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Autore: Sabira    02/05/2015    1 recensioni
c'è chi non crede alla magia, pensando ad essa come all'invenzione di qualcuno per dare spiegazioni a cose inspiegabili, avvenute nel corso del tempo. C'è chi pensa invece che si sia estinta o che esiste solo in poche piccole cose, come i sogni. Oggi siamo lontani dal poter credere che esista qualcosa che l'uomo non può controllare, capire, spiegare... ma questo qualcosa c'è e ci sarà sempre, anche se probabilmente le persone che non sono in grado di utilizzarlo lo assoceranno a miti, leggende, storie ormai dimenticate nei secoli.
Maya era una ragazzina allegra, dai folti e ricci capelli neri e scintillanti e i grandi occhi di un rosso acceso. Viveva in una grande metropoli con i suoi genitori, andava a scuola, rideva con le amiche...insomma, era una normalissima ragazza di tredici anni, o almeno così credeva, finché un giorno le cose cambiarono. Vi narrerò una storia, una storia ambientata ai “tempi nostri” una storia di magia, di amicizia, ma anche di dolore e frustrazione. La storia di Maya e di molti altri amici che, come lei, studiarono in una scuola fuori dall'ordinario, una scuola per persone “speciali”, da poteri soprannaturali.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Il volto di Maya arrossì di colpo.
-Cosa stavate facendo?- Rick camminava avanti e indietro sulla spiaggia -Abbiate almeno il pudore di nascondervi!
-Noi non stavamo facendo niente, è colpa vostra che mi avete distratto facendomi perdere la presa...-si difese Ryo.
-Piuttosto, cosa ci è successo?- chiese Maya che aveva abbassato lo sguardo.
-Penso che i vostri poteri siano stati ampliati- sorrise Jo -Tramite un contatto fisico- il sorriso si ampliò, stava per scoppiare a ridere.
-E io che ero preoccupato per te- sorrise anche Riccardo -Invece ti ritrovo qui a sbaciucchiarti con Ryota....
-Io non mi stavo sbaciucchiando, te l'ha detto anche lui è colpa vostra!- intanto gli occhi del fratello erano scesi fino alla collana.
-E questa?- lei mosse la testa verso Ryo.
-Allora qualcosa di buono fai, ragazzino!!!- stavolta scoppiò a ridere. Ryota stava per scoppiare anche lui, ma non proprio per il divertimento. Sarebbe assomigliato ad una bomba esplosa.
Tornarono a casa dove gli altri li guardarono sorpresi.
-Come è avvenuto?- chiese David.
-Cosa?
-L'ampliamento.
-Si sono baciati- intervenne Rick. Lo zio fece uno sguardo incredulo, Say mostrò un'espressione alquanto maliziosa mentre Ji non sembrava comprendere.
-NOI.NON.CI.SIAMO.BACIATI.- urlò Aya rossa dalla vergogna -La colpa è vostra che ci avete distratti....-si ricompose abbassando lo sguardo.
-Aya sei bellissima- disse all'improvviso Say. Lei la guardò non capendo.
-Come, scusa?- Sandra la portò allo specchio più vicino. I suoi occhi erano molto intensi, così limpidi. Non è da tutti avere gli occhi rossi, ma non è normale avere le pupille azzurre. Poi tra i suoi capelli c'erano delle ciocche rosse, sembrava una dea....
Voltandosi leggermente notò che anche Ryo stava guardandosi allo specchio e se lei sembrava una dea lui sembrava una divinità ultraterrena, la dea della bellezza formato maschile....non c'erano parole per descriverlo, questo, ovviamente, era ciò che pensava Maya.
-Però- borbottò lei contemplandosi -Niente male davvero.
-Solo una cosa- continuò -Se prima non passavamo inosservati, ora che dovremmo dire?
-Parrucche e occhiali- disse lo zio -Basterà solo...-la sua voce fu interrotta dal rumore dell'infrangersi dei vetri. Degli uomini vestiti di nero, come quelli che attaccarono Maya e la zia, li avevano circondati.
Aya raggiunse presto Ji e lo prese in braccio, raggiungendo gli altri che avevano assunto una posizione spalla contro spalla.
-Ma bene- rise uno degli uomini venendo allo scoperto -Vedo che c'è stato un ampliamento- era giovane e bello, occhi azzurri, capelli biondi, ma la sua voce aveva un ché di tremendamente oscuro e malvagio.
-Vedi bene- ringhiò Maya con un coraggio che non pensava fosse suo -Ora che hai fatto le tue constatazioni puoi anche andartene.
-La gattina ha gli artigli- la sua risata divenne se possibile ancora più crudele e meschina.
-Vuoi che te li faccia assaggiare ratto?
-Mantieni la calma Maya- gli sussurrò il fratello.
-Il ratto ne sarebbe felice
-Allora prendi questo- Say fece un rapido movimento delle mani, da cui uscirono forti fiamme. Il ragazzo riuscì a respingerle, ma queste bruciarono gran parte degli altri nemici.
Subito dopo attaccò Jo, che col suo fuoco ne eliminò una buona parte.
-Contento?- si aprì un ghigno sulla faccia di Riuji che, anche se quella di un tenero bambino, si fece crudele.
-Molto- rispose, anche se non rideva più, poi scomparve seguito dai pochi rimanenti.
-E questi mo' che vogliono?- sospirò Maya sedendosi per terra.
-Stanno iniziando a temervi- spiegò zio David -ora che vi siete ampliati siete più forti e dovete allenarvi, non sapete ancora utilizzare tutti gli elementi. Ma prima di tutto dobbiamo trovare l'ultimo rossosangue, partiremo domani mattina, ma sta volta saremo teletrasportati direttamente nella sua dimora.
-Sarebbe?- chiese Inal.
-In Italia, da dove veniamo noi- rispose Ryota- Mio cugino Sebastian- sul suo viso si aprì una smorfia di disgusto.
Dopo pochi minuti di silenzio fu Riuji ad intervenire: -Quindi tu già conoscevi l'ultimo rossosangue e non ci hai detto niente?- il suo non era un tono accusatore, solo quello di un bambino che cerca risposte.
-Diciamo che ho aspettato per passare il meno tempo possibile con quel...
-Sì abbiamo capito- lo interruppe Maya -Ora basta andiamo a preparare la nostra roba.
Ryo ringraziò mentalmente Aya, non gli piaceva parlare di quel verme del cugino. Quando lui aveva perso i genitori quello stupido gli aveva chiuso la porta in faccia, l'aveva abbandonato e riso di lui. Ora doveva rincontrarlo ma l'avrebbe trattato come un fantasma.
-Ryota- Maya gli era vicino e gli toccava la spalla preoccupata -Tutto bene?
Lui annuì.
-Vieni, accompagnami di sopra a prendere delle lenzuola.
Ryo la seguì percorrendo le scale ed entrando in una stanza con al centro un letto matrimoniale fatto di legno e ai lati dei mobili dello stesso materiale. La ragazza aprì l'anta di uno di questi tirando fuori alcune lenzuola.
-Ti è proprio così antipatico tuo cugino?- chiese con il viso ancora dentro all'armadio.
-Si- rispose solamente.
-Pensavo non avessi altri familiari...
-Io non lo considero un familiare.
-Quando parli di lui- continuò lei togliendo la testa dal mobile e guardandolo negli occhi -I tuoi occhi diventano più...scuri, non mi piacciono- solo allora Ryota si rese conto che non stava muovendo le labbra.
-Che?
-Non ho detto niente.
-Hai detto che non ti piacciono i miei occhi quando parlo di lui...
-Io non l'ho detto, o almeno non l'ho pronunciato....
“Oddio mi ha sentita, e ora che faccio? Può sentire ciò che penso? E se penso qualcosa di imbarazzante?”
-Questo è già imbarazzante- rise Ryo.
-Smettila di leggermi nel pensiero!
“Altrimenti?” non lo disse lo pensò, ciò non toglie che Maya lo sentì.
-Altrimenti te lo leggo anch'io!- esclamò eccitata per aver sentito quello che diceva.
“Ah ah! Ora vediamo che fai!”
“Non faccio niente”
“Non parlare nella mia testa”
“Altrimenti?”
“Altrimenti, altrimenti. ALTRIMENTI SEI MORTO!
In quel momento entrò Riccardo che guardò prima l'uno e poi l'altra: si stavano guardando in cagnesco ma non dicevano niente.
-Ehe hem- si voltarono a guardarlo, poverino non poteva sapere che i due nella loro mente avevano gridato: “CHE VUOI ADESSO?!?!?”
 
   
 
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