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Autore: Jack Joker    07/05/2015    0 recensioni
Nella terra divisa tra uomini e bestie, scopriremo la storia di due ragazzi. Ma il loro incontro è stato un caso o era destino?
Un futuro incerto e un passato tormentato daranno loro l' opportunità di conoscersi meglio e tante prove ed innumerevoli rischi saranno un mix fantastico per un amore millenario.
E poi... tante altre cose da scoprire.
Piacere di conoscervi io sono Jack e questa è la mia prima storia, spero vi piaccia
E vi auguro buona lettura
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2   Chi non muore si rivede

 
Ero accucciata sul davanzale della finestra, la ceramica fredda mi aveva intorpidito le dita e non sentivo più le gambe, ma nonostante la posizione scomoda mi rifiutavo di entrare nella sua stanza.
Per arrivare qui avevo scalato le mura della Caserma Imperiale, insomma più di 100 piedi di nuda roccia per arrivare davanti la sua stanza… solo per trovarla vuota, che rabbia, erano ore che lo aspettavo.
Pensandoci era strano che non mi avessero scoperta, dopotutto qui viveva la famiglia reale, era il posto più sorvegliato dell’Impero.
Forse è stato per il trambusto di poco fa, sembra che qualcuno sia riuscito a scappare, forse un ladro o un…
‘’ Non mi aspettavo che saresti venuta da me.’’
Eccolo li, mio padre, capelli neri e spettinati, il viso giovane e gli occhi grigi in tempesta.
L’armatura da generale gli fasciava il corpo scolpito e il ghigno che aveva in faccia mi suggeriva il contrario di quello che diceva, insomma, non era cambiato di una virgola.
‘’ Cosa vuoi ancora ? ‘’ La mia voce era scocciata, non sopportavo più i suoi giochetti, gli ultimi 4 anni passati con lui mi erano bastati per odiarlo.
‘’ Io niente, dopotutto sei tu nella mia stanza e non il contrario ’’ Cosa avevo detto dei suoi giochetti? Bene eccone un esempio.
‘’ Allora questa come la spieghi ?’’ Gli lanciai la lettera, lui la prese e la esaminò, poi con una scrollata di spalle la accartocciò.
‘’ Non è mia. ‘’ Se avessi sentito solo la sua voce ci avrei creduto, ma quel suo ghigno lo tradì. Stava mentendo. L’avevo già detto che era un bastardo?
Lo fissai truce mentre si avvicinava, mi tolse il cappuccio e passo le dita tra i miei capelli, gli occhi che vedevano in me un'altra persona. Il ghigno era sparito, mentre diceva...
‘’ Sei uguale a tua madre.‘’ Aveva ragione, avevo i capelli rossi e gli occhi verdi come mia madre ma non mi piaceva quando parlava di lei, non ne aveva il diritto, non dopo quello che le aveva fatto.
‘’ Non parlare di lei, non dopo che l’’hai uccisa’’ gli schiaffeggiai la mano e mi rimisi il cappuccio.
‘’ E’ vero, ero uno dei giudici, ma il mio voto non valeva niente, era tutto già deciso!’’ Me lo aveva detto un sacco di volte ma io non ci credevo, lui era un pezzo grosso dell’esercito già da molti anni, una sua parola e l’avrebbero lasciata andare. Ma allora perchè non ha fatto niente per salvarla?
Inutile pensarci ancora, la colpa era sua e basta.
Non ne potevo più di quella discussione, cosi appoggiai le mani sul davanzale e mi calai giù.

                                            . . . 

Volevo trovare un po’ di pace dopo aver parlato con mio padre, cosi mi ero lasciata alle spalle la Caserma Imperiale e mi ero diretta verso sud, inoltrandomi nella Foresta dei Canti.
Camminavo tra gli alberi del bosco, con la luce che attraversava le immense chiome delle querce secolari e il soffio del vento che sussurrava parole lontane. Era uno spettacolo fantastico, quasi irreale.
  
Sarebbe stata una passeggiata tranquilla, se non fosse stato per i passi che sentivo dietro di me.  Qualcuno mi stava seguendo.
Mi girai di scatto fronteggiando il mio inseguitore.
Era un ragazzo poco più grande di me, i capelli biondi e gli occhi azzurri che mi scrutavano divertiti, alzò le mani, ma era solo una finta perchè mi prese il polso  e mi torse il braccio dietro la schiena. Era dietro di me.
‘’Una ragazza non dovrebbe girare da sola per i boschi.’’ Mi sussurro all’orecchio.
‘’Potrei dire lo stesso di te.’’ Gli risposi.
‘’ Io ho i miei motivi, tu ? ‘’ Mentre lui parlava la mia mano libera si era stretta intorno al manico del mio pugnale.
‘’ Ho i miei motivi ‘’ Lo scimmiottai e prima che potesse capire le mie intenzioni estrassi il  pugnale e tentai di colpirlo al braccio. Lui si scansò e mi lasciò la mano.
Mi allontanai di qualche passo mentre altri rumori di passi si univano ai miei. C’erano delle guardie reali che cercavano nella foresta. Le loro tuniche bianche restavano inconfondibili anche a distanza.
Forse erano le guardie che avevo visto agitarsi per il palazzo. Il ragazzo incominciò ad agitarsi, che le guardie stessero cercando proprio lui ?
Il soldato era troppo vicino perché potessi scappare, cosi mi nascosi dietro un albero e senza pensarci tanto lo presi per la giacca e lo tirai dietro il mio nascondiglio improvvisato. Quella decisione fu l'inizio della mia rovina.
Eravamo talmente vicini che i nostri respiri si confondevano, i soldati passarono senza accorgersi di noi, ma anche dopo che se ne erano andati noi non ci muovevamo, fissai lo sguardo nel suo, i suoi occhi erano due pezzi di ghiaccio, non sentivo più il vento, non vedevo più la luce, abbagliata da quei bellisimi occhi azzurri. Poi lu si mosse, si era fatto più vicino... sempre più vicino. cercai di far funzionare il cervello ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era che lui assomigliava ad un angelo. Solo di una cosa ero certa, era destino che io e lui ci incontrassimo.
Lui inizio ad avvicinarsi, sempre più vicino mentre mi guardava negli occhi ed io non riuscivo a muovermi.
Adesso mi bacia, pensai.
Il suo volto si era avvicinato al mio solo per sussurrarmi…’’ Grazie.’’, per poi allontanarsi di nuovo.

Lui si alzò tutto tranquillo mentre io ancora dovevo capire cos'era successo.
‘’Piacere di conoscerti, il mio nome è Jack.’’ Diceva mentre mi tendeva la mano.
‘’Io sono Velian’’ Risposi laconica. Non capivo cosa mi fosse successo ma di una cosa era sicura, quel sorriso furbo che aveva stampato in faccia, assomigliava troppo a quello di un'altra persona di mia conoscenza. Che la dea mi aiuti perché Jack oltre al sorriso di mio padre aveva anche gli stessi abiti.
Non ci capivo più nulla ma questa storia puzzava troppo di bruciato per i miei gusti.


 
  
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