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Autore: Nami    18/02/2005    1 recensioni
Yusuke Urameshi ha intrapreso lunghe battaglie. Ha avuto accanto degli amici fidati, amici sui quali ha sempre potuto contare. Tuttavia all'improvviso qualcun altro farà capolino nella sua vita, qualcuno dal tragico passato, qualcuno con enormi poteri, qualcuno che verrà scelto dal Piccolo Enma come "collega" del detective del mondo spirituale. Una persona in grado di portare amore nei loro cuori, ma la sua presenza rivelerà qualcosa di molto pericoloso... (so bene che la serie ha preso una piega differente dopo il torneo delle arti marziali nere e so anche come andrà a finire la storia.. diciamo quindi che questo potrebbe essere un mio mondo alternativo)commenti please ^^
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19: Youko Kurama





- Svegliati..... svegliati..... -

Le diceva una voce.

- Svegliati! Torna indietro! -

Diceva il demone volpe, lo sentiva, pur essendo molto distante da lui.

- Svegliati... -

Ripeteva la voce.

- Svegliati... -

- Ma.. io.. devo capire... -

Disse.

- Non c'è tempo... svegliati... -

Continuava.

- Svegliati.... -

- Svegliati! -

La sua voce così sensuale e profonda, d'un tratto divenne quella dolce di Shuichi, che la squoteva più volte con la preoccupazione dipinta sul volto.

- Max.. -

- Ku... Kurama.. -

Sussurrò appena, gli occhi brucianti.

- Stai bene? -

Scostò lo sguardo e si accorse che sua madre era in piedi accanto a lui, la mano sulla bocca spaventata, le lacrime che quasi sgorgavano dai suoi occhi. Un uomo mai visto, con un camice bianco e una cartella clinica in mano la fissava in silenzio. Ma ciò che più la lasciò sbalordita, fu il fatto di ritrovarsi in una stanza d'ospedale, le flebo conficcate nel braccio.

- Si.... -

Rispose posando le mani sul materasso sollevandosi.

- Ma.. cos'è successo? Perchè mi trovo qui? -

Kurama le passò un fazzoletto sulla fronte bagnata che gocciolava di sudore.

- Non ricordi? -

Le chiese esterrefatto.

- No.. -

- Ti sei sentita male! -

Spiegò.

- Ci siamo incontrati davanti alla biblioteca.. eri così pallida.. -

S'illuminò. Le tornò in mente ogni cosa. Ricordò di essere uscita di casa quel sabato mattina, voleva fare una capatina in biblioteca, magari per prendere in prestito qualche libro, poi aveva incontrato Kurama, lo aveva visto arrivare nella sua direzione. E poi cosa accadde? Era tutto così confuso e sfocato.. ricordava di non sentirsi molto bene.. aveva come un cerchio alla testa e un eco vi rimbombava dentro...

- Ho perso i sensi? -

Chiese dunque.

- Si! Ti ho portato subito qui e ho chiamato tua madre! Per fortuna non era ancora andata al lavoro, l'ho trovata a casa per un soffio! -

Spiegò tamponando il fazzoletto sul suo viso.

- I tuoi valori erano piuttosto bassi! -

Intervenne l'uomo.

- Anche la pressione... sei forse sottoposta a stress di vario genere ultimamente? -

Max sospirò.

- No.. -

- Si! -

Esclamò Kurama lasciandola senza parole.

- Max, non devi nasconderti! Lo sai meglio di me che non stai affatto bene! -

Abbassò lo sguardo e annuì.

- Davvero?? Non stai bene?? -

Sua madre si lanciò su di lei in lacrime.

- PERCHE' NON MI HAI DETTO NIENTE???? -

- Mamma... sto... sto bene è solo che... sono... molto stanca.. tra la scuola e il lavoro... è un pò faticoso lo ammetto.. ma... non sono ancora abituata! -

Mentì. In realtà sapeva benissimo che tutto ciò non c'entrava affatto.

- Dovevi dirmelo!! -

Singhiozzò, la sua voce assordante.

- Mamma... -

- Se non mi parli mi spieghi come faccio a capire queste cose?? Io sono sempre fuori e rientro tardi! Non mi dici mai niente! Guarda che la tua mamma si spaventa!! Aaaaaaaaaaaaaaaaah! -

Si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento freddo, lacrime di coccodrillo scorrevano sulle sue guance, il naso umido.
Gli occhi puntati su di lei, goccioline sulle loro teste.

- .. vieni, forse è meglio se prendi un tè caldo.. ti rilasserà! -

Disse il dottore chinandosi su di lei.

- IO NON VOGLIO RILASSARMI! VOGLIO CHE MIA FIGLIA SIA SINCERA! BUAAAAAAAAAAAAAH! -

Il medico si chinò su di lei e l'aiutò a rimettersi in piedi.

- Vieni con me! -

Le disse dolce accompagnandola fuori fra i singhiozzi.

- Non sapevo che tua madre lavora qui.. -

Osservò Kurama.

- Già.. -

- Vedo che si è ambientata bene... -

- Mh.. -

Sospirò.

- Max, perchè hai gridato? -

Posò nuovamente i suoi smeraldi su di lei.

- Eh? Ho gridato? -

- Si.. io e tua madre eravamo qui fuori, il medico era venuto a dirci le tue condizioni e all'improvviso.. abbiamo sentito la tua voce.. -

Spiegò.

- Sei bagnata.. -

Quasi sembrava che la sua pelle fosse stata colpita da un secchio d'acqua. Il suo respiro affannoso..

- Sei calda.. -

Disse ancora, toccandole la fronte.

- Non è niente, sto bene, davvero! -

- ... -

Continuò a tamponare il fazzoletto sulla sua bella pelle bagnata.

- Eccomi qua! -

Disse il dottore facendo nuovamente capolino nella camera.

- Tua madre è proprio disperata... poverina, si è presa uno spavento.. l'ho fatta calmare, ora sta bevendo un tè caldo accanto al distributore, c'è una nostra collega con lei! -

Sorrise.

- Grazie.. mia madre è fatta così.. la perdoni se fa rumore.. -

- Non preoccuparti, dopotutto capita a tutte le madri un momento di sconforto.. e poi.. è un'ottima impiegata, svolge sempre bene il suo lavoro qui! -

Le fece un immenso piacere quella frase.

- Piuttosto ora.. occupiamoci di te! Hai dolori da qualche parte? -

- No.. -

Scosse la testa velocemente.

- Giramenti di testa? Nausea? Fiacchezza? -

- Mh mh! -

Negò ancora.

- Sto bene.. -

- Mh... eppure.. non hai un bell'aspetto.. sei ancora pallida.. e poi quarda quanto stai sudando.. fammi sentire.. -

Portò la mano sulla sua dolce guancia rosata.

- Mh... sei caldina... forse è meglio se ti faccio misurare la temperatura! -

Frugò nella tasca del camice bianco e tirò fuori un termometro in vetro.

- Tieni! -

Scocciata lo prese e lo portò sotto braccio. Detestava gli ospedali, con tutto il cuore.
Aspettarono qualche minuto, prima che l'uomo riprese il termometro e lo scrutasse con attenzione.

- Mh.. che strano.. non hai febbre... eppure.. -

Toccò nuovamente la sua pelle.

- Oh.. adesso sei fresca... -

Si stupì.

- Gliel'ho detto che sto bene! Ora posso andare a casa? -

- Sarebbe meglio se ti tenessi in osservazione almeno fino a stasera! Lo svenimento che hai avuto non è da sottovalutare! Il fatto che ora tu stia bene, non significa che il pericolo è scampato! -

- Dottore.. non devo mica morire.. -

E sotto le lenzuola sollevò il dito mignolo e quello indice per scaramanzia, ma nessuno dei presenti lo notò..

- No certo! Ma vedi.. potresti sentirti male di nuovo.. per questo devo controllarti spesso.. devo valutare i tuoi valori e misurarti la pressione, parecchie volte nell'arco della giornata! -

- Ma.. -

- Max! -

La interruppe Kurama.

- Ha ragione! E' meglio se gli dai ascolto! -

Disse dolcemente.

- Lo so che non è una bella situazione, però.. -

Abbassò lo sguardo.

- Mi hai fatto prendere un bello spavento stamattina.. -

L'aveva vista così bianca, così debole.. e poi ricadere fra le sue braccia. L'aveva chiamata più e più volte, ma lei non era riuscita ad avvertire la sua voce, non aveva risposto in alcun modo. Non sapeva perchè.. ma il suo cuore aveva battuto davvero, fortissimo, aveva avuto paura.
Le voleva già così bene? Fino a quel punto? La risposta era semplice.. si. Le voleva bene, si era affezionato. A volte basta così poco tempo per imparare ad amare una persona così com' è.. capitano addirittura i colpi di fulmine, in cui un ragazzo e una ragazza capiscono di aver davanti la persona destinata ad affiancarli per il resto della vita. Qualcosa del genere era successa a lui. Sin dal primo momento che la vide, capì che in lei c'era qualcosa di speciale. Voleva poterla rivedere e così fu. L'aveva incontrata, ancora e ancora ed era diventato suo amico. L'aveva ascoltata parlare così poche volte, ma aveva scherzato con lei sempre con spontaneità. Avevano cenato insieme più di una volta e quando la incontrava avvertiva tanta felicità. Con lei stava bene, poteva parlare. Sentiva che avrebbe potuto dirle tutto, proprio tutto. Anche della sua vita passata, di quando era Youko. Eppure su questo ultimo punto, c'era un piccolo blocco in lui che non sapeva come abbattere. Lei sorrise dolcemente e gli prese la mano con affetto.

- Grazie per esserti occupato di me! -

Sorrise a sua volta.

- Figurati! -

L'uomo li osservò con invidia, ma soddisfazione.

- Sono così romantici i ragazzi di oggi... eh si! -

Annuì contento.

- Siete davvero una bella coppia! Complimenti Shuichi! -

- Ma.. no! Ha preso un granchio.. -

Spiegò Kurama con un leggero imbarazzo.

- Si infatti.. noi.. non stiamo insieme.. -

Precisò Max rossa in volto.

- Ah no? -

Rimase deluso.

- No.. siamo solo amici! Ma grazie ugualmente dottore! -

Sorrise ancora Kurama.

- Ah.. va beh.. chiedo scusa... -

Tossicchiò riacquistando serietà.

- Allora.. vado un attimo nel mio ufficio! Torno subito e tu... -

Disse indicando Max con sguardo serio.

- Guai a te se ti alzi, è chiaro? -

- E va bene.. -

Esclamò sospirando.

- Mi raccomando Shuichi! Tienila ferma eh? -

- Certo! Ci penso io! -

- Grazie tante della fiducia Shuichi! -

Lo fissò con sarcasmo.

- Scusa.. -

Rise.

- E poi mi sarebbe impossibile alzarmi con questa cosa infilata nel braccio! -

Disse indicando le flebo.

- Meglio così no? Vado e torno! Oh.. a proposito... forse è solo una mia impressione... ma.. come lo hai chiamato prima? Kura...Kura...qualcosa del genere... -

- OPS!! -

Si tappò la bocca con le mani. Cosa le era saltato in testa. Era talmente fuori di sè che non ci aveva fatto caso.

- Emm.. ma no! In realtà non ho capito nemmeno io quello che ha detto, probabilmente era ancora piuttosto debole e... -

Si giustificò lui salvandosi in extremis.

- Si, hai ragione! -

Si grattò la testa confuso.

- Torno fra un attimo! -

Disse richiudendo in seguito la porta alle sue spalle.

- Scusami.. -

Disse sinceramente dispiaciuta.

- Ma no! Non preoccuparti! Ti eri appena risvegliata dal malore, non potevi capire subito quello che stava succedendo! -

- Mh.. ho detto a mia madre che.. Kurama.. è il tuo soprannome.. sai.. per evitare incomprensioni come questa.. -

- Grazie, hai fatto bene! Forse avrei dovuto presentarmi direttamente con il mio nome umano.. ma ormai mi è molto difficile, ci ho fatto l'abitudine ad essere chiamato con il mio vero nome! -

Yusuke, Kuwabara, Hiei, Botan, Keiko, Shizuru, il piccolo Enma.. e anche Max. Erano talmente tanti a chiamarlo con il nome che portava nel Makai.. per lui ormai, Shuichi Minamino suonava così insolito..

- E' un bravo medico! -

Disse cambiando discorso.

- Si è preso cura di mia madre quando era malata, lo sai? -

- Ah si? -

- Già.. so bene che purtroppo non è stato lui a salvarle la vita.. ma ha fatto tutto il possibile per aiutarla e le è stato vicino.. più come un amico che come medico! -

Lo ammirava tantissimo.

- Capisco.. in effetti, ha l'aria di amare molto il suo lavoro! -

- Eh si, si vede! E poi.. non avrebbe mai scelto questo lavoro se non lo amasse! -

- .. ho detto una sciocchezza! -

Si picchiò piano il capo con la mano chiusa in un pugno. Kurama rise dolcemente, come era solito a fare. Poi, posò ancora una volta, la mano sul suo capo. Adorava fare quel gesto, era come se lei fosse un piccolo gattino da accudire. Era un gesto che le prometteva fiducia e prima di tutto, protezione.

- Hai fatto una giusta osservazione invece! -

Sussurrò appena.

- Vedi, un uomo si laurea in medicina perchè desidera occuparsi dei suoi simili, poter rendersi utile e guarire anche le malattie più gravi. Ma lui.. lui ci mette passione, volontà come nessun altro al mondo! Per lui non è solo un modo per aiutare gli altri.. ma anche se stesso! -

- Se stesso? -

Kurama annuì.

- Salvando una vita umana, sente di essere davvero un uomo capace di fare qualunque cosa. Poter creare un farmaco contro le malattie incurabili o scoprire cosa non va in un paziente e fermare la malattia prima che questa peggiori, per lui è una grande soddisfazione! Quando lavora, si nota una luce particolare nei suoi occhi.. una luce... diversa... -

Kurama aveva ragione.

- Perdonami, forse non sono riuscito a spiegarmi bene.. non è molto semplice da dire.. -

- Stai tranquillo, ho capito benissimo! -

Sapeva essere sempre così chiaro.

- Piuttosto Kurama.. ecco.. prima mi hai chiesto perchè ho gridato.. -

- Si.. hai per caso avuto un incubo? -

- Beh ecco.. vedi.. da un pò di tempo.. faccio dei sogni molto strani... -

- Vuoi parlarmene? -

Annuì convinta. In realtà non aspettava altro.

- Ecco.. sogno sempre l'episodio di due anni fa ma... c'è dell'altro! Il sogno inizia sempre con me, cammino al centro della strada e.. in tutta Tokyo, non c'è nessuno, la città è.. completamente deserta! -

La città deserta.. non sapeva cosa volesse significare, ma certo sapeva, sentiva.. che quello non era solamente un sogno.

- Continua.. -

Disse curioso.

- Ecco.. io.. avanzo nel cuore della notte.. nel silenzio... finchè all'improvviso.. non compare una persona.. -

- Chi è? -

- Ecco.. -

Si tormenò le dita delle mani con nervosismo.

- E' proprio di questo che volevo parlarti... è... è così difficile.. -

- Provaci! -

Le disse con dolcezza.

- Ecco.. la persona che compare sempre nei miei sogni... è un de... -

- Eccomi qui! Scusate, ci ho messo più del previsto! -

Disse l'uomo in tono di scusa.

- Allora, se entro stasera non hai più mancamenti o cerchi alla testa di alcun genere, potremo rilasciarti tranquillamente.. in caso contrario, saremo costretti a ricoverarti! -

Sperava davvero che non le capitasse più nulla.

- Ho capito.. grazie dottore.. come sta mia madre? -

- E' ancora un pò tesa, le ho appena parlato! Ma sta bene, è decisamente più tranquilla! Vuoi che te la chiami? Lei ha paura di non essere ben accetta.. -

- In che senso? -

Si portò una mano sulla bocca e trattenne una risata.

- Come fai a non capire? -

- Ma.. -

Li osservò divertito, lievemente arrossito sotto gli occhi.

- Oh! -

Capì. Sua madre pensava che forse, preferiva restare in compagnia di Kurama. Anche lei era certamente convinta, che fra di loro ci fosse qualcosa.

- Ma no! Può.. può entrare tranquillamente... solo.. che la conosco.. comincerà a tempestarmi di domande e... io non me la sento di rispondere.. -

Non avrebbe saputo nemmeno cosa dire per la verità.

- Si certo, capisco perfettamente! -

Un suono dalla sua tasca.

- Ops, scusate, il cercapersone! -

Tirò fuori un piccolo oggetto rettangolare e pigiò un tasto che risuonò con un lieve "bip".

- Chiedo scusa, ma hanno bisogno di me per un altro caso! Avverto l'infermiera di occuparsi di te! -

- Grazie.. -

Ne avrebbe fatto volentieri a meno.

- Va bene, allora vado! Ciao Shuichi, salutami tua madre! -

- Sicuro! -

Lo salutò muovendo lentamente la mano, aspettando che li lasciasse nuovamente soli.

- Allora, mi dicevi? -

Tornò serio e si preparò ad ascoltarla.

- Si dunque.. emm... ecco.. -

Allargò nuovamente le labbra.

- Non fa niente! -

Di nuovo la mano sul suo capo. Chissà perchè, se lo chiedeva spesso. Le avevano sempre dato fastidio le mani addosso, da chiunque, perfino da sua madre per certi versi.. eppure da lui.. Avvertiva così tanta sicurezza, e tranquillità quando la toccava...

- Non sei costretta a dirmelo! Se per te rappresenta un problema allora non insisto! -

- Ma no.. io.. tu... -

Doveva sapere.

- Questa è una faccenda.. che riguarda molto da vicino persino te Kurama! -

- Me? -

Non capiva.

- Cos'ho a che fare con i tuoi sogni? -

Era proprio curioso di saperlo.

- Vedi... la persona che compare sempre nei miei sogni... è.. -

- MAX TESORO! TI HO PORTATO QUALCOSA DA MANGIARE! -

Sua madre spalancò la porta della camera, fra le braccia una montagna di merendine.
Max quasi cadde dal letto, una goccia enorme sulla testa. Kurama, anch'egli imbarazzato, afferrò la ragazza riportandola alla posizione eretta, evitandole una brutta caduta sul pavimento gelato e duro come il marmo.

- Ma.. ops... ho interrotto qualcosa? -

Ridacchiò maliziosa.

- No no! Assolutamente niente! -

Mentì. Ancora una volta era sul punto di dirgli la verità sul suo sogno e cioè che lui stesso, quasi ogni notte, compariva nella sua testa sotto la forma di un demone volpe.
Per lei era già così complicato.. temeva di dire una parola di troppo e di conseguenza, di farlo arrabbiare impicciandosi nei fatti suoi.

- Dicevo.. ti ho preso qualcosa da mangiare! Tieni! -

Lasciò cadere le merendine sul letto, sopra di lei.

- Ma.. quanta roba hai preso, si può sapere? -

- Sono le tue preferite! Al cioccolato! Hai bisogno di zuccheri tesoro! -

Lei adorava il cioccolato e quelle merendine erano così invitanti..

- Ma sei pazza? Vuoi farmi diventare una bomba??? -

Kurama scoppiò a ridere divertito.

- Ma no amore! Non voglio farti diventare una bomba.. voglio solo.. che tu... torni ad essere in forma.. sennò.. la tua mamma... -

Tirò su con il naso.

- Oh no mamma.. non ti rimetterai a piangere adesso... -

- Mh....mmmh.... buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! -

Affondò il viso fra le braccia che posò sul materasso.

- TI PREEEGOOOOO! -

Si tappò le orecchie furiosa. La voce della donna sapeva romperle i timpani, Kurama voltò il capo affinchè Max non lo vedesse ridere a crepapelle, gli occhi che quasi lacrimavano dalle risate scompisciate.

- VUOI FARMI DIVENTARE PAZZA???? SMETTILA!!! -

- La tua mamma.. si preoccupa per te... pensavo.. di farti contenta portandoti i tuoi dolci preferiti.. e invece... e invece... BUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -

- MAMMAAAAA! -

Kurama era sul punto di scoppiare. Dovette alzarsi dalla sedia, che quasi si ribaltò per il brusco movimento, e raggiunse la finestra fingendo di guardare attravero il vetro.

- Mi hai presa per cretina? Guarda che lo so che te la stai facendo addosso dalle risate Shuichi-san! -

Sapeva che chiamandolo in quel modo avrebbe certamente cambiato il suo umore, non gli piaceva che lei lo chiamasse con il suo nome da essere umano.
Scoprì di aver avuto ragione. Kurama smise subito di ridere e la fissò. Calmo, quasi stupito, ma finalmente aveva smesso di schernirla. Gli lanciò un'occhiata maliziosa, un sorriso altrettanto furbo, un modo come un altro per dire: "Ti ho messo con le spalle al muro!" Ma non appena sua madre ricominciò a sgolarsi fra i singhiozzi, la sua tranquillità svanì di nuovo e sotto a farsi venire il mal di pancia.

- KURAMA!! -

Incrociò le braccia al petto e fece sprofondare la testa nel cuscino. Decise che l'unica soluzione era quella si rilassarsi e attendere che le cose tornassero normali. Purtroppo dovette guardare l'orologio da polso parecchie volte prima che la donna smettesse di piangere e Kurama di contorcere il volto burlandosi come un idiota.

- Forse ve lo siete scordati.. -

Disse lei ingiuriata mentre finalmente nella stanza regnava maggior quiete.

- Qui la vittima sono io... un pò di rispetto! -

- Io... ti ho portato.. -

Gemette sua madre.

- Le merendine al cioccolato.... mh..... buaaaaaaaaaaaaaah! -

- OH NO!!! -

Kurama fece appello a tutte le sue energie, persino a quelle nascoste dentro di lui, quelle che usava solamente in battaglia per restare immobile e zitto. Non ci riuscì, si divertiva a dismisura.

- NON NE POSSO PIU'! DOTTORE!!!! TORNI QUI, LA PREGOOOO!! -

Un'infermiera entrò in apprensione spalancando la porta. Lo stetoscopio intorno al collo.

- Che succede qui? -

Sua madre si alzò di scatto e andò ad avvolgere la vita della donna.

- Aaaaaah!! -

- Ma... ancora... -

Sospirò amareggiata.

- Su, vieni, forse è meglio se prendi un'altro bicchiere di tè.. -

Si lasciò accompagnare, mentre la collega le offriva un fazzoletto pulito che in un attimo fu da buttare.

- Hai finito? -

Chiese schernita e irata a Kurama che faticava a fermare le risate.

- Si.. scusa... -

- Mi chiedo cosa diavolo ci trovi di tanto divertente.. mia madre è una piagnona.. grazie a Dio non ho preso da lei! -

- Ehe! -

Tornò a sedersi accanto a lei, ora più calmo e rilassato.

- Allora, ti va di finire quel discorso? -

- Quale.. -

- Il tuo sogno.. -

- Ah.. già... -

Voltò il capo dalla parte opposta, le braccia ancora incrociate al petto.

- Mi è passata la voglia, non ti dico più niente! -

- Ti sei offesa? -

- Tsk! -

Quanto erano simili..

- Lo sai.. tu e Hiei vi somigliate molto! -

- CHE? -

Riuscì ad irritarla ancor di più.

- Non paragonarmi a quel bastardo senza cervello, chiaro?? -

- Accidenti.. scusa.. non volevo.. ma allora lo odi proprio eh? -

- Se lo vedi mandalo a quel paese da parte mia! -

E di nuovo girò la testa.

- Ma.. andiamo sei davvero arabbiata con me? -

- Mh! -

Si chinò in avanti per poter vedere il suo sguardo.

- Cosa posso fare.. per farmi perdonare? -

Le disse con dolcezza, il sorriso costantemente sulle labbra.. e quegli occhi...

- Boh.. -

Rispose lei mantenendo la serietà.

- Allora.. questo.. pensi che basti? -

- Questo cosa? -

Non appena terminò la domanda, avvertì il suo profumo tutt'intorno e il tepore delle sue labbra che toccavano delicatamente e con dolcezza la sua guancia.
La mano destra pigiata sul materasso per mantenersi in equilibrio, quella destra posata affettuosamente sulla sua spalla. D'un tratto sentì la rabbia svanire e la temperatura del suo corpo salire di colpo.
Kurama si stacco da lei e le sorrise ancora una volta, in silenzio. Lei divampò e la sua pelle rosata assunse il colore di un lampone, fumi di calore le uscirono dal capo.

- Ah ah ah! -

In un modo o nell'altro, con lei riusciva sempre a divertirsi.

- Perdonato? -

Strizzò l'occhiolino.

- Uffa.. -

Scostò lo sguardo tentando di riprendersi dalla vergogna.

- Così non vale però.. -

- Dai, sciocchina! -

Accavallò la gamba e si mise a braccia conserte.

- Dimmi tutto! Ti ascolto! -

- Eh? Ah.. si.. -

Lentamente la sua pelle riprese il colore normale. Meno male, non era più pallida come quella mattina.

- Ecco dunque... ti dicevo.. che da un pò di notti sogno sempre una persona.. -

- Si.. e hai anche detto che il tuo sogno mi riguarda molto da vicino.. spiegati meglio! -

- Ora.. ti dirò chi è quella persona.. e capirai tutto! -

Tirò un profondo respiro.

- La persona che sogno sempre.. è.. -

Si fermò per un attimo, aspettando che qualcuno, ancora una volta, facesse irruzione in camera interrompendo la sua frase. Quando vide che stavolta non accadde nulla, prese coraggio e disse tutto fino alla fine.

- Un demone volpe dai capelli d'argento! -

Si stupì, sbarrò gli occhi color smeraldo, le labbra semichiuse. Il vento soffiava delicato e fresco fra i loro capelli penetrando furtivo dalla finestra della camera.

- Quel.. quel demone.. sei.. sei tu.. non è vero? -

Le dita ancora tormentate, il capo chino per evitare il suo sguardo. Kurama non disse una parola.

- Kurama? -

Deglutì e alzò lentamente gli occhi. Fu al quanto sorpresa di scorgerlo sorridente.

- Che.. che c'è? Ho.. ho detto.. qualcosa di sbagliato? Ho forse.. preso un granchio? Ho detto una stupidaggine? -

Soddisfatto scosse lentamente la testa.

- No! Hai detto la verità! -

Disse dunque.

- Si, è vero! Quel demone volpe.. sono io! -

Non si arrabbiò, nè le intimò di starsene al suo posto. Meno male, che gioia.

- Ma.. ecco.. come.. com'è possibile.. voglio dire.. tu chi sei in realtà.. quale dei due intendo.. -

- Ti dirò tutto! -

Il blocco che aveva nel doverle raccontare il suo passato svanì.

- Vedi.. un tempo io.. ero una volpe! Un ladro a dire il vero... vivevo nel mondo dei demoni! -

- Il mondo dei demoni.. -

- Il Makai.. -

- Mh! -

Il regno nemico.

- Ero molto famoso e temuto da chiunque! Nessuno riusciva a prendermi, ero astuto e veloce, riuscivo sempre a farla franca! -

Disse.

- Nel Makai ero conosciuto.. con il nome di Youko Kurama! -

- Youko... -

Nel suo sogno non aveva mai detto quel nome..

- Un giorno.. fui inseguito da un cacciatore... che mi ferì.. così scappai nel Rekkai, il mondo degli umani, questo mondo... e mi rifugiai nel corpo di una donna! -

Nel corpo di un'umana all'oscuro di tutto.

- Mia madre! -

Proseguì.

- Così.. divenni Shuichi Minamino! Sono rinato sotto forma di essere umano, in una parola ho unito le nostre entità e sono stato partorito diciassette anni fa! -

- Quindi.. questa sarebbe.. la tua seconda vita... -

- Esatto! Ero troppo debole per condurre una vita nel regno umano, pensai di rinascere e diventare un'altra persona! Così eccomi qui.. -

Sperava solo di non spaventarla o allarmarla in qualche modo. Per fortuna, rimase tranquilla.

- Ora è tutto chiaro! Ecco perchè nel mio sogno.. Youko.. ha detto di chiamarsi "Shuichi Minamino".. voleva farmi arrivare a te! -

- E' incredibile! -

Non lo avrebbe mai immaginato.

- Hai un grande potere Max! Lo sai? -

- Un potere? -

- Si! Sei riuscita a scoprire la mia vera identità attraverso un sogno! Io non ti avevo ancora detto niente.. e mi dispiace.. forse avrei dovuto parlartene subito.. -

Quella sera in cui scoprì la sua natura di yookai.

- No, tranquillo.. non eri tenuto a dirmi un bel niente.. non erano affari miei.. comunque.. tu dici che.. ho avuto.. una specie di premonizione? -

Rammentò la domanda di Youko Kurama due notti prima...

- Hai mai avuto una premonizione? -


- Qualcosa del genere.. forse hai dei poteri.. molto simili a quelli di Kuwabara! Anche lui può prevedere le cose in sogno! Te l'ha detto? -

- No.. non lo sapevo.. -

Già.. quante cose non sapeva dei suoi nuovi amici.. non sapeva niente nemmeno di Kurama.. almeno fino a un attimo prima.

- Come vedi, non sei più l'unica a possedere un potere incontrollabile! Noi ti siamo vicini, perciò.. abbi fede! -

Doveva avere fiducia nelle sue capacità..e nei suoi poteri. Perchè prima o poi, presto o tardi, che fosse il giorno dopo o a distanza di settimane.. avrebbe dovuto affrontare la missione per la quale era nata.. combattere gli essere che più detestava: i demoni oscuri.
Certo si sarebbe rivelato difficile. Ma con accanto delle persone straordinarie come loro, soprattutto come Kurama, persone dai poteri sconosciuti in grado di capirla, aiutarla.. sicuramente ce l'avebbe fatta a tirare avanti.

- Si, grazie Kurama.. ora mi faresti un favore? - - Certo! Dimmi! - - Mi aiuteresti.. a levarmi da qui questa montagna di merendine..? - Un'altra dolce risata. - D'accordo! Vuoi riposare? - - Si, sono stanca.. chissà.. magari ti sogno ancora! - Avrebbe tanto voluto saperne di più su di lui.. e su quel sogno così trano.. Posarono le merende sul comodino, poi Max affondò la testa nel cuscino e sospirò assonnata. - Non sei più sola! -

Sussurrò appena prima che cullata dal calore delle coperta e dall'affetto della sua amicizia, Max, si addormentasse.
Era certo che la sua conoscenza delle arti marziali, l'avrebbe condotta lontano e che i suoi poteri col passare del tempo, sarebbero diventati sempre più forti.

"La nostra conoscenza se paragonata alla realtà, è primitiva e infantile.. eppure è il bene più grande di cui disponiamo. (Albert Einstein)
  
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