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Autore: ElenSofy    04/05/2015    1 recensioni
Chi non ha mai rivolto occhi dolce a qualche professore? Chi non ha mai fatto commentini positivi riguardo quel professore? Chi non ha mai pensato di "essersi innamorata" di un PROFESSORE?
Bhe, se non vi è mai successo provate a leggere questa storia e magari capirete cosa vuol dire; se vi è capitato, beh mi farebbe piacere lo stesso che leggiate!
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Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Cada emociòn tiene un color en la vida…eres mi arcoiris
Ogni emozione nella vita ha un colore…tu sei il mio arcobaleno


Margherita non riusciva a togliersi dalla testa l’ultima conversazione che aveva avuto con il professore davanti casa sua.
Continuava a mandargli lettere anonime, che ormai non lo erano più, nonostante lui glielo avesse proibito.
L’ultima lettera chiedeva spiegazioni sulla sua “fuga” dalla scuola, così come quella che stava scrivendo seduto sul muretto della strada.
Caro amore,
Rispondimi, ti prego!
Non resisto se non ti vedo: perché vuoi farmi tutto questo male?
Dimmi perché non sei più a scuola: è per colpa mia?
Rispondi!
Anonimo (che in realtà anonimo non è!)
Passarono giorni e giorni e le lettere che Margherita scriveva si accumularono sul fondo della cassetta.
A questo punto qualcuno avrebbe potuto anche curiosare e capire ciò che stava accadendo, ma Margherita stava cominciando ad impazzire…ad impazzire d’amore!
Una sera, non accorgendosene, fece tardi e ormai il buio aveva avvolto l’intera strada. Continuò a guardarsi intorno, con la paura di qualcuno che la potesse seguire e farle del male.
Rivolse un ultimo sguardo verso il balcone del quarto piano, quello su cui avrebbe desiderato si affacciasse una persona: ma in quel momento era vuoto.
Da una finestra però filtrava una forte luce e tra le tende si potevano intravedere due figure che stavano sbracciandosi, come se stessero litigando.
A Margherita venne un tuffo al cuore: possibile che la moglie avesse scoperto qualcosa e ora stessero litigando a causa sua?
Lei non aveva mai voluto tutto questo, fin dall’inizio si era promessa che non avrebbe rovinato un’intera famiglia per avverare i suoi desideri.
Si diresse velocemente alla cassetta delle lettere e si accorse che le lettere non c’erano più.
Quel pomeriggio era arrivata più tardi e non aveva potuto controllare chi avesse preso le lettere.
Tornò a sbirciare dalla finestra e notò che le due figure erano ora ferme, una di fronte all’altra.
Forse si stavano scambiando qualche battuta, ma ad un certo punto la figura più alta a destra si voltò per andarsene: era quella del professore.
Dentro di lei, Margherita sperò che stesse scendendo da lei anche se era una cosa dannatamente sbagliata ed una pura follia, la desiderava più di sé stessa.
Quando la porta del palazzo si aprì e Margherita scorse il profilo del professore che si stava dirigendo verso di lei, fece i salti di gioia.
La abbracciò come non aveva mai fatto prima, i loro volti si sfiorarono per circa cinque minuti; gli occhi dell’uno e dell’altra erano intrecciati in un nodo invisibile, difficile da sciogliere.
Le loro labbra si scontrarono in un duello che non ebbe vincitori, tutti e due avevano bisogno l’uno dell’altro per poter vincere.
Una momentanea tregua li costrinse a staccarsi per tornare alla realtà.
“Ti amo! Ti prego, mi perdoni?” e poi tirò fuori dalla tasca numerose lettere tutte per la stessa persona: Margherita.
“Queste sono le lettere che ti ho sempre scritto come risposte, ma che non ho mai avuto il coraggio di recapitarti. Sai perché me ne sono andato da scuola? Perché credevo di non potercela fare a vederti tutti i giorni, seduta davanti a me in quei banchi. Io ti ho amato da quando ti ho vista, ma cercavo di confondere i miei sentimenti tra tutti gli altri dentro di me, perché ritenevo fosse una cosa sbagliata. Ora ho capito che niente è sbagliato se sto insieme a te e che sbagliato è questo mondo, che giudica e non merita un amore così grande!”
Margherita si commosse: quelle parole profonde dette tutte d’un fiato.
Non se l’aspettava, ma nonostante ciò era felice: a tutte le conseguenze avrebbe pensato dopo.
Cosa avrebbero pensato i genitori, le sue amiche? Non le importava.
Sarebbe durata questa situazione? Non le importava neanche questo.
Ora voleva solamente godersi quell’istante che poteva essere il più bello della sua vita!
“Vieni con me, a tutto il resto ci penseremo dopo: ti fidi?”
Per un attimo calò il silenzio tra i due, ma poi Margherita rispose sicura, abbozzando un sorriso: “Certo che mi fido di lei, professore!”
“Luca, mi chiamo Luca!”
“Mi fido, Luca…”

  
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