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Autore: ClairllMayne    02/05/2015    2 recensioni
Un cerchio imperfetto, incompleto.
L'uno vicino all'altro, Come se il contatto fisico potesse rafforzare quel legame già indissolubile.
Rimangono così distesi a lungo sul freddo pavimento di una stanza d'ospedale, in silenzio.
Solo i loro respiri, quasi in sincrono, riempiono quel silenzio assordante.
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo sferragliare della metropolitana gradualmente si affievolisce quando scompare nel buio proseguendo la sua corsa.
Zayn giace inerme a terra privo di sensi, Louis in ginocchio al suo fianco con la mano tremante cerca di tamponare il rivolo di sangue che cola dalla sua testa lungo il volto, fino a macchiare di un intenso rosso acceso la maglia bianca sotto il giacchetto di pelle, strappato sulla manica destra, dove Louis si è aggrappato con tutta la sua forza per trattenerlo sulla banchina evitandogli di saltare.
 
 
 
Sta accarezzando piano la sua guancia quando sente dei passi affrettarsi nella loro direzione, una voce sempre più vicina, voce che gli sta facendo delle domane adesso, ma non riesce a rispondere, vorrebbe, ma ogni volta che apre la bocca la voce gli muore in gola, incapace di staccare gli occhi da quelli dell'amico disteso sul freddo suolo della metropolitana di Puerta Del Sol nel cuore della notte. 
 
"Que pasò?" chiede la ragazza inginocchiandosi accanto a Louis.
 
"Hablas español?" chiede ancora, e 
 
"No" sussura scuotendo il capo senza distogliere gli occhi dal corpo di Zayn, incapace di reagire, paralizzato, le orecchie gli fischiano, rendendogli difficile comprendere quello che la ragazza gli sta dicendo.
 
"Soy doctor" dice avvicinando il volto a quello di Zayn e premendo due dita sul suo collo per accertarsi che respiri ancora.
 
"Està vivo!" esclama, ed un sorriso compare sul suo volto pulito, delle piccole rughette si formano agli angoli dei suoi occhi scuri.
 
"È vivo?" chiede allora Louis, le mani poggiate sulle ginocchia che premono sul freddo pavimento della banchina. 
 
La ragazza si allontana appena passeggiando avanti e indietro lungo la linea gialla, mettendo con cautela un piede avanti all'altro come fosse in bilico  su una fune sospesa, parlando con i paramedici che di lì a poco li avrebbero raggiunti.
 
 
 
Louis non riesce a dormire, poggiato al muro vicino al letto d'ospedale dove Zayn sembra dormire sereno, una fasciatura gli circonda la testa schiacciandogli i lunghi capelli mori sulla fronte.
 
Un' infermiera dagli occhi verdi controlla meticolosamente il drenaggio attaccato al suo braccio, aggiungendo con una siringa un liquido trasparente alla flebo.
 
"C'è qualcuno che vorresti chiamare ragazzo?" chiede gentile a Louis, bianco in volto, le iridi cerchiate di rosso, l'azzurro scintillante dei suoi occhi sembra essere scomparso.
 
"Si, ho provato ma non ha risposto, riproverò più tardi" dice in tono piatto, quasi robotico, per poi aggiungere "avrei bisogno di andare in bagno"
 
"Certo caro, in fondo al corridoio a sinistra" 
 
"Grazie"
 
Louis esce dalla stanza, lo sguardo fisso sui suoi piedi mentre cammina lungo il corridoio fin nel bagno, dove un conato di vomito lo costringe a piegarsi a terra, liberandosi di tutta l'ansia accumulata lungo nelle ultime ore.
 
Le sue guance si bagnano ancora una volta di calde lacrime, mentre con le mani piccole si aggrappa alla maniglia della porta per sollevarsi in piedi e barcollare fino al lavandino dove si sciacqua la faccia cercando di riprendersi, ma quando incontra i suoi stessi occhi nello specchio di fronte a lui non può che rendersi conto che da certe cose non si sarebbe ripreso mai.
 
Prova a chiudere gli occhi, ma ogni volta che lo fa, lo sguardo disperato di suo fratello che salta in direzione di un treno che sfreccia a tutta velocità lo colpisce come una pugnalata, e deve aprirli ancora una volta, ed ancora una volta affrontare il suo stesso sguardo, l'immagine di se stesso in piedi di fronte a lui, con lo sguardo spento ed i capelli scompigliati troppo lunghi, la barba incolta, le labbra fini tese in una linea dritta, incurvata appena verso il basso agli angoli della bocca.
 
Louis si guarda e non si riconosce.
 
 
 
 
Quand'è che sei diventato questa persona Louis?
 
Quand'è che hai smesso di ridere davvero?
 
Quand'è che hai iniziato a fingere di essere felice? 
 
Quand'è che hai smesso di essere quello che realmente sei? 
 
Ma soprattutto Louis, per chi l'hai fatto? 
 
 
 
 
Con la mano destra si sfiora una guancia mentre con l'altra continua ad aggrapparsi al lavandino, come se potesse cadere se solo tentasse di reggersi sulle sue gambe.
 
Se tutte quelle domande glie le avesse poste qualcun'altro probabilmente Louis non avrebbe saputo rispondere, ma ha se stesso non poteva mentire, non più.
 
Sa bene da quando è cambiato.
 
La notte che Harry camminava poco dietro di lui, quano il sole sorgeva lento dietro le colline, illuminando Londra ed i loro sorrisi felici, pronti a promettersi amore eterno, pronti a prendersi per mano per non lasciarsi mai più.
 
Quella stessa notte in cui una macchina nera con al volante un uomo vestito di scuro sbandava appena mentre Louis poggiava un piede oltre il marciapiede, guardandolo negli occhi prima dell'impatto, prima che i fari l'abbagliassessero ed ogni singola cellula del suo corpo esplodesse provocandogli un dolore atroce, sbalzato via con forza per schiantarsi a terra ed essere raccolto all'istante dalle mani grandi di Harry, prima di perdere coscienza.
 
Ma adesso Louis ricorda, ricorda quegli occhi oltre il vetro appannato dell'auto.
 
Un paio di occhi verdi stretti a fessura che, anche se per un solo breve istante, adesso riesce a ricordare. 
Un paio di occhi verdi, che non potevano essere quelli di Zayn, di suo fratello, ma questo Louis l'aveva sempre saputo, perché a quell'assurda accusa non c'aveva mai creduto, nemmeno per un istante, e adesso che finalmente aveva la possibilità di gridarlo in faccia a chiunque l'avesse giudicato un assassino, adesso che avrebbe potuto difenderlo e lottare per lui, prioprio adesso, Zayn sta nella stanza oltre quel corridoio, provo di sensi, stanco di lottare.
Zayn si era arreso, e questo Louis non l'avrebbe permesso mai, perchè è così che si fa tra fratelli, se si cade, si cade insieme. 
 
Un altro conato di vomito improvviso scuote tutto il suo corpo ed è costretto a sorreggersi anche con l'altra mano al lavandino, riuscendo a trattenersi dal rigettare, lo stomaco completamente vuoto da ore ormai.
 
Non sa come sia possibile, eppure i ricordi sembrano fluire nella sua mente senza fatica, come se l'incidente di Zayn avesse risvegliato quella parte della sua mente che da mesi si rifiutava di collaborare.
 
Aveva aperto un cassetto, quel cassetto dove era racchiuso il ricordo più importante in assoluto.
 
 
 
 
 
7 mesi prima.
 
 

Adesso il mondo fuori non esiste più, come quel giorno di tanti anni fa, in quel bagno, solo i loro respiri eccitati riempiono il silenzio della notte quasi finita.

Un intreccio di anime e corpi, di sensazioni, di parole non dette e segreti mai svelati. 

Due paia d'occhi che parlano senza bisogno di parole, due paia di mani forti che si cercano per trovarsi, sempre.

Harry si abbandona completamente. È semplicemente se stesso, nessuna maschera, nessun pregiudizio, nessuno pronto a giudicarlo.

Non ci sono parole giuste o sbagliate.

Il loro mondo è perfetto esattamente così come è.  

Ha ancora il fiatone quando le parole scappano fuori dalla sua bocca come un fiume in piena, quasi gli sembra siano state pronunciate da un altro. Rimane immobile, sorpreso da se stesso, lo sguardo perso negli occhi azzurri della persona che ama più al mondo.                                     "Sposami" gli occhi lucidi, attenti, emozionati, si spostano dalla sua bocca, al suo naso, ai suoi capelli scompigliati dal sesso, conosce tutti i dettagli così bene che saprebbe descrivere ogni singolo centimentro di quel corpo.

Sorride appena quando percepisce la paura negli occhi di lui.                     Tiene le braccia distese sulla testata del letto, la schiena dritta, la testa leggermente reclinata indietro, è perfetto. Louis si avvicina senza mai, nemmeno per un istante, distogliere gli occhi da suoi, gli sfiora il naso con il suo.

"Avevo paura che questo momento non sarebbe mai arrivato".

 

 

 
Oggi.
 
"Harry" sussura piano Louis, il suo riflesso nello specchio sorride appena, sembra aver ripreso colorito, ed improvvisamente si sente euforico, eccitato.
Non può credere che il ricordo che ha cercato per giorni e giorni fino allo sfinimento sia riaffiorato all'improvviso, quando ormai aveva perso le speranze.
Lacrime di gioia solcano il suo volto, e finalemente può rispondere a quell'ultima domanda.
"L'ho fatto per te, Harry."
 
 
 
 
L'infermiera controlla delicatamente la fasciatura alla testa di Zayn, quando a quel contatto apre appena gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per abituarsi alla luce che avvolge la stanza d'ospedale.
"Ben tornato ragazzo" sorride l'infermiera, poggiando una mano sulla sua spalla, nell'altra tiene una lucetta che punta sul suo volto.
"Riesci a seguire la luce con gli occhi?"
chiede spostando la lucetta da destra a sinistra, e Zayn assottigliando appena gli occhi muove gli occhi seguendo il fascio di luce.
"Molto bene Zayn, sai perché sei qui?"
Zayn fa cenno di sì con il capo, in silenzio.
"Bene, adesso torna a riposare, tuo fratello tornerà tra poco"
Zayn non capisce subito il senso di quella frase, -io non ho fratelli- pensa, voltandosi verso la sedia vuota al suo fianco, dove la giacca di Louis è riposta con cura insieme al cappello e la sciarpa.
Louis.
Sorride appena chiudendo gli occhi, di nuovo stanco, ma con la consapevolezza di non essere solo, non più.
 
L'infermiera prende il telefono di Louis che comincia a vibrare prima di uscire dalla stanza.
"ma che fine hai fatto?" 
"Salve, sono Emma, l'infermiera che segue il caso del suo amico, al momento non può parlare, i sedativi sono molto forti ed ha bisogno di riposare, posso riferirgli qualcosa quando si sveglierà?"
Harry nel suo appartamento si sente mancare il fiato, cadendo sulle ginocchia, incapace di proferire parola.
"Pronto mi sente?"
"Si" sussura con un filo di voce, aggrappato con entrambe le mani al telefono.
"Come le ho detto al momento non può parlare, ha avuto un grave incidente nella metropolitana che gli ha causato delle lesioni al cranio dopo aver rischiato di essere travolto dal treno, adesso è stabile ma dovrà restare qui finché non avremmo escluso il rischio di un'emorragia celebrale"
 
Emorragia celebrale.
No. Non ancora una volta.
Harry scoppia in un pianto disperato, incapace di realizzare, non può credere che qualcuno gli stia dicendo quelle cose, non riguardo Louis, non ancora una volta.
 
"Puoi dirmi il tuo nome ragazzo?" chiede l'infermiera, ma Harry preme il tasto rosso per chiudere la conversazione, accasciato a terra con le mani tra i cappelli, scosso dai singhiozzi che non riesce a trattenere.
Liam lo raggiunge, allarmato dalle sue grida disperate, e con forza lo solleva da terra stringendolo forte a sè.
Harry affonda la testa nel suo petto senza smettere di piangere, il suo lamento disperato trafigge Liam, ed il suo cuore si spezza ancora una volta quando Harry trema tra le sue braccia.
"Non avrei dovuto lasciarlo partire da solo! Non avrei dovuto permetterglielo!" grida contro il suo petto, e Liam non capisce, o forse non vuole capire.
"Harry, respira, che cosa è successo?"
"Louis, è in ospedale, ha avuto un incidente, per colpa mia" riesce a dire tra i singhiozzi aggrappandosi alla felpa di Liam, che non riesce a dire niente, stringendolo ancora più forte contro il suo petto.
"Avevo promesso che non avrei più lasciato la sua mano. Io non voglio più vivere così Liam, non voglio più vivere" dice, il volto affondato nella felpa di Liam, che delicatamente accarezza i suoi capelli.
"Sistemeremo tutto Haz, ci penso io"
"Promettilo!" piagnucola Harry, come un bambino disperato, aggrappandosi a quella promessa come fosse la sua unica speranza.
"Te lo prometto, ci penserò io a te Haz"
 
 
 
 
 
L'infermiera rimane per qualche istante a fissare il telefono che stringe tra le mani quando Louis la raggiunge dopo essere uscito dal bagno.
"Come sta?" 
"Si è svegliato, non ha parlato ma sembra lucido, dice di ricordare tutto, ma dovremmo fare altri accertamenti nei prossimi giorni"
"Certo, capisco. Quello è il mio telefono?" chiede poi vedendo il telefono che stringe tra le mani.
"È tuo? Credevo fosse di Zayn! Ha chiamato un ragazzo poco fa, ma credo cercare te, devo aver fatto un disastro mi dispiace" si scusa porgendo il telefono a Louis che subito controlla le chiamate ricevute.
Harold.
"Cazzo!" esclama e subito preme il tasto verde ed attende impaziente di sentire la sua voce.
 
"Pronto?"
"Liam!"
"Louis?"
"Sono io, l'infermiera si è confusa e-"
"Aspetta metto in viva voce, Harry è qui con me".
Harry lo guarda con aria interrogativa, gli occhi gonfi di lacrime, il corpo ancora scosso dai tremiti.
"Harry tesoro sono io, sto bene"
A quelle parole Harry scoppia di nuovo in lacrime, sotto lo sguardo amorevole di Liam che sorride con fare paterno.
"Lou, stai, stai bene?" balbetta avvicinandosi al telefono, come se potesse sentirlo un po' più vicino.
"Si Haz sto bene, l'infermiera si è confusa, credeva che il mio telefono fosse quello di.." dice interrompendosi all'improvviso, non aveva pensato a come dirlo a Liam, non ne aveva avuto il tempo.
"Di?" lo incalza Harry.
"Zayn" 
È Liam a completare la frase, perchè quella sensazione che sentiva da giorni doveva avere una ragione, ce l'aveva sempre. 
"Si" conferma Louis.
"Ma sta bene, lui.. lui è forte. Lo riporto a casa presto, te lo prometto Liam."
"Non fare promesse che non puoi mantenere"
"Possiamo raggiungervi entro domani mattina, va bene?" chiede Harry.
"No amore, meglio di no. Ci sono delle.. delle cose che di cui devo parlare con Zayn quando starà meglio, e dobbiamo essere soli, lo capisci vero Haz?"
"Si, lo capisco."
"Haz?"
"Ti ho detto che lo capisco, davvero. Voglio solo abbracciarti"
"Anche io amore"
"Ti amo"
"Ti amo anche io, vi chiamo appena ci sono novità.. e.. Liam?"
"Si"
"Io mantengo le promesse".
 
 
 
 
 
 
   
 
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