Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Voglioungufo    04/05/2015    3 recensioni
SEQUEL DI "STRANE COSE QUELLE DI CUI PARLANO QUESTI INNAORATI"
Sono passati tre anni dalla fuga di Giorgia. Albus è troppo chiuso nella sua solitudine per notare i nuovi vicini mentre Lily è alle prese con una nuova e pericolosa amicizia facendo preoccupare James che ha gettato anima e corpo nel suo "lavoro" per dimenticare Dominique, in francia, e Fred, disperso da un anno.
Rose si sente inutile incapace di aggiustare la famiglia ormai spezzata, solo Scorpius riesce a capire a il suo dilemma e rincuorarla. L'unico lato positivo sembra il matrimonio tra Teddy e Victoire, peccato che la piccola Roxanne sia innamorata del metamorfusmago. Anche Luois non partecipa alla felicità della sorella troppo preso a custodire il suo segreto. Frank sembra aver abbandonato definitivamente i suoi amici
Nel frattempo il mondo sotterraneo inizia a tornare alla luce e la domanda sorge spontanea: riusciranno a difendersi dal Chaos e dal Delirium, o la storia sta per ripetersi?
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Chaos or Delirium?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
asedfrgthyjukiloòp
Cap 9.
Londra.
**
12 Agosto 2025.
Londra Babbana.
"E non avete ancora sentito la parte migliore!" Dominique interruppe la ridarella collettiva che aveva preso tutti a quel divertente racconto "Quando riesco finalmente a farmi dire il segreto, sapete cosa mi dice Louis? 'Va bene, ma non dirlo a Dominique". Cioè, lo ha detto a me, capite?"
E ripresero a ridere troppo increduli, specialmente quando Rose iniziò a grugnire. Scorpius le sorrise con dolcezza, finiva sempre così quando la sua ragazza rideva troppo.
"E quindi, questo segreto?" chiese Frank riprendendosi dalla risata.
"Non era nulla di importante, solo che James aveva avuto una ragazza mentre io ero in Francia".
"Ma che gran segreto, lo sapevano tutti" garantì Scorpius gettando la testa all'indietro.
"Parola mia, quella non era una persona. Era una piovra" fece solennemente Rose mettendosi una mano sul cuore. Dominique tornò dentro il camerino per cambiarsi proclamando:
"Che poi lo sanno tutti che cosa fa il nonno nel capannone".
"Sì, certo." la seguì a ruoto Rose "Ma su certe cose è ancora un bambino. Non si direbbe che abbia preso la lode ai M.A.G.O."
"E' un piccolo genio" continuò sul quel discorso l'amica "E pensare che nessuno è mai riuscito a prendere la lode, nemmeno zia Hermione, tu o Al. Vi ha battuti tutti".

Una normalissima e piacevolissima giornata con il solito cielo grigio, alla mattina era anche piovuta qualche goccia, gli inglesi camminavano tra le strade della City con il loro ombrello, chi con calma e chi con fretta, i soliti turisti vestiti come se dovessero andare in montagna fotografavano ogni cosa. Quattro maghi si erano mimetizzati in quella folla per vivere una piccola giornata tra amici tranquilla e lontano dal solito agitar bacchetta.
Frank aveva accettato quella proposta a braccia aperte, specie perché era rimasto isolato ad Hogsmeade per un po', Scorpius doveva essersi incazzato con lui per qualche strano motivo.
Forse perché sono l'unico a pensare in maniera razionale e lucida?
In ogni caso, si era sentito sollevato quando aveva ricevuto la lettera di Dominique in cui lo invitava a Londra per una giornata tra amici.
Scorpius sembrava aver dimenticato la sua incazzatura perché si comportava come il solito idiota con i capelli da barbie. Gli era mancato, il suo migliore amico, anche se parlava senza ragionare. Come in quel momento.
"Non capisco perché siamo dovuti venire in questo negozio di vestiti, io volevo andare a vedere i videogiochi! Perché?" piagnucolava nonostante le sue labbra fossero piegate in un sorriso ebete.
"Per dei semplici motivi" disse Rose scostando le tende del camerino e uscendo con una maglietta a maniche lunghe a motivi floreali. Frank alzò i pollici in segno di approvazione mentre la rossa  alzava le dita della mano come se stesse contando qualcosa:
"Punto uno" iniziò "Dominique ha dimenticato la valigia a casa e non potrà indossare per sempre i vecchi vestiti di Vic".
"Soprattutto perché non ho la sua stessa taglia" grugnì l'altra infastidita.
"Punto due. Quando ha iniziato a piovere questo era il negozio più vicino."
"Ma ha smesso di piovere secoli fa" sbuffò Scorpius buttandosi lungo disteso sul divanetto delle attese.
"Punto tre" continuò impassibile Rose "Tu non sai nemmeno cosa sia una videogioco".
"Appunto! Voglio vedere cosa sono".
"Ne parli come se fossero una razza di draghi estinta da secoli" gli fece presente Dominique uscendo anche lei dal camerino.
La sua migliore amica era veramente sexy. Aveva costretto i lunghi capelli rossi in uno chignon sfatto e alcuni ciuffi le ricadevano delicatamente sul collo, la maglia che indossava aveva uno scollo a barca che le lasciavano scoperte le spalle, le maniche lunghe restavano strette per buona parte del braccio ma in prossimità del polso si allargavano facendo un bell'effetto. Era di varie tonalità di azzurro, mischiate tra loro come se chi l'avesse fatta fosse uno di quei strambi pittori moderni lanciando schizzi senza un criterio preciso.
"Sta benissimo, Domi", le garantì sorridendo. La ragazza rimase davanti allo specchio a fissarsi in tutte le angolazioni evidentemente scettica.
"Non mi piace", disse infine tornando dentro il camerino senza dar loro il tempo di ribattere.
"Ma sei impazzita! Devi assolutamente prenderla" sbottò Rose entrando nello stesso camerino.
"Non mi piace" la sentirono ripetere.
Frank scosse la testa mentre Scorpius si alzava brandendo in mano... decise di non indagare su cosa fosse effettivamente.
"Ehi, Rosellina-Stellina?" disse quello aprendo la tende del camerino di scatto. Frank si sentì andare totalmente a fuoco.
Ma è impazzito o cosa?
Dentro Dominique stava tentando di togliersi la maglietta mentre Rose tentava di ricacciargliela per convincerla su quanto stesse bene. Quando Scorpius aveva scostato la tenda le due si erano bloccate subito in una scena molto equivoca. Dominique aveva la maglietta alzato fino al reggiseno e tentava di spingere lontano Rose la quale teneva le mani ben chiuse sulla maglietta. Entrambe avevano un'espressione imbarazzata e omicida.
"Tesoro!" fece Scorpius assolutamente ignaro delle maledizioni che uscivano dagli occhi delle ragazze "Che ne dici di provarti questo?" E così dicendo mostrò quello che teneva in mano.
Un completo di intimi in pizzo scandalosamente sexy.
"Cosa ti frulla su quella testa?!" sbottò Rose con le orecchie rosse mollandogli un bel pugno sullo stomaco che lo fece indietreggiare di parecchi passi.
Quando le due si rinascosero dietro la tenda, il suo idiota quanto biondo migliore amico si girò a guardarlo con un sorriso totalmente fuori luogo:
"E' così adorabile quando mi prende a pugni".
"Sì, se sei un masochista" gli fece presente.
**

Londra, Ufficio Auror.
James adorava l'Accademia. Non quanto Hogwarts, ma l'adorava.
Sul serio.
Innanzitutto non c'erano tutte quelle regole e non si seguivano le lezioni pallose, uin più lì tutti lo adoravano. Ok, non proprio tutti. Ma stava bene.
Era bello stare in Accademia.
Era bello stare in Accademia.
Era bello stare in Accademia.
Io amo l'Accademia, ovvio!
"Matricola, vammi a prendere un succo di zucca".
Aaaargh, voleva tornate ad Hogwarts!
"Certo, signore", disse con un sorriso tirato che nascondeva la sua voglia di prenderlo a pugni.
A onor del vero non si trovava all'Accademia, ma direttamente negli Uffici Auror dove stava facendo la sua solita lezione settimanale sul campo. Ovvero, doveva passare un giorno a settimana sul 'campo' per sapere come si comportava un Auror. Meglio ancora, fare lo schiavetto per un tizio che non lo sopportava per ventiquattro ore a settimana. Il tizio in questione era un tale Reim Rainsworth il quale hobby era mandare James a fare le consegne più inutili e stupidi della storia dei poveri stagisti dell'Accademia.
Amen.
In ogni caso si alzò per andare a prendere quel maledetto succo. Borbottando maledizioni, s'intende, se qualcuno gli avesse chiesto cosa stesse borbottando avrebbe risposto che stava ripassando per l'esame. Tiè.
"Ehi, Jamie"
"Stavo solo ripassando per l'esame, lo giuro!" si girò di scatto verso la voce.
Si ritrovò davanti a suo padre in mise da Auror che lo fissava perplesso in viso. Dietro di lui c'era lo zio Ron e poi i due agenti nuovi.
"Ohi, papà." si risolse a dire "che cosa ci fai qui?"
"Io ci lavoro qui, Jamie" gli fece presente guardandolo preoccupato.
Ah, sì. Giusto.
"Io ho una consegna per sir Rainsworth" fece indicando il bicchiere colmo di succo di zucca.
"Ah capisco, sei in stage" e gli arruffò dolcemente i capelli "Noi abbiamo da lavorare, ci vediamo a casa".
"Va bene" disse cercando di trattenere lo sguardo pieno di curiosità che rivolse alle loro schiene mentre si allontanavano. Si riscosse e si diresse verso la scrivania del suo capo meditando un modo per origliare la conversazione senza essere scoperto. L'ufficio di suo padre era circondato dal muffiliato e quindi scoprire qualcosa con le Orecchie o aggegi simili era fuori questione. E pure mettersi fuori dalla porta, lo avrebbero beccato subito.
Mise una mano in tasca e con un sorriso constatò che sì, si era portato dietro quell'aggegio babbano modificato da Al in grado di registrare le conversazioni.
Aveva detto di chiamarsi cimice, nel mondo babbano, ma il fratello lo aveva potenziato in modo che non venisse distrutto dalla presenza della magia ed in più mandava subito le conversazioni in uno specchio in camera di Al.
Suo fratello, quando voleva, diventava un maledetto genio.
Strinse le dita intorno al piccolo fermaglio. Il problema era farlo entrare nell'ufficio di suo padre senza che qualcuno se ne accorgesse.
"Finalmente! C'era fila, per caso?" fece antipatico il despota.
"Ho incontrato mio p... il Capo Auror" si corresse cercando di non ringhiare.
"Oh, è arrivato!" sbottò quello. Evidentemente doveva provare antipatia per tutta la progenie Potter "Portagli queste carte". E senza guardarlo negli occhi gli passò un plico di fogli da firmare dietro il quale James rischiò di essere sepolto.
"V-va bene" disse cercando di non far cadere nemmeno uno di quei fogli e di trattenere al contempo il sorrisetto di vittoria. Lassù nel cielo ci doveva essere qualcuno follemente innamorato di lui, adesso sapeva dove mettere la cimice.
**

Polonia, Foresta di Biełowietza.
Melody non riusciva a capire come potesse sentirsi sia sollevata che spaventata allo stesso tempo per la medesima cosa.
Fred.
Era sollevata che si fosse risvegliato, aveva creduto che gli fosse sucesso qualcosa e rivedere il suo sorriso sarcastico era stato estremamente rassicurante. Ma ne era anche stata spaventata. Per tutto il tempo in cui era stato svenuto non aveva fatto altro che borbottare strane parole nel sonno e più di una volta l'aveva afferrata incosciamente impedendole di muoversi. Una volta l'aveva presa proprio quando aveva deciso di smetterla di stargli seduta accanto e di andare a farsi un giro, appena si era alzata dalla sedia si era sentita afferrare per il braccio e Fred aveva sussurrato qualcosa tipo: "Non c'è nessuna possibilità di scegliere?"
Aveva sentito un brivido partire dal punto in cui la mano del ragazzo si stringeva sul suo braccio raggiungere il suo cuore che aveva iniziato a battere sempre più velocemente.
Portò le ginocchia sotto il mento stringendole con le braccia. Era felice che Fred si fosse risvegliato ma...
...aveva paura di lui.
Non sapeva se considerarla una cosa sciocca, ma da quando si era svegliato si era accorta del profondo terrore che la invadeva ogni qual volta posasse i suoi occhi blu su di lei. Lui poteva ucciderla in qualsiasi momento, doveva farlo, eppure non lo aveva ancora fatto. Perché?
Chiuse gli occhi chiedendosi perché fosse nata, sarebbe stato tutto più semplice se non fosse mai esistita. Portava solo dolore e distruzione ovunque andasse.
Quando riprì gli occhi si sentì congelare, non vedeva più il rassicurante paesaggio della foresta polacca ma solo un'infinita distesa di oscurità e lei era seduta sopra la superficie dell'acqua che ricopriva quel luogo immenso.
Oh no...
Poteva significare solo una cosa e quella consapevolezza la fece tremare come una foglia. Dall'acqua uscì la figura di un uomo dai lunghi capelli neri, il volto completamente liscio e privo di occhi, naso o bocca.
L'Uomo senza volto. La paura crebbe dentro di lei, non poteva fare nulla e Fred era ancora nella casetta sull'albero per riposare, nessuno sarebbe venuto ad aiutarla.
Melody.
"No, lasciami stare" disse quando l'Uomo tentò di accarezzarle il viso con una mano.
Non ricordi ancora, mia preziosa Melody?
Senza che volesse delle lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi, sentiva una strana sensazione di nostalgia in gola che le impediva di singhiozzare liberatamente. Non riusciva a muoversi.
Non piangere.
Le dita erano lunghe e pallide mentre percorrevano il suo viso e le asciugava le lacrime come se stesse scrivendo una storia sulla sua pelle.
Il tempo, Melody. Sarà il tempo a far riemergere tutto.
La sua voce era calda e rassicurante, si ritrovò a desiderare di poter ricordare, lei voleva ricordare. Voleva sapere chi fosse quell'uomo per poter rivedere ancora i suoi occhi e il suo sorriso. Perché gli sembrava così familiare quel tocco sul suo viso?
Capirai presto di non essere come le altre foglie in balia del vento.
Chiuse gli occhi incapace di fermare lo scorrere delle lacrime.
Potrei assaggiare anche tu la linfa vitale del ricordo.
"Quando?" chiese con la voce rotta. Quando, quell'incubo sarebbe finito del tutto?
Presto. Le assicurò avvicinandosi. Sulla pelle liscia di quel viso si aprì uno squarcio e iniziarono a formarsi delle labbra sottili che si avvicinavano sempre di più a quelle della ragazza.
Presto. Ripeté mentre Melody abassava lo sguardo completamente vinta in attesa del momento in cui le loro labbra si sarebbero toccate.
Non accadde; sentì la presa delle dita sul suo viso sparire e scivolò a terra bagnadosi il viso con l'acqua che ricopriva il pavimento. Alzò lo sguardo leggermente stordita e vide davanti a sé una ragazzo di schiena dai capelli rossi che teneva in mano una grande falce dorata.
"...Fred", sussurrò. Il ragazzo girò appena la testa guardandola impassibile con i suoi occhi blu poi si scagliò contro l'Uomo senza viso del quale ora si vedeva un sorriso ambigua sulla pelle liscia.
"Non pensavo che sarebbe stato il mio discendente ad attaccarmi" disse prima che tutta la visione sparisse in una vorticosa spirale e lei si svegliasse nella foresta.
"Fred!" disse cercando di ritrovare la voce. Si alzò di scatto ma dovette agrapparsi al tronco di un albero per un improvviso capogiro.
"Fred" lo richiamò iniziando a camminare verso la casa sull'albero. Iniziò a correre e poi si arrampicò con ansia crescente. Forse perché temeva che fosse ancora in quella strana dimensione a combattere contro l'Uomo. Se gli fosse sucesso qualcosa a causa sua...
"Fre...!" lo richiamò interrompendosi di scatto quando notò che era disteso sul letto addormentato.  Confusa si avvicinò proprio nel momento in cui lui apriva gli occhi. La fissò sospettosa borbottando innervosito con la voce impastata dal sonno:
"Cosa vuoi?"
"Ucciderti nel sonno!" gli ringhiò contro innervosita senza nessun motivo. E così detto uscì dalla casetta.

**
Casa Potter.
Louis sobbalzò facendo cadere le sue pedine dalla scacchiera e Al lo guardò perplesso. Anche lui aveva sentito quel 'beeep'. Poi capì e come una furia si gettò verso l'armadio, l'aprì e ci trafugò dentro come un forsennato.
"Che stai facendo?" gli chiese il cugino abbandonando anche lui il gioco.
Lo zittì con un 'Shhht!' tirando fuori dai suoi vestiti un normalissimo specchio.
"Ma cosa...?" continuò il biondo ma anche 'sta volta fu zittito, ma non da Al, bensì da una voce proveniente da dentro lo specchio.

Ufficio del Capo Auror Potter.
Hiro studiò per bene l'ufficio in cui si trovava alla ricerca di qualsiasi cosa che potesse far trasmettere i loro discorsi all'esterno. Sembrava tutto in ordine, ma il suo istinto non sembrava intezionato a rilassarsi.
C'era qualcosa che non andava. Ma non in quell'ufficio, quel presentimento lo aveva accompagnato per tutta la mattina. Stava per accadere qualcosa, anche se non riusciva bene a capire cosa; già il fatto che qualcuno fosse riuscito ad accedere nel Tartaro, la grande dimensione dove risiedevano il Chaos e il Delirium era allarmante.
"Si sieda pure" il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce piena di fredda cortesia del Signor Potter.
"La ringrazio", disse seguendolo sullo stesso timbro. Nonostante al loro primo incontro avesse fatto capire che odiava tutta quelle formalità i due Auror inglesi sembravano aver ripreso a trattarli con la diffidenza iniziale. Forse perché aveva rivelato quello cose su Albus Potter? No, il Capo Auror Potter non gli sembrava il tipo che se la prende per una cosa del genere. C'era sotto qualcos'altro. Sì, molto probabilmente avevano tentato di fare qualche ricerca sulla Base senza trovare, ovviamente, nessuna informazione. Il semplice fatto che non fossero stati per iniziare le indagini e che avessero dovuto presentarsi lì di proprio iniziativa per ricordargli - volendo usare le parole di Sam- che, ehi, loro esistevano!, faceva capire che il reparto inglese non volesse più lavorare con loro.
Stupidi e diffidenti inglesi.
Se proprio doveva indovinare ora gli avrebbe dato delle scartoffie da leggere sul caso che li avrebbe tenuti impegnati per un po', giusto per avere ancora una margine di autonomia.
Potter si schiarì la voce cercando qualcosa tra i cassetti della scrivenia, quando lo trovò tirò fuori un fascicolo enorme e iniziò a parlare con fredda cortesia:
"Qui ci sono tutti i risultati degli ultimi tre anni a questa parte sul...."
Appunto.

Harry si sentì imbarazzantemente in colpa. Ne aveva discusso con Ron dopo aver cercato per lungo e in largo qualcosa rigurdante questa fantomatica Base ma avevano trovato solo il nulla. Non potevano fidarsi di loro.
Il giapponese per tutto il tempo in cui blaterò parole a caso lo fissò con uno sguardo molto consapevole di cosa gli passasse realmente per la testa.
Aaaargh.
Rimasero brevemente in silenzio. Poi decise che qualche gentile convonevole poteva farlo, così riprese a parlare cercando di mantenere un tono rilassato.
"Avete già trovato una sistemazione".
"Certamente" rispose allegramente il più giovane, Sam "Abbiamo trovato un appartamento in un edificio babbano poco lontano dall'Accademia. Un bel posticino".
"Bene" disse non sapendo esattamente cosa dire. Restarono ancora in un imbarazzante silenzio, cercò di inventarsi qualcosa da dire ma il giapponese lo precedette.
"Lo so che non ci vuole qui" esordì con uno sguardo determinato di chi non ha tempo da perdere.
Uno a zero per gli stranieri.
"Non ci fraintenda..." iniziò nervosamente Ron.
"Non ci vuolete qui, non mi sembra di fraintendere" continuò quello ignorandolo totalmente "Voi non sapete nulla di noi, siamo saltati praticamente fuori dal nulla. Non pretendo che voi vi fidiate di noi, considerando che la nostra prima e ultima conversazione è stata intercettata".
"Dai miei figli" Harry non riuscì a frenare la lingua. Se si aspettavano che si scusasse...
"Sinceramente, a me la cosa va più che bene" lo sorprese "Albus Potter doveva sapere la sua vera natura, solo così può decidere la propria strada in futuro in maniera obiettiva".
In cuor suo ricominciò a rivalutarli, ma restava il fatto che della loro provenienza non sapevano praticamente nulla.
"Signor Thai..."
"Hiro" lo interruppe "Odio i formalismi, glielo ho già detto".
"Lo stesso vale per me" si sentì sorridere. Non andava bene, doveva ricordarsi che quei agenti erano delle maledette spinde nel fianco.
"Allora questa farsa è decisamente stupida" sbottò Hut "Vogliamo la stessa cosa. Tutti questi giri di parole non porteranno a nulla. Capiamo che vi risulti difficile fidarvi di noi, ma non potete combattere questa battaglia da soli".
"Ah no?" fece Ron incrociando le braccia e pronto a dimostrare quanto fossero bravi gli inglesi a combattere le proprie battaglie.
Il giapponese lanciò uno sguardo ammonitore al suo sottoposto prima di parlare: "E' una cosa che non riguarda solo voi. La cosa migliore da fare è unire le forze per combattere un nemico comune".
Si massaggiò stancamente la radici del naso, quella giornata si stava rivelando molto lunga e faticosa.
"Avete ragione, non ci fidiamo di voi" concesse "Ma avete anche ragione a dire che dobbiamo unire le forze. Ci siamo comportati in maniera infantile".
"Quindi?"
"Quindi, benvenuti nella squadra, agenti".
Il momento idilliaco fu interrotto dal rumore di un'allarme proveniente dalla cintura di Hiro.
"Cosa...?"
"Maledizione!" imprecò quello "Lo sapevo che c'era qualcosa che non andava!"
"Che succede?" chiesero scattando in piedi e afferrando le bacchette.
"La Londra babbana è sotto assedio".
**
Londra Babbana.
"Hai tutte le labbra sporche di schiuma" rise Rose e Scorpius ricambiò con un dolce sorriso mentre si puliva con un tovagliolo.
"che imbranato" lo prese Frank in giro evitando per un pelo un pezzo di muffin "Che maleducato, non te l'hanno mai detto che non si gioca con il cibo?".
 "Che razza di amico" sospirò teatralmente il biondo mentre le porte dello Starbuks si aprivano facendo suonare i campanellini.
"Questa cosa dovrei dirla io!" fece fintamente offesa Dominique "Ovunque vada, mi mettete subito in imbarazzo".
"Come sei nooooiosa" fece cadere la testa sul tavolo beccandosi un rimprovero dalla sua Rosellina "Ammettilo, senza di noi ti annoiavi in Franciahia" si lamentò quando venne schiaffeggiato sulla nuca.
"Sai cosa?" fece la mezza Veela rubandogli quel che restava del caffé "Hai perfettamente ragione"
Fece un po' di scena sul fatto che gli avesse rubato la bevando ma sotto sotto ne era felice, quell'acqua sporca babbana faceva schifo. Voleva una burrobirra.
Ma poi, sentì uno strano formicolio sulla nuca e senza un vero e proprio motivo afferrò per il braccio Rose gridando seriamente: "GIU!" gettandosi sotto il tavolo mentre degli incantesimi sfrecciavano dove si trovavano poco prima.
Fortunatamente anche Frank e Dominique avevano eseguito l'ordine. Lanciò uno sguardo alle proprie spalle e vide che tra le urla generali di terrore dei babbani degli uomini avvolti in manti neri lanciavano incantesimi verso la loro direzione.
Rose prese la bacchetta ergendo uno scudo intorno a loro.
"Smaterializziamoci" gridò Dominique.
"Non possiamo!" fece Frank terrorizzato "Non senti? Ci sono gli stessi blocchi che ci sono ad Hogwarts".
"Morale della favola, non ci si può smaterializzare o materializzare in questa area" spiegò shoccato.
"E di che aria stiamo parlando?"
"Probabilmente" fece Rose rinforzando lo scudo "Una buona parte di Londra".
"che bella notizia! Stupeficium!"
"Allora, qual è il piano?" chiese Frank lanciando a sua volta un incantesimo.
"Io lo so, io lo so!" disse cercando di non sbattere la testa sulla tavola.
"Sentiamo, Scorpius" sbuffò Rose.
"Improvvisiamo, no?" rispose con il solito sorriso da idiota.
"Buffone" lo rimproverò la sua ragazza lanciando altri incantesimi.
"Allora" iniziò Dominique in modo molto più serio rispetto a lui "Guadagniamo l'uscita e cerchiamo un modo per chiamare aiuto o per smaterializzarci".
"Sì, è la cosa migliore" le diedi corda Frank "Io e Scorpius vi copriamo le spalle fino all'uscita, dopo capovolgiamo i ruoli".
"Perfetto" accordò Rose "Al mio tre iniziamo a correre, ci nascondiamo dietro quel tavolino e dopo partite voi".
"Bene"
"Allora... uno, due... tre!"
"Protego!" gridò il biondo fortemente mentre Frank lanciò uno schiantesimo verso uno degli ammaentati. Rose e  Dominique corsero fino ad arrivare al sicuro dietro a un tavolo e una volta lì dietro diedero il cambio a Scorpius e Frank.
Riuscirono così a guadagnare l'uscita.
"Ahia!" gemette Frank rovinando a terra.
"Frank!" lo chiamò Rose impedendogli di sbattere la testa sull'asfalto.
"Merda!" imprecò invece Dominique e Scorpius le diede totalmente ragione. Anche fuori dall'edificio erano circondati dai tizi col cappuccio.
"Per di qua!" gridò afferrando gli amici per le mani e correndo di lato cercando di evitare tutti gli incantesimi.
"Prendeteli!" li sentì gridare. Loro continuarono a correre nascondendosi in una stradina laterale.
"Chi sono? Che cosa vogliono?" ansimò Dominique.
"A voler indovinare, Deliranti" rispose Frank.
"Che cosa vogliono da noi?" sbottò Rose.
"Guardiamola da questa prospettiva: tre di noi sono figli di eroi di guerra e uno è una figo assurdo!"
"Scorpius!"
"Esatto, sto proprio parlando di me"
Frank si fermò cinque secondi, lanciò un incantesimo di barriera dietro di loro, poi li raggiunse.
"Dove andiamo? Loro non mollano la presa".
"Ho un'idea!" disse Scorpius lanciando prima uno sguardo al cartello che indicava la via e poi al suo orologio.
"Se si tratta di improvvisare, giuro che ti ammazzo" gli fece presente Domi.
"Tranquilli, per di qua" e senza nessun preavviso iniziò ad arrampicarsi su per una scala anti-incendio. Fortunatamente gli altri non fecero domande e lo seguirono su fin sopra l'edificio. Peccato che i Deliranti li seguirono prendendo terreno sempre più velocemente.
I quattro ragazzi continuarono a correre ma una volta sul bordo del cornicione furono costretti a fermarsi.
"La vostra corsa finisce qui!" ringhiò soddisfatto uno dei loro inseguitori.
"Ehi, non potremmo, tipo, parlarne?" tentò Rose  maledicendo le idee malsane del suo ragazzo, il quale stava contando sottovoce.
"Vi conviene arrendervi e smetterla di fare resistenza" intimò il tizio.
Scorpius bonariamente, come se nessun tizio lo stesse minacciando, disse:
"Oh, ci piacerebbe davverio tanto fare la vostra conoscenza. Ma si è fatto tardi. Adieu."  
E così dicendo afferrò i suoi amici per i gomiti e li fece cadero con lui giù dal cornicione della casa.

**
Casa Potter.
"Oh, ciao" disse Lily timidamente quando aprendo la porta di casa ci trovò davanti il Tedesco.
Ma che strano, pensò ironicamente.
"Salve Lily" disse quello con un sorriso più rilassato del solito. Che fosse per la serata passata? "Sono venuto a sapere come stavi".
"Molto bene" gli disse senza trovare il coraggio di sbattergli la porta in faccia. Anzi, pensando alla serata le veniva particolarmente difficile fare l'antipatica con lui. Quella mattina ci aveva spettegolato su con Rox, la cugina aveva riso dicendo che probabilmente il ragazzo si era preso una cotta per lei.
Lily ne dubitava seriamente, perché era vero che in quel momento si era presentato con un vero sorriso amichevole, ma dalle visite precedenti sembrava che qualcuno lo stesse costringendo a socializzare con lei.
Andrebbe molto d'accordo con Louis.
"Tu?" gli chiese per spezzare il silenzio imbarazzante.
"Molto bene anche io, grazie" rispose sempre cortesemente. Ecco, forse era quella la cosa che inizialmente le aveva dato fastidio: la sua perenne cortesia.
"Ti andrebbe di uscire? Di... passare un po' di tempo con me, ecco", aggiunse imbarazzato. Era veramente adorabile quando arrossiva come in quel momento. Quel rossore era semplicemente delizioso. Cercò di trattenere un sorriso serpentino, abassò la testa e sorrise:
"Certamente. Mi va di passare del tempo con te" lo canzonò imitando il suo accento straniero "Dammi il tempo di cambiarmi e di avvertire Al..."
"Non importante, sei molto graziosa anche così" disse precipitosamente lui alzando un braccio quasi volesse afferrarla "Andiamo subito" aggiunse con un sorriso tirato.
Lo guardò cercando di nascondere la perplessità, non riusciva a capire perché improvvisamente avesse tutta quella fretta.
"Va bene" acconsentì alla fine, chiudendosi la porta alle spalle "Dove andiamo?"
**
Londra Babbana.
Qualcosa fermò la caduta di Rose, poi si sentì scivolare giù da qualcosa in movimento ma venne prontamente afferrata da Scorpius e riuscì a trovare una sorta di equilibrio.
La cosa su cui erano precipitati si stava muovendo velocemente tra gli edifici babbani, sembrava un treno. Il suo ragazzo, disteso sulla schiena, guardò il suo orologio e con un sorriso soddisfatto disse:
"Puntuali come sempre, i mezzi pubblici Londinesi!"
"Tu lo sapevi?" Boccheggiò Frank con qualche difficoltà a mantenere la presa sul tetto di quel mezzo babbano.
"Certo che lo sapevo" si girò sulla pancia "Pensavi che stessi tentando il suicidio?"
"Sapendo quanto sei deviato? " ringhiò Dominique ancora spaventata da quello scherzetto.
"Come facevi a sapere che sarebbe passato?" chiese Rose con gli occhi le lacrimavano per il vento.
"Semplice, mi sono imparato a memoria tutti gli orari dei mezzi pubblici di Londra" fischiettò allegro.
"Farò finta non voler sapere perché tu te li sia imparati a memoria"
"Mi annoiavo" ammise "Ecco, fra pochi metri c'è la nostra fermata".
"Li avremo superati?" chiese preoccupato Frank.
"Me lo auguro"
"Arrivati!" avvertì Scorpius e il treno iniziò a rallentare la sua corsa. Loro rotolarono a terra cercando di non farsi troppo male. Una volta messi i piedi sul marciapiede Frank baciò la terra.
"Grazie a Merlino, pensavo di morire spiaccicato sull'asfalto"
"Uomo di poca fede" si offese il suo migliore amico.
"Cosa facciamo, adesso?" li riprese Rose legandosi i capelli in una coda veloce.
"Non siamo tanto lontani dal Ministero Magico" fece Dominique guardando dove si trovasse "Potremmo chiedere asilo".
"Non voglio entrare in un cesso" piagnucolò Scorpius beccandosi molti sguardi straniti da buona parte dei babbani.
"Innanzitutto, togliamoci da qui" decise velocemente Rose.
"Rose!"
La citata si girò verso la voce familiare e con gli occhi colmi di gratitudine si gettò tra le braccia del nuovo arrivato:
"Papa!" disse sollevata.
"Signore!" fece invece quello stupido del suo fidanzato scattando come un militare babbano.
"Non siamo in servizio" lo riprese suo padre. Dietro di lui stava lo zio Harry e due Auror che non aveva mai visto. "State bene?" aggiunse brusco guardando gli altri.
"Sì, più o meno" fece una smorfia Frank tenendosi il braccio che era stato colpito da uno dei Deliranti.
"Cosa sta succedendo?" Chiese Dominique.
Gli adulti però non risposero, si limitarono a lanciarsi degli sguardi poi Harry si schiarì la gola:
"Ron, portali al Ministero. Lì i camini per smaterializzarci funzionano ancora. Dopo raggiungici con una squadra".
"D'accordo"
"Ma voglio aiutare!" sbottò Scorpis "Sono un Auror anche io!"
"Un aspirante Auror" lo corresse Ron "Non puoi venire con noi. Questa non è una lezione" Rose fu assolutamente d'accordo con suo padre, conosceva il suo ragazzo e non voleva che si immischiasse in una cosa così seria e pericolosa.
Il biondo sembrava voler rispondere a tono ma lo prese per un braccio interrompendo qualsiasi cosa fossa intenzionato a dire.
"Andiamo, allora. Harry, fa' attenzione"
Lo zio fece un segno affermativo poi loro iniziarono a correre verso il luogo sicuro.

"C'è qualcosa di sbagliato in tutto questo"
Harry si girò verso Hiro: "Cosa intendi dire?"
Il giapponese si accarezzava il mento pensieroso con lo sguardo concentrato nel vuoto: "Se avessero sul serio voluto rapire quei ragazzi non li avrebbero lasciato fuggire così facilmente. Li avrebbero presi subito senza dar loro il tempo di reagire. E in più..." lasciò cadere la mano tirando fuori la propria bacchetta "Non avrebbero fatto scattare gli allarmi che abbiamo piazzato. Non avrebbero mai fatto tutto questo baccano"
Sam annuì seguendo il suo ragionamento "Sembra quasi che volessero farsi scoprire"
"Si possono rendere intracciabili grazie ad alcuni loro incantesimi, perché questa volta non li hanno usati?"
"Semplice" fece Harry "E' una trappola".
Ci fu un silenzio generale mentre l'affermazione del Capo Auror prendeva consistenza nelle loro menti.
"E' la soluzione più ovvia" annuì infine Hiro. "Noi siamo l'esca"
"Ci vogliono tenere bloccati qui mentre si occupano del loro vero obiettivo"
"Qual è il vero obiettivo?" Harry si massaggiò la radice del naso cercando di sforzarsi a comprendere la logica del loro nemici.
Una luce di comprensione illuminò gli occhi neri dell'orientale. Con uno scatto mosse la bacchetta facendola diventare un grande spadone circondato da una forte luce blu.
"Vostro figlio" ringhiò "Vogliono rapire vostro figlio per trovare Giorgia".



NDA:
Taddadaaam, vi mancava la suspance? (nonmiricordomaisesiscrivecosìaiut)
Be', inizia l'azione, anche se questo è solo l'inizio. In ogni caso, sono curiosa di leggere le vostre supposizioni sulla Base e sui due misteriosi Agenti. Ho già disseminato qualche inidizio per i capitoli e ovviamente ce ne saranno altri but, sarebbe divertente vedere cosa ne pensate voi.
Dai dai, sono sul serio curiosa :>
Sto anche iniziando un disegno come ''copertina'' per questa storia ma probabilmente lo finirò nel duemilamai.
Auf auf.
ps, un grazie enorme a tutti voi che leggete, anche ai lettori silenziosi c:
V.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Voglioungufo