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Autore: _EverAfter_    06/05/2015    4 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Goku ha salvato l'umanità e si è unito a Shenron.
La vita continua a scorrere, lenta e inesorabile, per l'intera razza umana.
Non più giovane, Bulma rimane a fissare il cielo, abbandonandosi a ciò che, per tutta una vita, aveva nascosto agli altri, ma soprattutto a se stessa, giungendo ad una mera, seppur inevitabile, conclusione.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku | Coppie: Bulma/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shenron era sparito.

Non ci furono parole di commiserazione o di protesta. La Terra era stata salvata, tutti erano vivi e nessuno trattenne la gioia di poter ancora confidare nel futuro che Li Shenron, dall’alto della sua superbia, aveva tentato di distruggere.
Era stato bello poter sperare, per una frazione di secondo, che tutto fosse tornato alla normalità, ma quella volta qualcosa era cambiato, differendo da ciò che era sempre accaduto.
La Terra aveva rinunciato al suo miglior paladino, al principe azzurro che l’aveva sempre salvata, strappandola dalle mani scabrose dell’agonia e della distruzione.
Aveva rinunciato a Goku.
Quelle facce così spensierate avevano imparato a vederlo fuggire, così tremendamente lontano dai propri doveri quanto vicino alle proprie responsabilità, ignari del fatto che, quella volta, non sarebbe tornato. Non li avrebbe più salvati e loro non avrebbero più potuto provare quella sensazione di sollievo che pervadeva i loro animi ogni volta che Goku appariva al loro fianco per opporsi a una situazione che, fino a quel momento, era apparsa disperata agli occhi di tutti.
Erano passati tanti anni da quel giorno in cui il guerriero aveva deciso di perseguire la strada meno battuta, la più faticosa, che l’avrebbe portato a rinunciare per sempre a Chichi, ai suoi figli, alla sua dolce nipotina, agli amici. Niente più dolci ricordi da custodire, nessun lieto fine pronto a bussare alla porta della piccola casa sui monti Paoz. Quel giorno, per quanto vittoriosi, c’era qualcuno che aveva compreso la verità, la cui faccia mascherava un pianto silenzioso, più profondo di quello che avrebbero potuto mostrare un paio di lacrime. Un dolore interno, che la lacerava e le imponeva di urlare all’inganno, perché, in fondo, lei non si sentiva così felice di ciò che era accaduto.
Dieci anni.
Bulma se ne stava affacciata sulla vasta terrazza della Capsule Corporation, fissando il cielo come faceva ogni giorno, nella speranza di veder comparire una scintilla bionda che l’avvisasse che lui era tornato, pronto a riprendere il posto che aveva ricoperto per tutta una vita.
Socchiuse gli occhi, sperando che fosse la vista non più così fresca a impedirle di mettere a fuoco le cose intorno a sé; quell’empireo dalle nuvole soffici e rotonde non era attraversato da nessuna turbolenza ma solo da un timido mantello crepuscolare che con movimento ancestrale scendeva a coprire il Sole ormai rossastro all’orizzonte.
Goku non era tornato.
Trattenendo un singhiozzo, che strozzò prima che potesse fuoriuscire dall’esofago, Bulma si accasciò su una sedia posta lì vicino, posando la testa sulle ginocchia.
Goku aveva ottenuto la gratificazione più alta che potesse essere conferita al combattente più forte dell’universo, aveva appagato con quell’ultimo gesto d’amore la sua voglia di mettersi alla prova e di perfezionarsi.
In fondo non lo biasimava. Era sempre stato quello lo scopo della sua intera esistenza.
Bulma tentò di figurarsi Chichi in quel momento, pensando a come potesse sentirsi sola, abbandonata da un marito le cui promesse erano state fatte troppo ingenuamente per essere mantenute. Goku era rimasto un bambino, un dolce infante capace di mentire spudoratamente piuttosto che avere del rimorso per una verità troppo dolorosa. Non le aveva mai promesso di esserle sempre accanto e, d’altronde, Bulma non ricordava quante promesse avesse infranto il sayan pur di preservare sua moglie, parte integrante dell’intera umanità.
Bulma sapeva che l’amico non aveva mai amato Chichi come aveva amato quell’universo a cui lui stesso aveva teso le mani per attingere a un vigore sconosciuto, un moto interiore che prescindeva dalla semplice forza di volontà per tendere a quell’infinito tanto agognato dal sayan, il quale, dopo tanti anni, aveva finalmente vinto contro il nemico più agguerrito di tutti: il suo stesso limite.
Fu solo in quegli attimi che la turchina si rese conto di quanto le mancasse. Era sempre stata abituata ad averlo accanto, a sapere che ci sarebbe per sempre stato. Per tutti. Per lei.
L’aveva trovato per caso, sperduto in quei monti divenuti il suo nido d’amore, solo e incapace di capire cosa fossero le relazioni interpersonali; e lui, che era così cieco e ignorante sulla forza dell’amore, aveva scelto di seguirla, sacrificando se stesso per ciò in cui credeva.
Poteva ancora immaginarlo.
Con la tuta arancione, il bastone e la nuvola speedy, pronto a solcare gli angoli più remoti del cielo, ignaro del futuro che lo avrebbe atteso dopo così tanti anni.
E lei, Bulma, lei lo avrebbe seguito sin in capo al mondo, perché per quanto potessero trovarsi distanti, sapeva che Goku sarebbe sempre tornato da lei; erano due anime, costrette a passare un’esistenza divise perché il loro comune sentiero si era divaricato in due strade e Bulma, da brava codarda, aveva scelto quella più facile, quella di sposarsi col sayan più isterico ed egoista dell’universo, ma che, per quanto megalomane, sarebbe sempre rimasto al suo fianco perché, a modo suo, l’amava più di quanto potesse amare la sua voglia di emergere.
La seconda strada l’avrebbe portata a Goku, a un bambino imprigionato in un corpo da sayan che non aveva scelto, ma che aveva deciso di mettere al servizio dell’umanità.
Bulma non avrebbe mai potuto sopportare ciò che, in quel preciso istante, stava provando Chichi. Lei era un’egoista e non avrebbe mai potuto condividere un bene tanto prezioso con l’intera umanità.
Era stato quell’amore viscerale che aveva sempre nutrito nei confronti del sayan che le aveva permesso di cederlo a un’altra, sicuramente più meritevole di stare con lui di quanto non lo fosse mai stata lei, una sciocca ragazzina dalla folta treccia turchina avvolta in un fiocco rosso, genio dell'ingegneria e innamorata del suo migliore amico.
Non avrebbe potuto nascondere ancora a lungo ciò che aveva provato per tutta una vita e, per quanto distante, sentiva che anche l’amico l’aveva amata, in un modo del tutto singolare.
Come solo un bambino sa fare.
«Mi manchi» sussurrò, lasciando che quelle lacrime prepotenti le bagnassero le guance arrossate.
Sentì un brivido percorrerle la schiena, mentre la dolce brezza estiva si dilettava a smuovere le fronde degli alberi intorno alla casa. Chiuse gli occhi. Sapeva che, se si fosse concentrata, avrebbe potuto sentire la sua voce, come un dolce eco di ricordi che aveva conservato gelosamente, prima di Chichi, di Vegeta, di Gohan, di Trunks… quando il mondo era solo loro, quando non c’erano regole o responsabilità a cui dover far riferimento, quando bastavano una moto e un radar per viaggiare, quando si lottava con un bastone allungabile in una mano ed il cuore nell’altra, pulsante per la voglia di misurarsi con avversari sempre più astuti, sempre più forti.
L’aveva amato.
E, quel giorno, aveva compiuto il più grande atto d’amore che le restasse da fare.
L’aveva lasciato andare.
Alzò gli occhi azzurri al cielo, perdendosi in quel firmamento costellato da tanti punti sfavillanti.
E lì, in quell’immensità fiammeggiante, Bulma vide Goku brillare più di tutte quelle stelle.



«Lo sai che sei proprio strana tu?» disse il bambino, sorpreso. «Dai coraggio, seguimi, andiamo a casa!»
Bulma lo seguì. «Non ci siamo ancora presentati. Dimmi, tu come ti chiami?»
«Il mio nome è Son Goku, ma puoi chiamarmi Goku. E tu, invece?»
«Veramente… io…» La ragazza tentennò qualche istante. «Bulma.»















Breve one - shot che ho deciso di scrivere così, su due piedi, perchè mi andava di piangere un po'!
Non so neanche perchè ho scelto Bulma e Goku, che sono assolutamente la mia coppia improponibile, dato che sono una fan accanita delle VegetaxBulma, però penso che alla fine ogni autore debba confrontarsi con qualcosa che ritiene una sfida e per me questa coppia lo è sempre stata!
Un bacione a tutti!

_Vintage_


  
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