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Autore: TheBlackPrincess    05/05/2015    1 recensioni
Era l'alba, un nuovo giorno stava per iniziare. Questo però non era un giorno come gli altri, ma uno molto particolare, infatti era appena nato il piccolo nipotino di Roma.
Tutti gli antichi si erano diretti a casa del grande Impero per fargli gli auguri, ed alla sola vista della piccola creatura si erano inchinati. Il piccolo aveva i capelli del colore del cioccolato, si poteva notare un piccolo ciuffo ribelle sul lato destro ed i suoi occhi erano due gemme verdi.
Questa ff è ispirata alla storia Disney de "Il re leone".
Genere: Avventura, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Antica Roma, Chibiromano, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Sorpresa

 

I tre ceffi mascherati si erano recati nel loro nascondiglio segreto e discutevano dell'accaduto di quella giornata.

-Ah!- sbuffò la donna mentre si toglieva la maschera -E' tutta colpa vostra se ce li siamo fatti scappare!-

-Be' tu non è che abbia fatto tanto per evitarlo Ungheria!- rispose l'uomo vestito di verde mentre si toglieva anche lui il travestimento.

-Stai zitto! Che è meglio, se Turchia lo viene a sapere saranno grossi guai!-

-Turchia... ah! Lo odio così tanto...- il ragazzo si passò una mano tra i capelli biondo cenere.

-Già è così antipatico.- ribattè Ungheria.

-E brutto!- Romania guardò la ragazza negli occhi ed insieme a lei gridò -Accidenti se è un gran puzzolente!- poi entrambi risero.

-Oh andiamo...- si udì la voce di Turchia, quest'ultimo era seduto sul trono posto alla cima di una colonna, da cui si poteva accedere tramite delle scale – io non sono così male.-.

Sia Ungheria che Romania sudavano freddo, non avrebbero mai dovuto dire quelle cose del loro "padrone", il quale li guardava con aria fredda.

Il terzo ragazzo si avvicinò alla colonna e, come avevano fatto i suoi compagni prima, si tolse la maschera.

-Vostro onore...- disse rivolgendo un inchino al turco – i miei fedeli compagni stavano semplicemente scherzando. Sappiamo bene che non ci è permesso parlare sul vostro conto e soprattutto in modo negativo, ma vede loro la considerano un amico.-

-Capisco...- Turchia alzò un sopracciglio.

-Sì, esatto! Come ha appena detto Egitto lei per noi è un amico.- cercò di tirarsi fuori dai guai Romania.

-Non mi interessa! Non sono arrabbiato per quello! Vi ho lasciato due bambini su un vassoio d'argento e non siete stati capaci di sistemarli a dovere!-

-Be' sai non è che quei due bambini siano proprio soli Turchia.- rispose con tono leggermente irritato Ungheria.

-Infatti c'era Roma!- aggiunse il biondino.

-Aaaah...! Non dire quel nome ti prego, mi basta sentirlo per tremare.- la giovane si strinse nelle spalle e chiuse gli occhi.

Romania si avvicinò al viso della ragazza, le scostò una ciocca di capelli dal viso, poi le sussurò all'orecchio -Roma...-

Ungheria ebbe un brivido -Ti prego dillo di nuovo.- rise stuzzicando il rumeno, quest'ultimo ripetè -Roma, Roma, Roma!-

-Ah...! Mi fai venire i brividi!- tremò l'ungherese.

-Sono circondato da un branco di idioti...- sospirò Sadiq.

-Oh! Ma come potevamo fare?! Uccidere Roma?!- Elizabeth stava perdendo la pazienza.

Gli occhi del "capo" si illuminarono di una luce inquietante -Esattamente...- la sua voce sembrava il sibilio di un serpente.

I tre scagnozzi si guardarono tra di loro senza capire, Turchia scese giù dalla colonna con un balzo -Ascoltatemi!- gridò per chiamare l'attenzione -Ho un piano uccideremo Roma e Romano con noi!-

Vladimir si toccò il mento sorridendo malignamente -Già a che serve un imperatore.-

-Idiota! Un imperatore ci sarà!- lo riprese il turco mentre ritornava alla sua postazione iniziale.

-Ma tu hai detto...!- la donna non ebbe il tempo di ribattere che Turchia rispose a tutti i suoi dubbi.

-Io sarò l'imperatore! Seguitemi e non sarete sottomessi al dominio di Roma!-

-Sì evviva lunga vita all'Imperatore! Lunga vita all'Impero!- urlarono Egitto, Romania e Ungheria.

 

Era un nuovo giorno e Turchia aveva deciso di fare una passeggiata con Romano.

-Tuo nonno ha una bellissima sorpresa per te.- disse Sadiq al bambino.

-Wow che cos'è?- domandò questi incuriosito.

-Se te lo dicessi non sarebbe più una sorpresa non trovi?- i due si erano fermati sotto la fronda di un albero, Turchia si guardò attorno poi si voltò verso Lovino -Bene ora devo andare.- stava per andarsene quando il fanciullo lo rincorse urlando -Vengo con te!-

-No!- l'uomo lo bloccò -Nooo, tu aspetta qui, non vorrai mica rovinare la sorpresa ed avere un'altra bella ramanzina.-

-Sai che cosa ho combinato...?- Romano si mise ad osservare i suoi piedi con aria dispiaciuta.

-Andiamo Romano tutti sanno che cos'hai combinato.-

-Davvero?-

-Oh sì.- sorrise il turco -Ora devo andare tu resta lì.- Sadiq si stava allontanando ma si fermò quando il piccolo gli chiese -Hey Turchia, mi piacerà la sorpresa?-

-Romano.- sorrise sotto i baffi -Credo proprio che ti piacerà da morire.-.

 

-Allora possiamo abbattere il muro?- chiese Romania.

-No!- rispose Ungheria -Dobbiamo aspettare il segnale di Turchia.-

In quell'istante apparve Sadiq da dietro una roccia.

-Eccolo lì, sono arrivati forza.- esclamò Elizabeth, insieme ai suoi compagni sollevò il tronco di un albero e con esso i tre iniziarono a colpire il muro. Mattone dopo mattone questi crollò.

 

"Non vedo l'ora, chissà qual'è la sorpresa di nonno!" pensò il bambino mentre se ne stava seduto appoggiato al tronco dell'albero giocherellando con una pietra. Una piccola lucertola gli si avvicinò -Che cosa vuoi bastardo?- domandò il piccolo guardandola, l'animale si era posizionato su un piccolo masso dove toccava il sole. Romano smise di giocare con la pietra e guardò il rettile con una certa malizia giocosa, gli lanciò la pietra addosso, niente l'animale non si mosse. Un'altra pietra... niente. Decise di prenderne una più grande e la lanciò di nuovo, questa volta l'animale scappò. Romano rise soddisfatto, ma osservò le pietre che aveva lanciato e vide che si stavano muovendo, eppure lui non stava facendo niente. Sentì un rumore, simile a quello che fanno i cavalli quando galoppano, si alzò in piedi, si guardò attorno ed improvvisamente vide della polvere che si alzava all'orizzonte. Socchiuse gli occhi per cercare di vedere meglio ciò che stava accadendo e vide centinaia di migliaia di ombre umane a cavallo. Non ci fece molto caso per i primi 15 secondi, poi capì che stavano venendo contro di lui. Spaventato Lovino si mise a correre più veloce che potesse per non essere raggiunto, ma ovviamente fu inutile. Come poteva un bambino fuggire da una miriade di cavalieri oscuri.

 

Impero romano era sulla terrazza della sua bellissima dimora in compagnia di una bella donna, la quale lo coccolava con dolcezza -Tu sei la fanciulla più bella che abbia mai incontrato.- disse Romulus.

-Ma ti pare che questo deve stare sempre a rimorchiare? Un po' di contegno no, eh?- bisbigliò la lupa tra sè e sè. Il canide rivolse il suo sguardo al panorama della terrazza -Oh, guardi Sire, c'è una specie di nube di terra lì.-

Roma si allontanò un'attimo dalla ragazza per vedere meglio -Strano...- sospirò.

Turchia fece la sua apparizione, aveva il fiatone e sudava -Roma! I barbari sono riusciti ad oltrepassare i confini! Ho visto Romano laggiù!-

-Romano?!- l'Imperatore era visibilmente preoccupato, in quel momento non gli importava nulla che i barbari fossero entrati nel suo territorio, anche se avesse perso un gran bel patrimonio l'avrebbe potuto tranquillamente recuperare, inoltre sapeva che i barbari erano lì principalmente per distruggere, ma se avesse perso suo nipote sarebbe stato per sempre.

 

Lovino correva, continuava a correre, ma fu travolto da un cavallo e cadde, non poteva muoversi, se lo avesse fatto probabilmente sarebbe stato colpito da uno zoccolo. Si coprì la testa con le mani ed iniziò a singhiozzare.

Il romano era arrivato insieme a Turchia ed alla lupa. I barbari avevano già raso al suolo un villaggio, fortunatamente per loro c'era una casetta ancora in piedi dal tetto della quale era possibile osservare qualunque cosa -Dov'è?! Dov'è Romano?!- gridò in piena ansia l'Imperatore. Il suo cuore galoppava esattamente allo stesso ritmo di quei cavalli -Romanoo!!- gridò nuovamente. La lupa cercava di fiutare l'odore del fanciullo, ma l'odore degli equini copriva tutto.

-AAAAAAAH!!- si sentì un urlo infantile.

-ROMANOO!!- il nonno muoveva freneticamente lo sguardo a destra e a sinistra, di suo nipote nessuna traccia.

-Eccolo padrone è laggiù!- urlò la lupa mentre cercava di indicare col muso il punto in cui si trovava il piccolo. Roma lo notò, non si vedeva molto bene, ma quel ricciolo di capelli che sbucava a stento dalla polvere era un buon indizio -RESISTI ROMANO!-

Uno zoccolo colpì con violenza la testa di Lovino -AAAAAAAH!- si mise a piangere pesantemente.

Roma lasciò di corsa la sua postazione per poter raggiungere il nipote. Non riusciva a vedere quasi niente, fortunatamente lo guidarono i lamenti di Romano. Adesso riusciva a vederlo, gli corse incontro e lo prese in braccio, il bambino aveva i capelli sporchi di sangue, probabilmente a causa della botta ricevuta dal cavallo. Romulus si diresse verso il tetto della casa per portarlo al sicuro, ma prima che ciò accadesse, una lancia nemica gli forò una gamba, inciampò. Cadde in modo tale che il fanciullo non potesse essere calpestato dai cavalli, cercava di proteggerlo col suo corpo. Romano piangeva "Ho paura! Non voglio morire! Non voglio che nonno muoia!".

Romulus era stato calpestato varie volte, ma il suo corpo possente ed allenato era riuscito a resistere "Non posso restare qui devo portarlo almeno sul tetto". Con uno sforzo immane l'Impero si alzò e riuscì a portare i nipotino al sicuro. Solo 5 secondi, furono solo 5 secondi l'arco di tempo in cui Romano riuscì ad osservare il viso di suo nonno. L'uomo sanguinava da una tempia, era sporco di terra e teneva un occhio chiuso, ansimava -Roma...- fu di nuovo trascinato nel caos.

-NONNO!- urlò Romano ancora con gli occhi lucidi, anche se aveva finito di piangere. I suoi due smeraldi si muovevano nella stessa maniera frenetica in cui si erano mossi in precedenza quelli del nonno. Non riusciva a vederlo. Dov'era?! Dov'era?!

-NON PENSARE DI SCAPPARE ROMA, LA TUA FINE E' VICINA!- urlò una voce proveniente dalla folla, ma, eccolo che con un balzo si aggrappò alla colonna di un tempio ancora eretta cercando di arrivare in cima, il punto più sicuro in quel momento. Il bambino decise di cambiare postazione e di sceglierne una più alta per vedere meglio la scena. Notò che la casa aveva un altro piano ed iniziò ad arrampicarsi verso una finestra.

In quel momento la colonna cadde, però Roma era riuscito a raggiungerne la cima, infatti questa precipitò sopra il tetto di un'altra casa in condizioni simili a quella dove era Romano. Dopo 2 secondi il resto della colonna crollò e Roma scivolò -Turchia!- era troppo debole -Aiutami!- Sadiq corse verso il romano, salì sul tetto della casa e lo guardò con aria fredda, finché all'improvviso non lo prese per le mani e lo sollevò, si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò -Lunga vita all'Impero!- poi lo lasciò andare. Roma cadde urlando insieme a Romano urlò.

 

Tutto si era placato i barbari erano andati via.

Romano scese dalla montagna e si mise alla ricerca del nonno -Nonno!- tossì, l'ambiente era pieno di povere e non si vedeva niente -Nonno!- il piccolo si guardò intorno e vide una sagoma scura in lontananza, si avvicinò -Nonno?-.

Non si era sbagliato quello era proprio suo nonno, il suo corpo era disteso a terra, il suo volto era completamente rilassato "Forse sta dormendo, perché è stanco.".

-Nonno... nonno svegliati...- lo scosse un poco -nonno... dobbiamo tornare a casa...!- gli afferrò una mano e la tirò, lo scosse nuovamente, gli tirò i capelli. Niente non si svegliava. Provò anche con la sua tecnica segreta, ovvero la testata nello stomaco, niente. A quel punto gli occhi di Romano diventarono lucidi, non era possibile quella tecnica aveva sempre funzionato.

-Aiuto! Qualcuno mi aiuti!- le sue gemme verdi ora erano bagnate -Aiuto...- si stese di fianco al corpo e piano piano si strinse tra le sue braccia, nascondendo il viso sul suo petto.

Si sentirono dei passi in avvicinamento -Romano...-.

Il piccolo si voltò indietro e vide Turchia -che cos'hai fatto...?- chiese quest'ultimo. Il fanciullo si alzò di scatto e cercò di discolparsi -Non è stata colpa mia, lo giuro! N-n-non l'ho fatto apposta!- affogò nelle lacrime.

-No... ma certo che no...- il turco strinse l'italiano a sè -lo so, nessuno vorrebbe che accadesse una cosa del genere... ma l'Impero è morto.- Lovino guardò Sadiq che ricambiò lo sguardo -Se non fosse stato per te sarebbe ancora vivo. Che cosa penserà Veneziano?-

-Che cosa posso fare adesso?!- Romano strinse i vestiti di Turchia e tirò su col naso.

-Devi scappare Romano. Scappa, scappa lontano e non tornare mai più...!-

Il bimbo lasciò la presa e si allontanò dal turco, poi si voltò e si mise a correre.

-Cosa dobbiamo fare Turchia?- chiese Romania.

-Uccidetelo.-

 

  
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