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Autore: SpreadYourWings98    07/05/2015    0 recensioni
Sarebbe sembrato un serial killer con i fiocchi, se l'immagine non fosse stata contrastata dai giovanili e morbidi tratti di Nicholas. 
Quest'ultimo pensò che la ragazza si fosse bevuta il cervello. 
Perché le parlava? Nessuno dei suoi ostaggi gli aveva mai rivolto la parola, a meno che non fosse stato costretto da lui. 
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C'è una distesa futuristica, sotto terra, nel nostro presente. Siete pronti a scoprirla?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insane
Capitolo 8
 

 

" Let the sky fall
When it crumbles,
we will stand tall
Face it all together. "
Skyfall, Adele.


 


— Spiegami ancora una volta perché dobbiamo farlo.
— Semplice, Sonny; verremo uccisi dalla C.M.E. se non lo facciamo.
— Dalle mie parti, questo si chiama suicidarsi.
Commentò la mora. Un commento pieno di sarcasmo.
Lui si limitò ad osservarla, con un ghigno che non l'aveva abbandonato da quando erano saliti sulla canoa. 
Oh, come si sarebbe ricreduta.
— Piantala.
— Di fare cosa?
— Di fare la parte del criminale misterioso, non ci crede più nessuno e non è affatto divertente!
Disse, stizzita fino al midollo.
Nick non riuscì a trattenere una risata fragorosa, arrivando quasi alle lacrime. 
Nonostante l'evidente perplessità di lei - ancora in conflitto con se stessa per decidere il da farsi -, 
gli strinse una mano con fare protettivo e, non prima di averle sorriso dolcemente, 
le disse che le sarebbe bastato fidarsi di lui e chiudere gli occhi.
Fiducia, già. Se non fosse stato per il fatto che chiunque sapeva che Sonia Bronx non andava d'accordo con quella parola, 
ma sopratutto che quelle acque inquetantemente calme l'attendevano, l'avrebbe anche fatto. Si sarebbe fidata.
Peccato che l'unica cosa che al momento riusciva a pensare era ad un modo per uscire da quella insolita situazione. 
Ah, magari anche come evitare un'imminente morte.

Se ci fosse mai stato un lago nei dintorni di Los Angeles, Sonia Bronx ne era sempre rimasta all'oscuro.
Che portasse in un altro posto attraverso il fondale poi, non se lo sarebbe mai immaginato.
In quel momento, mentre il cielo era così limpido da sembrare il riflesso della superficie acquea 
dove galleggiavano lei e il suo compagno d'avventure - le era sembrato giusto affibbiargli un soprannome degno di nota, 
lui continuava a chiamarla zuccherino, il che la infastidiva a dir poco - si era ritrovata a metabolizzare ciò che da lì a poco avrebbe fatto. 
Il colore così tenue del cielo non era macchiato da alcuna presenza nebulosa, 
segno di una calda giornata estiva, e l'aria, che le era sembrata così frizzante e leggera, s'era fatta pesante tutta d'un tratto.
I confini del lago sembravano disegnati con il compasso per quanto erano perfettamente circolari, ed erano rivestiti dalla boscaglia. 
La barca su cui era nervosamente seduta si trovava al centro del cerchio acqueo e, oltre alla loro presenza, 
c'era anche quella di una lunga catena metallica con una grande palla del medesimo materiale e due ganci che spuntavano dai due estremi. 
L'Idea, ovviamente, era stata di Nick. 
Nonostante i suoi sforzi - aveva davvero provato a non far venire un'infarto a Sonny - aveva lasciato la ragazza distratta e spaventata, per non dire basita. 
Di nuovo.
— Sonny, andrà bene. 
— Non penso sai? La gente normale non si affoga tutti i giorni.
— Oh, avanti, ancora con questa storia! Ti vuoi fidare di me una volta per tutte? Non moriremo, diamine!
Il moro cominciava ad innervosirsi e ormai i loro battibecchi, che erano cominciati ancora prima di metter piede nell'imbarcazione, erano più accesi del solito. 
Il motivo dei loro litigi era più che sconcertante; Nicholas le aveva detto che l'unico modo per raggiungere il posto era attraverso il fondo di quel lago e, 
per raggiungerlo, si sarebbero dovuti agganciare alle caviglie quella catena e lasciarsi portar giù nelle profondità. 
Sonia reagì molto male alla notizia e, dopo avergli chiesto in modo gentile - ovviamente, 
non proprio - se si fosse bevuto il cervello a colazione, cominciarono a litigare.
Comunque, al posto di quel silenzio spigoloso, lei avrebbe di gran lunga preferito 
discutere di quell'idea tanto spericolata che aveva partorito l'insana mente del ragazzo.
Tuttavia, il suo sguardo irritato si perse nello specchio sottostante: era ufficialmente stufa. 
Stufa di dover continuare a passare ogni minuto nella paura, stanca di dover fuggire da tutto e da tutti. 
Quindi, avrebbe fatto come diceva il giovane. 
Cos'aveva da perdere? Ormai nulla, erano quasi due mesi che viveva come una fuggitiva, ormai ne aveva abbastanza.
Si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi il moro si accinse ad incatenarla. 
Dopo aver stretto per bene il gancio alla caviglia di lei, preparò la sua.
Dopo che ebbe finito, si alzò tentennando e tese una mano verso Sonny, che la strinse e si alzò. 
Lo slancio che si dette però fù troppo spinto, così il giovane fù costretto ad afferrarla. 
Le sue braccia si ritrovarono a stringere possessivamente la vita sottile della giovane Bronx, che assunse un colorito più rosso del normale. 
Nick non disse nulla, solo, la guardò. Parve persino sorriderle un poco, anche se il momento non giustificava a sufficienza quel gesto. 
— Nicholas Jerry Jonas, se non moriamo ti uccido io.
Sussurrò lei, presa in contropiede dalla sua vicinanza. 
— Trattieni il fiato.
Gli angoli delle labbra del ragazzo di alzarono verso l'alto in una maniera del tutto nuova e, 
con un solo gesto repentino e fugace, buttò la sfera metallica nell'acqua.
Ci fù uno schizzo poi, dalla superficie melliflua, i loro corpi non si videro più.


Il cielo, da laggiù, non si vedeva più, e ben presto anche la luce avrebbe fatto la stessa fine. 
Gli occhi della mora ci misero un pò ad abituarsi alla temperatura e all'acqua stessa. 
Il gesto improvviso del moro aveva lreso alla sprovvista la ragazza, che isprirò un quantitativo insufficente di aria.
La palla affondava sempre di più, le loro mani si trovarono misteriosamente intrecciate e la testa della figlia del capo della polizia era in procinto di scoppiare, in assenza di ossigeno.
Stava per svenire e perdere i sensi.
Il giovane Jonas nuotò di un poco provando ad avvicinarsi, rimasto preouccupato dall'espressione affannato della mora. 
Si sporse verso di lei, dopo aver capito cosa stava per succedere, e poggiò le labbra su quelle di Sonia.
Le aprì, avvalendosi dell'unico muscolo di cui disponeva la sua bocca, e ci soffiò dentro metà del suo fiato.
Quando si spostò, ebbero appena il tempo di rendersi conto di quel gesto allusivo, che vennero inghiottiti da una luce accecante. 
Probabilmente avevano appena calpestato il fondale e, ad insaputa della mora, un confine molto sottile tra due mondi.
Scivolono dentro una crepa, aperta dall'improvviso contatto con i loro corpi e con la palla, e caddero nell'oscurità.


Quando Sonny riaprì gli occhi fece appena in tempo a scorgere sopra di sè una sottospecie di macchia scura scomparire, 
mostrando davanti alla ragazza uno sfondo azzurrino e tenue, simile al cielo di Los Angeles che tanto amava. 
Si strofinò alla svelta le palpebre e si mise seduta, osservando si intorno. 
La sabbia, sulla quale si era ritrovata, le si era appiccicata su gran parte del suo fisico, 
i capelli bagnati le si erano attaccati alla fronte ed erano ondulati, i vestiti fracidi le disegnavano le forme. 
Le onde di un mare che non aveva mai visto si infrangevano impetuose e leggiadre al contempo sulla costa. 
Odore di acqua marina, un leggero venticello a solleticarle le guancie.
Un sole, che le parve estraneo, era ormai in procinto di tramontare e le nuvole disegnano perfette figure che ricordavano tanto lo zucchero filato.
Si voltò, all'improvviso, alla ricerca del ragazzo. Lo trovò di fronte a sè, sorridente e con gli occhi che luccicavano. 
Di nuovo, Sonia vide una sfumatura bluastra attraversare quegli occhi. 
Oltre la spiaggia c'erano distese di prati colmi di fiori e colori e, poi, 
s'innalzava una struttura dalle fattezze aggrazziate quanto imponenti. 
Ma al momento, tali bellezze parlerò sfocate alla vista della mora, che riusciva solo a vedere Nicholas. 
Era lì, in piedi, e la fissava. Anche i suoi capelli avevano preso posto sulla sua fronte e i vestiti gocciolavano, colmi d'acqua.
Poi, in un attimo, si ritrovarono stretti l'uno all'altro. 
Non erano morti, bensì vivi e vegeti, ed era tutto merito del ragazzo. 
Si allontanarono dopo poco, la distanza necessaria per far si che le loro fronti si toccassero. 
I loro fiati erano spezzati dalla felicità e si fecero sfuggire una risata liberatoria.
Risata che ebbe vita breve, poiché le labbra di Nick Jonas avevano preso possesso di quelle di Sonny Bronx.
Fù un contatto che era stato bramato da tanto tempo, inconsciamente da entrambe le parti. 
L'urgenza richiese un'approfondimento, che Nick non fece attendere molto alla ragazza. 
Lei gli sorrise sulle labbra, prima di schiuderle. 
Passarono un lasso di tempo indefinito ad assaggiarsi, ad avvicinare le loro anime tormentate e a curarsi a vicenda. 
Il suono del mare e l'odore della salsedine furono lo sfondo di quel dolcissimo atto.

Quello che successe dopo fù una vera e propria rivelazione per la mora.
Le era parso tanto di fungere da spettatrice, come quando si assiste alla sbocciatura di un bozzolo; 
la trasformazione di un insetto strisciante che si tramuta in una bellezza naturale, caratterizzata da un'esplosione di colori e di vita.
La differenza però, fù che il cambiamento del giovane non sarebbe durato come il breve arco di tempo vitale di una farfalla, che conclude il suo ciclo.
Bensì, si sarebbe dilungato all'infinito, per un tempo imprecisato e mite.
Nick si scostò da lei, con un sorriso di circostanza, fissandola con una tacita richiesta d'attesa.
La maschera confusa che alleggiava sul viso della giovane si tramutò ben presto in puro stupore quando, 
dopo una manciata di secondi, il corpo di lui cominciò a mutare.
I suoi occhi in primis. Quel dolce misto di cioccolata e nocciola lasciò il posto ad un azzurro sfavillante, che ricordava tanto quel cielo cristallino.
Le punte delle orecchie non fecero attendere il loro ingresso; la loro forma era divenuta elegantemente a punta.
Le cicche di capelli, rese scure dall'acqua, ritornarono lucenti e asciutti, con un particolare in più: erano scesi fino a metà del suo busto, 
lisci e morbidi come la seta - lo s'intendeva al solo sguardo -, ornati da una treccia regale che raggiungeva il loro limite.
Sonny lo fissò sconcertata quanto ammaliata da tale purezza, che gridava perfezione.
La testa le girò di un poco - tanta magnificenza era quasi intollerata dalle sue retine - e sorrise d'istinto.
Una creatura partorita dagli dei, fù l'unico pensiero ad occuparle prepotentemente la mente.
Quando il giovane si avvicinò, notò come la sua statura la superasse persino più di prima; se era quasi una spanna a dividere il loro sguardo, ora erano persino due!
Le prese le mani, che lei esitò a stringere, paurosa di scalfire quel disegno divino.
— Sonny, questo sono io.
Notando che dall'altra parte non arrivava alcuna risposta, il giovane cominciò a preoccuparsi.
Un cipiglio disorientato si fece spazio tra le sopracciglia.
— Sonny...
— Tu sei... - vacillò per un secondo, vicinanza come uan dei tanti carnefici.
— Sono un elfo.
I tratti somatici di lei vennero pervarsi dalla meraviglia.
— Nick... sono seriamente senza parole! - fù il suo unico commento, leggermente insensato.
— Ah, e per la cronoca, - rise un pò sulle sue - il mio vero nome è Lietùron.








Ayeeeeeee!(leggete pleasee.)

Buona sera a tutti!
Cosa potrei dirvi? Intanto porgo le mie più umili scuse... Non mi faccio viva da un secolo!
Help me. Mi darete sicuramente fuoco. Azz.
Purtroppo ho avuto un pochino - proprio poco eh - da fare in quest'ultimo periodo,
però non potevo lasciarvi proprio qui, e si, perchè la storia è quasi giunta al termine!
Ahimè! Mi mancheranno i miei amati Sick!
Mancheranno anche a voi?
Io vi aspetterò numerosi per il prologo - e per lanciare rose ai due piccioncini, si si - con qualche lacrimuccia e fazzoletti.
Se, nell'attesa - nella speranza che ci sarete con me alla conclusione della storia dei nostri Sonny&Nick - volete dare un'occhiatina ad un'altra mia storia (link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3049928&i=1) per farmi sapere che cosa ne pensate, ne sarei molto felice!
Si chiama Sea's tales e si tratta dell'intreccio delle fiabe più amate del popolo - che hanno coronato la mia infanzia, ye! - in chiave moderna e spericolata! Quindi, se amate particolarmente il genere romantico e i personaggi delle fiabe sotto un'altro aspetto - cito in particolare la rivisita della storia di Peter Pan, che ricoprirà un ruolo particolarmente malvagio, che io adoro! - io sarò felice di accogliervi numerosi! Detto questo, non vi annoio più con i miei scleri ed evaporo.
Alla prossima, girls!
- Rea.
 
  
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