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Autore: KiarettaScrittrice92    07/05/2015    6 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
La cosa sembra complicarsi vero? Ma ancora non avete visto nulla...
Però dobbiamo dare un po' di relax ai nostri personaggi giusto? Se no poverini muoiono d'ansia.
E chi meglio dei DB può regalare un sorriso al nostro Shinichi? No tranquilli, non faccio come Gosho, non metto un caso stupido coi DB tanto per fare. Qualche piccolo dettaglio che collegherà alla storia principale c'è. Ma chi mi conosce bene sa che per me i casi con i DB, nel manga, sono tutt'altro che inutili, perché fanno vedere un lato stupendo di Shinichi, che è quello da fratello maggiore che ha nei loro confronti, e questo capitolo ne è un esempio.
Chiedo scusa per l'immagine pessima, ma è l'unica che ho trovato.
Un piccolo avviso prima di lasciarvi alla lettura: come noterete in questo capitolo, ogni tanto farò dei riferimenti ai movie, anche se so bene che sono filler e quindi dovrebbero essere considerati come tali.

Ringrazio come al solito tutti per i commenti.
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



I Detective Boys
 

Il giorno dopo, Shinichi suonò a casa del dottor Agasa che venne subito ad aprire la porta.
«Oh Shinichi che bello rivederti!» disse l’uomo con un sorriso.
«Vale anche per me professore.» disse lui entrando in casa e togliendosi le scarpe.
«Cosa ti porta qui? Sono sicuro che non è una visita di cortesia la tua.» disse questo, con un sorriso più ampio.
Shinichi si afflosciò un po', sentendosi in colpa.
«Scusi professore, ma ho bisogno del suo aiuto... Dovrebbe cercare informazioni su questo locale.» disse porgendo un foglietto ad Agasa.
«Tranquillo, – rispose lui – perché non vai di là, che ci sono i ragazzi?»
«Volentieri.» sorrise e già prima di entrare nella stanza sentiva le voci dei tre bambini litigare.
«Che avete da agitarvi voi tre?» chiese entrando.
«Shinichi!» urlò Ayumi saltando in braccio al ragazzo che la prese al volo.
I tre bambini erano stati i primi a cui aveva detto la verità. Il giorno prima che tornasse Shinichi e poi li aveva visti durante il mese prima della recita scolastica.
«Ciao Conan!» urlò Genta.
«Genta, smettila di chiamarlo così... non è il suo vero nome.» lo rimproverò Mitsuhiko salutando poi il ragazzo.
«Uffa... ormai sono abituato a chiamarlo così...» disse il bambino più grasso offeso.

 

Poco dopo erano di nuovo seduti sul divano, tranne Ayumi che se ne stava, comodamente in braccio a Shinichi.
«Senza di te non siamo più capaci di fare nulla.» disse Mistuhiko con tono triste.
«Non è vero, – rispose Shinichi – un sacco di volte quando ero Conan ci siamo salvati la pelle grazie alle vostre intuizioni. Non ricordate il caso della grotta in cui sono stato ferito? O quello dell’architetto bombardiere in cui mi avete dato tutte le informazioni su quell’uomo?»
«Sì, ma tu ci davi sempre indizi. – lo interruppe la bambina in braccio a lui – Ora non riusciamo neanche a risolvere uno stupido codice.»
«Cioè?»
«Beh ecco, un nostro compagno di classe ci ha mandato questa...» disse Mistuiko porgendo una lettera al ragazzo.

Cari Detective Boys,
Ho bisogno del vostro aiuto.
Mio fratello maggiore da un anno e cinque mesi è partito per l’estero. Ogni mese ci ha mandato una lettera dicendoci cosa faceva e come andava la situazione.
Alla fine di ogni lettera scriveva dei simboli occidentali senza senso compiuto, che vi ho riportato nell’altro foglio nell’ordine in cui sono arrivati.
Nell’ultima lettera ci ha scritto che in tutti questi codici ci sono segnati in qualche modo i numeri di un codice per un conto bancario che serviva ad aiutare mamma e papà nelle spese.
Purtroppo non siamo riusciti a decifrarlo.
Chiedo perciò il vostro aiuto.
Mi potete dare la risposta anche il primo giorno di scuola.
Agino

Il ragazzo prese l’altro foglio, leggendo quelle parole, effettivamente senza nessun senso logico.

GANIO
UKANED
KETAA
AMTSNUE
RAKIO
OTANED
EMUNEN
EMIKOK
LAÌ
ANANIM
HSZIKUA
IKIMOT
IGKNO
IJEKSTU
UKORAW
URAKEN

«L’unica cosa che sappiamo è che ogni codice corrisponde ad un numero, dato che un conto bancario ha sedici numeri di codice, ma non riusciamo a trovare un senso a quelle lettere.» disse Genta.
«E Agino ci ha detto che nell’ultima lettera il fratello ha scritto che sono solo tre cifre ripetute. Ma non sappiamo come.» continuò la bambina.
Il ragazzo li ascoltava, continuando però ad osservare attentamente il foglio, come se all’improvviso la risposta potesse comparire magicamente sopra.
«Avete provato a chiedere qualche informazione in più al vostro compagno?» chiese alzando, finalmente, lo sguardo dal codice.
«Sì, abbiamo preso un po’ d'informazioni chiamandolo al telefono – iniziò Mitsuhiko – Ci ha detto che dopo che ci aveva già mandato la lettera di richiesta gli era arrivata un’altra lettera del fratello che elencava tutti i loro parenti sparsi per Tokyo, dicendo di riferire a tutti che voleva loro bene.»
«Tutti i parenti?» 
Va bene che si spendono più soldi a mandare più lettere, ma che senso aveva dire una cosa del genere a una persona sola se i destinatari erano sparsi per Tokyo? Pensò dubbioso il ragazzo, sicuro che c’entrasse qualcosa con il quesito.
«Sì abbiamo preso appunti, – disse Genta prendendo il suo taccuino – Allora ha detto che erano... ah ecco... Agino, ossia il nostro compagno, Mekiko la sorella, la madre Ekata e il padre Ginko che abitano nella periferia di Beika. Poi dall’altra parte della città vivono il fratello più grande Ariko che si prende cura della bisnonna Mastune assieme al nonno Tonade e alla nonna Menune.»
«Poi al lato est di Tokyo – continuò Ayumi leggendo il suo taccuino – ci sono la nonna Nanami con suo figlio Jiketsu e la nipote Shizuka. Infine nella zona ovest c’è la cuginetta Kurowa coi suoi genitori Rukane e Kimito.»
«Vi state dimenticando l’ultimo!» li rimproverò Mistuhiko
«Che sarebbe?» chiese Shinichi, sempre più confuso.
«Ha anche detto che voleva bene al pesce di casa, Alì.»
«Al pesce?»
«Già»
Shinichi guardò nuovamente il foglio e finalmente qualcosa lo colpì, un’intuizione gli attraversò la mente. 
«Passatemi uno dei vostri taccuini.»
Ayumi scese dalle sue gambe e gli porse il suo piccolo blocchetto marrone, su cui, lui, iniziò a scrivere freneticamente.
«Ci sono! – disse dopo qualche minuto – A proposito per caso il vostro amico si chiama Kunade di cognome?»
«Come fai a saperlo?» domandò Genta stupito.
«Non mi dire che hai trovato già la soluzione.» fece Mistuiko.
«Davvero?» chiese Ayumi con gli occhi già sognanti.
«Sì... ma questo e il vostro caso. Quindi lo dovrete risolvere voi! – i bambini s’incupirono – Vi dò un indizio, confrontate i nomi che avete raccolto con i codici.»
«Ci abbiamo provato.» disse Genta.
«Ne siete sicuri? Avete provato tutte le combinazioni? Facciamo così, io vado di là a preparare la merenda, quando torno mi dite se avete capito, se non è così ve lo dirò io.» si alzò e uscì dalla stanza.
«Ti hanno parlato dei codici e della lettera vero?» domandò Agasa, che era al computer.
«Già, li ho lasciati a lavorare... Ha trovato qualcosa?»
«Non molto – disse il professore – hanno un loro sito personale, ma sembra non esserci niente di strano... Ma perché ne vuoi sapere Shinichi?»
«Per un caso...» rispose lui in tono molto evasivo.
«Un caso molto importante a giudicare dalla tua espressione.» ribatté il professore, ma lui non rispose e si diresse verso la cucina.

 

«Ho capito!» esultò Ayumi ad un certo punto.
I due bambini guardarono nel suo foglio era pieno di scarabocchi e nel lato sinistro c’era una colonna di nomi con a fianco i codici e dei numeri.
«Come hai fatto?» chiese Genta deluso per non averlo risolto lui.
«Mi è bastato spostare di una lettera le sillabe – rispose la bambina compiaciuta – ad esempio Agino diventa Ganio... capite?»
«Brava Ayumi! – esclamò Shinichi entrando in salotto con un vassoio pieno di biscotti – E se non sbaglio il codice è...»
«No lo voglio dire io – lo interruppe la bambina – Il codice è: 2323233213322323.»
«Sbagliato Ayumi, i numeri sono giusti ma l’ordine è diverso.» la corresse Shinichi.
«O per meglio dire l’ordine è quello dell’ultima lettera in cui elencava tutti i nomi dei parenti – disse Mistuhiko, afferrando il foglio di Ayumi e confrontandolo con il suo blocco – ...quindi... 3 che sta per il cognome di famiglia e poi... 222223333332321.»
«Esatto!» confermò il ragazzo con un sorriso, facendo così esultare i bambini.

  
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