse tornato prima del previsto.

Sono uscita per fare due sorprese: una a Rouge e una a te,
ma visto che stai leggendo questo biglietto, la tua sorpresa
è rovinata. Complimenti.
Ti amo!
Amy


 
Dal fioraio prendo il mazzo di fiori extra large, e visto che cinquanta dollari sono partiti dal mio portafoglio, Rouge dovrà apprezzarli per forza.
Oggi a Station Square c’è così traffico che decido di prendere la scorciatoia per una viuzza tra due palazzi. Poi, mentre cammino, la sensazione che qualcuno mi stia osservando alle mie spalle si fa strada in me, quindi mi giro. Nessuno.
Continuo a camminare, quando improvvisamente sento dei passi piuttosto ravvicinati. Perché avere paura? Chi mai potrebbe seguirmi? Non guardo dietro di me, ma accelero il passo, stringendo a me i fiori.
Poi, non sentendo più alcun rumore, mi giro, e mi pare di vedere in lontananza una figura indistinta con un cappello in testa che volta l’angolo della viuzza e scompare. Ma chi era? Era qualcuno che mi seguiva? Mentre centinaia di pensieri affioravano nella mia mente mi volto e..
“AAAAAAAAAAAAAAAAH!” grido lasciando cadere i fiori.
Un bambino sui 6 anni si ferma davanti a me con una macchinina in mano e mi fissa spaventato con la bocca aperta, mostrando due denti mancanti.
“Cosa ci fai qui? Non sai che non si gioca in strada?” lo rimprovero.
“Scusa, scusa, scusa, signora!” strilla lui, scappando via.
“SIGNORA? Sono una ragazza, non una vecchia!” gli urlo dietro.
Quando il bambino sparisce, raccolgo i fiori (non danneggiati, per mia fortuna) e mi chiedo se fosse per causa sua la sensazione del ‘sentirmi seguita’. Non lo so. Non pensiamoci troppo su e proseguiamo.

Quando vedo casa di Rouge, con pareti lilla e tetto viola (decisamente la casa di chi ama stare al centro dell’attenzione), percorro il portico e busso al portone.
Nessuno apre la porta. Allora busso forte, col pugno, e tutto il portone trema.
Improvvisamente sento uno scalpiccio.
La porta si apre e appare una Rouge col fiatone, probabilmente aveva fatto una corsa stratosferica per venire ad aprire.
“Finalmente, finalmente sei qui, volevo dirti che mi…” dice, ma poi guardandomi, si blocca “oh.. sei tu”
Io sorrido “Già! Sorpresa!” e le porgo i fiori.
La sua faccia è piatta. Non ha reazioni. E’ arrabbiata. Lo sapevo.
“Rouge, ieri sera mi stavo preparando per venire da te, ma poi Sonic mi ha..” incomincio a giustificarmi.
“Oh no, no. Non voglio sentire scuse, carina. Hai idea di che nottata schifosa ho passato?!” sbraita lei.
Solo ora me ne rendo conto: ha occhiaie scurissime, è struccata e in vestaglia. Non sembra la solita Rouge sexy ad ogni ora del giorno.
“Sì, me lo immagino.. Infatti ora sono qui per farmi scusare” le dico, convinta, porgendole ancora i fiori. Ma lei, di nuovo, non li prende.
“Un’amica ci sarebbe stata per me” sottolinea.
“Lo so, ma non ho potuto! Ti giuro, Rouge, sono dispiaciuta e mi sento in colpa. Ci sono adesso, se vuoi raccontarmi che è successo” insisto, speranzosa.
“Fai bene a sentirti in colpa! KNUCKLES MI HA LASCIATA IERI!” Spalanco gli occhi a questa rivelazione e il mio cuore sprofonda “Volevo sfogarmi con la mia migliore amica ma lei non c’era perché doveva passare la nottata in felicità con il suo ragazzo!” grida, mentre le lacrime cominciano a spuntare nei suoi occhi.
“KNUCKLES HA FATTO COSA?.. Rouge .. io non..” dico, dispiaciuta.
“Lo so che tu non lo sapevi! Tu non sai proprio niente! Non mi conosci! Bell’amica che sei. Tieniteli pure, i fiori!” e detto questo, mi sbatte la porta in faccia.
E’ incazzata, meglio non insistere con lei adesso.
Le lascio i gigli sul portico e mi allontano. Knuckles ha lasciato Rouge. Ma com’è possibile?

Dopo che quest’estate io e lui abbiamo architettato il miglior piano del mondo per farla crollare ai suoi piedi? Dev’essere rimbecillito parecchio. L’ho sempre detto io, che il Master Emerald gli avrebbe dato alla testa, prima o poi. Decisa a vederci chiaro, quando Sonic tornerà a casa gli chiederò di chiamare lui stesso Rouge e Knuckles per farli venire a tutti i costi a Casa della Quercia, se possibile.

Mi volto un’ultima volta a guardare la casa di Rouge, e la vedo aprire la porta, prendere i fiori e rientrare.
Non mi conosci, aveva detto. Certo, come no.
Con un sorrisetto, torno verso casa.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: ThreeRavensBlondie