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Autore: ketyblack    08/05/2015    1 recensioni
DAL TESTO:[...Pioveva. Era sempre stato un buon auspicio per la loro squadra.
A questo pensava Shikamaru mentre affondava i tacchetti nella fanghiglia e dava manforte a Choji nella mischia ordinata.
Da buon stratega qual era riuscirono a guadagnare il pallone, Naruto in seconda linea spiccò una corsa da paura e segnò la prima meta della partita.]
Ed eccomi tornata con una nuova storia, stavolta sul rugby, mi sono immaginata che cosa succederebbe se i nostri eroi giocassero in una squadra! Una fanfiction senza pretese e leggera, ricca di scene di vita quotidiana dei nostri eroi tra pulizie, lezioni, e anche nuove storie, nuovi amori e tante tante risate! Lo so, forse è un po' forzato, ma vi consiglio di leggere e ne rimarrete stupiti... o forse no! a voi la scelta!
[ShikaxTema/ShikaxIno/KibaxTema, accenni a SasuxSaku]
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Eccovi il secondo capitolo! Buona lettura!

 

Touch down!

 

Capitolo 2: Di architetti, ingegneri e farmacisti

 

“Forza! Muovete il culo! Dai che domenica non vogliamo perdere! Forza!” urlava il coach Asuma incitandoli durante la partitella di fine allenamento.

“Cazzo, dai Sabaku! Tallona quella palla, forza! Veloce!” continuava a sbracciarsi in direzione di Gaara che stava fissando la palla davanti a sé.

“Akimichi, pressa quella mischia, non farti pregare! Uchiha, Uzumaki, scattanti e pronti all'attacco!” sembrava stesse facendo l'appello. Intanto lui stava solo lì a urlare, mica si stava a dir poco rotolando nel fango, no?

Shikamaru guardò Shino con fare eloquente, era il suo turno, calcio di punizione.

“Nara! Ma dove cazzo stavi mirando? Sugli spalti? E sistema bene la palla, non fare le cose a cazzo! Inuzuka è inutile che te la ridi, ti ricordo che ci siamo presi 30 punti e la colpa è dell'estremo, cioè tu, carissimo!” Asuma era stranamente dispotico quel giorno, li stava facendo sputare sangue.

Il coach sembrò morire quando Naruto segnò una meta praticamente regalata, Kankuro e Suigetsu all'ala stavano chiacchierando amabilmente in un angolo.

“Ma allora non lo volete proprio capire, eh? Forza, signorine, agli spogliatoi! Altro che Gladiators di Kiri, siete un branco di somari!” e con queste carinerie finì l'allenamento.

 

In spogliatoio erano tutti in silenzio. A che cosa poteva essere dovuto quel calo di forma? O era solamente l'arrivo della primavera che li stava distraendo?

“Ragazzi, mi spiace, ma dobbiamo fare un discorso. Mi prendo io la briga, dal momento che sono il capitano.” sbottò Shikamaru salendo in piedi sulla panca.

“Mettiamocela tutta, cazzo, è una noia doversi allenare, ma siamo terzi, possiamo vincere il campionato, quest'anno! Deidara, quanto hai bestemmiato l'anno scorso per quella meta segnata a tradimento in finale? Vogliamo ripetere l'esperienza? Nossignore! Forza Gladiators!” esclamò con una verve che non gli apparteneva. Gli altri esultarono e si buttarono sotto la doccia.

 

Tornarono tutti a casa tardi, sfatti, stanchissimi e anche doloranti.

“Sì, Tema, sono arrivato ora a casa...mh...sì, è andato bene...cosa? Ah sì domani glielo dico. Beh buonanotte!” dopo la telefonata di rito si buttò a letto facendo cigolare le doghe che stavano in piedi per miracolo.

“Ohi, datti una calmata che ho sonno!” esclamò Kiba dall'altra parte della stanza. Shikamaru non gli diede retta.

“Ti ricordi di Ino Yamanaka?” gli chiese a bruciapelo senza rendersene conto. Non aveva raccontato a nessuno di averla vista.

“Bionda, occhi azzurri, più o meno dieci anni, sì, era il terrore delle elementari, quella che si è trasferita a Iwa alle medie, no?” ricordò l'Inuzuka per filo e per segno.

“Già. Beh, credo di averla vista al pub ieri sera...” disse meditabondo affondando la testa nel cuscino. Ma perché ne stava parlando proprio con Kiba?

“Cosa? E non dici niente? Cazzo, chissà che figa pazzesca che sarà diventata!” commentò senza mezzi termini. Ecco perché Shikamaru non gliel'aveva detto.

“E' sempre bionda e con gli occhi azzurri. È un po' cresciuta, ma niente di che.” minimizzò lui. Dire che Ino Yamanaka fosse niente di che sarebbe stato come definire Kiba un lord inglese.

“Pazzesco! E che ci fa qui? Beh in realtà quelli lontano da casa siamo noi, che facoltà fa?” il Nara sbuffò, troppe domande. Già, ma che facoltà faceva? Non gliel'aveva chiesto.

“'notte Inuzuka.” tagliò corto lui portandosi le coperte fin sopra alla testa.

 

“Ahia! Porca puttana! Dobe, Larry mi ha beccato un dito! Tartaruga di merda!” era mattina e il sole splendeva alto in cielo. Tutti erano felici, sì...

“Ma che dici? Basta che tu non gli vada troppo vicino, non gli stai simpatico!” borbottò il biondo prendendoselo in braccio e facendogli le vocine.

“Ma vaffanculo. Ah, mi raccomando, passaggi precisi come ieri sera, eh! Cazzo mi hai preso sul naso!” si lamentò ancora Sasuke balzando con inaspettata rapidità giù dal letto.

“Se non altro ti fa da sveglia, ma quanto sei dolce, eh?” mormorò Naruto accarezzandogli la testolina verde.

 

“In casa non si riesce più a stare, stanotte Minnie mi ha rosicchiato tutte le ciabatte, schifosa cavia! E Sai non fa nulla per tenerla a bada!” si lamentò Neji a lezione. Kiba annuiva ad ogni parola pronunciata dallo Hyuga.

“Almeno non hai Larry che cerca di beccarti sui piedi, quella tartaruga è impestata nell'anima!” controbatté l'altro.

Entrò il professore e iniziò a spiegare, forse un qualcosa sull'architettura moderna insieme ad altri mille concetti mischiati insieme e ripetuti duemila volte.

Kiba stava disegnando distrattamente sul quaderno degli appunti quando d'un tratto la porta della classe si aprì e ne entrò una ragazza bionda tutta trafelata.

Ecco che facoltà aveva scelto Ino Yamanaka, pensò sorridendo sornione e inventandosi già qualche scusa per parlarle. D'altronde se si ricordava di Shikamaru come poteva essersi dimenticata di lui?

 

“Scusa, Ino, giusto?” a fine lezione l'aveva raggiunta scavalcando tutti quanti senza pietà. A quella domanda la bionda si voltò, lo scrutò per un attimo riducendo a fessure quegli occhi più azzurri del cielo.

“Kiba Inuzuka?” spalancò le braccia, felice, e lo abbracciò. Ma stavano sbucando come funghi tutti i suoi ex compagni delle elementari di Konoha? Non poteva esserne più felice.

“E' passato così tanto tempo, tu sei... diversa, insomma, ti trovo molto bene!” esclamò per nulla impacciato. Nel frattempo Neji se l'era svignata alla svelta.

“Beh anche tu sei cambiato, non hai più niente di quel ragazzino allampanato che conoscevo! Pensa che proprio l'altro ieri ho incontrato Shikamaru!” raccontò la bionda cominciando a raccogliere le sue cose dal banco.

“Sì, insomma, ero anche io al pub quella sera, quando lui è scappato. Ed è il mio compagno di stanza, ah, giochiamo anche a rugby insieme.” concluse con amarezza.

“Ma dai? Ma che bello, uno di questi giorni potremmo vederci e, che ne so, prenderci un caffè se vi va!” propose lei. Kiba sorrise, non la ricordava così diretta... già, l'ultima volta che avevano parlato stavano giocando a nascondino nel parco e avevano dieci anni.

“Ottimo! Allora se mi lasci il tuo numero ti chiamo per metterci d'accordo e nel frattempo sento Shikamaru!” taaaac presa!

La bionda prese un pennarello indelebile e gli scrisse il numero sul braccio, lui soddisfatto la salutò e si diresse a casa.

 

Naruto e Sasuke, stranamente, erano a lezione, entrambi! Era un evento che meritava di essere segnato sul calendario. L'Uchiha rimpianse di non essere rimasto nel letto nell'esatto momento in cui quel diavolo del professore di microbiologia entrò in classe.

“Ringraziamo Larry per questa interessantissima lezione. Grazie a lui potrò diventare un rugbista farmacista.” sibilò al biondo che dovette trattenere a stento le risate.

“Almeno lui pensa al tuo futuro! Pensa, potrai lavorare in farmacia insieme a Itachi!” lo prese in giro l'altro.

 

“Giuro che se Asuma al prossimo allenamento ci urla dietro come ieri lo placco e gli infilo tutte le sigarette che si fuma su per...” Shikamaru venne interrotto nel bel mezzo della sua invettiva da un Kiba che lo travolse per il corridoio.

“Oh, architettura! Evviva!” e corse via come un fulmine. Il Nara guardò Choji che era sconvolto come lui. Ma che cazzo stava dicendo? Aveva cominciato a fumarsi il crack e non l'aveva detto a nessuno?

“Mah. Comunque hai ragione, Asuma era insopportabile, ultimamente si scalda per nulla e non stavamo nemmeno giocando così male. A parte il fatto che Jugo mi ha praticamente spaccato un piede...” rispose meditabondo l'Akimichi.

In quel momento il gigante buono si bloccò. Era passata lei, doveva essere al primo anno, pelle scura e degli intriganti occhi gialli, si chiamava Karui e non sapeva altro di lei.

“Che dici, un giorno la saluterai o continuerai con la tecnica del...coglione immobile?” lo prese in giro il moro.

“La fai facile tu! La tua ragazza ti è praticamente saltata addosso obbligandoti a stare con lei con una minaccia!” rise. In effetti aveva ragione: quando Temari voleva qualcosa l'otteneva con qualsiasi mezzo. Shikamaru pensò che molto probabilmente quella settimana non ci sarebbe stata alla partita, si rattristò.

“Verrà il tuo momento, amico!” concluse in tono fin troppo solenne.

 

Quando Shikamaru varcò la soglia di casa vide che nell'appartamento c'erano già tutte le luci accese e un casino infernale. Entrò buttando per terra le buste della spesa. Ora doveva rimediare una cena decente, stava a lui.

Sasuke fumava sul balcone insieme a Suigetsu sgattaiolato via da casa sua. Naruto giocava col suo nuovissimo Nintendo3DS ad una partita accesissima ai Pokèmon. Vent'anni buttati nel cesso.

“Sono a casa, comunque! Apparecchiate che ho fame!” annunciò mettendosi in cucina. L'unica risposta che ottenne fu un sonoro rutto proveniente dal bagno. Sicuro era occupato da Kiba.

“Grazie della tua eleganza, Inuzuka.” sbottò aprendo il frigo e tirandone fuori delle uova e qualche verdura presa a casaccio.

Poco dopo Kiba uscì dal bagno con la faccia del gatto che ha appena mangiato il topo. Si appoggiò alla penisola della cucina guardando sottecchi Shikamaru.

“Kiba, che cosa voleva dire “Evvai architettura”? Eri per caso ubriaco?” gli chiese il Nara rompendo le uova in una ciotola.

“La bionda Ino fa architettura, mi sembrava ovvio!” esclamò sdegnato. Shikamaru lo fissò truce, era proprio un coglione.

“Mi ha dato il suo numero per prenderci un caffè, ha chiesto anche di te. Le ho detto che viviamo insieme... vorrebbe vederti.” concluse con meno entusiasmo. Sperò che il Nara declinasse l'invito, almeno sarebbe potuto stare un po' da solo in compagnia della bella Ino.

“Va bene, sempre meglio che rimanere in casa con quegli altri due.” sbottò.

 

“Secondo me dovresti parlarle, dai, sei grande e grosso, tira fuori le palle!” al piano di sopra Choji era sotto pressione. Ma come egli era venuto in mente di confessare che gli piaceva qualcuna? Stupido idiota.

“Ammesso che lui le abbia! Eh, ce le hai, Akimichi?” gli chiese Sai provocatorio. Era terribilmente irritante e doverselo sopportare in casa era anche peggio.

“Ma certo! Solo che le ragazze mi rendono nervoso!” sviò il discorso. Non aveva nemmeno accennato al fatto di non averne avuta mai nemmeno una. In vent'anni.

“Ti ci vuole più spirito giovanile, Choji! Avanti, dichiarati alla tua bella e vedrai che andrà tutto per il meglio!” esclamò solenne Rock Lee. Il gigante lo guardò poco convinto, certo che per farsi dare consigli dal sopracciglione, doveva proprio essere alla frutta.

“Ma lasciatelo un po' stare, chissenefrega!” sbottò Neji rotolando sul tappeto del salotto. Oh sì, parlava bene lui, bastava uno sguardo per averne almeno una decina ai piedi di ragazze.

 

Al piano di sotto la cena si stava svolgendo con una calma insolita, nessuno aveva da recriminare sul sapore della cena e nessuno fiatava, era surreale.

“Ma è morto qualcuno e io non so nulla?” chiese Shikamaru sospettoso. Gli altri annuirono, mesti.

“Peggio. Asuma diventerà padre, e si trasferisce per allargare la famiglia. Siamo senza coach.” spiegò in poche parole Sasuke. Per la prima volta l'Uchiha era veramente dispiaciuto per qualcosa.

“Che cosa? E noi come facciamo? Siamo a metà del campionato, non possiamo rimanere senza coach!” esclamò Kiba facendo cadere la forchetta per terra. Evidentemente nemmeno lui era già stato avvisato.

“Dicono dalla federazione che hanno già scelto il successore, speriamo che non sia un completo cazzone.” commentò Naruto puntando gli avanzi nel piatto di Sasuke.

 

 

Kiba e Shikamaru si stavano dirigendo in un baretto in centro, quella sera si sarebbero incontrati con Ino. Erano un po' nervosi. Che cosa ci si può dire dopo che non ci si vede da anni? Che ci si racconta?

Un tonfo assordante proveniente dall'angolo della strada li fece voltare di soprassalto. Sgranarono gli occhi quando videro quella scena.

“Teme, potevi dirmi che c'era un bidone qua davanti!” era solamente Naruto che, insieme a Sasuke, stava giocando all'investigatore privato. Li stavano seguendo, così, per noia.

“Ma che cosa cazzo state facendo! Uchiha, almeno tu pensavo fossi ancora normale, e invece ti trovo qui con sto coglione a seguirci!” li rimbeccò Shikamaru sbuffando. Nessuno si faceva mai gli affari propri.

“Io volevo solo fumarmi una sigaretta davanti casa, è stato lui a trascinarmi fino a qua!” sbottò il moro. Stupidi impiccioni. Ma perché dovevano portarseli dietro?

 

Il bar in cui si erano dati appuntamento era carino, fin troppo chic per il loro standard, all'interno potevano scorgere tutte persone ben vestite e fini. Si squadrarono a vicenda e storsero il naso. Jeans e felpa, decisamente adatti per un baretto da vip.

“Beh se non altro non siamo usciti in tuta, abbiamo almeno avuto la decenza di cambiarci!” esclamò Kiba tutto impettito cercando con lo sguardo una chioma bionda tra la folla.

“Ma avete per caso un appuntamento galante? È strano che facciate tutti i misteriosi così...” intervenne Naruto. I due non risposero, avevano già sprecato troppe parole con lui.

“Dobbiamo incontrare una vecchia amica.” tagliò corto Shikamaru.

 

Se li dovettero portare dietro, entrarono nel bar a cercarono Ino da qualche parte.

“Kiba, mandale un messaggio!” esclamò Shikamaru dopo cinque minuti di ricerche senza alcun risultato. L'Inuzuka si frugò in tasca per diversi istanti.

“Non credo di poterlo fare... l'ho dimenticato a casa!” sbottò il ragazzo guardandosi ancora intorno. Naruto e Sasuke avevano già assaltato il bar, li avevano persi di vista.

“Ehi! Ma date appuntamento ad una ragazza e non l'avvisate nemmeno che fate tardi?” Shikamaru sentì una leggera stretta sulla spalla.

“Ciao, Ino, scusa, ma Kiba ha dimenticato a casa il telefono. È un coglione!” lo giustificò l'amico.

Ino era bella proprio come sempre, i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle e un trucco leggero a contornare gli occhi chiari.

“Lei è Sakura, è la prima persona che ho conosciuto quando mi sono trasferita a Iwa! Sakura, loro sono Shikamaru e Kiba, andavamo a scuola insieme!” i due guardarono Sakura. Non era una brutta ragazza, capelli rosa, chiaramente tinti, e occhi verdi, ma accanto a Ino risultava decisamente insignificante.

La rosa sorrise brevemente e abbassò lo sguardo, dannata Ino che la coinvolgeva sempre in queste uscite assurde in cui non centrava nulla.

“Anche noi abbiamo portato i nostri coinquilini, insomma, diciamo che ci hanno seguiti loro...” raccontò Kiba con un ghigno infastidito. Fece un cenno a Naruto e Sasuke.

“Scusateci per l'abbigliamento, ragazze, ma siamo appena tornati dalla palestra, siamo un po' stanchi...” disse Naruto con un gran sorriso. Le due ragazze sorrisero, si sedettero tutti insieme ad un tavolino.

 

“E così eravate insieme alle elementari! Peccato che ti sia trasferita, sarebbe stato bello conoscersi!” Naruto, il solito marpione, a volte non se ne accorgeva nemmeno. Anzi, ne era del tutto inconsapevole.

“Già, un gran peccato! Ma quindi siete tutti in squadra insieme? Che bello che deve essere! Che facoltà avete scelto?” chiese la bionda curiosa.

“Beh, Kiba, come sai, architettura, Naruto e Sasuke farmacia e io ingegneria...” rispose il Nara brevemente.

“Ma dai? Anche io faccio farmacia!” esclamò Sakura guardando i due ragazzi.

Tra chiacchiere generiche e battute idiote la serata passò in fretta e rilassata, sembrava non essere cambiato nulla, anche se era cambiato tutto.

A fine serata, tra i vari saluti di rito, le invitarono a vedere la loro partita domenica.

“Certo, sarà un piacere! Non ne ho mai vista una!” esclamarono felici dell'invito.

 

 

I quattro coinquilini sulla strada di casa commentavano la serata. Sasuke con il suo solito silenzio e cenni di assenso, Kiba con frasi colorite e battute con Naruto e Shikamaru riflettendo sui massimi sistemi della vita.

“Pronto! Oh, scusa, Tem! Dimmi tutto...sì...eh, scusa, ero fuori...no, sono uscito con gli altri, una birretta e tutti a nanna! Sì, anche a me manchi, buonanotte...” chiuse la chiamata. Ecco, probabilmente avesse visto Ino e Sakura alla partita le avrebbe uccise con lo sguardo, avevano fatto una cazzata a invitarle!

“Ehi, Kiba, meglio disdire l'invito a Ino e Sakura, se le vede Temari le ammazza, o, peggio, mi ammazza!” esclamò terrorizzato. Il compagno di stanza rise, gioviale.

“E che te ne importa? Tanto mica vengono a vedere te!” lo prese in giro.

 

L'ANGOLO DI KETY

 

Ma salve a tutti! Ecco il secondo capitolo, spero vi possa piacere e che mi direte che ne pensate, tutto quello che volete, io sono sempre felice di leggere i pareri di chi legge le mie storie!

 

Ringrazio tantissimo krosty e Kiarana per le loro affettuosissime recensioni, mi date l'ispirazione per continuare la mia storia! Grazie ragazze!

 

Ma adesso che ne sarà dei nostri amici? Shikamaru verrà castrato da Temari? Kiba erediterà un cervello da un lontano parente? E Larry riuscirà ad essere amato da tutti? Con questi interrogativi vi lascio alla prossima!

 

Prossimo aggiornamento: venerdì 15 maggio.

 

Vi bacio e abbraccio tutti!

 

ketyblack

  
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