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Autore: Pikachu4Ever    07/05/2015    1 recensioni
Fanfiction ispirata alla serie Ace Attorney. Il protagonista è un giovane avvocato di nome Lawrence Trueman, che insieme alla sua assistente Jean Watson ed al procuratore Travis Harley intende risolvere casi impossibili come il leggendario Phoenix Wright, cinque anni dopo la perdita del distintivo di quest'ultimo. Ma ci riuscirà in un mondo dove la corruzione e la falsità albergano in ogni dove...?
Nota: la storia presenta alcuni punti di contatto con la serie "Case: WL-0" di The Shadow. Per comprendere determinati punti (anche se non troppi), quindi, è consigliato leggere la suddetta serie.
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il Giudice, Marvin Grossberg, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lawrence Trueman'
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LTAA45

LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY


Capitolo 44: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 3)

Quartiere Eastwood

Sede Hall of Shame

5 Agosto

Ore 15:01

[Lawrence]

Dopo essere scesi dall'autobus e aver camminato per una decina di minuti io, Riza e Wren arrivammo di fronte alla sede del giornale dove Colette ed Otom lavoravano.

Dall'esterno non era troppo differente da qualunque altro grattacielo della zona: sarebbe stato indistiguibile, se non per un grosso cartello all'entrata con il logo del giornale, accompagnato dalla scritta 'Hall of Shame - Tutto il turpume della società, direttamente per voi'.

... Onestamente non sono mai stato un grande fan del giornale, e molta gente lo considera un tabloid che per quanto interessante vada più in là del necessario... ma ammetto che sanno essere divertenti, soprattutto gli articoli più ironici che critici.

... Non sono sicuro che riuscirò ad ottenere informazioni utili da Colette, però. Soprattutto considerato come si sia comportata durante il processo. Non ci vuole un genio a capire che nasconde qualcosa; la vera domanda è, di cosa si tratta? Non è facile dirlo sapendo solo della testimonianza che ha dato in tribunale...

E' chiedere troppo che almeno un mio familiare possa non nascondermi cose, vero?

"Allora, quanto hai intenzione di rimanere lì a leggere il loro slogan? Non penso che facendo la bella statuina vedrai qualcosa di utile..." mi rimproverò Riza con tono seccato ma con un sorrisetto arcigno dipinto sul volto.

"S-scusa, stavo riflettendo... non parlo molto con mia cugina, ma so che passa parecchio tempo in redazione, quindi ho buone probabilità di trovarla qui..." dissi io, grattandomi la nuca.

Sperando che fosse davvero lì, e non a fare pratica di pattinaggio sul ghiaccio. O ad insegnare danza classica ai bambini. O a fare graffiti sopra a qualche palazzo alto. O a fare ricerche sulla street art e cose simili...

... Whew, a ripensarci, certo che ne ha di impegni ed interessi, l'esatto contrario di me. Dove diamine lo trova il tempo di domire, in tutto questo?

"Penso che questa banale cosa puoi sbrigartela tu da solo. Non penso ti serva la babysitter per parlare con tua cugina." disse Riza. Sebbene non mi piacesse molto il suo tono, annuì.

"Già, sono d'accordo... e, Wren, penso che forse è meglio che tu stia qui per ora. Non vorrei che ti cacciassero dalla redazione, sai... insomma..." provai a dire, bloccandomi però a metà frase e mordendomi il labbro. Suonava molto più offensivo di quanto volessi...

In risposta, il dodicenne mi fece semplicemente un sorriso triste mentre si sistemava le bretelle, dicendomi "Non si preoccupi, signor Lawrence, lo capisco... Io e Riza la aspetteremo qui, va bene? Vada lì e faccia nera sua cugina! Sono sicuro che ce la farà!"

... Sei un idiota, Law. Un grandissimo, gigantesco idiota.

Io sospirai, forzando un sorriso quanto più allegro possibile mentre dicevo "Grazie, Wren... ma non preoccuparti, dopo di questo continueremo la nostra investigazione insieme, d'accordo?"

"D'accordo..." rispose lui, annuendo. Era ancora triste, ma stava cercano di non mostrarlo.

... Mi dispiace, Wren, davvero.

"A Wren ci penso io, tu pensa a fare le tue domandine. Non abbiamo tutto il tempo del mondo, quindi vedi di fare in fretta." disse la falsaria, rendendo chiaro quanta pazienza avesse.

Grazie, molto gentile e rassicurante.

... Non sono un tipo a cui piace prendere in antipatia la gente, ma sinceramente non credo che io e lei andremo d'accordo, se continua così. Specie dopo la 'chiaccherata' che abbiamo fatto prima... le avrei già detto di andarsene se fossi stato da solo, ma c'è Wren e non voglio offenderlo o farlo sentire male, visto che la vede di buon occhio... e comunque, dopo la Hall of Shame non abbiamo molto altro da controllare. Devo solo resistere un altro pò, poi non sarò più costretto a vederla.

Mi limitai però a sospirare, e poi risponderle "D'accordo. Ci vediamo a tra poco, allora."


"Buona fortuna, signor Lawrence." fece allora il ragazzino. Riza semplicemente annuì disinteressata.

Io alzai la mano e salutai entrambi, per poi dirigermi verso l'ingresso, mettendo da parte tutti i pensieri inutili e conentrandomi solamente sul caso alla mano.

Sede Hall of Shame
Ingresso

5 Agosto

Ore 15:08


Visto che mi trovavo nella sede di un giornale scandalistico, mi aspettavo un ufficio irriverente e stralunato... e non era molto lontano da quello che mi trovai di fronte.
L'ingresso era abbastanza spazioso, con varie sedie e divani rosso scarlatto disposti ai lati della sala, con un paio di vasche per i pesci ai lati, strapiene di pesci pagliaccio... probabilmente una qualche sorta di velato simbolismo. O al proprietario semplicemente piacciono quei pesci, chissà.
Tutt'attorno vi erano varie piante esotiche, tra cui riconobbi anche un paio di piante carnivore, tutte comunque dall'aspetto bizzarro e fuori dal comune.
Affissi ai muri, poi, vi era tutta una serie di articoli del giornale, anche di molti anni prima: si spaziava dall'intervista e gli ultimi gossip su Yanni Yogi e la sua fidanzata, ad un'inchiesta sulla sicurezza delle nostre banche a seguito di un pesante furto informatico, ad un reportage sul Giudice Bree Hughes con altri gossip sulla sua vita privata, un'esclusiva sulla morte di una famiglia ricca di Springside Hills ed il destino della loro fortuna, un articolo pieno di teorie sui retroscena del così detto 'Miracolo dell'HAT-1' e su come fosse stato un possibile sabotaggio da parte di Steven Zaren ai danni di Yuri Cosmos... insieme ad altri articoli più o meno credibili.
... Personalmente, ho parecchi dubbi che tutti questi articoli siano veritieri, ma con un nome come 'Hall of Shame', ho sempre pensato che questo giornale fosse molto, molto più interessato a fare notizia che a dare un'accurata presentazione dei fatti.
Evitai tuttavia di soffermarmi oltre sull'ambiente, andando dritto verso la reception, dicendo "Scusate, vorrei parlare con Colette Trueman... Sono suo cugino."

"Mi spiace, non sono ammesse visite se non programmate in anticipo. E non vedo il suo nome sulla lista degli ospiti di oggi." replicò la donna alla reception, senza nemmeno guardarmi.

"Ehm... sì, lo so che non ho chiesto di venire, però..." provai a ribattere.

"Niente da fare. Se ha dei reclami da fare, li può esporre al nostro capo via e-mail."

"Ho capito, ma vede, è una cosa importante, sto indagando su un omicidio e..."

"Potrebbe anche stare avvenendo l'apocalisse per quanto mi riguarda, le regole rimangono le stesse: niente programmazione, niente visita. E se continua a insistere, chiamerò la guardia per farla  rimuovere forzatamente. E' chiaro?"

"... Cristallina."

E così mi allontanai, sospirando e girandomi verso la porta d'ingresso.
Non sono proprio capace di impormi... però, non si può dire che non abbiano una receptionista ligia al dovere.
Forse avrei dovuto chiamare Colette prima... ma visto che il suo cellulare è quasi sempre occupato, dubito che sarei riuscito a parlare con lei.
Fui quasi sul punto di uscire, prima di sentire una voce debole e timida chiedermi "Uhm... scusate, dovete andare alla Hall of Shame, ho sentito...?"

"Uhm?" feci io, voltandomi: ad aver parlato era stata una ragazza più o meno della mia età, con un viso dai lineamenti dolci, con occhi neri e capelli corti viola con due ciuffi che le ricadevano sul volto, con indosso abiti sformato di color celeste ed una cintura nera. Dava l'idea di essere una persona piuttosto delicata... anzi, persino fragile, per certi versi ed in più di un senso.

"Uh... Sì, è così. Come mai me lo chiedete, signorina...?" domandai un pò confuso, osservandola.

"S-Shannen, Shannen Sachiho... lavoro ad una rivista ambientale, Essenzial... non so se lo conoscete." rispose lei, timidamente.

Uhm... mi sembra che mia madre l'abbia presa un paio di volte, ma personalmente non l'ho mai letta... non vorrei essere scortese, però.
Quindi, annuìi e dissi "Oh, sì, certo che la conosco! La redazione della vostra rivista è qui? Credevo ci fosse solo quella dell'Hall of Shame..."

"B-beh, entrambe le riviste sono p-pubblicate dalla s-stessa casa editrice, quindi capita ogni tanto che ci sia uno... uno scambio di impiegati tra un giornale e l'altro." rispose lei, guardandosi attorno nervosamente.
Uhm... perchè è così nervosa, adesso? Sembra quasi aver paura di parlare.

Non riuscendo a tenermi la domanda per me, aggrottai le sopracciglia e domandai "C'è qualcosa che non va, signorina Sachiho? E, il mio nome è Lawrence Trueman, mi scuso per non essermi presentato subito."

"O-oh, non si preoccupi, davvero... e, T-Trueman? Sei... parente di C-Colette, per caso?" chiese allora la signorina Sachiho. Io feci cenno di sì, un pò sorpreso.

"Uh... Sì, è lei che devo incontrare alla Hall of Shame, infatti. La conosci anche tu?" domandai di rimando.

"P-Più o meno, ho studiato fotografia con il suo f-fotografo abituale, Ralph Otom... ed ho avuto a che f-fare con lei un paio di volte." spiegò lei, guardando verso il basso.

"Capisco... beh, non è che possa fare molto, in ogni caso. Mi hanno impedito di entrare e dubito di poter farcela senza essere invitato." dissi, sospirando.

"U-uhm... potrei aiutarla se vuole, s-signor Trueman... p-posso farla salire dicendo che è con me..." suggerì quindi la fotografa.

Io fui sorpreso dall'offerta, chiedendo quindi "Uh... davvero? Non rischierebbe di causarle problemi, però? Non vorrei che lei venisse ripresa o licenziata se viene scoperta..."

"Oh... n-non si preoccupi, davvero: n-non ci sarà alcun problema. Solo... lascia fare a me, va bene?" disse lei, stringendo un pugno all'altezza del petto, con aria preoccupata ma in ogni caso decisa.

"Uh... d'accordo. Grazie mille." ringrazia, sorridendole contento.

Sinceramente mi preoccupa un pò che abbia deciso di mettersi in gioco così per me... sembra quasi che non le importi più di tanto se perda o meno il suo lavoro. In ogni caso, spero che vada tutto liscio ora...
Lasciai comunque fare alla signorina Sachiho, la quale disse di dover salire alla redazione della Hall of Shame insieme a me per un'intervista privata: nonostante fosse chiaramente nervosa e balbettante (al punto che fui tentato un paio di volte di dire la verità per non stressarla o pesarle), la segretaria non ebbe alcun problema, semplicemente annuendo ed indirizzandoci verso gli ascensori.
Una volta entrati, Sachiho premette il pulsante per il quinto piano, mentre io abbassavo lo sguardo, ancora imbarazzato.

"Grazie, davvero... avevo proprio bisogno di parlare faccia a faccia con Colette, adesso. C'è qualcosa che posso fare per lei?" domandai subito dopo: ad essere sinceri non avevo idea di cosa fare in quel preciso momento, ma non volevo far morire la conversazione lì, e volevo dare fare qualcosa per lei fintanto che potevo.

"N-nulla, non si preoccupi. Mi fa... p-piacere averla aiutata." disse lei, accennando un sorriso. O almeno credo che l'abbia fatto, visto che smise dopo un secondo.

"Siete molto gentile, ma davvero, sono io che la devo ringraziare."  fu la mia replica.

"P-prego, davvero." fece lei, guardando di nuovo in basso.

...
Cadde subito un silenzio imbarazzante tra di noi, senza che nessuno dicesse nient'altro: ogni tanto sembrava esserci un tentativo di continuare a parlare da parte sua, ma nè io nè lei continuammo mentre l'ascensore raggiungeva lentamente il quinto piano dell'edificio.
... Posso capire come si senta e che tipo di persona sia, ma non penso proprio di essere la persona migliore per parlare con lei, considerato come sia io sia lei non sembriamo per niente assertivi... è come cercare di fare incontrare un paio di lumache. Probabilmente una persona più attiva e capace sarebbe più brava nel districarsi in questa situazione... come Travis, magari.
... No, non posso pensare ad altro ora. Devo concentrarmi ed andare a fondo della questione. Potrò pensare a Travis più tardi.

Una volta raggiunto il piano mi guardai attorno: la redazione era piuttosto affollata e con un continuo via vai di gente, discussioni su articoli da scrivere e molte gente alle prese con computer, organizzazione di documenti ed altri simili compiti. Dava davvero l'idea di un giornale nella quale tutti cercavano di impegnarsi al massimo, qualcosa che non mi aspettavo da un giornale scandalistico... anche se, effettivamente, non sapevo quanto di ciò che stavano scrivendo fosse veritiero.

"B-beh... i-io vado allora, sono sicura che Colette s-sia qui. B-buon lavoro, signor L-Lawrence." fece quindi lei, voltandosi verso di me seppur ancora evitando di guardarmi in faccia.

"Uh... d'accordo. Grazie mille, signorina Sachiho. Spero di reincontrarla in futuro." dissi io, alzando la mano e salutandola muovendola leggermente.

"A-altrettanto qui." rispose lei senza ricambiare, prima di venire inghiottita nella folla di redattori, senza guardarmi in volto.

... Non sembra una cattiva persona, ma mi da l'impressione di aver bisogno di un pò di assertività. Altrimenti rischierà di farsi calpestare e sfruttare da chiunque... anche se probabilmente non sono la persona migliore per dirlo.
Deciso a non sprecare l'occasione che la signorina Sachiho mi aveva dato, iniziai ad andare in giro per la redazione, vedendo se sarei riuscito a trovare mia cugina: per la strada, notai vari membri dello staff del giornale indicarmi, borbattare o guardarmi di traverso, cosa che mi fece trasalire e preoccupare che mi avessero scoperto come estraneo e stessero pianificando di buttarmi fuori... provai ad evitare di osservarli e concentrarmi nel trovare Colette, ma sapere di essere il centro dell'attenzione non mi faceva di certo sentire a mio agio.

Fortunatamente, non ci vollero che un altro paio di minuti prima che una voce conosciuta mi domandasse "Law? Come diavolo hai fatto ad arrivare qui?", trovandomi di fronte mia cugina non appena alzai lo sguardo.

"Oh, eccoti, Colette! Ti stavo cercando!" dissi io, avvicinandomi a mia cugina mentre lei aggrottava un sopracciglio.

"Per quale motivo?" mi chiese.

"Per il processo dell'omicidio di Pete Stepford, ovviamente. Volevo farti qualche domanda riguardo la tua deposizione che alla fine non è stata per nulla esplorata..." provai a dire, notando però come il volto di mia cugina si fosse incupito, per poi fissarmi con sguardo tutto meno che accogliente.

"Sono impegnata ora. Va via." mi rispose.

Eh no! Non di nuovo!

"Ho tutto il tempo che vuoi. Posso aspettarti tranquillamente all'ingresso finchè non hai finito." dissi io.

Colette ruotò gli occhi, dopodichè mi prese per la collottola, affermando "C'è troppa gente qua. Se dobbiamo proprio parlarne, meglio farlo in privato.", per poi trascinarmi per il braccio verso quello che sembrava essere uno sgabuzzino, chiudendo poi la porta a chiave dall'interno ed accendendo la luce, per poi osservarmi senza cambiare espressione.

... L'ho sempre saputo che era lunatica, ma questo è un pò troppo anche per lei.

"... Colette, si può sapere che hai? Devo solo farti qualche domanda..." dissi io, inarcando un sopracciglio.

"Ed io non voglio risponderle. E' piuttosto semplice, Law, non credi?" replicò, sospirando seccata.

"E perchè non dovresti? Significherebbe che hai qualcosa da nascondere. Riguarda Samantha Watson, per caso?" inquisìi.

Almeno, spero riguardi Samantha Watson. O il caso, comunque.

"Tutto quello che c'era da dire su me e lei è stato detto, non vedo perchè tu voglia continuare a chiedermi altro. Non hai un omicidio da investigare?"

"Certo, e tu ne sei parte. Hai detto di essere stata sul posto per una ripresa... quindi, perchè non vuoi dirmi cos'hai? Potrebbero essere prove decisive!"

"Me lo devi anche chiedere? Perchè se te ne parlassi non avrei assolutamente materiale di cui scrivere, idiota."

... Come...?

"... E credi che la tua stupida storia sia più importante di risolvere un caso? Vuoi che per la tua negligenza un'innocente vada a finire condannato ingiustamente?"

"Non mi interessa. Perchè dovrebbe importarmi di quel che succede agli altri? Sono le loro vite, se qualcosa capita, capita... L'unico motivo per cui mi sono presa la briga di chiamare un'ambulanza era perchè la vittima era la madre della tua stupida amichetta, ma se fosse stata qualcun'altro avrei preso e me ne sarei andata."

"... Dimmi che non sei seria, ti prego."

Colette si mise una mano sulla fronte, scuotendo la testa prima di osservarmi con severità.

"Senti, tu sei un'avvocato buono e gentile che crede nella giustizia eccetera eccetera, ma io faccio giornalismo, Law. La mia professione richiede di battere la concorrenza, e cercare le storie dopo un pò non è altro che essere tedioso e alle volte anche inutile, visto che i tuoi concorrenti possono imbattersi nella stessa notizia e pubblicarla prima di te... è un'ambiente in cui cane mangia cane, e devi essere astuto se vuoi ritrovarti sopra tutti gli altri."

"Quindi preferisci tenerti tutto ciò che sai per te solo per avere una dannata esclusiva...?"

"Certo! Non credere che sia la prima volta che lo faccia, Law. Devo ancora ringraziare Wren per quella mano che mi ha dato qualche mese fa per quell'indagine sulla violenza sui minori..."

... Una mano che Wren gli ha dato? E quando sarebbe...
... Un attimo. Wren non era stato molestato da una donna...?
...!?

"... NON DIRMI CHE..."

"Ssssh! Piano! Non vorrai mica che tutti scoprano il mio piccolo segreto, vero? E comunque... per chi mi hai preso? Non mi interessa certamente fare cose sporche a bambini di dodici anni... semplicemente avevo sentito di un locale nell'area in cui avvenivano cose piuttosto spinte, ma erano solo voci senza nulla di concreto... quindi, appena ho incrociato Wren, mi è venuta l'idea di suggerirgli di andare lì dicendo che avrebbe trovato qualche lavoretto semplice da meccanico... ho atteso un pò, sono passato lì la sera sul tardi, et voilà, me lo sono ritrovato a dormire per terra nudo e coperto di robe che non ti dico. Gli ho fatto la foto e poi ho avvisato miss gentilezza di venirselo a riprendere."

...

"... Non ho parole... Sei un mostro..."

"Tecnicamente non ho fatto niente di illegale, ho solo dato un suggerimento ad Oliver Twist. E' colpa sua se si è fatto prendere e sfruttare, io non c'entro."

'Nulla di illegale'. Sì, sicuro. Che fine ha fatto il giornalismo etico? Probabilmente ha smesso di seguirlo appena ha smesso di vendere...
... Non riesco ancora a credere a cosa mi sta dicendo. E a come sembri del tutto incurante delle implicazioni di ciò che ha fatto.

"... Non provi assolutamente alcun rimorso per ciò che hai fatto?"

"Perchè dovrei? Come ti ho detto, è stata una scelta completamente sua di andare lì. Prima o poi sarei inciampata comunque in qualche minore nelle sue stesse condizioni: è tutto merito suo se sono riuscita ad ottenere prove fotografiche per il mio articolo prima di quanto prospettassi. Ti conosco e so che ora penserai che io sia crudele ed insensibile, ed onestamente non mi importa molto di quel che pensi. L'uomo è egoista, pensa solo a sè stesso, e vuole imporsi sopra agli altri. Non accetta suoi pari. E qualunque persona può essere usata per raggiungere i propri obiettivi."

...

"Stop, non dire nulla, tanto so bene cosa stai pensando. 'Non posso credere che tu, Colette, abbia fatto questo!', 'E' solo un bambino di dodici anni!' ed altri moralismi facili tipici da parte tua. Non condivido il tuo punto di vista, e sinceramente trovo anche un pò ridicolo che io abbia due anni meno di te ma capisca meglio come il mondo giri... ma, ahimé, i castelli tra le nuvole troppo fumosi rischiano di essere spazzati via da una folata di vento, Law. L'unico motivo per cui ho deciso di parlartene a fondo è perché mi lasciassi in pace e perchè penso che una dose di dura realtà possa aiutarti a vedere le cose più chiaramente. Solo perchè sei un avvocato non devi credere che tutti siano innocenti, dopotutto. Il tuo secondo caso non ti è bastato per fartelo capire?"

... Lo so fin troppo bene, Colette. Non c'è bisogno di rigirare il coltello nella piaga.

"Ad ogni modo, voglio essere gentile. A dire il vero, sì, la madre di Jean mi ha chiesto di incontrarla per discutere di una cosa importante per cui le serviva una mano, e mi aveva suggerito di incontrarci la sera stessa per discutere di qualcosa. Non mi aveva spiegato cosa nello specifico, e non ho avuto modo di chiederle di cosa si trattasse. Ero arrivata lì un pò prima di lei, iniziando a fare una ripresa sperando di cogliere sul fatto i famosi corridori clandestini, e poco dopo che Samantha Watson era finalmente arrivata... bam! Arriva un tipo e la investe con la moto, vola per aria, casca a terra, io filmo, chiamo l'ospedale, e vado. Non avevo tempo per farmi coinvolgere ulteriormente, e non volevo vedere il mio servizio sfumare perchè qualche altro giornalista fosse stato più rapido di me nello scrivere un articolo." spiegò allora con semplicità, frugando nella tasca e mostrandomi una chiavetta USB, mettendomela in mano.

"Qui c'è una copia della ripresa: ho già ultimato l'articolo e verrà pubblicato tra qualche ora, quindi per quanto mi riguarda puoi averlo per il processo di domani. Sentiti libero di ringraziarmi."

...
In risposta, strinsi la chiavetta nella mia mano e le domandai semplicemente "Non te lo meriteresti, in tutta sincerità, ma... grazie."

"Continua a fare il musone se vuoi, vedrai che mi ringrazierai in futuro. Buona fortuna per domani, e ricordati sempre: Be yourself!" disse Colette, sorridendo ed aprendomi la porta, mentre mi salutava con la mano allegramente.

... Be yourself un cavolo, Colette. Un cavolo.
Uscii dalla redazione senza nemmeno voltarmi, ed una volta tornato fuori aggiornai Riza e Wren dicendo loro solo dell'ultima parte del discorsetto che 'mia cugina' (Dio, mi fa schifo pensare che siamo imparentati...) mi aveva riferito e mostrando la chiavetta.
In tutta sincerità, avrei voluto spiattellare tutto e cercare un modo per vendicarmi, soprattutto visto e considerato che la vittima del suo 'grande piano' era lì... ma per quanto volessi, mi contenei.
Non volevo che Riza riprendesse a darmi frecciatine su come sia un criminale rabbioso o non so cosa, mentre Wren aveva già sofferto fin troppo al riguardo... sapere che avrebbe potuto evitarlo probabilmente lo avrebbe fatto sentire anche peggio di quanto non fosse già, e non se lo merita per nulla.
Avrei di sicuro ripreso l'argomento con Colette... ma non era il momento, purtroppo, per quanto provassi rabbia per ciò che aveva fatto.
Devo fare qualcosa per aiutarlo una volta finito tutto qui... e credo di sapere anche cosa.
Per ora, però, è meglio mettere da parte tutto e andare al Centro di Detenzione... vorrei parlare un pò con Michelle Redhead, e magari incontrare la famosa Cheryl Hortencia, se sono fortunato.
Spero solo di riuscire a fare progressi, stavolta...

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Mi scuso per il ritardo madornale con cui questo capitolo arriva, ma spero davvero che ne sia valsa la pena. Ho rimosso una scena che sarebbe dovuta essere in questo capitolo per poca ispirazione, ma tornerà nel prossimo, che spero sarà più sostazioso. Nel mentre, ringrazio chiunque leggerà e chi ha commentato, e do a tutti appuntamento al prossimo capitolo!

Cheryl Hortencia appartiene a Renna ed alla sua fanfiction 'Eyes, Lies & Trusting Times', parte della serie Wholeheartedly.
Shannen Sachiho appartiene a The Shadow ed alla sua fanfiction Wolf Lonnie: Ace Attorney - Fighting for Truth, facente parte della serie Case: WL-0 - World of Lies.
Entrambe le serie sono parte della macroserie World of Hearts.

  
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