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Autore: Biszderdrix    03/05/2015    1 recensioni
Come possiamo sapere se siamo pronti per le sfide del mondo? Come possiamo sapere se saremo all'altezza di ogni nemico? Ma soprattutto... se fossi tu stesso il tuo nemico?
L'intera saga di Dragon Ball e degli eroi che tutti amiamo riscritta dalle origini del suo stesso universo, per intrecciarsi a quella di un giovane guerriero, che porta dentro sé un potere tanto grande quanto terribile, dai suoi esordi fino alle sfide con i più grandi nemici, e la sua continua lotta contro... sé stesso.
Se non vi piace, non fatevi alcun problema a muovere critiche: ogni recensione è gradita, e se avete critiche/consigli mi farebbe piacere leggerli, siate comunque educati nel farlo.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO VENTINOVESIMO- OLTRE IL LIMITE

Quel mostro sembrava essere una forza inarrestabile: aveva appena eliminato un essere che non avevo identificato, e ora pareva se la stesse vedendo con lo stesso Vegeta.

Ma non cedeva, per quanto potevo sentire il principe dei saiyan sforzarsi per batterlo.

E fu allora che accadde: sentii l’aura di Vegeta crescere improvvisamente, come in un esplosione.

E poi, il nulla.

Vegeta era morto.

In compenso, sembrava che quel mostro fosse sparito: ma dovetti immediatamente ricredermi, di fronte al suo ennesimo ritorno, la sua aura sembra essere rimasta illesa. Nel frattempo, notai anche come Gohan fosse improvvisamente sparito.

Sentivo crescere la rabbia dentro di me: fu allora che mi accorsi che la stanza stava tremando.

Mi calmai immediatamente, proprio nel momento in cui la porta si aprì.

«Che stai facendo, ragazzo?!» disse, con fare irritato.

Io mi voltai, imbarazzato: evidentemente avevo tremare qualcosa di più grande della stanza stessa.

«Mi scusi, Gran Maestro, ma mi sono fermato a seguire cosa sta succedendo sulla Terra… che cos’è quella cosa?!»

Il Gran Maestro Re Kaioh emise un forte sospiro: «Quello è Majin Bu, figliolo.»

«Majin Bu? E chi sarebbe?»

«Un demone antico, dalla grande potenza: fu liberato tempo fa dallo stregone Bibidi, e sterminò quasi tutti i Kaioshin…»

«No, aspetti, un passo alla volta: chi sono i Kaioshin?»

E fu allora che iniziò una lunga lezione di storia, sui Kaioshin, le buone divinità delle quattro galassie, su Majin Bu e su Bibidi, fino ad arrivare a suo figlio Babidy, che aveva oltretutto posseduto Vegeta, spingendolo nuovamente verso la malvagità, facendogli uccidere parecchie persone.

Caddi a terra, scioccato, fissando il vuoto per qualche istante. Poi tornai a guardarlo, quasi scioccato.

«E io sono ancora qui?!» sbottai.

«Ed è importante che tu ci resti: in questo momento è una sfida che va oltre le tue possibilità» disse, con spiazzante calma, il Gran Maestro Re Kaioh.

«Ma com-…»

«Non sono ammesse obiezioni. Adesso Gohan si trova sul pianeta dei Kaioshin, ci penserà lui a disfarsi di Majin Bu. Ma se vuoi seguire gli eventi, ecco.»

Ed in quel momento, sulla parete, si formò un gigantesco schermo.

«Ciò che percepirai verrà visualizzato su questo schermo, così che tu possa osservare. Ma devi assolutamente raggiungere l’obbiettivo che ti ho prefissato, non dimenticarlo, figliolo.»

Ed in quel momento, uscì dalla stanza.

Fissai per qualche istante quella specie di maxischermo, cercando immediatamente un aura in particolare: la trovai assieme a Yamcha, Bulma, Chichi, Videl, C-18 e Marron, alla ricerca delle sfere del drago.

Mi fece piacere vedere che stava bene.

Decisi allora di riprendere il mio allenamento, e mi trasformai immediatamente, sfruttando anche l’energia in più che ero già riuscito ad ottenere.

La percepii in un instante: ora si trattava di trarre da essa l’energia necessaria per diventare ancora più forte.

In quello stato, ero diventato forte quasi quanto i saiyan, chissà se avessi raggiunto l'obbiettivo prefissatomi dal Gran Maestro.

Trovai così nuova motivazione per proseguire: la feci fluire piano piano, aumentando progressivamente la mia aura.

Ed eccole, ancora, quelle terribili sensazioni e pensieri malvagi: ancora quella voglia di distruggere, fare del male, tutte cose che non sentivo dai tempi dei Cacciatori.

Distruggi.

Devo mantenere il controllo, non permettergli di controllarmi ancora: questa volta sono io quello un passo avanti.

Uccidi.

Sentivo i miei muscoli ingrossarsi, mentre la mia potenza aumentava a dismisura: questa volta però, la terra non tremò.

“Majin Bu, preparati…”

UCCIDILO.

“Stai facendo casino sul pianeta sbagliato…”

SOFFRIRÁ.

“Ammirerai la mia potenza…”

MORIRÁ.

“Morir-NO!”

Interruppi bruscamente il flusso di energia da quell’entità, prima di lasciarmi prendere ancora una volta: non potevo permetterglielo.

Non potevo permettere che quella cosa tornasse in circolazione un'altra volta: c’era già un mostro in libertà, che sembrava invincibile, non potevo mettere ulteriormente a rischio la vita dei miei cari.

Fu allora che ebbi l’idea di dare un’occhiata laggiù: ciò che vidi mi lasciò alquanto scioccato.

Goten e Trunks non c’erano più: le loro aure sembravano fuse, percepibili in un ragazzino spavaldo con un ridicolo gilet. Lo vidi sfidare un gigantesco guerriero rosa, che intuì essere Majin Bu.

“Forza ragazzi, è vostro!” pensai, mentre la fusione dei due ragazzi si lanciava contro Majin Bu.
Rimasi di sasso quando quel ridicolo ammasso informe rosa umiliò quel ragazzino: la forza di Majin Bu era evidentemente fuori dal comune.

Rimasi scioccato a quella vista: cosa avrebbe fermato, ora, quel mostro.

Mi parve di ritornare indietro nel tempo: costretto ad addestrarmi ad oltranza, mentre intorno a me la gente moriva, senza poter fare niente per evitarlo.

Ora, però, le ombre da affrontare erano quelle celate nel mio animo: un mostro da contenere e da dominare, e che avrebbe distrutto ogni cosa davanti a sé, se non fossi stato in grado di dominarlo.

Anche quella stessa stanza, in quel momento, mi sembrò nuovamente la Stanza delle Mille Ombre: potei rivedere l’oscurità, potei nuovamente percepire il vuoto intorno a me…

Potei nuovamente sentire quei sibili…

La cosa mi fece sussultare: come potevano essermi tornati certi pensieri?

Le analogie si sprecavano: ma questa volta ero consapevole del perché fossi stato escluso. Ma non poter dare una mano ai miei amici mi faceva sentire veramente male, debole come al torneo mondiale anni fa, quando ero ancora un bambino...

Chissà se si erano chiesti dove fossi. O se, magari, stessero ancora sperando in un mio improvviso intervento.

Sentii, quindi un forte peso sul cuore, pensando a tutti i miei amici laggiù, ancora inermi di fronte a questa catastrofe.

Decisi di riprendere il mio allenamento, cercando di non pensarci più.

Iniziai ad eseguire qualche kata, poi proseguii con flessioni e addominali. Iniziai poi a correre lungo il perimetro della gigantesca stanza.

Il mio fisico non risentii affatto della stanchezza. Sulla Terra era ormai quasi notte , ma non c’era tempo per dormire: ora la mia concentrazione doveva essere tutta sull'allenamento.

Dopo qualche ora, ricominciai la stessa serie come l’avevo cominciata: finché non ebbi un brivido lungo la schiena.

Qualcosa stava succedendo laggiù: qualcosa di tremendo.

Cercai subito le aure dei miei amici: le trovai quasi tutte al palazzo del Supremo. Mi accorsi che erano passate diverse ore dall'ultima volta che avevo guardato laggiù: eravamo già nel pieno di un nuovo giorno.

Majin Bu era lì: ma c'era qualcosa di diverso in lui. Qualcosa di molto diverso.

Non era più il grasso buffone che avevo visto umiliare la fusione di Goten e Trunks: era alto, magro e la sua espressione era come un misto di arroganza e crudeltà. Sembrava quasi a vantarsi della su superiorità.

Guardai il gruppo: erano solamente i più “deboli” della banda. Mi dispiacque pensarlo, ma a confronto con quel mostro c’era poco da fare perfino per Crilin e C-18, in quel momento gli unici combattenti di livello lì presenti.

Fare affidamento sul maestro Muten sarebbe stato un suicidio, nonostante fosse ancora un ottimo insegnante.

Li osservava, minaccioso, e io sperai fino all'ultimo che li risparmiasse miracolosamente, e che nessuno facesse cazzate di alcun tipo: ma mi disperai quando vidi Crilin lanciarsi contro di lui, venendo praticamente ignorato dal mostro, che mosse la sua antenna verso di lui, lanciando un raggio che… lo trasformò in una barretta di cioccolata.

Cioccolata.

Majin Bu se lo mangiò, e fui ancora più terrorizzato quando vidi tutti gli altri venire trasformati in dolci e caramelle di ogni tipo.

L’ultima, fu Pamela.

La trasformò in un lecca lecca.

La mia Pamela.

Un lecca lecca che si mangiò: l’aveva uccisa.

“Mostro…”

Non sarebbe più potuta tornare in vita.

“Schifoso pezzo di merda…”

In me sentii crescere una rabbia che non sentivo da anni: una rabbia profonda, una furia devastante che mi avrebbe spinto a spianare qualunque cosa si fosse frapposta ad essa.

“Bastardo…”

«MORIRAIIIIIIII!» gridai a pieni polmoni, quasi completando il mio ultimo pensiero.

In quel momento sentivo la mia potenza crescere a dismisura.

La mia aura uscii in un bagliore fortissimo, e la terra intorno a me cominciò a tremare con forza, mentre continuavo a gridare.

Lo vidi gustarsi il suo “pasto” con gusto: quel pasto che consisteva in quelli che, fino a quel momento, erano stati i miei amici.

E la donna che amavo.

Donna, che lui mi aveva tolto, per sempre.

La deve pagare.

Avrebbe pagato per tutte le vite che si era preso.

Lo farai soffrire.

Gli avrei fatto provare un nuovo significato della parola “dolore”.

Morirà.

Lo avrei torturato, fino a ridurlo moribondo tra le mie mani, e avrei continuato a torturarlo, levandogli da quella faccia di cazzo che si ritrovava quel sorrisetto beffardo.

«MORIR- UGH!»

In quel momento sentii un forte dolore al collo, e poi fu solamente il vuoto.

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«Oh, ragazzo mio, cosa mi hai costretto a fare…» disse mestamente il Gran Maestro Re Kaioh, mentre osservava il corpo ormai esanime di Daniel Ryder.

«Grazie dell’aiuto, Paikuhan. Sapevo avresti compreso.»

«Si, maestro. Questo ragazzo ha veramente una forza colossale… ha detto che è un amico di Goku, giusto?» chiese il verde guerriero, che aveva messo fuori combattimento Daniel colpendolo di sorpresa.

«Si… ma quella forza a cui ha assistito non è proprio la sua… ciò che ti chiedo è comunque di non farne parola con nessuno, chiaro?»

«Si, maestro.»

A quel punto, Paikuhan, sollevò il corpo esanime del giovane hatwa, e lo portò nella sua stanzetta, posandolo sul letto.

A quel punto, seguì il Gran Maestro fuori da quella gigantesca stanza.

«Crede che quel Gotenks sarà in grado di sconfiggere quel Majin Bu?» domandò poi al barbuto guardiano.

«Non lo so… abbiamo anche la carta Gohan da giocarci, ma se dovessero fallire, ancora, allora l’intero universo sarebbe in pericolo, ragazzo mio…» gli rispose il Gran Maestro, con fare malinconico.

«Uno scenario esaltante, direi.» disse Paikuhan, mentre entrambi ritornavano nel grande piazzale, dove tramite un piccolo televisore, stavano seguendo il susseguirsi degli eventi sulla Terra.

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CI HAI PROVATO, RAGAZZO…

“No…”

MA NON MI ELIMINERAI MAI…

“Vai via…”

IO SARÒ SEMPRE QUA…

«NOOOOOOOOO!»

Mi svegliai di soprassalto: il gridò mi si smorzò immediatamente in gola.

Mi guardai intorno: ero nella stanzetta adibita a camera mia, disteso sul mio letto. Sentivo il collo leggermente indolenzito, mi faceva un po’ male…

Poi ricordai: fu un colpo secco, che mi stese.

Ma cosa stavo facendo prima che succedesse tutto ciò? Perché mi ero improvvisamente risvegliato lì?

Iniziai a ricordare che mi ero allenato per diverse ore, per poi dare nuovamente uno sguardo sulla Terra…

Ed ecco che realizzai: Majin Bu.

Quel mostro si era mangiato i miei amici, trasformandoli in caramelle.

Quel mostro si era mangiato la mia Pamela.

Quel mostro aveva UCCISO la mia Pamela: e sapevo benissimo cosa significava questa cosa.

Ed ecco che, con la rabbia, tornarono anche i ricordi: ero divenuto una furia, e probabilmente ero stato interrotto dal Gran Maestro prima di perdere completamente il controllo.

Poi, improvvisamente, potei sentire la sua aura: Majin Bu era qui, sul pianeta del Gran Maestro Re Kaioh. Probabilmente era già arrivato da qualche minuto.

Ma, ancora una volta, la sua aura sembrava differente: ora sembrava veramente malvagità allo stato puro, un mostro irrazionale e distruttivo.

Sentivo che, stranamente, c’erano anche Yamcha e Crilin sul pianeta.

A quel punto, non ci vidi più: non c’era più ragione a rimanere chiuso qui dentro.

Mi avviai rapidamente verso la porta della stanzetta, per entrare in quella gigantesca adibita al mio allenamento: dalla Terra non si percepiva più nulla, ma non ci feci caso più di tanto. Volevo solo andare ad uccidere quel bastardo.

Ma la porta dello stanzone era chiusa, sigillata: provai a forzarla in ogni modo, anche con una Kamehameha, ma non ci riuscii.

Sentii poi l’aura di Majin Bu sparire nuovamente: era scappato? Non lo so, in ogni caso, ora mi sentivo più inutile che mai.

Caddi per terra, appoggiandomi sui palmi delle mani: chiuso, in quella stanza, con un demonio inarrestabile al di fuori di essa, e i miei amici a combatterlo senza che potessi fare nulla.

Pensai a tutti gli altri, morti a causa di quel mostro: la furia si trasformò quindi in disperazione, ed iniziai a piangere.

Piansi con foga, svuotando completamente i miei condotti lacrimali, il diaframma che si dilatava irregolarmente per gli spasmi che questo sfogo mi causava.

Davanti a me, vidi i volti di tutti i miei amici, nei momenti felici, quelli che, in quel momento, avevo deluso ancora una volta.

Finché non mi resi conto di una cosa, che avevo già realizzato qualche giorno fa: NON era colpa mia.

Erano stati altri a costringermi all’isolamento.

Non era una mia scelta.

Una mia scelta era quella di uscire e andare a rompere il culo a Majin Bu.

Uscire a vendicare i miei amici.

A quel punto mi alzai, mentre potei sentire che, per assurdo, la Terra sembrava essere ricomparsa improvvisamente: ma in quel momento avevo solo una cosa in mente.

La furia mi pervadeva completamente: aumentai la mia aura più che potei, con il solo pensiero di uscire da lì, e rimettermi in gioco.

A quel punto, una volta che riuscii a caricarmi a sufficienza da far tremare nuovamente la terra, caricai un pugno che fece volare via il gigantesco portone blindato.

Uscii di corsa, dirigendomi verso il punto dove potevo percepire il maggior numero di aure, e mi ritrovai in un grande cortile, dove parecchi guerrieri erano radunati vicino ad una specie di veranda, e guardavano nella mia direzione.

Ma non mi importava di loro: fortunatamente, la persona che cercavo mi venne incontro, quasi esagitata.

«Ragazzo, cosa stai facendo qui?» si affrettò a chiedermi il Gran Maestro Re Kaioh.

«Dov’è Majin Bu?» chiesi, deciso.

«Ragazzo, non ha importanza ades-»

«DOV’È MAJIN BU?» chiesi, gridando con tutta la mia foga. In quell’istante mi accorsi che mi ero trasformato: tornai normale, calmandomi un po’, mentre il Gran Maestro mi fissava, con la sua solita calma.

«Calmati, ora… in questo momento Goku e Vegeta lo stanno affrontando sul pianeta dei Kaioshin: Goku sta preparando una grande sfera Genkidama che possa definitivamente annientarlo… »

«Gran Maestro, venga a vedere! Neanche il ciccione ce l’ha fatta!»

A quel punto corse nuovamente verso quella veranda, sotto la quale, oltre ai numerosi guerrieri, c’erano altre quattro figure che, dal simbolo che portavano sulle tuniche, dedussi essere i quattro Re Kaioh.

Gli occhi di tutti erano rivolti ad un piccolo televisore, dove potevano vedere cosa stesse succedendo laggiù.

«La Genkidama è pronta?» chiese il Gran Maestro.

«No signore, ora quando avrà finito con quello… sarà libero di attaccare Goku.» gli rispose, mestamente, uno dei quattro Re Kaioh, tarchiatello e dalla pelle azzurra.

Guardai con errore l’ennesima nuova forma di quel mostro, piccola e maligna, brutalizzare la sua versione grassa, che, strano ma vero, pareva stesse lottando al nostro fianco.

A quel punto, la furia dentro di me fu sul punto di scatenarsi.

«Gran Maestro…»

Si voltarono tutti a guardarmi, qualcuno bisbigliò qualcosa che non potei sentire, ma i miei occhi erano fissi sulle sue lenti scure.

«Mi mandi laggiù.»

«Ragazzo, non posso correre questo rischio, non sei ancora in grado di controllare tutto il tuo potere…»

Lo fissai, cercando di fargli intendere che non c’era ragione.

«Figliolo, mi disp-»

«MI MANDI LAGGIÙ! Preferisce davvero avere la garanzia della vittoria di Majin Bu? Sul serio? Io sono stato troppe volte trattenuto, mentre i miei amici combattevano e morivano di fronte alle più svariate minacce! NON POSSO TOLLERARLO!» gridai, a pieni polmoni.

Tra i presenti cadde il silenzio.

«Ora mi mandi laggiù.»

Il Gran Maestro continuò a fissarmi, attraverso i suoi occhiali scuri, senza lasciar trasparire alcun tipo di emozione.

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Majin Bu diede l’ultimo, decisivo calcione alla sua grassa controparte, che andò definitivamente k.o.

«K-Kakaroth… dimmi che sei pronto…» chiese un ormai esausto Vegeta.

«Purtroppo no, non è ancora sufficientemente potente!» gli rispose Goku, piuttosto nervosamente.

Majin Bu si voltò, fissando il saiyan con il suo classico sorrisetto beffardo, mentre allungava il braccio verso di lui.

Goku capì immediatamente le sue intenzioni, quando vide caricarsi un Ki Blast nel piccolo palmo rosa.

Majin Bu continuò a sorridere, beffardo, mentre il piccolo globo di aura rosa diventava sempre più grande.

Ma non fece in tempo a voltarsi che un improvviso calcio lo fece volare contro una parete rocciosa.

«Cazzo, spero non mi sia rimasta attaccata alla scarpa!»

Mr. Satan, Vegeta e Goku si voltarono verso la direzione della voce, così come fece Majin Bu, rialzandosi con un versaccio arrabbiato.

«Daniel!» gridò Goku, identificando, finalmente, il nuovo arrivato, nella sua nuova divisa nera.

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Guardai quel mostriciattolo: faticavo a credere che fosse così potente. Lui mi guardava a sua volta, non capì se sospettoso o arrabbiato: aveva le labbra arricciate in un’espressione che, comunque, non aveva nulla di rassicurante.

«Che cosa diavolo ci fai qui?!» potei sentirmi urlare da Vegeta, dall’alto di una sporgenza, verso la quale mi voltai.

«Vi serviva un diversivo, ed eccolo qua. In più…»

Mi voltai nuovamente verso Majin Bu.

«Ho una voglia matta di rompere il culo a questo bastardo.»

«Come puoi pensare di tenergli testa?! Io e Kakaroth siamo diventati molto più potenti di te, e abbiamo faticato comunque!» mi urlò nuovamente il principe dei saiyan.

Non appena ebbe finito, il piccolo mostro rosa assunse un’espressione beffarda: non parlava, a quanto pare, ma capiva perfettamente.

«So che hai capito…» gli dissi, facendolo immediatamente ritornare serio.

«Come so che ricordi cosa hai fatto sulla Terra…» proseguii, mentre si faceva di nuovo beffardo, questa volta dimostrando che sapevo di cosa stessi parlando.

«Hai mangiato anche la mia ragazza… non tornerà più in vita…»

A quel punto, piegò per un attimo il collo, sorridendo, e si massaggiò la pancia:  la mia furia si fece quasi incontrollabile, mentre mi concentravo sull’aura del MIO demone.

«E per questo… PAGHERAI!» gridai, trasformandomi a piena potenza, i muscoli che si ingrossarono improvvisamente.

A quel punto mi guardò stupefatto. Io non volevo più aspettare.

«Allora, chewing-gum…» dissi, assumendo una posa d’attacco «balliamo?»

Mi caricò a piena forza: mi sorprese la sua velocità, ma riuscii a scansarlo e colpirlo con una gomitata sul suo collo, facendolo ruzzolare sul terreno roccioso.

A quel punto mi colpì con un calcio al mento, allungando improvvisamente la sua gamba. Mi ripresi in fretta per pararne un altro, mentre si rimetteva in piedi per colpirmi nuovamente.

Parai anche il suo pugno, e con un calcio lo spedii lontano, per essergli poi nuovamente addosso, cercando di colpirlo con un calcio rotante alla testa.

Mi sorprese la facilità con cui lo parò: era veramente fortissimo.

Ma la sua espressione mi faceva intuire che lo stavo mettendo in difficoltà.

A quel punto ci fu uno scambio di colpi, che danneggiò entrambi. La sua elasticità lo rendeva molto difficile da colpire, cambiava più volte forma di quanti erano i colpi che avrebbe dovuto schivare: dovevo essere più rapido di lui.

Proprio in quel momento, lasciò per un attimo lo stomaco scoperto: non ci pensai due volte e lo colpii, più forte e veloce che potessi. E fui più che soddisfatto nel vederlo piegarsi in avanti dal dolore.

Ed eccolo, finalmente, alla mia mercé: ora potevo finalmente trattarlo come meritava.

Lo colpii con un potente calcio al mento, trattenendolo per la testa, facendogli letteralmente rientrare la faccia nella testa, dopo di che iniziai a tempestarlo di calci e di pugni: sul torso, sulle braccia sui fianchi, finché non lo cacciai lontano con un calcio allo stomaco.

Allora mi alzai in volo, tenendolo d’occhio mentre si rialzava.

«Quindi ti piacciono le caramelle, eh?» gli gridai.

Mi guardò con occhi truci.

«Allora assaggia queste!» dissi, caricando due sfere di Ki in entrambe le mani: potei sentire che erano molto più potenti di tutte le altre che avevo mai provato a formare.

Fui soddisfatto: era molto più facile che morisse. Come speravo.

«DILUVIO ESPLOSIVO!»

A quel punto, la pioggia di sfere di Ki si lanciò verso il mostro, per poi dividersi nuovamente, non dandogli scampo.

Potei vedere la sua faccia sorpresa prima che cominciasse una lunga serie di gigantesche esplosioni, che sollevarono un’immensa nuvola di polvere.

Quando si fu diradata, però, la mia furia ebbe altro motivo per crescere.

Lui era ancora lì, in piedi. I pantaloni bianchi strappati, qualche bruciatura sul corpo rosa che sparì quasi subito: a non sparire fu, invece, la sua espressione decisamente arrabbiata.

In quel momento fummo in due ad essere infuriati.

«GYAAAAAHHH!» gridò selvaggiamente, prima di lanciarsi su di me a tutta velocità.

Non ebbi scampo dalla sua furia: iniziò a martoriarmi di pugni, senza che potessi fare nulla.

Ad ogni colpo sentivo i muscoli contrarsi dal dolore. Mi colpì con forza allo stomaco, ed ecco che il sapore del sangue si rifece vivo dopo anni nella mia bocca.

Non mi lasciò neanche il tempo di sputare: mi diede due decisi calcioni, e con un colpo a mani unite mi scaraventò su una parete rocciosa, facendomi formare un bel cratere.

Mentre cadevo, potei vedere un ki blast rosa che si avvicinava sempre di più, e che mi colpii poco dopo l’impatto.

Rimasi stordito per qualche secondo: ma la mancanza di nuovi attacchi mi fece capire che credeva di avermi messo al tappeto.

Oh, come si sbagliava.

Per quanto mi avesse fatto provare un dolore incredibile, questa mia nuova potenza mi aveva immediatamente rimesso in piedi. Potei vederlo, ancora a mezz’aria, nella nuvola di polvere, rivolto verso il punto dove si trovava Goku.

Non gli lasciai spazio di reazione: potei notare con la coda dell’occhio la sua espressione sorpresa mentre lo colpivo con una testata in pieno mento.

Si rimise immediatamente in equilibrio, ma non poté ancora reagire: lo colpii rapidamente con un altro potente pugno, e poi, a suo stesso modo, lo lanciai a terra con un colpo a mani unite.

Con una capriola, Majin Bu fu nuovamente in piedi, e io gli fui immediatamente addosso, con la rabbia che aumentava sempre di più la mia forza, continuando ad attingere dall’aura del demone dentro me.

Sentivo di aver quasi raggiunto il limite, ma non mi importava: in quel momento volevo solamente massacrarlo.

Iniziò un nuovo scambio di calci e pugni, l’energia che scaturiva da ogni colpo aveva creato una nuvola di detriti attorno a noi.

Gli parai tutti i colpi, avvertendo tutta la sua potenza in ogni calcio: cosa che ricambiai, vedendomi comunque i colpi parati nella stessa maniera.

Finché non gli parai un calcio: allora ci fu come una sorta di scoppio, e si generò una piccola onda d’urto che ci separò.

In quel momento sentii un dolore atroce al polso, come se fosse stato messo sotto una pressa: fortunatamente non c’era nulla di rotto. Ma qualcosa mancava.

Mi si sgranarono gli occhi, sentendolo nudo: guardai verso il punto dove ci eravamo separati, cosa che, stranamente, stava facendo anche lui.

Ma non me ne curai: mi piegai immediatamente a raccogliere i frammenti del mio braccialetto, andato in frantumi all'impatto con il calcio di Bu.

Il braccialetto che mi aveva regalato papà.

Il braccialetto di famiglia.

Lo ha distrutto.

La nostra eredità.

Deve pagare.

Aveva ucciso la mia ragazza. Ora questo.

MASSACRALO.

L’unico ricordo che mi restava della mia famiglia.

UCCIDILO.

«Tu pagherai per questo…» sussurrai, alzando lo sguardo verso Majin Bu, mentre una lacrima mi scese sulla guancia.

DISTRUGGILO.

«Tu… PAGHERAIIIIIIIII!» gridai a pieni polmoni, sentendo la mia aura crescere esponenzialmente, finché non ebbi come un blocco.

BRAVO, RAGAZZO.

“No..”

ORA VEDRAI DI COSA SONO VERAMENTE CAPACE!

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«DANIEL! Cosa diavolo ti sta succedendo?» gridò Vegeta, non appena vide l’improvviso blocco che ebbe l’hatwa.

Mr. Satan, vicino al Majin Bu suo amico, si sporse anch’egli a guardare.

Anche Majin Bu, quello malvagio, osservava con curiosità: Daniel Ryder era come piegato su se stesso, pareva tremasse.

A quel punto, il cielo si fece improvvisamente scuro, su tutti i pianeti dell’universo, e ovunque iniziò una pioggia di fulmini.

Piccolo, sulla Terra, ebbe un fremito.

Al palazzo del Supremo, dove si era ritrovata anche una sorpresa Pamela, i guerrieri e le loro famiglie mantennero le braccia al cielo, come aveva richiesto Goku, ma si misero al riparo dai sempre più frequenti fulmini.

Sul pianeta del Gran Maestro Re Kaioh, fu proprio egli a sentenziare, davanti a tutti: «L’universo intero sta fremendo…»

Sul pianeta dei Kaioshin, Daniel Ryder era ancora piegato su sé stesso, in preda a tremori sempre più forti, mugugnando frequentemente. Mentre gli altri spettatori osservavano, Majin Bu si stufò, e fece per caricare un ki blast proprio sulla testa dell’hatwa.

Ma fu allora che, dopo un grande spostamento d’aria verso Daniel, che il ragazzo balzò in piedi, urlando come un pazzo, mentre dal suo corpo si sprigionò un bagliore immenso e una gigantesca onda d’urto, che coprì tutto il pianeta dei Kaioshin.

Vegeta e Mr Satan si ripararono dietro le rocce, mentre Majin Bu la prese in pieno, rimanendo in piedi, coprendosi poi gli occhi a causa delle continue ondate di energia che si sprigionavano dal ragazzo, che oltre che potenti erano anche accecanti.

Un gigantesco terremoto colpì in quell’istante tutto l’universo. Piccolo si fermò per un istante, spalancando gli occhi per il terrore: aveva percepito la forza di Daniel arrivare sul pianeta dei Kaioshin, eppure ora stava mutando in qualcosa di spaventoso.

«Piccolo, che sta succedendo?» gli chiese Gohan, preoccupato.

Il namecciano non gli rispose, paralizzato da quella percezione.

Daniel Ryder, intanto, continuava a gridare, muovendosi spasmodicamente sul posto, muovendo le braccia, a volte tenendosi la testa a volte stringendosi il petto.

Goku faticava a mantenere il controllo della gigantesca sfera che, comunque, in quel momento, aveva cessato di ricevere energia dal pianeta Terra.

«Vegeta! Riesci a vedere che sta succedendo?» gli gridò.

Vegeta non rispose: non poteva vedere di preciso cosa stesse accadendo in quel turbinio di energia, ma di sicuro capiva che quelle grida non erano per caricarsi: erano grida di dolore.

Poi, la forma dell’hatwa sembrò mutare, finché poi non fu chiaro che stesse crescendo.

La sua sagoma divenne gigantesca, le sue spalle si allargarono; la sua testa, parve allungarsi.

Poi, quando fu visibile una lunga coda sinuosa, fu chiaro al principe dei saiyan che stesse avvenendo una qualche trasformazione: quando poi, provò a percepirne l’aura, i suoi occhi sgranarono, di fronte alla potenza che si stava per manifestare.

Ed ecco, il terremoto si fermò, e il cielo ritorno calmo.

Ma in quel momento c’era poco da star tranquilli.

Al posto di Daniel Ryder, ora, in mezzo ad un cratere, stava un mostro: una gigantesca lucertola umanoide, dalle enormi mani e braccia. La sua schiena, i suoi avambracci, e parte della sua coda erano ricoperti di spuntoni ossei. Sopra due grosse spalle corazzate, la testa di un serpente, la bocca semi aperta, mostrando una lunga fila di denti aguzzi.

Si lasciò cadere a terra, sbattendo gli enormi pugni sul terreno, causando un piccolo terremoto.

Majin Bu osservò il suo nuovo nemico, quasi inorridito. Emise un piccolo verso gutturale, mentre faceva qualche passo indietro.

In quel momento il mostrò aprì gli occhi: privi di pupille, di un rosso brillante.

Vegeta ebbe un fremito: era la seconda volta che si sentiva effettivamente terrorizzato nella sua vita. La potenza che si percepiva da quell’essere era incomparabile a qualunque cosa avesse mai incontrato in tutta la sua vita. Si scambiò con Goku uno sguardo preoccupato.

Il mostro si alzò in piedi, sulle sue muscolose gambe, che terminavano in un piede, formato da tre sole dita artigliate. Sotto di lui, i brandelli di una tuta nera.

La sua pelle di un blu scurissimo faceva risaltare i suoi penetranti occhi rossi, con cui adesso fissava un Majin Bu piuttosto scioccato, che smise di arretrare per qualche istante.

La creatura lo guardò per qualche secondo. Poi, allargò le gambe e si piegò improvvisamente in avanti, lanciando un ruggito che fece raggelare il sangue ai presenti, come a chi stava osservando la scena.

Come il Gran Maestro Re Kaioh, i cui timori si erano realizzati, dimostrandosi addirittura peggiori che nelle sue precedenti previsioni.

«D-Doomshiku…» sussurrò.


NOTE DELL’AUTORE
BOOM! Here we go! In quanti avete azzeccato chi fosse il demone dentro Daniel? Comunque, ora i problem sono due, e che problemi!

Questo capitol è stato personalemente quello che non vedevo l’ora di scrivere dal primo momento in cui ho ideato questa storia: la metamorfosi è una svolta fondamentale, spero che il capitolo vi sia piaciuto come è piaciuto a me scriverlo.

Ogni recennsione, di ogni tipo, è gradita!

Dragon Ball è proprietà di Akira Toriyama.

Alla prossima!
   
 
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