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Autore: pelelen_moon6    04/05/2015    1 recensioni
E rieccomi qua, con un'altra fic sui nostri eroiXD
si, si. Sono sempre io... MoonXD
e con una fic un po' diversa... una fic in stile steampunk!
Ambientata in un 1800 alternativo... come lo steampunk stesso del restoXD
Alice è una ragazza particolare. Non sta alle regole ferree del suo tempo. Ribelle. Mascolina e soprattutto molto intelligente.
Quando il gruppo che tutti noi conosciamo (e adoriamoXD) si trasferirà nell'Inghilterra Vittoriana la vita della sua famiglia e sopratutto di Alice cambierà in modo radicale.
Presto la storia più brutta del fandomXD
vi lascio... leggete e scoprirete;)
Baci e abbracci
Moon
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

“Infrangere le regole è nel mio sangue.”

Ok, non proprio un paio di volte ma quasi.
-Strano… avrei detto che eri uscita già altre volte.- borbottò Hiro pensieroso. Lo dicevo io che mi ammazzava… -Allora… perché ti sei trasferito qui?- chiesi per sviare il discorso. Hiro sollevò lo sguardo e puntò i suoi occhi nei miei, come per studiarmi. E io istintivamente feci un passo indietro e abbassai lo sguardo. Mi intimidiva. C’era qualcosa sotto. Ora ne ero certa. –Preferirei non parlarne.- sussurrò serio voltandosi e camminando. Ma siccome non mi davo per vinta facilmente decisi che lo avrei scoperto presto. –Sai che anche gli studenti della casa accanto alla mia arrivano dall’America?- borbottai mentre Hiro camminava sempre più velocemente. –Sì, si sono trasferiti insieme a me.- disse continuando la sua “corsa”. -Ah.- risposi laconica. E Hiro non disse più una parola. Stava iniziando a diventare… come dire… molto antipatico. E dire che io non mi fermavo mai alle apparenze. Solo che con lui mi sembrava di aver fallito prima di cominciare. Decisi che sarei andata più a fondo in un altro momento. Mi morsi un labbro e mi guardai intorno. La carta da parati rosso scuro aveva lasciato posto a quella viola. Chi aveva abbinato i colori o era daltonico o aveva uno stile tutto suo. Hiro svoltò repentinamente a destra e per poco non gli finii addosso. –Oh, scusa.- borbottai mentre apriva la porta. Hiro si voltò leggermente e sussurrò un paio di “Fa niente” mentre entravamo nel piccolo ambiente rettangolare.
E fu in quel momento che mi ricredetti totalmente.
Quella stanza era un paradiso.
La mascella mi cadde letteralmente a terra mentre Hiro chiudeva la porta dietro di me. Era un’autentica meraviglia. Innanzitutto le pareti erano ricoperte di fogli di giornale o di libri. Poi, in fondo alla stanza c’era uno strambo marchingegno pieno di ingranaggi così come il tavolo: chiavi inglesi, bulloni e viti regnavano in quella stanza. E più in là una libreria strapiena. Senza troppi complimenti mi catapultai davanti al tavolino e iniziai ad esaminare tutto quello che c’era sopra. Poi ricordai di non essere sola. Arrossii istintivamente e mi voltai. Hiro aveva un mezzo sorriso e mi fissava in mezzo alla stanza. –Meccanica eh?- borbottò divertito. –Eh già…- risposi con un sorriso. Insomma, quel posto era ciò che riassumeva tutte le mie passioni. La meccanica e la lettura. – Ehm… cos’è quel… Coso?- chiesi indicando il marchingegno accanto al letto. -Ah… Quello? È dura da spiegare… E poi bisogna perfezionarlo…- disse restando sul vago. Aggrottai le sopracciglia e abbassai leggermente la testa. Era veramente un caso perso.
Neanche su quello ero riuscita a fare leva. Hiro mi sembrava una persona impossibile. Non avrei mai, ripeto, mai pensato che poi sarebbe diventato il mio migliore amico. Non in quel momento almeno.
Mi trattenni dal rispondere. Avrei sicuramente tirato fuori qualche commento acido alla “maniera” di mia madre e mia sorella. Era snervante anche solo pensarci. E poi qualcosa si accese nella mia testa. Cosa mai poteva smuovere una persona più dell’infrangere una regola? Mi feci forza e dissi –E se andassimo a salutare i tuoi amici?- la faccia di Hiro si fece pensierosa. –Non credo di poter uscire a quest’ora…- Bingo. –Dici che sarà pericoloso?- borbottai sfoderando un sorriso angelico che funzionava sempre. –E tu puoi uscire scusa?- chiese cercando di bloccarmi. –No ma… Infrangere le regole per me è all’ordine del giorno.- soggiunsi con molta calma. Solitamente anche questa tecnica faceva il suo dovere. Hiro si guardò intorno –Ma siamo al secondo piano… E se ci scoprono?- roteai gli occhi. -Oooh, andiamo… Non hai mai disobbedito? Insomma, da come la vedo io lo hai già fatto un sacco di volte.- Notai un lampo passare nei suoi occhi nocciola. –Facciamolo.- mi disse solo. E non potei fare a meno di trattenere un sorriso.
Menomale che mi sapevo arrampicare sugli alberi.
Con qualche balzo riuscii a saltare giù e ad atterrare sull’erba morbida. Un altro particolare: i pantaloni mi agevolarono molto. E dopo un minuto Hiro mi fu dietro. Superai l’angolo della casa e raggiunsi velocemente la mia. Mancava qualche metro e saremmo arrivati. –Senti, non credo che…- provò a frenarmi Hiro. Ma ormai volevo andare fino in fondo. Attraversai la parte che mi separava dall’altra casa correndo e non appena arrivai dall’altra parte Hiro si incupì. –Preferirei non andarci.- sussurrò in un modo strano. E in quel momento la mia pazienza non resse. –Vuoi dirmi qual è il problema?!- sbottai infervorandomi. Hiro fece un passo indietro e mi squadrò. –Non ti dai mai per vinta tu?- concluse sollevando un sopracciglio. E in quel momento la domanda mi uscì spontanea. –Come ci riesci?- chiesi poi tappandomi la bocca. Avevo già affrontato il problema. Non riuscivo a sollevare solo un sopracciglio. Cioè, ci provavo ma le sollevavo entrambe sembrando così stupita oppure spaventata. E sotto questo punto di vista invidiavo da morire chi ci riusciva. Comunque, Hiro ridacchiò e rispose –A fare cosa?- e la mia faccia si spense di colpo. –Fa lo stesso. Andiamo.- borbottai cercando di fregarmene. Iniziai a camminare e ben presto fummo di fronte alla porta della casa.
Guardai Hiro. Era come teso.
Decisi che dovevo scoprire ogni cosa. All’istante. Sennò non mi sarei chiamata Alice Philips.

angolo autrice (che non sa come farsi perdonare):
salve gente...... LO SO. UN RITARDO IMMONDO.
Ed è da tantissimo che non aggiorno Supereroi In San Fransokyo 2... abbiate pazienza ancora un attimo vi prego!!
vabbè, 23:24, non è poi tardissimo daiXD
un capitolo orribile, lo so. Mi ammazzerete, ovvio. 
vabbè, buonanotte e alla prossima!!
recensite!!!!
Moon

 
   
 
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