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Autore: Corvero    31/12/2008    0 recensioni
Quando viaggiamo in treno di rado ci facciamo domande sugli altri passeggeri. Il nostro cervello è condizionato ad ignorarli, quasi a considerarli parte del treno stesso. Ma tutti i passeggeri di un treno sono esseri umani, e sanno amare, odiare, piangere, ridere...e tenere i loro impulsi segreti nascosti a chi li osserva.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WISCONSIN

"Tutti in carrozza, signori e signore! Tutti in carrozza!" annunciò Graheme, agitando le braccia e giocherellando con il suo fischietto da capotreno. I pochi passeggeri si affrettarono a salire sul malconcio treno diesel. La locomotiva sbuffava e gemeva come un vecchio tubercolotico.

Salendo a sua volta nella prima carrozza, Graheme si strofinò le mani e soffiò sui suoi pesanti guanti neri. Il freddo polare di mezzanotte era letale nel Wisconsin, specialmente in quella stagione. Graheme si chiese, e non per la prima volta, chi lo avesse spinto ad accettare quel maledetto servizio notturno sull'unica tratta ferroviaria in servizio quella notte su quella linea.

Prima di effettuare il solito giro per il controllo dei biglietti Graheme prese lo specchietto che teneva nella sua borsa e si controllò capello e divisa. Erano perfettamente puliti, ed evidenziavano il suo volto autorevole e ancora privo di rughe o quasi. Graheme sorrise. Non era da tutti arrivare a sessanta anni e dimostrarne ancora al massimo cinquanta.

Inspirando profondamente, Graheme si concesse alcuni secondi per ripensare al litigio che aveva avuto con Selene. Nonostante avesse passato la cinquantina, sua moglie era ancora una bella donna, e Graheme era ancora geloso degli uomini affascinanti e colti che Selene incontrava, lavorando all'Università. "Ridicolo" mormorò a sè stesso Graheme "geloso a sessanta anni..non sei più un ragazzino". Si promise mentalmente di scusarsi con Selene una volta finito il viaggio, e incamminò verso la seconda carrozza.
************

La ragazza bionda sedeva nel sedile centrale della quinta carrozza, sprofondata nella lettura di un saggio dal titolo in tedesco. Luke sistemò la sua valigia e le rivolse un sorriso, che venne ricambiato da una occhiata sdegnosa.

"Freddina, la bionda" pensò Luke, sistemandosi i capelli, lisciandosi il biglietto e strofinando le mani sul suo sedile. "Si intona al clima" scherzò mentalmente. Luke era fatto così: non c'era praticamente fine alle sue battute senza senso e pochissime cose avevano il potere di abbatterlo.

Si guardò attorno: non c'erano altri passeggeri, a meno di non contare l'uomo accasciato nel sedile d'angolo, che, come si poteva facilmente capire dalla sua posa e dal cappello calcato sul volto, era fra le braccia di Morfeo e sarebbe rimasto nel mondo dei sogni ancora per molto tempo.

"Freddo glaciale, vero?" annunciò Luke alla ragazza, che si limitò ad alzare le sopracciglia. "Mi chiedo come mai non abbiano acceso il riscaldamento...dopotutto siamo clienti paganti, e il biglietto non era certo a buon mercato" continuò Luke, sbirciando la ragazza e tentando di cogliere ed incentivare ogni eventuale cenno di interessamento. La ragazza non rispose nè si mosse.

"Va a finire sempre così" si lamentò mentalmente Luke "Parlo, parlo e non mi degnano di uno sguardo..più sono belle meno ti calcolano". Luke sospirò. "Però anche io sono proprio furbo...sto qui a tentaredi fare conversazione sul tempo. Accidenti alla mia linguaccia, sono proprio senza speranze".

Marie, la ragazza bionda, alzò gli occhi al cielo. Perchè doveva essere sempre circondata da scocciatori? Perchè i passegeri dei treni non potevano essere tutti come l'uomo addormentato nell'angolo? "
"Se mi parla ancora del tempo, giuro che vomito" pensò Marie, alzando il libro sulla psicoanalisi che stava fingendo di leggere fino a nascondere il suo volto.

"Biglietti, prego" annunciò Graheme, entrando nella carozza e squadrando Luke e Marie. "Non avrei nemmeno avuto bisogno di controllare. Chi salirebbe senza biglietto su un treno come questo e sopratutto in una notte come questa? E' già incredibile che ci siano passeggeri paganti..." pensò Graheme, mentre Luke si affannava a frugare nel suo portafogli e Marie riponeva per un attimo il suo libro, porgendo a Graheme il suo biglietto.

Luke fece un sospiro di sollievo. Il biglietto era in tasca, proprio dove avrebbe dovuto essere. Mentre Graheme controllava il documento di viaggio di Marie, ringraziandola, Luke fece del suo meglio per lisciare il suo biglietto, che,spiegazzato com'era, somigliava più a un fazzoletto usato che un documento.

Graheme alzò leggermente gli occhi al cielo e afferrò il biglietto stropicciato che Luke gli stava porgendo. Il sorriso di scusa del ragazzo era però così sincero che Graheme non se la sentì di rimproverarlo.

"Biglietti, signore" esclamò poi il capotreno, posizionandosi davanti all'uomo con il cappello calato sul volto. L'uomo non rispose."Completamente andato" commentò mentalmente Graheme. "Biglietti, prego, signore" ripetè a voce più alta. L'uomo continuò a non rispondere e a non muoversi dalla sua posizione.

Marie era tornata a sprofondarsi nel suo libro, senza realmente riuscire a concentrarsi sulle scritte che le danzavano davanti agli occhi. "Se almeno non fossi stata così orgogliosa.." si lamentò con sè stessa. "Potrei essere a Buffalo a casa di Jim, e non qui a congelarmi mentre cerco di rintracciarlo e di farmi perdonare..."

"Sonno pesante...forse dovremmo mandare la signorina a svegliarlo" commentò in tono allegro Luke. Marie e Graheme lo scrutarono: la ragazza appariva infastidita, il controllore stanco e leggermente innervosito. "Stupido! Perchè hai parlato?" ripeteva a Luke quella vocina severa che il ragazzo ascoltava di rado.

"Signore,si svegli, per favore." insistette Graheme, scuotendo delicatamente la spalla dell'uomo apparentemente addormentato. Il cappello scivolò improvvisamente giù dal volto dell'uomo, e il controllore emise un urlo soffocato.

Stupefatti, Marie e Luke si voltarono verso l'uomo, e urlarono a loro volta: Luke per un paio di secondi, Marie per un istante, prima di portarsi una mano alla bocca.

L'uomo nel sedile d'angolo era chiaramente morto: nessuno poteva avere quel colorito bluastro ed essere ancora vivo. Ma a rendere la scena ancora più inquietante c'era un pezzo di carta infilato nella bocca semichiusa del morto.

"Chiamiamo..facciamo..avvertiamo qualcuno!" mormorò fra sè e sè Luke, scrutando nervosamente Graheme e Marie. Il capotreno continuava a scuotere la testa, incredulo, mentre Marie si strofinava gli occhi e tentava di calmarsi, inspirando profondamente.

"Che facciamo?" si chiese a voce alta Luke, alzandosi in piedi di scatto. "Che cosa dobbiamo fare?" si mise ad urlare. Marie dondolava avanti e indietro, sbattendo gli occhi. Fu Graheme a riprendersi per primo. "Parlerò con il macchinista, gli dirò di fermarsi alla prossima stazione." proclamò con la voce che gli tremava, tentando inutilmente di rassicurare i due passeggeri.

"Non è vero" esclamò Marie scuotendo la testa "Non può essere vero, è un falso, una candid camera, o magari uno scherzo..." Graheme inspirò profondamente e posizionò due dita sul collo del morto sconosciuto. "E' veramente andato" annunciò in tono tetro. Proprio in quel momento il cadavere sussultò. Marie urlò, terrorizzata. "Non è nulla..è l'ultima contrazione prima del rigor mortis..." riuscì a balbettare Luke, tranquillizzandola solo in parte.

Il foglio di carta precipitò dalla bocca dell'uomo al pavimento, ma nessuno se ne accorse. "Oh mio Dio" ripeteva Graheme fra sè e sè "Oh mio Dio.." "Si riesce a capire come..come mai è morto?" si informò Marie, deglutendo vistosamente.

Lukw scosse la testa, alterttanto sconcertato. "Devo andare la notizia al macchinista. Voi due restate qui" ordinò Graheme ai ragazzi. Luke e Marie si scambiarono un'occhiata preoccupata.
*******

Graheme si precipitò fuori dalla carrozza, inspirando affannosamente nel tentativo di rallentare il cuore. Come diavolo aveva fatto Thompson Hardy, l'uomo di cui lui era geloso, a materializzarsi, morto, sul suo treno? "E' un incubo..non può essere altro che un incubo, ora mi tiro un pizzicotto e mi sveglio!" si ingiunse mentalmente.

Graheme prese la pelle del suo braccio fra pollice ed indice, senza ottenere alcun effetto. La carrozza rimase dietro di lui, reale come la sua mano, o il suo viso. Non era un sogno. "Che cosa devo fare adesso? Fare fermare il macchinista nella prossima stazione? Chiamare la Polizia Ferroviaria? Avvertire la stazione più vicina?" si domandò, mentre il suo cuore ricominciava a battere furiosamente.

*******
"Dovremmo coprirgli il viso." continuava a ripetere Luke, strofinandosi maniacalmente il pizzetto. Marie fissava il cavere, come ipnotizzata.

"E' il professor Hardy!" urlava una voce nella testa di Marie "Che cosa ci fa qui?" . Marie ripensava ai complimenti pesanti del suo professore, e al litigio che aveva avuto solo una settimana prima con quell'uomo che ora era lì davanti a lei, morto stecchito.

"Hardy! E' Hardy! Gli dovevo dei soldi, maledizione!" strillava la voce di Luke nella sua mente. Non aveva mai restituito il prestito che quell'uomo gli aveva fatto: i soldi erano finiti in investimenti sbagliati e in scommesse perse. "Che razza di situazione è questa?" pensò Luke, tentando di controllare il suo respiro, che era ormai divenuto affannoso come quello di un maratoneta al termine di una gara.

*******
Il telefono di Graheme emetteva solo fruscii e fischi incomprensibili. Irritato e spaventato, il capotreno si diresse rapidamente verso la locomotiva. "Parlerò con i macchinisti..li farò rallentare..sistemerò tutto.." si promise mentalmente Graheme, aprendo con le sue chiavi speciali il pesante portellone che separava la locomotiva dal resto del treno.

All'interno della locomotiva lo attendeva uno spettacolo se possibile ancora più raccapricciante del morto nella carrozza cinque: la locomotiva era vuota. Non c'era nemmeno la minima traccia dei macchinisti.

Terrorizzato, Graheme si preciptò sulla leva del freno di emergenza e la tirò con tutte le sue forze.

********
Luke e Marie non osavano muoversi. Il ragazzo si mordeva nervosamente le unghie, mentre la giovane donna fissava il vuoto, come paralizzata. Lo stridio dei freni del treno li fece sobbalzare.

"Cosa è stato? " si chiese Luke, tentando di scorgere qualcosa nell'oscurità totale fuori dai finestrini. "Siamo fermi..ma perchè? Che cosa è successo? Non ci sono stazioni qui!" continuò Luke.

"Siamo fermi?" sussurrò Marie, rivolgendo a Luke un'occhiata impaurita. "Era il freno d'emergenza, se non sbaglio..." continuò Luke. "Ma perchè-"

"Sono stato io" lo interruppe Graheme, rientrando nella carrozza e facendolo urlare per lo spavento. "Il treno..non ci crederete, ma noi tre siamo gli unici rimasti...". Le occhiate sconvolte di Luke e Marie non lo fermarono. "Siamo soli..." concluse Graheme, sedendosi su un sedile e togliendosi il cappello da capotreno.

"Soli?  Come è possibile? Tutti gli altri passeggeri e i macchinisti...dove sono?" mormòrò nuovamente Marie. "Non lo so...davero, non lo so. Ora scendo e vado a cercare aiuto.." rispose Graheme in tono nervoso, avvicinandosi alla porta che separava la carrozza dal resto del mondo. Tirò la leva di apertura una volte, poi ancora, sempre più forte. "E' bloccata.." annunciò incredulo. Marie e Luke lo fissarono, sconvolti.
  
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