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Autore: GraceMalfoy    03/05/2015    3 recensioni
[LeoXNico] [Max 10 Capitoli]
*dalla storia*
-La differenza tra spettro e demone è abissale, Valdez. – gli faccio notare con calma.
-Sempre creature dell’oscurità sono, no?
-Sì, ma di due oscurità diverse. Gli spettri vivono là sotto – dico indicando il pavimento – mentre i demoni qui dentro. – Questa volta mi indico il petto.
Genere: Fantasy, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV LEO
Leo, Leo, Leo, come sei stupido Leo. Leo, Leo, Leo perché devi sempre andarti a cacciare nei guai? Leo, Leo, Leo, perché la tua vita non può essere mai semplice?
Me ne sto seduto a terra con la schiena appoggiata alla parete del Bunker 9, le gambe piegate davanti al petto e gli occhi chiusi.
Nella mia mente continua ad affiorare l’immagine di Nico davanti a me, Nico urlarmi tutto sé stesso, ed i suoi occhi aggrapparsi ad ogni piccola speranza, mentre il mondo gli crolla sotto i piedi.
- Nico, perché? – mi ritrovo a sussurrare a me stesso, come se lui potesse sentirmi, come se lui fosse lì accanto a me, a scrutarmi con i suoi maledetti occhi neri e la sua maledetta dolcezza, con quel suo maledetto sguardo misterioso…
- Perché Nico? Perché ti sei innamorato di me? Perché… non avresti dovuto, non avresti dovuto… - mormoro, cullato da quel sottile dolore che mi avvolge. – Non avresti dovuto baciarmi… ero quasi riuscito ad accettarlo, ero quasi riuscito a lasciarti andare, a vincere le tentazioni e poi tu…
Le mie dita sfiorano involontariamente le mie labbra, dove l’ombra chiara del ricordo delle sue sulle mie ha lasciato le sue impronte. Il mio cuore accelera un po’, mentre inevitabilmente la mia mente rivive quel momento…
Le sue bellissime mani fredde alla base del mio collo, le sue labbra timide muoversi sulle mie, i suoi occhi chiusi, e tutto l’amore che con un solo gesto mi ha dimostrato… quanto avrei voluto stringerlo tra le mie braccia, non farlo scappare mai più, proteggerlo da tutto e tutti… ma non mi era concesso, non mi è concesso.
Stringo i denti, nel tentativo di cacciare via il dolore, per quanto mi sia impossibile.
Maledetti gli Dei, cosa hanno contro di me? Cosa ho fatto per meritarmi questo? Cosa ha fatto NICO?!
Nico… chissà quanto l’avrò fatto soffrire… il mio povero Nico… ed è tutta colpa mia.
Cioè, in primo luogo di quei dannati Dei.
Ricordo il giorno lontano, forse era Febbraio, in cui io mi alzai dal mio letto nel Bunker 9 (dove mi ero trasferito), ed ebbi la pesante impressione di essere osservato. Improvvisamente mi resi conto di esserlo davvero.
Ade e Afrodite erano là a fissarmi, con le braccia incrociate e una vaga rabbia negli occhi. Ricordo di esser balzato in aria per lo spavento.
- Maledizione, ma che vi salta in mente?! – avevo urlato. Poi mi ero ricordato di esser al cospetto di due degli dei più potenti. La Morte e l’Amore, due cose così incredibilmente simili… - Voglio dire, a cosa devo questa divina visita?
- Valdez, stai rovinando tutto! – aveva esclamato Afrodite con tono accusatorio.
- E cosa starei rovinando, mi è concesso saperlo?
- Non devi metterti in mezzo alle mie coppie! – aveva sbraitato quella specie di super diva di Hollywood qual è Afrodite.
- Le sue… coppie, mh certo… - avevo detto fingendo di aver capito.
- Dannazione Valdez, mi ero creata un sacco di bellissime ship, ma tu me le hai distrutte!
- Ship? – avevo chiesto confuso.
- E’ linguaggio Fangirl, piccolo sciocco. – mi aveva spiegato irritata la dea dell’Amore. – Si dà il caso che io abbia creato delle coppie meravigliose, come la Pernico e la Solangelo, ah, e la Jasico, anche quella! Ma tu… tu non devi far parte di un’altra ship!
- Mi scusi ma continuo a non capire. – avevo ammesso tentando di tirar fuori un senso da quel mucchio di parole.
Afrodite aveva emesso un verso esasperato, poi aveva preso a parlarmi come se fossi un bambinetto di tre anni. – Allora Valdez, nel corso degli anni io mi sono divertita a intrecciare una serie di coppie ed innamoramenti. Come saprai al signorino Solace piace il signorino Di Angelo, e Di Angelo è innamorato follemente del signorino Percy Jackson…
- Aspetti… CHE COSA?! – avevo esclamato incredulo. Nico innamorato di Percy? Non mi sembrava possibile, per la maggior parte del tempo lo evitava…
- Mi hai sentito. Sono anni che quel ragazzino – e qui Ade aveva guardato malissimo la dea – è totalmente cotto di quel figlio di Poseidone…
Il mio cuore aveva smesso di battere. Nico, quel ragazzo per cui stravedevo da quasi due mesi, era innamorato di un altro ragazzo. Il mondo mi era caduto improvvisamente addosso.
- Oh, maledizione, Valdez, non fare quella faccia! Non avresti comunque potuto avvicinarti al giovane Nico. – mi rimprovera la dea.
- E per quale motivo, sentiamo? – l’avevo sfidata io, ormai alquanto irritato (e ferito).
- Perché io non te l’avrei permesso, sciocco! Percy Jackson, Will Solace, Jason Grace… questi ragazzi sono tutti valorosi ed eroici, dei veri splendori, e si meritano davvero quel ragazzo, ma tu? Tu sei solo un mucchietto di ossa bruciate, quindi rassegnati e fatti passare quell’assurda infatuazione per Nico.
Io iniziai davvero ad arrabbiarmi. ‘Mucchietto di ossa bruciate’?! Gli avrei fatto vedere io a quella razza di befana truccata! Stavo per replicare quando il Signore dei Morti, che era rimasto silenzioso ed immobile in disparte dall’inizio della discussione, con le braccia incrociate al petto ed uno sguardo truce, aveva fatto qualche passo avanti e finalmente aveva parlato.
- Stammi bene a sentire, ragazzo. Tutti quei tipi che ha citato prima qua Miss Coppiette non mi piacciono per niente, ma tu mi piaci ancora meno. Non voglio che mio figlio stia con uno come te, mi sono spiegato?
Nella voce del dio degl’Inferi c’era una calma rabbia, una crudeltà così sottile da esser quasi invisibile. Ed io lì avevo perso davvero le staffe.
- Invece stia lei a sentire me, ora! Io e Nico faremo ciò che vogliamo ed ameremo chi vogliamo, potrete anche uccidermi o fare ciò che volete, ma non potrete impedirmi di amarlo! – avevo esclamato, rosso di rabbia e con le mani stretta a pugno, cercando di controllarmi.
Il Dio degl’Inferi aveva riso, con una risata malefica e roca, folle e crudele.
- Tu credi? Bene, vediamo come te la cavi con questo allora! Io ti maledico, e quando le tue labbra si poseranno su quelle di mio figlio, entrambe morirete fra atroci sofferenze!
Ero rimasto spiazzato, inorridito e spaventato. Ma il padre di Nico aveva continuato.
- E non provare ad avvertirlo, perché in quel caso sarà lui a pagarne le conseguenze!
Scuoto il capo, mandando via i ricordi e i brutti pensieri.
Non avrei mai lasciato morire Nico, mai.
Per questo da quel giorno avevo cercato in ogni modo di reprimere i sentimenti verso di lui, di frenare ogni impulso e di controllare il battito cardiaco in sua presenza. Avevo iniziato a fuggire ogni volta che lo vedevo allenarsi, il che qualche volta era senza maglia, ed io non potevo permettermi di rimanere imbambolato a studiare il suo corpo perfetto. Avevo iniziato ad evitarlo, ad evitare il suo sguardo per non rimanerci incastrato dentro. Avevo iniziato a fare tutto ciò che era in mio potere per diminuire o almeno addormentare i miei sentimenti verso quel ragazzo.
La mattina del pic-nic era per me l’inizio una nuova vita, perché ero quasi certo di esser riuscito a dimenticare l’amore per Nico, era una sorta di test, una conferma della mia riuscita.
Stava andando bene. Stava andando davvero bene.
Ma poi, quando ero entrato nella Cabina 13 e lo avevo visto piangere… ogni mio piano era andato a farsi fottere, e non mi importava più di mantenere le distanze da lui, mi importava soltanto di farlo stare meglio, lo avevo cullato piano, avevo cercato di farlo sentire al sicuro.
E mentre lui piangeva, una parte di me piangeva per le sue lacrime, piangeva perché quel volto che tanto avevo amato non doveva mai venire rigato dalle lacrime.
Percy Jackson, pensavo. Ecco a chi credevo fossero dirette quelle stramaledette lacrime.
Quanto mi sbagliavo. Quelle lacrime erano per me.
Ero io la causa dei suoi mali, ed ancora non lo sapevo.
Poi… poi mi aveva baciato.
Ed io lì ero rimasto così piacevolmente sorpreso, con un vuoto nello stomaco come se avessi le vertigini per il troppo amore che mi girava impazzito per le vene. Poi mi ero ricordato della maledizione.
E la paura mi aveva avvolto la mente.
Quando Nico si era staccato avevo una paura folle di vederlo piombare a terra in preda ad atroci sofferenze, vederlo morire, prima ancora di morire io stesso.
Ero rimasto sorpreso. Nico era ancora lì era vivo, respirava forte, e percepivo lontano un miglio il battito accelerato del suo cuore. Ed io non comprendevo.
Poi avevo capito… “quando le tue labbra si poseranno su quelle di mio figlio”… Nico avevo posato le labbra sulle mie, e non viceversa!
Per un attimo ero rimasto così, fermo ed imbambolato, sollevato, possiamo dire, inebriato dal quel contatto… poi mi ero scosso e mi ero reso conto della fuga di Nico. Sarei voluto correre a fermarlo, ma sapevo in cuor mio che non sarei riuscito a trattenermi, davvero, o che lo avrei illuso inutilmente.
Perciò avevo valutato la brillante idea di chiedere aiuto ad Annabeth, la sua migliore amica. Lei di certo avrebbe saputo cosa fare con Nico. Così, ero corso sulla spiaggia, l’avevo sottratta a Percy, le avevo spiegato tutta la situazione e lei era partita subito in quarta per raggiungere Nico che nel frattempo stava per andarsene.
Quando avevo visto la figlia di Athena arrendersi avevo preso in mano tutto il mio autocontrollo ed ero andato a parlare con Nico.
La scommessa… tanto geniale quanto rischiosa...
Darei di tutto per farlo restare al Campo. Il pericolo sono io ed i miei stramaledetti impulsi.
Devo riuscire a controllarmi, non posso permettermi anche un solo piccolo errore, perché significherebbe la morte di Nico, e lui non si merita questo.
Con gli occhi chiusi, immagino la nostra vita senza la maledizione. Oh, come sarebbe bella. Potremmo stare insieme, ridere ed abbracciarci, potremmo parlare di musica e di fumetti, potremmo allenarci insieme con la spada e fare la lotta con i cuscini. Potremmo dormire abbracciati e non lasciarci mai più…
Eh sì, come sarebbe bello.
E così, con questi dolci pensieri in testa, mi addormento col sorriso sulle labbra.
Faccio uno strano sogno. Sono nell’oscurità più totale, ma poi… ecco che delle fiamme salgono dall’orizzonte, grandi e potenti, divoratrici, e avvelenano il nero che prima mi avvolgeva con scie di rosso, il rosso del sangue. Poi, dalle fiamme sale una figura. E’ lontana e non riesco a scorgerne i particolari, ma noto le lunghe trecce scure ed il diadema color porpora. I suoi occhi scintillano nella semi oscurità, ed un luccichio folle li attraversa. Sorride con aria crudele e bramosa, mentre da lontano sento una vocina che canticchia in modo infantile “Se attenzione più non fai, la pazzia ti troverai” e poi ricomincia, aumentando sempre il volume. Cerco di scappare, ma le mie gambe si rifiutano di muoversi. Le fiamme continuano ad alzarsi, e la figura fluttua sempre più vicino a me quando improvvisamente… sento qualcuno bussare e mi sveglio.
 
POV NICO
Mi agito nel letto, cercando una posizione comoda e soprattutto, cercando di dormire. Troppi pensieri si affollando nella mia testa, tutti insieme, e non riesco nemmeno ad osservarli uno per uno, perché appena ci provo gli altri duecento mi assalgono.
Leo. Mi farà diventare matto.
Come fa? Come Ade fa a capire sempre i miei pensieri, a conoscermi così bene?
Prima non avevo mai parlato con lui, non di cose profonde almeno. Sulla Argo II, Leo era sempre impegnato con la manutenzione della nave, e poi, diciamocelo… chi avrebbe mai pensato che fosse possibile fare dei discorsi profondi con Mr. Valdez?! Insomma, è vero che io non sono un gran chiacchierone, ma di certo non avrei mai creduto Leo un gran ascoltatore. Con la sua solita ironia demente e il suo modo di fare, non credevo facesse molta attenzione alle parole degli altri. Ed invece ora l’ho scoperto ad ascoltare perfino i silenzi, ed a interpretarli bene, fin troppo bene. Sembra a volte che mi entri nella testa e legga gli scarabocchi dei miei pensieri, e quando viene a parlarne con me, tutto diventa più leggibile, più semplice, ed il mostro sembra rimpicciolirsi. Ma è questo che voglio?
Dopo la morte di Bianca ho smesso di amare ogni cosa che riguardasse il contatto, fisico ma anche mentale, ho smesso di aprirmi, di parlare, e a volte anche di ascoltare. La capacità di Leo di capire anche ciò che io non ho intenzione di raccontare è stupefacente, si, ma anche pericolosa, e non voglio far vedere a lui i miei mostri.
Eppure…
No, devo smettere di pensare a Leo come colui in grado di salvarmi. Insomma, sono Nico di Angelo. Io mi salvo da solo.
Pensaci Nico, hai passato una vita da solo e non hai fatto altro che incasinarti di più.
Dannata coscienza.
Ma no, non voglio. Io devo rimanere freddo e saldo sulle mie gamb…
Leo. Non posso essere freddo con Leo. Lui è… è la persona migliore che io abbia conosciuto, e i muri che erigo davanti a tutti gli altri sono nulla per lui, lui è in grado di oltrepassarli.
La vera domanda è però… perché lo fa?!
E così, fra un pensiero ed un altro, le palpebre si fanno pesanti ed io cado nell’oscurità del sonno.
Sogno un luogo trasandato, la periferia di una città, il terreno è arido e polveroso, come quello dell’Arizona, con reti arrugginite a delimitare aree di cui non capisco lo scopo. Due figure si vedono in lontananza. Poi è come se la visione del sogno zoomasse, e mi ritrovo a distinguere chiaramente le due figure.
Sono mio padre e Afrodite in borghese.
Mio padre indossa i suoi jeans neri ed il giubbotto di pelle nera, con gli occhiali da sole a coprirgli gli occhi. Ha optato per il suo outfit moderno: di solito si veste come un becchino (cioè, questo è quello che gli dico io, e lui al solito mi guarda col suo sguardo tipo ‘Hey, ricordati che possiedo un cane a tre teste’). Afrodite invece ha dato davvero il meglio di sé, e ha fatto onore al suo titolo di dea della bellezza. Veste un abito bianco lungo fino alle ginocchia, con tacchi alti… beh, molto, e i capelli intrecciati in una morbida treccia.
Oh per lo Stige, sembro uno di quei tipi tutte moine che non fanno altro che pensare al look e a criticare quello degli altri. Sono gay, ma non effemminato!
Comunque, quei due Dei stanno parlando, anche se non sento cosa dicono. Ecco che improvvisamente il volume del sogno si alza.
- Ade, non va bene! Questa storia finirà malissimo!
Aspetta, cosa?! Mio padre ha una relazione con Afrodite?!
- Lo so bene, ma non posso fare del male a mio figlio. Non per quella specie di piromane ispanico!
LEO?!
- Ci sarà anche un modo per non far stare insieme quei due senza far del male a Nico! – continua mio padre. La sua voce è… disperata? No, non è questo il termine giusto. No, è esasperato, ecco.
- Se per far del male intendi ucciderlo, ci sono parecchi modi per impedire un amore, oltre che la morte. Per esempio potremmo rendere uno dei due muto.
- Si, come la Sirenetta della Disney! Afrodite, vedi meno cartoni animati. Troverebbero il modo per stare insieme anche senza la voce.
- E allora togliergli la memoria?
- Si rinnamorerebbero.
- Uccidere il piromane?
- Nico non me lo perdonerebbe mai. E poi… - la voce di papà trema, e abbassa per un attimo lo sguardo - ha già perso abbastanza persone, togliendogli anche quel ragazzo lo distruggerei.
- Allora che ne dici dell’aiuto di una nostra cara amica? – dice la dea dell’amore, mentre sul suo viso si apre un sorriso malefico.
Mio padre alza gli occhi. – Chi?
- Ate.
Mi sveglio di soprassalto, sudato e tremolante, mi alzo in piedi cercando di reggermi sulle gambe e mi dirigo verso la porta, cerco a tentoni la maniglia nel buio della Cabina, e quando la trovo la apro e schizzo fuori.
Grazie agli Dei mi sono addormentato vestito.
Corro disperatamente verso il Bunker Nove, appena vi arrivo busso energicamente alla porta, sperando che Leo senta. Mi asciugo il sudore con la mano. Magari ciò che ho visto non è reale, è solo una mia paura. Devo tranquillizzarmi.
Sento muoversi dentro al Bunker, e presto un Leo dai capelli scompigliati e un barlume di paura negli occhi apre la porta.
- Leo. – dico con voce tremante – Che sta succedendo?
Lui mi guarda, nota il mio terrore, e fa qualche passo in avanti verso di me, uscendo dal Bunker.
- Che è successo Nico? – mi chiede allarmato, mettendo da parte la sua, di paura, ma io l’ho vista.
- Mio padre e Afrodite… ne sai qualcosa?
Leo sbarra gli occhi, e diventa improvvisamente piuttosto pallido.
- Come… come…? – chiede balbettando.
- L’ho sognato, io…
- Raccontami. – mi dice, posandomi una mano sul braccio per tranquillizzarmi, e sarebbe tranquillizzante, davvero, se solo le mani non tremassero anche a lui.
- Io… ero in una zona di periferia e c’erano mio padre e Afrodite che parlavano. Dicevano che c’era qualcosa che non andava. Mio padre diceva che non voleva uccidermi, e Afrodite voleva rendere uno di noi due muto, o toglierci la memoria, oppure voleva…
Mi fermo.
- Nico, cosa voleva fare Afrodite? –mi chiede lui con una punta di panico nella voce.
- Voleva ucciderti. – mormoro.
Leo non si scompone, stringe solo un po’ di più il mio braccio, e sembra quasi tirare un sospiro di sollievo, come se la morte non lo preoccupasse affatto, anzi, la preferisse a… qualcos’altro.
- E poi voleva chiamare un loro… amica? Si, diciamo una certa… Ate.
Le gambe di Leo cedono, e lui cade in ginocchio a terra, tremando come una foglia.
- Leo! – esclamo, spaventato, e mi inginocchio vicino a lui, prendendo il suo viso fra le mani e obbligandolo a guardarmi negli occhi. – Va tutto bene, va tutto bene… - ma la voce trema anche a me.
- No! Non va tutto bene Nico! Se la Ate di cui parli tu è la donna che ho visto io nei miei sogni…
- Aspetta… i tuoi sogni?
- Si, io… NICO VOLTATI!
Mi giro di scatto e l’unica cosa che riesco a vedere prima di svenire è la figura di una donna dalle lunghe trecce scure ed un diadema viola, con il suo ghigno folle ed inquietante a pochi centimetri dal mio volto.
 
Angolo Autrice
EBBENE, DOPO MESI, ECCO IL CAPITOLOOOOOOO!!
Mamma mia, signore e signori, ce l’ho fattaa!
Capitolo orribilimentissimissiminissimino, lo so bene, ma mi serviva per… incasinare ben bene le cose.
NON TIRATE I POMODORI ALL’AUTRICE!
Suspence, suspence, suspence…. AMO  LA SUSPENCE!
Ora, mi immagino già tutti a guardare su Zia Wiki questa misteriosa dea Ate… TATATATAAAAAAANNN!
Non uccidetemi.
Allora, la storia sta assai peggiorando come situation si si… boom, siete rimasti tutti molto scioccati, anche perché SI, LEO E’ INNAMORATO DI NICO! AWWWW
Anyway, scusate per l’enorme ritardo. Volevo dirvi che, dato che a giugno avrò gli esami, e la preparazione per cercare di uscirne bene mi prenderà tutto maggio, suppongo che ci vedremo di certo a fine giugno (magari anche prima, eh, io ogni volta che riuscirò a ritagliarmi un’oretta scriverò il più possibile, ma non assicuro nulla). Perdonatemi, con l’arrivo dell’estate spero di riuscire a scrivere tanto tanto tanto.
Ebbene, recensite (ditemi se fa schifo, non abbiate paura) e… al prossimo capitolo!
- Grace
   
 
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