Era rimasto in disparte, assieme agli altri, mentre i ragazzi si univano in un arrivederci forte, rumoroso, invalicabile ma poi, davvero, non avevano potuto aspettare oltre: il viaggio sarebbe durato un bel po' ed era meglio sbrigarsi.
Il sorriso di Vale si era, piano piano, spento lasciando il posto ad un'espressione contristata e alle labbra serrate mentre gli occhi erano fissi oltre il finestrino, oltre il mare, fino a quel mondo indefinito che, fino ad allora ,aveva solo immaginato e nel quale adesso avrebbe dovuto reinventarsi. Era spaventato e l'angoscia aumentava man mano che si avvicinavano a casa.
"Stai bene? Vuoi un po' d'acqua?"
Nora, vedendolo così assorto, aveva temuto che il viaggio fosse troppo faticoso per il ragazzo e la sua voce aveva riscosso sia Vale che Marco.
Suo figlio aveva bevuto un piccolo sorso mentre anche Marco si era voltato a guardarlo, preoccupato.
"Forse è meglio fermarci! Potremmo andare a pranzo al ristorante."
La proposta inattesa gli era valsa un'occhiata incredula da parte di Vale e una più cauta destinatagli da Nora. Aveva cercato di mettere una pezza capendo di doversi muovere con prudenza.
"Se a te fa piacere, Vale!"
No, lui voleva solo sparire, diventare invisibile. Risparmiarsi l'indugiare del taxista che, d'acchito l'aveva accolto con gli occhi sgranati, e sottrarsi all'invadenza della signora Carmelina, la vicina di casa, che si era fatta trovare ad accoglierli con una teglia di parmigiana, e si era allontanata con le lacrime agli occhi dopo avergli lasciato una carezza di compatimento.
Marco l'aveva aiutato a spostarsi sulla sedia a rotelle e a Vale aveva fatto bene richiudersi dietro la porta della sua bella casa.
Non avvertiva, però, quella sensazione di protezione, di nido, che quell'ambiente gli aveva sempre trasmesso. Suo padre aveva portato dentro il borsone ed era rimasto un momento, imbarazzato, pronto a defilarsi.
"Io vado. Passo domani mattina così andiamo insieme all'ospedale per la medicazione..."
Parlava a raffica e Vale d'istinto si era portato le mani sulle cosce, tenendo lo sguardo basso. Quando però Marco si era chinato per dargli un bacio, si era fatto coraggio.
"Resti a pranzo con noi?"
Marco e Nora si erano fissati in un lungo istante di tensione poi la donna aveva sospirato piano e aveva sorriso.
"Non vorrai farci divorare la bomba della signora Carmelina da soli?!"
Avevano riso e, lentamente, anche la diffidenza di Vale si era sciolta in un sorriso. A lui, però, scappava da piangere già da un pezzo e, alla fine, si era lasciato andare.
Nora era già pronta per andare da lui, per consolarlo, ma poi aveva fatto un passo indietro e aveva concesso che Marco fosse più svelto di lei, che si inginocchiasse difronte a Vale e lo tenesse stretto a lungo.