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Autore: Uptrand    06/05/2015    6 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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John Shepard urlava ordini come un forsennato, davanti a lui una mappa olografica della zona della Cittadella invasa. La barriera nemica era stata a abbattuta e centinaia di messaggi d'aiuto avevano riempito i canali di comunicazione. Ignorando quelli di origine civile, si concentrò solo su quelli marcati da un codice militare.
Squadre N7 e C-sec avevano lottato senza nessuna strategia, aiutati in compenso da una profonda determinazione e buon addestramento. Questo però non era bastato ad evitare un tracollo.
Alla scomparsa della cupola decine di squadre chiedevano aiuto, ufficiali urlavano ordini opposti ad altri. La catena di comando era nel caos, lui sapeva bene che tra le paure peggiori di un soldato era vedere i propri comandanti senza idee.
Aprì un canale generale con tutti, identificandosi rudemente, senza gentilezza. Diede ordine a gruppi di squadre di muoversi, di fare esattamente come lui voleva senza aspettare rapporti sul loro stato o altro. L'esercito non era una democrazia. Ashley lo affiancava svolgendo il medesimo ruolo, aveva capito le intenzioni del marito.
Liberati del dubbio di una scelta, i soldati risposero con entusiasmo ora che avevano uno obiettivo che nel loro piccolo comprendevano come raggiungere una posizione, tenerla, attaccare. John Shepard era il loro eroe, qualcuno di cui si sarebbero sempre fidati. Lui cercava di farli agire, evitare che si perdessero nei propri pensieri.
L'unica nota positiva era che il nemico non sembrava esperto di strategie: precedute da avanguardie, le forze nemiche si erano divise puntando dritte sul loro obiettivo, non facendo nessuno sforzo per assicurarsi il controllo del territorio all'interno del quale i difensori si muovevano facilmente.
Dalla mappa olografica con al centro la nave nemica, la punta tronca per l'attacco della Jotnar, la forze d'invasione maggiore si dirigeva verso la torre del Consiglio ed era anche il percorso più lungo.
Nel contempo una forza minore puntava contro la Jotnar in un percorso molto più breve, bloccando la nave al molo non potendo decollare mentre era sotto attacco. I suoi compagni e amici, dietro suo ordine si erano recati precedentemente alla nave trovandosi ora sotto attacco. Lui però aveva fiducia, se c'era un gruppo che poteva farcela erano proprio quello. In cuor suo avrebbe desiderato prendere un fucile e raggiungerli – Sei vecchio John Shepard.-- pensò. Avrebbero avuto il supporto anche degli uomini della Weaver, sui quali però nutriva delle riserve.
Tra le tante preoccupazioni un’altra lo tormentava, i suoi figli si trovavano in un punto chiave davanti alle forze nemiche che avevano già ingaggiato. Avrebbe voluto dire di andarsene ma non poteva, condivideva la scelta della figlia di occupare la via per rallentare il nemico. Lui avrebbe fatto lo stesso, questo però non servì a farlo sentire meglio. Se fosse successo qualcosa a Steve e Olivia, come avrebbe potuto guardare ancora in viso Ashley?


*****

Al punto charlie il combattimento era furioso, respinti da beta, Olivia e la sua squadra stavano tentando l'impossibile schiacciati dal numero dei nemici. Un colpo vicino alla sua posizione esplose facendola cadere con lo sguardo al cielo, aveva sperato che tolta la cupola la situazione sarebbe migliorata. Non era successo.
Sentiva gli ordini del padre alle squadre dal comunicatore del casco, si chiese se sarebbero arrivate in tempo. Se una resistenza fosse ancora possibile.
Il profilo di un edificio attirò la sua attenzione, era abbastanza alto da far pensare che dalla cima fosse possibile vedere la strada in cui combattevano in tutta la sua lunghezza o almeno buona parte di essa.
Una figura si stagliò in mezzo, chinandosi su di lei.
« Dimmi che sei viva Olivia? » chiese allarmata Asiria.
« Si! » e scattò in piedi facendosi seguire dall'amica mentre correva diretta a quel palazzo con un’idea in testa. « Ho bisogno di due minuti, se non avete mie notizie entro questo tempo evacuate! » ordinò chiudendo le comunicazione, non aveva tempo per le loro obiezioni.
Non ne aveva neanche quello necessario per raggiungere normalmente la cima del palazzo, per quello si era fatta seguire dall'amica asari. « Portami più in alto che puoi! » le disse.
Asiria la guardò incredula.
« Il trasporto di fase biotico è l'unico modo. Posso chiederlo a te o a Isabella, ma preferisco sia tu. » spiegò lo s.p.e.t.t.r.o.
« Olivia... la tua armatura non è biotica, i tuoi polmoni... »
« Starò bene, assecondami. »
« Per la dea, mi sembra una delle stupide idee di Steve e non so neanche che vuoi fare in cima » borbottòl'asari cingendole la vita. Sparirono in una luce blu.
Caddero al suolo, apparendo all'improvviso in mezzo a una stanza. Olivia si sentiva i polmoni in fiamme, mentre tossiva e il dolore cresceva a ogni respiro. Il bisogno di rimettere era più forte che mai.
Avevo letto che il trasporto biotico era un problema per gli umani, avendo polmoni più delicati delle altre specie e che senza le giuste protezioni si poteva provare un forte dolore e provocare anche delle lesioni all'apparato respiratorio. Lei stava peggio aldilà di ogni sua idea. Finalmente si tolse il casco e vomitò, solo dopo si accorse che Asiria al suo fianco era china a terra.
L'asari aveva la sensazione che tutto intorno a lei girasse vorticosamente, e poi gli si annebbiò la vista. Provò a sbattere le palpebre, ma continuava a vedere tutto sfocato.
Aveva combattuto dall'inizio usando senza risparmio i suoi poteri, il teletrasporto con addosso una persona l'aveva stremata.
Olivia la adagiò delicatamente e correndo più veloce che poteva raggiunse un punto abbastanza in alto da dove vedeva, come aveva immaginato, il nemico lungo la strada.
Prese il fucile di precisione, puntandolo contro il nemico. Sarebbe stato un colpo chirurgico, si augurava solo di non svenire prima visto come si sentiva.
« Jotnar mi sentite? Sono Olivia Shepard! Ho “illuminato” il bersaglio! » disse inquadrando i nemici con il mirino laser « Abbiamo bisogno di fuoco di supporto a queste coordinate. » Seguirono alcuni secondi di silenzio.
« Continua ad illuminare il bersaglio Olivia. » disse Garrus.
Lei ne fu sorpresa e felice assieme, non si era aspettata di sentire la voce del turian ma non avrebbe potuto chiedere persona più adatta.
« Tutti al riparo! Fuoco d'artiglierà amico in arrivo. » gridò dentro al comunicatore, senza distrarsi.
Un rumore di tuono riempì l'aria, lei lottò contro l'istinto di girarsi a guardare. Esplosioni multiple caddero sui nemici e tutto attorno, Olivia fu gettata all'indietro da una ventata di aria calda. Una nebbia blu si diffondeva tra le esplosioni.
Non sapendo se fosse tossica o meno trattenne il respiro quando la investì, sperando nella propria buona sorte.
 
Areno si alzò dolorante dopo essersi tolto alcuni detriti da dosso. Teneva una mano sul collo, stretta attorno a una ferita. Il batarian guardò davanti a se, la strada dove stava avanzando il nemico era sparita. Una landa nera e desolata, coperta da una cappa di fuliggine l'aveva sostituita. Nelle narici un tanfo di bruciato. Si applicò del medigel.
Non vedeva nessuno, niente pareva muoversi. « Pazza! Quell'umana è davvero pazza!. » borbottò pensando ad Olivia, da quando aveva accettato di essere agli ordini della figlia di Shepard aveva visto più volte il suo ufficiale fare follie che spesso funzionavano. Ma chiedere un attacco di artiglieria, quasi sulla propria posizione era stata la più grande di tutte.
Girò di scattò puntando l’arma, quando un rumore lo mise in allarme.
« Ehi novellino, abbassala o ti farai male. » borbottò Mordin. Il krogan aveva una ferita profonda a un braccio.
Altri stavano uscendo dai loro rifugi .
« Mai mettersi contro una rossa umana. » disse Arturus avvicinandosi alla posizione del batarian. Notò lo sguardo perplesso degli altri e, abbassando gli occhi, vide una larga macchia di sangue blu sul ventre dell'armatura. Tastò con le dita, ma non trovò alcune ferita o crepa. « Non è mio. » Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
« Pensa che è anche la tua ragazza! » commentò Steve poco distante. Il gruppo si compattò, tutti vivi ma feriti. Chrome installato in un Juggernaut abbandonò quel corpo, reinstallandosi nell'armatura di Pars, troppo danneggiato per continuare in quello stato.
« Smettetela! Pensate sia finita? » sbottò Areno.
I due lo fissarono seccati. « È sempre così serio? » chiese sottovoce Steve, non aveva ancora avuto modo di parlare con l'ultimo arrivato della squadra della Normandy SR3.
« Più o meno...parla poco ma conosce il mestiere...è tipo te quando sei arrabbiato, solo che lui lo sembra sempre. » asserì il turian.
Steve lanciò un'occhiataccia all'amico che sogghignò. Non ebbe tempo di rispondere, perché una testa bionda a penzoloni lo stava fissando capovolta.
Isabella era appesa a testa in giù, con le gambe attorno a una trave d'acciaio sopra di loro, apparentemente incolume. Sembrava che l'esplosione l'avesse completamente evitata, così come il fumo e la cenere. Aveva un'espressione di disappunto.
« Non ho idea di cosa fare, aspettiamo Olivia penso. » borbottò lui, sperando di indovinarne i pensieri.
« Aspettiamo un bel niente! » lo rimbrottò Areno « Dobbiamo prendere l'iniziativa. Tu! Manda quella femmina in ricognizione. » ordinò rivolto a Steve e puntando un dito verso Isabella che di spalle neanche si mosse.
Lui aveva avuto modo di leggere i documenti riservati su di lei, sembrava che il fratello di Olivia avesse su di lei qualche tipo d’influenza.
Isabella e Steve lo fissarono come un'idiota. Lui si sentì irritato.
« Dare ordini a Isabella è un modo veloce per morire... a volte neanche tanto. » commentò Olivia, la cui voce irruppe nel gruppo in quel momento. Avanzava lentamente, trasportando su una spalla Asiria. Pars e Valentina la aiutarono, occupandosi dell'asari. Sgravata da quel peso trasse un respiro.
« Spero vi siate riposati, abbiamo avuto un piccolo aiuto dalla Jotnar. L'attacco ha colpito i nemici più vicini a noi, ci sono ancora dai due terzi alla metà delle forze nemiche in campo...non è finita. Voi tre invece non siete ancora stati presentati, Steve, Isabella quello e Areno, figlio di Balak. Areno quello è mio fratello Steve, tenente dell'Alleanza, quella vicino a lei è Isabella, biotica, assassina, pazza e vice della Noveria Corps. Ora tutti alle proprie posizioni, vi farà piacere che ho sentito i nostri genitori: stanno bene, sono impegnati ai moli. » disse terminando il suo discorso mentre tutti le passavano accanto, esprimendo soddisfazione.
Fratello e sorella si salutarono battendo i pugni fissandosi qualche istante. Più che sufficiente, per persone che si conoscevano dalla nascita per dirsi tutto senza parlare.
Infine Arturus « Mi hai fatto preoccupare.» mormoròcon una nota di rimprovero. « Ma ti perdonerò visto che hai trasformato una sconfitta certa in una quasi sconfitta. Non sono sicuro di cosa sia successo, ma la cupola è caduta e le comunicazioni funzionano di nuovo. Qualche novità? I canali sono pieni di messaggi, non sono sicuro che qualcuno mi abbia sentito quando ci ho urlato dentro insieme a tanti altri. »
« Purtroppo no, ho sentito tuo padre. È stato lui a far fuoco sul nemico dalla Jotnar, non so ancora cosa ci facesse e non so altro. Non era il momento delle chiacchiere el'etere fa ancora schifo cupola o no. »
Sette minuti di pausa fu tutto quello che il nemico concesse: loro non avevano più un piano, punto Charlie era caduto ma non c'era altra via. Avrebbero guadagnato più tempo possibile e dopo sarebbero scappati.
Un tremore nella pavimentazione metallica della stazione annunciò il ritorno del nemico.
Olivia si sporse appena « Pronti a scappare al mio segnale. » disse rivolta a tutti.
Un corpo luminoso percosse il cielo sopra le loro teste, apparendo da dietro alcuni edifici ed esplodendo in aria.
Un segnale.
C-sec e agenti N7 aprirono il fuoco sbucando da ogni direzione in gran numero « Attaccate! » gridò Olivia. Non sapeva cosa stesse accadendo ma andava bene ugualmente.
I mech umanoidi avanzavano inesorabili, ma gorilla e le altre unità più leggere cadevano. Non abbastanza perché pensasse a una vittoria.
Davanti a lei una figura saltò agilmente sulla tasta si un gorilla lasciando cadere una collana attorno al collo mech e sparendo subito dopo. La collana esplose, una serie di piccole cariche e il mech crollò a terra mentre la sua testa rotolò via.
« Tutto bene Oli? » chiese Kasumi apparendo vicino allo s.p.e.t.t.r.o e riconoscendo in lei la figura che temerariamente aveva decapitato il mech.
« Si...» disse interrompendosi quando una serie di colpi colpirono la sua posizione, costringendola al riparo « ..ma dimmi che hai buone notizie. »
« Non penso, tuo padre sta facendo l'impossibile per organizzare la resistenza mentre cerchiamo di evacuare ma non è facile. L'unica a divertirsi pare lei.» disse Kasumi indicando con un segno della testa, Olivia si sporse a guardare.
Isabella si muoveva sul campo di battaglia, apparendo e sparendo di continuo. Aveva in qualche modo recuperato un casco biotico, potendo sfruttare nuovamente lo spostamento di fase. Appariva, tranciava un arto o uccideva, spariva ripetendo questa sequenza a velocità incredibile senza interruzione.
« Steve non avevi detto che era stravolta? Si è già ripresa? » urlò nel comunicatore.
«Cosa dovrei risponderti?...Le barrette energetiche avranno fatto effetto! » commentò lui.
Lei sbuffò, in qualche modo Isabella riusciva sempre a sorprendere, questo forse era quello che temeva più di lei. Non poté fare a meno di notare come tuttavia la luce biotica che l'avvolgeva fosse di un blu attenuato, non stava spingendo al massimo. Un segno che forse non si era ancora del tutto ripresa e che qualche limite umano l'aveva.
 
Kasumi intanto era in contatto con altre squadre « Cazzo, abbiamo un problema. »
« Se è una battuta non sto ridendo. » disse seccata Olivia.
« Il nemico ha sfondato in alcuni punti se non ci ritiriamo rischiamo di essere tagliati fuori dalla ritirata. Taiga, Henry, William e quelle ragazze che stanno con quel pazzo di phantom rischiano di rimanere bloccate. »
« Loro...che??» aveva detto ad Alexya di trovare un posto sicuro. Come diavolo erano finite, per di più in compagnia di Taiga e gemelli, beh...dovunque fossero....
« Dimmi dove sono. » appena ebbe l'informazione, le fu chiaro che erano troppo distanti per una squadra di soccorso.
« No » - rispose Kasumi - « Tu e la tua squadra servite, lascia fare a me. » e corse via occultandosi.
Olivia la vide sparire, mosse impercettibilmente le labbra recitando una preghiera per lei e loro. Tutti loro.


*****

Materia cerebrale fuoriuscì dall’esoscheletro in uno schizzo quando Alexya affondò la spada nel cranio del grigio appena sbucò oltre il bordo del tetto dell'edificio sul quale si trovava in compagnia di tutti gli altri. Un colpo di precisione.
Simili ai ragni, dentro ai loro esoscheletri alcuni unità si stavano arrampicando lungo il muro esterno, mentre in strada il combattimento infuriava contro squadre di difensori e non in loro favore.
Si chiese se erano semplicemente rimasti coinvolti o se per caso i grigi non sapessero di chi fosse la colpa se la loro nave era stata danneggiata. In ogni caso non aveva importanza.
Eseguì un salto biotico afferrando Trish con una mano prima che tutta l'energia si disperdesse facendola ruotare. Trish ritrasse le gambe rimanendo sospesa a mezz'aria, eseguendo un salto biotico quando Alexya la lanciò con forza contro due nemici che erano riusciti a salire e che stavano impegnando Diana. Dietro di lei, i figli di Miranda aprivano il fuoco urlando per farsi coraggio in quello che era la loro prima battaglia.
Coraggiosi dilettanti, facevano la loro parte pensò compiaciuta Alexya.
Trish colpì con forza, la mossa aveva aggiunto forza al proprio salto biotico. Affondò la lama nel corpo del nemico insieme all'intero braccio, senza esitazione ruotò la mano e con essa la lama, sentiva carne e altro cedere mentre fluidi corporei e no le colavano lungo il braccio.
L'altro nemico si voltò. Trish era rimasta bloccata dal suo stesso attacco, la spada non si estraeva. Poteva abbandonarla ma non l'avrebbe mai fatto. Un phantom è una spada, senza è niente.
Con l'agilità che la contraddistingueva, Diana si dissocultò proprio davanti al nemico sospesa a mezz'aria. La sua mano sinistra brillava. L'allungò verso di lui colpendolo a brucia pelo con il cannone biotico, il nemico urlò mentre abbagliato non vedeva Diana ricadere a terra, rotolare, per rimettersi subito in piedi lanciandosi su di lui colpendolo dove l'esoscheletro non proteggeva adeguatamente. Alle giunture e parti mobili.
Attorno a loro, tutti gli altri erano impegnati a sparare contro i nemici che ancora si stavano arrampicando. Solo Marina, la proprietaria del posto, era accucciata a terra piangendo.
« Ehi! » gridò Jessie, nonostante fosse una scienziata si era adattata bene alla situazione. Impugnando senza problemi una pistola presa a casa di Vega. « Sta arrivando qualcuno! »
Tutti guardarono in quella direzione.
 
Kasumi apparve dal nulla facendo saltare la testa all'esoscheletro a lei più vicino, si guardò rapidamente intorno per capire la situazione. Individuò subito Taiga, i gemelli e le altre persone che le accompagnavano.
« Dobbiamo scappare !» urlò un agente con il loro dell'Agenzia N7.
« No, possiamo farcela!» disse anche a se stessa. A volte odiava aver avuto John Shepard come amico ed esempio per l'influenza che aveva avuto su di lei...prima di conoscerlo la sua vita era più povera di doveri « Attaccate! » e si lanciò avanti seguita da tutti gli agenti che le erano vicina.
Decisa a dare tutta se stessa per i figli dei suoi amici, per coloro che erano parte della grande famiglia della Normandy SR2.


*****

« Tutti pronti? » chiese Olivia. Le tre squadre con l'esplosivo diedero l'ok.
« Adesso! » gridò lei.
Le esplosioni si sentirono appena, coperte dal suono della battaglia. Un clangore di metallo che si piegava, poi tutto quanto tremò. Con gli occhi sgranati osservò la strada, trasformata in un campo di battaglia, cadere e sfaldarsi sul livello sottostante.
Non avrebbero mai potuto vincere, così fecero l'impensabile. Minando il piano già danneggiato dall'attacco della Jotnar, con la distruzione dei piloni principali la strada era precipitata trascinando con se i grigi.
Le loro unità erano sorprendentemente resistenti non sapeva se questo sarebbe bastato, di certo avevano fatto tutto l'impossibile.
« Ora o mai più, raggiungiamo la nostra nave. A tutte le squadre evacuare!»
« Andiamo! » - Gridò lo s.p.e.t.t.r.o. ai compagni - « Di corsa!»
« Aspetta. » disse Steve, lei lo fissò seccata e stupita. Suo fratello non l'avrebbe mai contraddetta davanti agli altri. Lui si mosse verso il phantom.
Isabella si tolse il casco, le mancava l'aria. Si sentiva intontita e i piedi non volevano saperne di stare fermi. Avvertiva una sensazione di nausea allo stomaco, a renderlo peggiore l'odore dei cadaveri intorno a lei e dei fluidi che fuoriuscivano da essi.
Lo sguardo le cadde su un hanar, i tentacoli erano tagliati in diverse parti con il corpo amputato di una delle sue estremità. Si chiese cosa ci facesse lì un hanar, se era stata lei a ucciderlo o se aveva solo fatto a pezzi un cadavere? Non ricordava bene cosa aveva fatto, solo che aveva ucciso tanto. Perfino per lei.
Le scappò una risata « Insalata di polpo!» disse e rise ancora più forte, di gusto, aveva finalmente capito una battuta fatta da Steve alla Grissom. Un rumore la fece voltare. Sorrise ferocemente.
 
Olivia non era certa di quello che vedeva. Isabella sembrava sbronza -Ma di cosa? È possibile ubriacarsi di morte? - pensò guardandola.
Steve avanzò senza problem,i calpestando i cadaveri sotto di lui, a ogni passo si sentiva il risucchio dato dal sangue che rendeva appiccicosa il suolo. Arrivatole vicina si tolse il casco. « Ok...calma…» glielo mise in testa.
« Respira piano...sai come funziona…l'abbiamo già fatto. »
Vide la testa di Isabella ondeggiare leggermente « Steve? » chiese Olivia avvicinandosi da sola.
« Lentamente Olivia...è già successo una volta, ha solo bisogno di calmarsi...per oggi ha fatto tutto quello che poteva. Le ho dato il mio casco spegnendolo, sente ma non vede…è come un copri occhi per un cavallo, per evitare che si spaventi. Nel nostro caso per evitare che ci salti alla gola, fino a quando non si sarà tranquillizzata almeno un po'. »
Olivia annuì senza dire niente, guardava in alto sia per non fissare la distesa dei corpi sotto di lei. Il resto della squadra si stava preparando o approfittando di quella pausa imprevista per riposare.
« Non possiamo fermarci. Isabella potrà seguirci? »
« Penso... » disse lui, interrompendosi quando una serie di rumori gutturali provennero da dentro il casco. Lui osservò pensieroso.
« Non è che ci vomita dentro? » domandò Olivia, incuriosita.
Il phantom fece suoni come se stesse cercando di sputare del catarro, infine tossì diverse volte. Fece capire di volersi togliere il casco.
Steve se lo riprese, fissandone preoccupato l'interno, per poi metterselo sotto braccio facendo finta di niente.
Olivia si allontanò, lui non aveva bisogno del suo aiuto e dovevano muoversi. Solo non poté far a meno di notare, come quella distesa di cadaveri non avesse influenzato suo fratello.
« Divertita? » chiese lui.
Isabella fece si con la testa con gli occhi ridotti a due fessure, sembrava sul punto di addormentarsi.
Un tonfo sordo, uno schizzo di sangue colpì Steve in faccia mentre altro sangue colava da una ferita in testa a Isabella sul suo lato destro, vicina alla tempia.
Il phantom barcollo con lo sguardo vitreo e infine crollò, Steve si mosse afferrandola nella caduta.
Respirava, fu la prima cosa che controllò. Vide la ferita e da essa alcuni fili e altro che sembravano parti meccaniche. -“ Il suo dispositivo per il controllo dei poteri biotici - pensò, in qualche modo l'aveva protetta assorbendo il colpo. Solo allora si chiese, sparato da chi?
« La lasci andare. » Intimò Libusia in piedi dietro di lui, non si mosse sentendo l'arma puntata sulla nuca.
L'ex-cabala, quando aveva visto Isabella in quello stato, aveva intuito che quella sarebbe stata la sua miglior e forse unica occasione per eliminare il phantom.
Non avrebbe permesso a nessuno, neanche a Steve Williams Shepard di impedirle di prendersi la sua vendetta.
L'arma le scappò quando un colpo la ferì sul dorso della mano, lei si voltò. Un secondo colpo la raggiunse in faccia, su una delle su mandibole che si stacco volando poco distante. Mentre un terzo colpo al ventre la costrinse a terra.
Sentiva le viscere preme per uscire, solo la biotecnologia ancora la teneva in vita.
Su di lei Olivia Williams Shepard la guardava con sguardo freddo, i suoi occhi verdi spesso allegri e caldi sembravano due lame. Dalla scontro precedente si era fatta un'idea di come funzionava la biotecnologia e i suoi limiti.
« Non abbiamo tempo. » commentò Steve, tenendo in braccio Isabella. Era incredibilmente calmo e serio, nonostante il viso sporco di sangue.
Olivia annuì e rivolgendosi alla turian, nel tono più minaccioso che avesse mai usato « Non ho mai ucciso a sangue freddo. Qui ci separiamo, vattene. Prendi i tuoi uomini e fai in modo che non ti rincontri. »
I due intanto non si erano mossi, si trattava di una questione personale che a loro non interessava. In più, erano tenuti sotto tiro dal resto della squadra della SR3.
« Il mm-mio o-ooonorrre... » borbottò Libusia, biascicando le parole ora che era priva di una mandibola.
Olivia sputò a terra allontanandosi.
« Non dovevi minacciare mio fratello.» rispose lei.
Un tremore si avvertì nella struttura, tutti fissarono il presidium. La torre del Consiglio era in fiamme scossa dalle esplosioni.
Olivia combatté la sensazione di ghiaccio che le aveva invaso le viscere, il fatto che stesse accadendo significa molte cose a cui cercò di non pensare. Ma un pensiero risultò impossibile da scacciare. Kasumi aveva fallito. Cosa poteva essere successo all'amica, a Taiga e a tutti gli altri?


*****

La grata cadde al suolo e la prima figura uscì senza problemi dal canale di ventilazione, seguita subito da un'altra. John Shepard tirò un profondo respiro guardando Ashley, ormai sentiva di non aver più il fisico per certe cose e una situazione d'emergenza come quella in cui si trovava ora sembrava rammentarglielo di continuo.
Zoppicando, si era stirato un muscolo mentre gattonando procedeva nel cunicolo, si diresse alla porta più vicina aprendola. Il Consiglio al completo con Audit per ultimo che copriva la ritirata entrò in fretta superando la soglia che avevano trovato bloccata, costringendo i primi due s.p.e.t.t.r.i. umani a infilarsi in quel maledetto canale d’aerazione per cercare un modo per aprirla. Audit richiuse una volta varcata.
« Cosa consiglia di fare Shepard? » chiese Deos il consigliere turian.
John lasciò vagare lo sguardo, ripensando agli ultimi eventi. Nonostante tutti gli sforzi fatti il nemico aveva raggiunto il presidium e la torre. Non esisteva nessuna vera difesa che separasse quel posto dal resto della stazione e troppe strade lo raggiungevano. I grigi erano semplicemente arrivati in gruppo più piccoli, mentre il grosso delle loro forze affrontava Csec ed N7, giungendo da strade secondarie passando da livelli differenti della stazione. Troppe vie per le forze presenti. Intuito il pericolo si era trovato tra due scelte: raggruppare le forze e fronteggiare la minaccia principale o dividere gli uomini in squadre di pochi elementi per presidiare ogni via. Aveva scelto la prima, dubitando che tre o quattro soldati fermi a un incrocio sarebbero riusciti fermare anche solo un piccolo gruppo di nemici.
Sperando che se fossero riusciti a bloccare il gruppo principale, il resto dei nemici avrebbe cambiato direzione per aiutare le forze alleate. Non era successo. Una parte della sua mente ne fu lieta, avrebbe voluto dire più difficoltà per i suoi figli se il suo piano fosse riuscito. Scacciò via quel pensiero avendo altro di cui preoccuparsi, cose come salvare se stesso, sua moglie e il Consiglio.
I mech umanoidi avevano fatto irruzione nel presidium senza problemi, al loro arrivo la torre era sigillata. Ma le porte blindate avevano ceduto subito, fuse dall'energia dei loro colpi. Appena il primo nemico aveva fatto irruzione nell'edificio la battaglia era persa, se il Consiglio esisteva ancora era dovuto al fatto che si trovavano nella stanza del progetto “Ascolto”.
Se fossero rimasti nella loro sede abituale ora la galassia avrebbe bisogno di nuovi consiglieri, il nemico si era subito diretto dove normalmente tenevano seduta.
« Scendiamo verso il basso e speriamo di trovare una via per allontanarci, però dobbiamo aprire la Cittadella. In questa situazione la stazione è diventata una trappola, nessuna nave potrà decollare fino a quando rimane chiusa...sperando che la flotta di difesa resista ancora per un po'...cazzo,cazzo,cazzo. » disse passandosi una mano tra i capelli corti. « Ho sbagliato. »
Aveva deciso che la Jotnar sarebbe decollata all'ultimo quando la flotta civile sarebbe stata pronta, in modo da fornire copertura alle navi indifese mentre si allontanavo dalla zona degli scontri, nel frattempo la corazzata bombardava aree degli agglomerati dove era accertata presenza nemica. Altre scelte, altre morti per le sue decisioni. Ancora rimorsi. Era stanco di tutto ciò.
Ashley si voltò verso di lui, intuiva la sua l'angoscia. Sempre più spesso, con l'avanzare dell'età, suo marito cadeva alcune volte in una sorta di depressione. Lasciando l'uomo al posto dell'eroe che cedeva contro il passare del tempo e le responsabilità. Gli mise una mano sulla spalla.
Lui la guardò e annuì. « Andiamo e speriamo di essere in tempo. » disse.
Più scendevano, più le indicazioni si facevano scarse e i corridoi intricati. L'unica indicazione proveniva dai suoni della battaglia, non si udivano più segno che dovevano essere scesi di molto nella base della torre. Perché lo scontro non poteva essersi concluso in cosi breve tempo...o almeno cosi sperava. Un tonfo metallico bloccò tutti, si scrutarono l'un l'altro.
A gesti per non fare rumore indicò di fermarsi, Ashley fece accucciare i consiglieri mentre Audit teneva la retroguardia.
Un paio di segni ad Ashley e Shepard corse chino in avanti più silenzioso che poteva. Il resto del gruppo aspettava immobile. La tensione stava distruggendo alcuni dei Consiglieri, all'improvviso Jerod il consigliere salarian aprì la bocca come per parlare ma la mano di Audit gliela chiuse tenacemente, facendogli il segno tipico della loro specie per imporre silenzio. Il Consigliere annuì.
« Shepard è via da almeno dieci minuti » mormorò Tevos vicino ad Ashely, lei annuì non potendo fare altro. Capiva i timori della consigliera asari, John ci stava mettendo troppo. Un movimento attrasse la sua attenzione, una mano umana si agitava da dietro un angolo seguita dal volto di suo marito che gli faceva segno di raggiungerlo in silenzio.
« Non crederete a cosa ho trovato. » disse più piano possibile.
« Cosa? » domandò Ashley, vedere suo marito stupito non era facile.
« Io...sarà più facile mostrarvelo, ma fate attenzione, ho visto tracce di un passaggio recente...dubito sia qualcuno dei nostri, non ho visto mech nemici. Probabilmente sono troppo grossi per passare. Seguitemi. »
Percorsero altri corridoi fino a trovarsi davanti a un ponte che si apriva su una voragine, scariche elettriche passavano tre le sue pareti. La fissarono sbalorditi, increduli che un simile posto all'interno della stazione non fosse mai stato trovato.
« Sia io che Anderson rimanemmo stupiti, la prima volta che la vedemmo. » dichiarò John attraversando il ponte.
« Che diavolo significa? » - borbottò Ashley sottovoce - « No…aspetta…il catalizzatore…non vorrai dirmi...»
« Si, questa è la voragine che descrivo nel rapporto di allora. È la strada che conduce alla stanza del Catalizzatore o a quello che ne rimane. » affermò John senza nascondere una nota d'eccitazione.
« Come può essere? Appena è stato possibile, il Consiglio di quel tempo ha mandato squadre di ricerca ma non hanno mai trovato niente. » - obiettò De Falco - « Perché ora? »
« Ho una domanda migliore. Perché se è veramente quel posto è tutto riparato e integro. L'esplosione che distrusse i razziatori partì da qui, eppure non c'è nemmeno traccia di polvere. Chi ha riparato quest'area se le squadre di riparazione non sono mai giunte qui? » domandò Nine' Fogar la consigliera quarian
« I custodi. » - suggerì Bakara - « Anche loro furono distrutti dal crucibolo, insieme ai geth e razziatori. Se il capitano Shepard e la sua squadra sono riusciti a ripristinare i geth, nessuno ha mai fatto niente per i custodi. Per sette mesi la stazione ne fu priva, poi, poco alla volta riapparvero. Accettammo la cosa, anche se sapevamo che erano dei custodi nuovi e ignorassimo da dove venissero. I corpi di quelli vecchi li ritrovammo tutti, privi di vita. »
« I custodi...mi sembra sensato. » commentò Ashley.
« Anche a me » disse Audit
« Bene...e adesso John? »
« Dobbiamo aprire la stazione o non si salverà nessuno. Forse li troveremo un modo, l'ultima volta c'era. » Percorsero il ponte e salirono una scala che dava su un'area circolare di discrete dimensioni, al centro stava un pannello di controllo « Qui…è stato qui!» disse John con voce tremante, si sentiva invaso dalle emozioni.
« Anderson e l'uomo Misterioso, le ultime fasi di quella guerra. »
« John...capitano... » disse Ashley con voce ferma.
« Si scusa, non è il momento dei ricordi. »
« Signore, cosa ritiene ci sia la su? » chiese Audit alla base di una scalinata i cui gradini fluttuavano nell'aria conducendo al piano sopra il loro.
« Il catalizzatore, quell'IA realizzata dai Leviatani. Siamo esattamente sotto la torre del Consiglio da un lato, dall'altro e sopra di noi è il punto esatto dove il Crucibolo si agganciò alla Cittadella e dove risedeva quel “costrutto artificiale” o almeno è cosi che si era definito. Per quello che nè so dovrebbe essere tutto spento. Ora basta, apriamo la stazione.» e si diresse verso pannello. Ogni passo era un tuffo nel passato.
« Attenzione! » mormorò a un tratto Audit nascondendosi, spingendo gli altri a fare altrettanto. Da in cima la scala fece capolino una figura minuta, con la pelle grigia, la testa grossa rispetto al corpo e due grandi occhi neri. Fisso la sala sottostante per una decina di secondi per poi spostarsi e sparire alla vista.
« Dannazione...non so cosa ci fanno qui, ma l'idea di saperli li dentro non mi piace per niente. » commentò  Ashley.
« Dobbiamo decidere il da farsi, non possiamo aprire la stazione senza farci scoprire »- Disse John e radunò tutti - « Consiglieri so che non siamo nelle condizioni giuste, non me la sento di lasciare che il nemico faccia come vuole li dentro. Anche se forse potremo riuscire ad aprire la stazione e a scappare prima che riescano ad agire. Per quanto sembri una pazzia propongo di intervenire. »
Chloe De Falco scosse la testa « Se solo la meta di quel rapporto fosse vera, girare le testa e andarcene sarebbe da idioti e incoscienti, qualsiasi cosa stiano facendo non devono riuscirci. »
« Beh signora, pensò che il rapporto di Shepard sia veritiero fino all'ultima riga. » rispose Ashley, senza riuscire a nascondere un tono offeso. Nonostante tutto quello che lui aveva fatto e affrontato, qualcuno metteva in dubbio le parole di suo marito. Non che lo criticassero, ma giustificandole come allucinazioni causate dalla ferite e dallo stress.
« Non era mia intenzione...» stava dicendo la consigliera umana, ma Shepard l'interruppe con un gesto della mano. « Abbiamo alcune armi. Io, Ashley e Audit siamo discretamente armati, giocandocela bene potremo farcela se non sono in troppi la su. »
« Conta anche me Shepard. » affermò Bakara.
« Mmmhh... Consigliera...lei...» disse incerto l'eroe.
« Non penserai che mi sono rammollita? »
« Non oserai mai. » disse e le passò un'arma.
Bakara la prese agilmente in mano « Umm...una sensazione piacevole. »
Nessuno si accorse che le labbra per consigliere salarian mormorarono “bruti”.
« All'inferno, Shepard ne dia una anche a me. Sono pur sempre un turian. » disse Deos, cercando di richiamare l’addestramento militare fatto in gioventù.
« Forse potrei aiutarvi anch'io. » disse Tevos alzando la mano
Tutti la fissarono. « Scusi Consigliera, non ricordo che lei abbia esperienze militari. » disse Ashley
« Da giovane ho usato delle armi e dopo l'attacco di Cerberus contro la Cittadella ho pensato di seguire qualche corso. L'ex-consigliere Sparatus mi ha dato anche qualche lezione privata. » disse l'asari sempre al centro dell'attenzione. Si grattò la testa imbarazzata « Sono anche l'unica ad essere una biotica, i miei poteri potranno esservi utili...spero...penso. »
« Faremo cosi... » Shepard illustrò il suo piano.
Il grigio ruotò la testa verso la scala sentendo un rumore. Il colpo lo prese in testa liberando schizzi di sangue biancastro, Audit apparve dal nulla mentre il suo occultamento veniva meno. Eliminò un secondo nemico prima che il resto di loro, una ventina, finalmente comprendesse cosa stesse accadendo.
Il salarian si tuffò giù dalla scala, intorno a lui saettavano colpi di energia viola. Senza dirsi apparentemente una parola, almeno metà dei nemici lo inseguì al livello inferiore.
Shepard, soldato di professione, aveva notato che il nemico sembrava a “digiuno” di esperienza militare e aveva contato proprio su questo.
Da dietro un angolo, alle spalle della scala lui e Ashley avevano visto il nemico scendere aspettando che il primo di loro toccasse terra. In quel momento aprirono il fuoco contro i nemici che davano loro le spalle.
Dieci secondi dopo, furono Deos e Tevos ad attaccare. Shepard aveva chiesto al turian di contare fino a dieci dopo che loro avessero ingaggiato il nemico e solo allora intervenire.
Colti di sorpresa una seconda volta, i grigi andarono in rotta. I sopravvissuti cercarono di riguadagnare la scala.
« Adesso Bakara » urlò Shepard. La krogan fece la sua apparizione, nascosta insieme a De Falco e al resto dei consiglieri dal campo d'occultamento di Jerod. Pareva che il governo salarian avesse deciso che fosse una buona precauzione che i loro consiglieri ne fossero forniti, dato che questo aveva salvato il consigliere Valarn da Kai Leng. Bakara caricò il nemico sulla stretta via d'accesso, urlando e sparando nel contempo. I nemici furono travolti e scaraventati a terra dove furono finiti, i fragili grigi non potevano resistere alla carica di un krogan.
Shepard e Ashley le furono subito dietro e guadagnarono il piano superiore, fu una lotta breve ma intensa che non permise di fare prigionieri. Shepard ne fu dispiaciuto, avrebbe voluto sapere cosa stavano cercando di fare.
« Dio...è stato qui...dove l'hai finita con i Razziatori e li hai mandati tutti a farsi fottere. » disse Ashely. Lei, tutti loro si stavano guardando in giro. Sulla volta della sala potevano vedere la battaglia infuriare tra le navi dei grigi e quelle del Consiglio.
« Si » disse John tornando con la mente a qui ricordi lontani, mai avrebbe pensato che sarebbe ritornato in quel luogo. Il posto era come se lo rammentava anche se senza i cilindri e un'evoluta IA che lo costringeva a delle scelte. « Avrei voluto esserci Shepard...io, tutti noi della SR2...è qualcosa che non ci siamo mai perdonati. » disse lei
« Ash, lo so e grazie. » rispose lui
Un bagliore illuminò tutto piano quando una nave del Consiglio esplose. La battaglia non stava andando a loro favore.
« Penso sia meglio non perdere tempo e aprire la stazione. » Disse Chloe.
« Guardate! » gridò Jerod, indicando un punto nello spazio.
« Non...può...essere....» disse Shepard, Ashely era altrettanto incredula.
« Io...penso...sicuramente è la nave che generava quelle “onde” enormi rilevate da Ascolto » affermò Audit, fissando anche lui una sagoma enorme che si avvicinava alla stazione insieme ad altre più piccole.
« Quella non è una nave. » asserì Ashley senza riuscire a distogliere lo sguardo dall'oggetto in avvicinamento « Quello è un dannatissimo … »
«... Crucibolo. » disse John completando la frase per lei.


Image and video hosting by TinyPic Consigliera krogan Urdnot Bakara

 
Image and video hosting by TinyPic Consigliera asari Tevos Araeus

 
Image and video hosting by TinyPic Primo ambiente in cui si trovano dopo aver superato la voragione, in fondo il panello da dove è possibile aprire la stazione. L'immagine è presa da yuotube e si riferisce al finale di Mass Effect 3.

 
Image and video hosting by TinyPic Il posto che raggiungono dopo aver sconfitto i grigi e essere saliti al piano superiore, potete osservare che il soffitto da una visuale completa sullo spazio. Immagine presa da you tube, si riferisce al finale di di Mass Effect 3.


Image and video hosting by TinyPic Foto del crucibolo di Mass Effect 3 presa da internet. 
   
 
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