storia partecipante al contest «Naruto versione Fantasy!»
indetto da ame tsuki
sul forum di EFP.
LÀ, DOVE SORGE IL
SOLE
Epilogo
~
Era
in ritardo!
Naruto
lo sapeva. Era certo che fermarsi a
guardare i cartoni animati (nonostante la veneranda età di venti-e-passa-anni)
lo avrebbe portato a perdere il tram, e quindi la perfetta coincidenza di
trasporti pubblici che lo avrebbero condotto in università in perfetto orario.
Senza
contare che la ciabattata che sua madre gli aveva rifilato quando lo aveva
beccato sul divano – con ancora i pantaloni della tuta addosso invece che i
jeans per la scuola, le otto meno venti sull’orologio e il sorriso sornione del
biondo mentre fissava il televisore – gli faceva ancora male. Salì sul tram
dopo quello che aveva perso, massaggiandosi la nuca colpita mentre si teneva
con una mano alla sbarra di ferro in alto.
«Ce
l’ho fatta!» disse una voce dietro di lui, con il fiatone che le faceva dire le
parole a singhiozzo.
Gli
sembrava una voce conosciuta, come se l’avesse sentita in televisione o
all’università. Ma era troppo arrabbiato per gli scatti violenti di sua madre
per pensarci, cercò le cuffiette nella tasca della giacca e osservò per tutto
il tragitto il traffico, contando quante macchine gialle vedeva per poi dare il
rispettivo numero di colpi sul collo di Sasuke.
Quando
scese dal tram, arreso all’idea che avesse perso la prima lezione, Naruto
confidava in una lunga e lenta passeggiata in attesa che scoccassero le dieci e
trenta, in modo da seguire almeno la seconda spiegazione della giornata.
Prima
che il tram ripartisse, qualcosa lo colpì alle spalle, come se fosse rimbalzato
sul suo zaino. Un tonfo caduto a terra seguito da altri tre più pesanti. Di
certo, non era qualcosa che poteva ignorare.
Si
girò, quasi curioso, osservando una ragazza per terra, la borsa a tracolla
aperta ed un paio di libri riversi sull’asfalto.
«Oddio,
scusami!» si sbrigò a dire lei, rossa in viso, mentre Naruto si affrettava a
salvare i libri dai passanti frettolosi, salvandoli da morte certa. Li richiuse
e li tenne con una mano, mentre con l’altra la aiutava a tirarsi su.
«Figurati,
capita di essere sbadati» gli sorrise lui, «anche io lo sono spesso» ed accennò
ad una leggera risata, tenendole i libri ed il fascicolo che le era caduto.
«Comunque
sono Naruto» si presentò, mantenendo quel sorriso che adorava regalare a tutti
quanti, come se avesse la convinzione che potesse migliorare la giornata di
chiunque, «E tu sei?…».
«Hinata».
Hinata.
Era
un nome familiare, come un tassello mancante dei suoi ricordi, qualcosa di
estremamente importante che lui non riusciva a ricordare.
«Hinata…» ripeté lui, tenendosi il mento tra il pollice e
l’indice, «ci siamo già visti, per caso?» chiese, curioso.
La
vide arrossire, incrociare il suo sguardo – chiarissimo, fatto di vetro – con
il proprio e poi abbassare gli occhi, «no… credo di
no» e si stringe i libri al petto. L’aveva messa a disagio?
«Che
cos’hai lì?» domandò allora, cambiando completamente discorso, tentando di
farla schiudere, renderla meno introversa di come si stava dimostrando. Gli
bastava già Sasuke come bel tenebroso di poche parole!
«Uh?»
Hinata si guardò in braccio, mostrandogli i titoli dei due libri, «i libri che
devo restituire in biblioteca…» rispose, non capiva
il perché di quella domanda.
«E
quello?» continuò, allungando una mano verso il fascicolo sopra ai due libri,
chiedendole con lo sguardo il permesso di prenderlo.
Hinata
mise i due libri nella borsa, tenendo tra le mani solo i fogli rilegati che
avevano catturato l’attenzione di quello che, nel bene o nel male, era uno
sconosciuto. Eppure, qualcosa, nel profondo, le diceva che non era
pericoloso.
Si dice che lo spirito della persona,
quando il suo corpo muore, si reincarni in qualcun altro.
«Una
cosa che ho trovato in soffitta» gli disse, in tutta sincerità, decidendo di
fidarsi di lui.
Se
lo passò tra le dita come se fosse un oggetto raro, lasciandolo poi nelle mani
di Naruto. Lo vide maneggiarlo con cura, sfogliarlo senza leggerlo e poi fissarsi
sul titolo, scritto nero su bianco, al centro della pagina.
Nessun
autore, nessun sottotitolo.
Solo
una frase.
→ NOTE D’AUTRICE.
Siamo arrivati alla fine.
Questo epilogo, di 600-e-rotte parole, è una delle mie parti preferite
di questa storia. Ammetto che poteva essere scritto molto meglio, ma l’ho
buttato giù velocemente perché la scadenza del contest era molto vicina. ;)
Tuttavia, la scena finale, quella del fascicolo che cade, è esattamente il modo
in cui volevo che finisse la storia.
Che cosa significa? Lascio a voi tutta l’interpretazione. È tutta una
finzione? Avete letto il contenuto di quel testo che Hinata ha trovato in casa?
Sarei proprio curiosa di sapere la vostra versione ^^
La scelta di questo finale è molto emblematica. In realtà, io come
persona sono molto attratta dai temi come la reincarnazione e il post
apocalittico, cose che hanno avuto un ruolo fondamentale per questa fan fiction.
Non potevo non «chiudere il cerchio» con l’epilogo.
Vorrei scrivere in queste note quanto mi ha fatto piacere vedere il
seguito, i preferiti/seguiti/ricordate. Vorrei ringraziare tutte le persone che
mi hanno dato un feed-back, piccolo o grande che sia, e ovviamente ame_tsuki per
avermi dato la possibilità di concludere questa storia ;)
Vorrei spezzare una lancia in mio favore riguardo alla trattazione della
guerra. So che non è stata la miglior descrizione bellica che avete letto e che
sotto quel punto di vista manca di potenza e carattere. Ma ho preferito – per attitudini,
diciamo, personali – concentrarmi sulla preparazione alla guerra (il prompt, penso di poterlo dire, La guerra contro creature mostruose è alle porte. Il/la/i protagonista/i
è/sono il/i capo/i dell’esercito che dovrà sconfiggerle mi sembrava
concentrato su altri aspetti) e sull’introspezione. In tutti i casi ora è
conclusa ed io sono felicissima di averla scritta.
Grazie per essere arrivati fino a qui.
Risponderò alle recensioni il prima possibile maledetta
maturità!
radioactive,