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Autore: Sam Hutcherson    02/05/2015    8 recensioni
Benvenuti nel fantastico mondo delle storie di Sam Hutcherson che vi presenta, in esclusiva e solo per voi il seguito della fanfiction....*rullo di tamburi* Ti amerò oltre l'immaginabile!...che non dovete leggere necessariamente, ansi forse è meglio se non la leggete proprio! Vi accompagnerò nel regno incantato dei drammi familiari dei Mellark! Naturalmente la storia è Evellark! Vade retro babbani! Storia dedicata a Peeta Mellark, che merita tutte le ff di questo mondo!
ATTENZIONE:Questa è una storia felice!Può causare diabete, carie e se vedete unicorni rosa, correte a leggervi un libro di John Green prima che cominciate a saltare spargendo fiori ovunque!
E ora...A ME GLI OCCHI PLEASE!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                          Profumo di Pane
                                              Capitolo 6
                                             Mesi e piante


 

La taverna profuma di quercia bagnata e birra economica, due odori che da soli sarebbero stati fastidiosi, ma insieme acquistano un carattere particolare. Non ho mai sentito quest'odore eppure mi ricorda la parte bella della povertà, quando gli Hunger Games erano finiti e la sera si rimaneva un pò di più a chiacchierare, seduti sotto un unica veranda, a mangiare quel poco che avevamo. Per festeggiare un altro anno senza che nessuno della mia famiglia o di quella di Gale fosse stato estratto. Non era un vero e proprio festeggiamento, ma era bello. Restavamo in silenzio a mangiare la carne cacciata quella mattina e a pensare che almeno eravamo vivi, incuranti del sentimento di placida colpevolezza che saltava da un cuore all'altro.
Questo posto richiama un pò l'ambiente del forno, può essere che Sae non se ne sia nemmeno accorta di aver dato questo timbro al suo locale. Le luci sono placide e deboli anche se siamo a mezzoggiorno, le finestre non permettono l'accesso a troppa luce. Dal fondo della locanda Sae con sguardo basso pulisce i boccali conscia che tra pochi momenti gli operai disseminati nei vari cantieri del distretto, si riverseranno tutti assieme nel suo locale, per sciacquarsi la bocca con la birra annacquata che Sae serve dopo le undici del mattino, ben diversa da quella che serve alle undici di sera, che sarebbe capace di buttare ko un cavallo. Sae mi squadra socchiudendo gli occhi cercando di capire chi io sia.
Alzo le prede stecchite insieme al braccio in segno di saluto.-Sae!-
-Ragazza, sei stata svelta sta mattina!- dice la donna buttandosi lo straccio con cui puliva sulle spalle. Mi avvicino al bancone in legno tarlato e mi siedo su un alto sgabello proprio davanti a Sae poggiando le prede accanto a me.
Non è invecchiata Sae, rimane immortale fregandosene altamente di quello che il tempo richiede per se. Non è nemmeno giovane però. Diciamo che con quelle pieghe a sorriso sul volto, ci è nata.
-Ho solo fatto un giro delle trappole e erano scattate quasi tutte, gli animali stanno diventado più stupidi. Poi sono andata dal macellaio.- mormoro.
Sae sbuffa pulendosi le mani sul grembiule.-Quell'uomo è un idiota, non mi lascia le frattaglie.-
Sorrido bonaria. L'antipatia tra Sae e il macellaio è storica, semplicemente perchè il macellaio seleziona e invece Sae mangia tutto, anche gli occhi. Non ci posso pensare.
Da quando il macellaio l'ha chiamata cavernicola e Sae l'ha minacciato con la mannaia si odiano.
-Sae ci sono parti che è meglio non mangiare.-mormoro alzando gli occhi al cielo, ricordando ciò che ho imparato nei corsi pre-Hunger Games.
Sae mi scocca un occhiataccia, quasi mi accusasse di essere passata al lato oscuro.
-La fame è fame bambina, tu più di tutti dovresti saperlo.-borbotta.
Annuisco rassagnata, è sempre all'erta, sull'attenti, quasi dovessimo ricominciare tutto da capo.
Un vociare indistinto si avicina velocemente alla porta dell'osteria che viene aperta tra schiamazzi e risate facendo entrare una moltitudine di uomini robusti in canottiera , alcuni anche a torso nudo che vengono prontamente sgridati da Sae.
Tra tutti quegli uomini intravedo Thom che si avvicina al bancone chiacchierando con Gale e Peeta.
Lascio la carne a Sae e scendo dallo sgabello salutandola con un cenno del capo, ma lei è già stata accerchiata da un nugolo di uomini assetati, qualcuno mi squadra ma non ci faccio molto caso.
Peeta indozza una maglietta azzurra a maniche corte che gli tende sul torace e ha i capelli sposrchi di polvere, potremmo fare una doccia insieme dopo...
-Hey Katniss...-mi salutano Gale e Thom.
Rispondo con un sorrisetto mentre guardo Peeta girarsi.
-Kat tu che ci f...-
lo tiro a me per la maglietta stringendogli forte i capelli tra le dita, avventandomi sulle sue labbra come se fossero ossigeno prezioso. Peeta risponde al bacio stupito e passionale, e quando lo lascio andare rimane leggermente scosso.
-...ai qui?- sussurra roco.
Sorrido soddisfatta della sua reazione e delle guance rosse di Gale e Thom che distolgono gli sguardi imarazzati.
-Stavo portando la carne a Sae e mi son fermata a chiacchierare.-mormoro in risposta spolverandogli la maglia inpolverata.
Peeta segue con lo sguardo la mia mano e afferrandola la stringe e la porta alla bocca per sfiorarla appena.
-Come mai sei tutto sporco?-chiedo passandogli una mano tra i capelli che lierano un sacco di polvere bianca.
-Siamo stati alla panetteria abbiamo tolto un sacco di macerie ed è ancora ingombra.-mormora Thom stanco.
Thom e Gale si congedano dicendo di andare a bere qualcosa e io mi riggiro verso Peeta.
-Allora è per questo che fai sempre tardi, vai a festeggiare con i tuoi amichetti.-mormoro accennando alle rumorose presenze alle mie spalle.
-Sgamato.-
Rido.-Beh non fare tardi, sei molto bello da muratore.-mormoro maliziosa.
Peeta si acciglia, è molto teso sull'argomento da quando una cinquantina di muratori si sono sistemati nelle case accanto alla nostra.
-Non sono bello da panettiere?-mormora.
Rido-Sei comunque ricoperto dalla testa ai piedi da polvere bianca.- guardo l'orologgio distrattamente. Avevo promesso a Effie che le avrei portato della carne già preparata dal macellaio.
-Devo andare, ho ancora qualche consegna.-mormoro.
-Vuoi dire che preferisci fare consegne piuttosto che rimanere qui con me...?-ammicca Peeta stringendomi il fianco per attirarmi a se.
-Ci vedremo presto, e poi io non posso bere, ricordi?- posando le mie labbra sulle sue.
-Torno presto.-mormora Peeta mentre io mi allontano.
Mi giro camminando all'indietro e gli mando un bacio.-Ti conviene.-
Molti degli sguardi sono su di me e su Peeta mentre lui mi sorride continuando a guardarmi finchè non chiudo la porta alle mie spalle.

 

Dopo aver salutato Effie ed aver fatto lo slalom tra Katniss e Peeta che si rincorrono, aver zittito Haymitch lanciandogli un pezzo di carne macinata avanzata che conservo sempre apposta per lui e aver sbloccato il cancello arrugginito che Haymitch sono mesi che dice che aggiusterà, finalmente riesco a entrare a casa dopo una mattinata passata a correre avanti e indietro per il distretto. Ci svegliamo sempre alle cinque io e Peeta dati i nostri lavori molto mattinieri, lui abituato fin da piccolo a svegliarsi per fare il pane e io che devo trascinarmi a forza fuori dal letto per andare a cacciare prima che il trambusto del distretto metta in allerta tutte le potenziali prede del bosco. Approfitto dell'assenza di Peeta per farmi un bagno in tutta tranquillità. Prima o poi dovrò dire al mondo che aspetto un bambino, dovrò fare delle analisi, per vedere se è tutto apposto, se va tutto bene. Il dodici non avrà un vero ospedale come il quattro o l'otto, o un'ospedale all'avanguardia come quello della City ma almeno ha una specie di ambulatorio. È il vecchio spiazzo dove una volta stava il forno, dopo l'incendio hanno sipianato completamente l'edificio dato che non era utilizzabile e hanno costruito un ambulatorio sulle vecchie fondamenta del forno. L'ambiente è abbastanza grande e una cinquantina di persone tra medici e infermieri lavorano già lì, con qualche vecchia attrezzatura portata da Capital City.
Le attrezzature non mancano sicuramente, ce ne sono di tutti i tipi. Quando io e Peeta siamo andati a controllare il bambino e che il test di gravidanza non avesse commesso un errore, perchè è sempre meglio accertarsene prima di dirlo al mondo intero. Peeta era ansioso, stringeva forte la mia mano, nonostante fossi io quella sotto ai ferri, si...non è stato molto di aiuto, ma la sua gioia dipinta sul suo volto nel sapere dal medico che: si, aspettavo un bambino e che, si, ero già al secondo mese, quella non la scorderò mai. Come non scorderò mai il bacio sulla testa che mi ha dato quando siamo usciti dalla piccola stanza, o il suo buon umore che come è facimente immaginabile; ha influenzato tutto il distretto.
Peeta alla fine ha dovuto capitolare sulla sua convinzione di andare al due o al quattro per il parto, qui non possono fare grandi interventi, ma da quando siamo tornati hanno fatto nascere più di venti bambini quindi credo di potermi fidare. Non che io abbia molta scelta, viaggiare sarebbe ancora più pericoloso per lui, o lei.
Sento il rumore delle chiavi di Peeta che tintinnano tra loro dal piano di sotto, ripercorro i suoi tipici movimenti di quando torna a casa, le chiavi sul tavolo i tre passi per controllare se sono in salone e poi...-Kat sono a casa!- urla dal piano di sotto.
-Sopra!-gli rispondo. Il rumore fracassante di Peeta che sale le scale correndo invade la casa e in pochi secondi Peeta è alla mia porta.
-Katniss, indovina cosa mi ha detto Thom!- mi urla entusasta spalancando la porta e cominciando a andare avanti e indietro per tutta la lunghezza del bagno.
Solo a guardarlo mi viene mal di testa così sprofondo qualche altro centimetro tra le bolle profumate di bagnoschiuma e mi massaggio le tempie.
-Cosa?- mormoro.
-Se lavoriamo sodo la panetteria potrebbe essere pronta tra cinque mesi! Non è eccitante?-
-è fantastico tesoro.-biascio chiudendo gli occhi e abbandonando la testa contro la porcellana dura.
La voce di Peeta è più vicina e calma adesso, credo che si sia seduto sul bordo della vasca mentre disegna con un dito spirali incrostando la superficie lisco ia dell' acqua.
-Questo signfica che la nostra bambina potrà vederla subito.-
-Bambina? Hai già deciso che sarà una femmina?- mormoro squadrandolo dal basso verso l'alto.
-Già e si chiamerà April, o May...dipende.-
-Mh bene e che faremo se nascerà ad agosto?La chiamiamo August?- Mai nella vita chiamerò mia figlia come un mese.
-Andiamo non sono così male...-sorride Peeta bonario.
Sbuffo.-Oh Peeta non ci penso nemmeno. E poi non sai se sarà una femmina.-
-Si invece sarà una femmina, me lo sento.-
-Okay Mr. Oracolo.-rido alzando gli occhi al cielo.
Peeta mi squadra male-Potremmo chiamarla Heater, o Harter, o Terese...o Janet...-
-Peeta io voglio darle il nome di un fiore se sarà una femmina però...come me, e come Prim e come Delly...-
-Non vuoi chiamarla come un mese, ma vuoi chiamarla come una pianta?- e questa è l'ultima cosa che dice prima che io lo tiro verso di me a farmi compagnia nella vasca.

 

 

Il salone non è mai stato così pulito, quasi brilla. La tavola è imbandita e apparecchiata con cibi che soltanto a sentirne l'odore ti viene fame; le posate, i piatti e i bicchieri sono sistemati equidistanti tra loro, secondo l'ordine maniacale di Peeta, che è ben lontano dal livello di ordine di qualsiasi altra persona normale.
Il mio dolce maritino corre per la casa, cercando cose, posando oggetti, cercando oggetti che ha dimenticato nelle stanze in cui è entrato per posare oggetti.
È un continuo susseguirsi di porte che sbattono, timer che suonano, cose che cadono...mentre io sto seduta sul divano con la testa abbandonata su un cuscino, semplicemente guardando il mondo da un altra prospettiva.
"Pigra"risuona nella mia testa.
"Pigra un corno, io sono una donna incinta e merito la mia fetta di riposo e relax."
"Si, una donna incinta che sta al secondo mese."
"Hey, è faticoso anche così, io devo badare a due persone."
"Una e mezzo."
"Mio figlio non è una mezza persona, è una tutta persona!"
"Sei tu la mezza."
Mi chiedo quando riuscirò ad avere un pò di pace.
Peeta entra nella stanza spostando una forchetta di ben due millimetri e risparice in cucina.
Un suono diverso da quello del timer mi distrae facendomi alzare la testa dal cuscino sperando che siano arrivati i rinforsi.
-Kat!? Vai tu ad aprire?-mi esorta Peeta dall'altra stanza.
-Okaaay.-biascio sbuffando e alzandomi lentamente dal divano.
Quando riesco a convincere Ranuncolo a spostarsi da davanti alla porta per permettermi di aprirla mi ritrovo davanti il muso imbronciato di Haymitch e dietro di lui quello sorridente di Effie che mi porge subito una bottiglia di vino.
-Hey delle persone sane, che bello vedervi.-mormoro aprendo la porta completamente mentre loro entrano.
-Katniss Peeta ci ha detto che è un occasione speciale perciò ho preso una delle bottiglie migliori.-sorride Effie entusiasta.
Lancio uno sguardo triste all'etichetta elegante sulla bottiglia, deve essere buonissimo.
-Si, una delle mie bottiglie migliori.-borbotta Haymitch togliendosi la giacca. Ed ecco spiegato il broncio di Haymitch.
-Grazie, ci servirà.-mormoro intravedendo Peeta che continua a cucinare in cucina senza fermarsi un attimo.
-Peeta, sono arrivati.-annuncio conducendo Haymitch e Effie in salone.
Peeta alla fine dopo tre bicchieri di vino si è calmato, non è ancora ubbriaco, ma è sicuramente allegro. Tanto allegro che ho dovuto sbottonargli il primo bottone della camicia dato che stava diventando di un colore vagamente preoccupante.
Alla fine della serata, quando finalmente arriva il dolce, Peeta si alza in piedi sorridendo a quarantacinque denti.
-Ragazzi dobbiamo dirvi una cosa importante.- annuncia Peeta prendendomi per mano.-Aspettiamo un bambino.-


Buonanotte tribx! è un piacere rivedervi! Come state? è iniziato Maggio siete contenti? Evviva!(Maggio è il peggior mese di tutti per me ma sorvoliamo) COmunquam, quante cose da digerire eh? Mesi, Piante, Vino, Panetterie, Macellai! E tutti con la lettera grande perchè...perchè di Margo Ruth Spilgerman ce n'è solo una. Ovviamente.
Naturalmente io so! Io so il genere del bambino(lo sapete sicuramente anche voi se avete letto il libro) so il NOME! ATTENZIONE IO SO IL NOME! Che non sarà Dandelion...mi dispiace deludervi...ma no. Non si chiamerà Dandelion<3
Ovviamente avrà il nome di una pianta! (Perchè chiamarla come un mese sarebbe stupido e perchè le donne hanno sempre ragione...ovviamente) Non provate a corrompermi tanto non vi dirò nulla<3
Taaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaanto amooooooooooooooooooooooooore! Ricordatevi che io mi nutro dei vostri pareri quindi nutritemi<3
-Sam

  
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