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Autore: TsubamePhoenix    05/05/2015    5 recensioni
Una ragazza spaurita, che non ricorda nulla del suo passato, prende in mano la sua vita e cerca di ricominciare. Ma la notte nel suo cuore si annidano le ombre di un qualcosa più grande di lei, che tanto teme. Riuscirà a sopravvivere a se stessa?
Un ragazzo, spensierato e felice. Un ragazzo che nasconde un enorme segreto dietro un sorriso dai mille significati. Un amore non corrisposto, l'ingresso di un tunnel e la luce. Una luce che lo porterà in salvo. Una luce a cui affiderà la chiave del suo cuore. Riuscirà a non precipitare nel vuoto del suo dolore ?
Due ragazzi, le cui vite si incrociano per caso. Le cui vite si annodano, per non sciogliersi più. Due ragazzi dal passato segnato. Due ragazzi che, insieme, cercheranno di lottare, ma la quiete dopo la tempesta esisterà anche per loro ?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
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Suddenly your eyes disappear in the night ; I run as fast as I can
 
 


Mi trovo in camera mia. Le finestre sono spalancate e dall'esterno si riversa all'interno della stanza un'aria gelida, invernale. 
 
Mi alzo dal letto, mi fa male la testa. Tutto gira. Poi buio. 
 
Apro gli occhi e mi trovo in una stanza vuota. Le pareti nere, così come il pavimento e il soffitto. Tutto intorno a me è nero, è buio. Però c'è luce. Il buio sembra risplendere di luce propria e inonda di chiarore il mio corpo, che, noto solo ora, è completamente nudo. 
 
Mi guardo intorno e vedo nell'angolo della stanza più lontano da me un piccolo specchio da barba appeso alla parete. Mi avvicino e mi guardo. Lo specchio mi manda un riflesso che a occhi non molto attenti sembrerebbe il mio, ma io so che l'uomo riflesso è George. 
 
Mi sfioro una guancia e vedo il mio gemello fare lo stesso nello specchio. Calde lacrime iniziano a scendermi sulle guance, e così sulle guance di George. 
 
Mi asciugo le lacrime. George fa lo stesso, ma le sue lacrime sono di sangue. Il mio gemello sta... sanguinando dagli occhi! Urlo e sbarrando gli occhi arretro. Prendo lo specchio e lo getto lontano. Si rompe. Il vetro va in mille pezzi e sotto l'oggetto tanto temuto inizia ad allargarsi una pozza di sangue. 
 
Le ginocchia cedono. Cado a terra. Vorrei urlare, ma la mia bocca resta serrata. 
 
Ho ucciso George... 

 

Urlò. Fred si svegliò urlando. Sudato come non mai. Il cuscino bagnato : lacrime. Tante lacrime.
 
Regolarizzò il respiro e si alzò. Doveva vedere se, urlando, aveva svegliato Hermione.
 
Percorse il corridoio fino alla sua camera, poggiò l'orecchio alla porta, ma non sentì alcun rumore.
 
Sta ancora dormendo. Non mi ha sentito, meno male. 
 
Si diresse in punta di piedi all'ingresso e buttandosi una felpa sulle spalle, uscì da casa. Destinazione ? Già la sapeva. Non doveva nemmeno pensarci.

 

§

 
 
Urla. Hermione sentì urlare e si spaventò non poco. Dopo un attimo di panico iniziale, però, si rese conto che era molto più probabile che Fred avesse fatto un incubo, piuttosto che qualcuno fosse entrato in casa.
 
Si alzò dal letto con l'intento di andare da Fred a chiedergli se aveva bisogno di lei. Sentì dei passi che venivano verso camera sua, rimase paralizzata dal terrore. Forse era davvero entrato qualcuno...
 
Poi silenzio. E infine di nuovo passi, che si allontanavano questa volta. Sentì la porta dell'ingresso chiudersi piano. Era confusa, spaventata, preoccupata.
 
Si voltò e andò alla finestra. Scostando le tendine si soffermò a guardare in strada, per vedere se era Fred a essersene andato.
 
E così ebbe la conferma. Una testa rossa sbucò dalla porta d'ingresso del palazzo, e il proprietario di quella testa corse veloce e furtivo verso il bosco che iniziava una cinquantina di metri dietro alla costruzione.
 
Ma cosa... ? 
 
Hermione corse fuori dalla stanza infilandosi malamente la giacca di pelle e, preso il mazzo di chiavi di riserva, corse fuori dall'appartamento per cercare il suo coinquilino.
 
Scese le scale con tutta l'ansia che può avere una madre e o una fidanzata quando scoprono che il figlio o il fidanzato è nei guai.  
 
Uscì nella notte fredda e corse più veloce che poté. Si immerse nel bosco e si perse tra gli alberi.
 
Panico.
 
Si guardava intorno disperata cercando il rosso, ma non lo trovava. Si aggrappò ai tronchi degli alberi mentre continuava a correre e a cercare Fred, urlando col pensiero una muta richiesta d'aiuto.
 
Gli alberi sembravano stringersi intorno a lei e chiudersi sulla sua testa, quasi volessero ingabbiarla.
 
Terrore.
 
Era troppo. Hermione scoppiò a piangere e urlò il nome di Fred, cercandolo disperata.
 
Il bosco le ricordava di quel giorno in cui lei è svenuta e poi si è risvegliata con un vuoto totale in mente, riguardo il suo passato. Il giorno in cui Hermione Granger morì e lei nacque.
 
Le forze la abbandonarono. Bruttissima idea, quella di seguire Fred nel bosco. Il dolore tornava a farsi vivo e le ferite sulla schiena, ormai bianche cicatrici, nella sua mente sanguinavano ancora paralizzandole il corpo da fitte sempre più importanti.
 
"Fred... Fred ti prego, dove sei ?" sussurrò, sfinita dalla paura. Cadde a terra e, appoggiandosi a un tronco, nascose il volto tra le mani, piangendo sommessamente.
 



§
 

"Fred!"
 
Hermione? Hermione! Che ci fa qui? Dove è ? Fred si risvegliò di colpo e fermò le sue braccia, che ormai automaticamente prendevano a pugni l'albero di fronte a lui.
 
Si pulì le nocche sulla maglietta e s'inoltrò ancora di più nel bosco cercando la ragazza.
 
Sentiva qualcuno singhiozzare e, convintosi fosse proprio la riccia, s'incamminò sempre più agitato, guidato dal quel pianto.
 
Dopo qualche minuto la trovò, seduta su una radice sporgente di un alto pino, con il volto appoggiato sulle ginocchia.
 
Si inchinò di fronte a lei e la abbracciò, senza tante cerimonie.
La strinse a sè. "Hermione che ci fai qui..." non era una domanda, no. Era un affettuoso rimprovero, al quale la ragazza si infuriò e lo guardò con una grandissima preoccupazione leggibile negli occhi.
 
"Ma cosa! Prima urli, poi scappi da casa e vieni nel bosco! Scusa sai se mi sono preoccupata!" gli rispose stizzita. Fred non seppe cosa risponderle, ma la strinse ancora di più a lui.
 
"Ho avuto un incubo. Avevo bisogno di prendere un po' d'aria." Hermione gli prese le mani tra le sue, con l'intento di tranquillizzarlo, ma quando vide le escoriazioni ancora sanguinanti i suoi occhi si spalancarono dalla paura e dalla preoccupazione.
 
"Fred cosa...?" sussurrò, senza avere il coraggio di distogliere lo sguardo da quelle mani così rovinate. Sotto le ferite si vedevano moltissime cicatrici, che si sovrapponevano l'una all'altra.
 
Lui nascose le mani nelle tasche della felpa, e distolse lo sguardo dalla ragazza. "Non è nulla" rispose vago.
 
"Fred. Ti prego dimmi cosa sta succedendo. Ho paura, sono preoccupata per te."
 
I suoi occhi si fanno sempre più scuri e quasi scompaiono nel buio della notte in cui sono immersi.
 
Torna a incatenare il suo sguardo in quello di lei e sospira. Abbattuto. Consapevole che ormai non potrà più dirle che tutto va bene.
 
E' combattuto tra dire la verità o mentirle.
 
Ma in fondo lei di me si è fidata, lei si è aperta con me. E se continuo a tenermi questo segreto, rischio di impazzire. Devo dirle la verità, magari lei riuscirà ad aiutarmi... 
 
Fred chiuse gli occhi e iniziò a raccontare.
 
"Hermione, io ho un gemello. Io avevo un gemello. Si chiamava George. Eravamo uguali, non solo di aspetto esteriore, ma anche di carattere. Eravamo così uniti e ci conoscevamo talmente bene che spesso ci sentivamo come se fossimo una cosa sola. Avevamo il noiosissimo vizio di terminarci le frasi a vicenda, cosa che spesso infastidiva nostra sorella, ma che ci divertiva un sacco.
 
Ci piaceva divertirci. Facevamo scherzi a chiunque, ma soprattutto a Ginevra, la nostra sorellina.
 
I nostri genitori hanno una casa in campagna, vicino ad un piccolo laghetto. Questo lago è alimentato da un'alta cascata, che è molto vicina al luogo dove è costruita la casa.
 
Un giorno, di due anni fa, io e George abbiamo deciso che volevamo andare alla cascata per tuffarci e passare il pomeriggio a giocare e ridere.
 
A metà di questa cascata c'è uno sperone. Era fantastico come trampolino da cui tuffarsi, poichè era nè troppo vicino nè troppo lontano dalla superficie del lago.
 
E così siamo andati. Abbiamo preso uno zaino con i costumi e qualche panino e siamo andati alla cascata.
 
Ci siamo arrampicati fino allo sperone e ci siamo cambiati. Abbiamo iniziato a tuffarci, e una volta in acqua ci schizzavamo per un po', per poi uscire e arrampicarci per tuffarci nuovamente.
 
A un certo punto eravamo entrambi sullo sperone, stavamo decidendo chi doveva saltare per primo, quando George, a causa della roccia bagnata, è scivolato ed è rimasto aggrappato alla pietra con una mano soltanto.
 
Mi ricordo di aver urlato e di essermi subito inchinato a prendergli l'altra mano per tirarlo su. Ma... Ma avevamo le mani bagnate e... non sono riuscito a tenerlo molto. Quando mi è scivolata via la sua mano, lui aveva.. aveva già lasciato la presa con l'altra mano ed è caduto... è caduto giù, sulle rocce appuntite. E mi ricordo ancora di aver urlato il suo nome per ore, di averlo cercato disperato, mi sono tuffato e l'ho cercato da sott'acqua ma non lo trovavo. Lui non riaffiorava ed io non riuscivo nemmeno a piangere, a chiedere aiuto. Sono tornato sulla riva del lago e mi sono seduto per terra, e poi coricato su un fianco, paralizzato dalla paura... mi hanno ritrovato i miei genitori un paio di ore dopo e mi hanno portato a casa di peso. Io urlavo di voler restare ad aspettare George che tornasse a galla, ma mio padre mi ha trascinato a casa... e poi... poi il mattino seguente..." la sua voce divenne un sussurro, Hermione piangeva in silenzio ormai da tempo, troppo addolorata per muoversi, e troppo curiosa di sapere l'intera storia per interromperlo.
 
Fred aveva la voce spezzata, parlava lentamente e faticava a continuare. Non piangeva. Aveva ormai da tempo terminato le sue lacrime.
 
"Il mattino seguente abbiamo ritrovato il suo corpo adagiato sulla riva del lago a qualche centinaio di metri da casa nostra. Ricordo come se fosse accaduto ieri di essermi fiondato sul corpo di mio fratello, piangevo e urlavo. Provavo un dolore così forte da non aver parole per descriverlo. Il suo corpo era completamente pieno di tagli ed escoriazioni. Probabilmente... aveva battuto sule rocce al fondo della cascata e poi la corrente lo aveva trascinato sul fondo del lago fino a lì... io ho... io ho ucciso mio fratello. Io non sono riuscito a... a salvarlo... io non l'ho salvato Hermione... non l'ho salvato. "
 
Fred strinse forte gli occhi ed Hermione non resse più, lo abbracciò, stringendolo stretto al suo corpo minuto. Gli accarezzò i capelli e lo cullò.
 
Fred si lasciò cullare e si perse nell'abbraccio caldo della ragazza.
 
"Tu non hai ucciso tuo fratello Fred. Tu hai cercato di salvarlo, tu hai fatto tutto quello che era in tuo potere. Sono state le circostanze ad aver voluto diversamente. Ma, Fred, non dimenticarlo mai : tu non hai ucciso tuo fratello." 




 
Angolo dell'Autrice : 

Ciao a tutti! 
Ce l'ho fatta ad aggiornare in tempo, mi sembra un miracolo! 
Tra il cane che sta male e casini in famiglia sono davvero felice di essermi ritagliata un attimo di tempo per pubblicare questo capitolo. 

ll titolo è un verso di " I See Ghost " , As Animals. E' riferito alle parti in grassetto, o comunque alla scena svoltasi nel bosco. 


Scusatemi se non ho tantissimo tempo per commentare per bene questo capitolo, ne approfitto dunque per chiedere a VOI un commento. Che ne pensate? 
Vi prego di recensire, anche solo per scrivere una frase dicendomi come vi sembra, perchè scrivere questo capitolo è stato un vero e proprio parto. 

Ho pianto come non mai mentre scrivevo la morte di Geroge... insomma, io amo i gemelli. E' stata davvero dura... 

Ringrazio chi fin'ora ha recensito e chi ha messo la storia tra le seguite / preferite / ricordate! 
Ringrazio anche i lettori silenziosi, i numeri crescono sempre di più! 

A Martedì prossimo! 

Un forte abbraccio (e un pacchetto di fazzoletti in omaggio), 
C. 
  
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