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Autore: bibersell    04/05/2015    1 recensioni
Carrie Evans e Ian Hall, questi sono i nomi dei due protagonisti di questa classica storia senza pretese e dai toni leggeri.
Lei è la tipica ragazza organizzata, con ogni situazione sotto controllo, e la media del dieci e mezzo in ogni materia.
Ian, ovviamente è il suo opposto: scapestrato, con zero preoccupazioni e mille pensieri per la testa. Col serbatoio della moto sempre pieno e il portafoglio vuoto.
Classici personaggi standard che si incontreranno nel modo più banale possibile: una progetto scolastico!
Ma anche il finale sarà quello standard? Cosa succederà a questo Prom tanto atteso da tutti gli studenti della High School?
Storia semplice e leggera con l'unica pretesa di strapparti una risata tra una litigata e un bacio appassionato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Note di un'autrice fallita..
Scusatemi, sono in un ritardo immenso. Speravo davvero di aggiornare in questi giorni di festa ma sono stata malata e non sono riuscita a scrivere nulla. 
Spero che in compenso il capitolo di oggi, anche se immensamente corto, vi piaccia e vi faccia divertire.
Non sapevo che aspettare a pubblicare in modo da allungarlo narrando più eventi invece che uno solo o aggiornare ora. Ho optato per ora, come potete vedere.
Detto questoo, come avete passoto questo ponte del primo maggio? Mare, montagna, a casa vostra, dove siete state di bello?
Un bacione, buona letture e a sotto..


Prom!


Capitolo quattro
Pulce



 
Erano le tre di un sabato pomeriggio e mi trovavo sepolta tra strati e strati di polvere.
Quei laboratori non venivano usati da una vita e, non solo dovevo pensare ai preparativi per il ballo, ma adesso mi trovavo anche a fare la donna delle pulizie. Mi passai una mano sulla frante per tastare le condizioni in cui ero. La fronte era appiccicaticcia. Mi legai i lunghi capelli con un elastico che avevo al polso e sfilai la giacca rossa che stamattina avevo indossato sopra un vestitino a righe bianche e blu. Tirai su le maniche del vestito e mi rimisi a lavoro.
Dovevo finire di spostare degli arazzi che erano stati fatti dai ragazzi negli anni precedenti in modo da fare un po’ di spazio. Nel laboratorio c’era anche una vecchia fontana fatta con dei tubi e botti di legno che era stata usata anni prima per una rappresentazione teatrale.
Volevo riutilizzarla per il ballo. Magari da mettere al centro della pista. Sarebbe stata carina. Già immaginavo i miei compagni di scuola ballare intorno a quella fontana. Avrei potuto prendere dei faretti colorati in modo da far sembrare che dalla fontana uscisse acqua colorata.
Ma prima avrei dovuto pensare ad aggiustarla e sistemarla. L’avrei ridipinta di un colore più adatto e fatta funzionare.
Forse di azzurro. Poi si vedrà, pensai. Ora dovevo iniziare a riordinare altrimenti in quel casino non avrei capito nulla. Presi in braccio la prima tela e constatai che era notevolmente pesante e piana di polvere. Starnutii. Starnuto che fu coperto dall’aprirsi della porta.

-Sola soletta oggi?- chiese spavaldo Hall entrando nel laboratorio. I capelli lunghi erano tirati indietro da un elastico nero e indossava lo stesso jeans del giorno prima con una camicia a quadri aperta sopra ad una canotta grigia.

-Che ci fai qui?- chiesi sconcertata.

Quel giorno, di regola, loro non avrebbero dovuto vedersi visto che gli incontri con il resto del club avvenivano solo dei giorni dispari. Inoltre era anche sabato. Possibile che non avesse altro da fare?

-Soffri di amnesia?- chiese sollevano un sopracciglio. -Già hai dimenticato che devo aiutarvi per il Prom?-

-Certo che no, Hall. Però oggi non dovevamo vederci- risposi semplicemente cercando di spostare l’arazzo con le gambe.
Caspita era davvero pesante.

-Ah no?- Più che una domanda sembrava una costatazione. Sorrise e si passò le mani sui jeans.

-No- ribadii facendo rotolare la tela sul pavimento.

-Se le cose stanno così, allora io me ne vado. Ci vediamo Carrie-.

Sbaglio o mi aveva appena chiamata per nome? Suonava davvero strano pronunciato dalle sue labbra. Acquistava quasi un altro valore.
Un attimo: lui sapeva come mi chiamavo e io no! Sferrai un calcio un po’ troppo potente all’arazzo e quello andò a schiantarsi contro dei cartoni e bidoni che fece cadere.

-Cavolo- imprecai correndo dall’altra parte del laboratorio e abbassandomi per rialzare i bidoni.
Erano vuoti ma rimanevano lo stesso molto pesanti.

-Lascia stare. Ci penso io- disse il ragazzo alle mie spalle che mi spostò e in secondo, senza il minimo sforzo, sollevò il bidone.
-Si, avete proprio bisogno del mio aiuto-. Chiarì Hall. Non sapeva proprio fare una buona azione e risparmiare al mondo una frecciatina o una parola inutile.

-Non te ne stavi andando tu?-

-Carrie, Carrie, quando imparerai a mettere l’orgoglio da parte? È chiaro che hai bisogno di me- Aveva di nuovo ripetuto il mio nome in quel suo modo strano.

-In realtà ho solo bisogno di un ragazzo che faccia il lavoro pesante-

-Io non vedo nessun altro, quindi accontentati di me- 

Tirai un sospiro portandomi le mani ai capelli e stringendo meglio la coda di cavallo che avevo improvvisato poco prima. -Sposta questi scatoloni e quegli arazzi in quell’angolo- dissi indicando col dito ogni cosa.
-Dobbiamo fare spazio e cercare di ricavare qualcosa per il ballo. Ogni cosa va bene-

Lui annui e lo vidi levarsi la camicia per poi gettarla in un angolo insieme allo zaino. Iniziammo a lavorare senza dire null’altro. Il tempo passò subito tra una spostamento e una pulizia.
Mi resi conto che erano le sette solo quando mi squillò il cellulare.
Era Pen, la mia migliore amica.

-Ehi masochista, che si dice?-

-Niente di che, pulce. Sempre lo stesso- bisbigliai cercando di non farmi sentire.

-Ma dove stai?- chiese Pen curiosa dall’altra parte del telefono.

-A scuola-

-Ancora? Lo sai che sono le sette di sera e che le lezioni sono finite da più di quattro ore, vero?-

-Certo che lo so, Pen-

-Sai, a volte ne dubito come dubito della tua sanità mentale!-

Mi sfuggi una risatina che non riuscii a controllare. Mi voltai verso Hall, il quale avevo scoperto si chiamasse Ian, e vidi che non stava badando a me, ma continuava a fare il suo lavoro.

-Comunque ti ho chiamato per chiederti se ti andava di restare a dormire da me stasera. I miei staranno fuori fino a tardi e prima ho affittato un film horror che attende solo di essere visto-

-Pulce, se dici così non vengo!- io odiavo i film dell’orrore.

-Eddai Car, è solo un film. lo sai che io gli adoro-

-Va bene, però stanotte rimani la luce accesa in bagno-

-Che rompiscatole che sei mia cara masochista-

-Ma tu lo sai che ho paura!- affermai sicura di me.

-Che masochista è una che ha paura. Bah, tutte le stranezze tu le hai- Ridemmo e lanciai uno sguardo alle mie spalle cogliendo Ian in fragrante. Mi stava guardando.

-Ora devo andare. Ci vediamo dopo- la salutai.

-A dopo-

Chiusi la telefonata e riposi il cellullare nello zaino. Mi volai i vidi che Ian si stava rimettendo la camicia.
Tutti gli scatoloni erano stati spostati e il laboratorio era totalmente vuoto al centro e sul lato destro erano stati messi tutti gli oggetti che non servivano più.
Da oggi in poi lavorare lì sarebbe stato molto più semplice grazie al lavoro che avevamo fatto.

-Io vado. Ci vediamo lunedì, pulce-. Disse Ian Hall uscendo dall’aula.

Bastardo!

...Continuo delle note di un'autrice fallita
lo so, lo so, il capitolo è minimignon, perdonatemi. Come ho spiegato sopra o così o se ne parlava tra un paio di giorni. Ho preferiti oggiornare. 
Non ho riletto il capitolo, quindi ci saranno tantissimi errori (orrori) ma vado di fretta.
Vi lascio con una splentita gif del nostro Ian con la speranza che mi perdoniate.
-B


  
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